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![]() NOTIZIE EST #155 - JUGOSLAVIA/KOSOVO DOCUMENTO: IL TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DEL GRUPPO DI CONTATTO SUL KOSOVO - 29.01.99 [La traduzione è stata condotta sulla versione in serbo-croato distribuita dall'agenzia Beta e ripresa dal quotidiano di Belgrado "Dnevni Telegraf" - a.f.] 1. I Ministri dei paesi membri del Gruppo di contatto si sono riuniti a Londra il 29 gennaio per esaminare la critica situazione in Kosovo, che rimane una minaccia per la pace e la sicurezza nella regione, minacciando una catastrofe umanitaria. 2. Nonostante gli intensi sforzi della comunità internazionale, la violenza continua a essere un fenomeno quotidiano in Kosovo. I ministri hanno condannato senza riserve il massacro di albanesi del Kosovo a Racak, che ha avuto come conseguenza l'abbandono delle proprie case da parte di migliaia di persone. L'escalation della violenza - per la quale sono responsabili sia le forze di sicurezza di Belgrado che l'UCK - deve terminare. Le repressioni contro i civili da parte delle forze di sicurezza devono cessare e tali forze devono essere ritirate. I Ministri del Gruppo di contatto condannano il fatto che le parti in conflitto non abbiano fatto un passo avanti verso una soluzione politica e non possono accettare che a causa di ciò la crisi prosegua. Il tempo è un fattore essenziale per raggiungere una soluzione e in relazione a ciò il gruppo di Contatto si assume una responsabilità. 3. I Ministri hanno invitato entrambe le parti a interrompere il cerchio delle violenze e a dedicarsi a un processo di trattativa che possa portare a una soluzione politica. Per questo il Gruppo di contatto: insiste che le parti in conflitto accettino che la base di una soluzione equa deve contenere i principi stabiliti dal Gruppo di contatto; ritiene che le proposte fatte dai mediatori contengano gli elementi per un'autonomia sostanziale del Kosovo e chiede ai mediatori di perfezionarli affinché possano fare da base per un'intesa tra le parti in conflitto; ritiene che il lavoro fin qui compiuto dai mediatori abbia definito un numero determinato di punti intorno ai quali sono necessarie delle trattative finali tra le parti in conflitto; ha deciso di comune accordo di riunire i rappresentanti del governo jugoslavo e serbo e i rappresentanti degli albanesi del Kosovo a Rambouillet entro il 6 di febbraio, sotto la copresidenza di Hubert Vedrine e Robin Cook, affinché inizino negoziati con la partecipazione diretta del Gruppo di contatto. Il Gruppo di contatto riconosce i diritti legittimi delle altre comunità del Kosovo. Nel contesto di tali negoziati si lavorerà in modo tale da garantire che anche i loro interessi vengano pienamente difesi negli accordi; ha deciso di comune accordo che i partecipanti lavorino in modo tale da terminare i negoziati entro un termine di sette giorni. I mediatori dovranno a tale scadenza informare i ministri dei paesi membri del Gruppo di contatto, che valuteranno se i progressi compiuti giustificano un ulteriore periodo di meno di una settimana per consentire che i negoziati vengano portati a termine con successo. 4. Il Gruppo di contatto chiede alle parti in conflitto di accettare questa occasione e di raggiungere un'intesa, offrendo così una maggiore pace al popolo del Kosovo. Il Gruppo di contatto esprime il proprio elogio per l'attuale ruolo della Missione di verifica in Kosovo (KVM) dell'OSCE e per i suoi sforzi mirati a diminuire la tensione e a creare le condizioni per un dialogo politico, ritenendo essenziale il proseguire del suo ruolo. Il Gruppo di contatto ritiene che sarà necessario un impegno internazionale continuativo per aiutare le parti in conflitto ad applicare gli accordi e a ricostruire la devastata provincia. Esso chiede inoltre alle parti in conflitto di accettare il livello e la natura della presenza internazionale che la comunità internazionale riterrà opportuni. 5. Allo stesso tempo, il Gruppo di contatto chiede alla Repubblica Federativa Jugoslava: di interrompere tutte le attività offensive e le repressioni in Kosovo; di ottemperare pienamente agli accordi presi con l'OSCE e la NATO, nonché alle relative decisioni del Consiglio di sicurezza; di consentire un ritorno sicuro a tutti coloro che sono stati costretti ad abbandonare le loro case in conseguenza degli scontri. Ciò comprende la completa collaborazione con le organizzazioni umanitarie e quelle non governative che forniscono aiuti per il Kosovo; di collaborare pienamente con l'OSCE e di consentire alla KVM e al capo della Missione di compiere senza ostacoli il loro lavoro; di compiere un'inchiesta approfondita su Racak con la partecipazione del Tribunale dell'Aja, consentendo al giudice capo e al team del Tribunale di entrare nel paese e di lavorare in Kosovo per effettuare indagini sul massacro; di identificare e sospendere gli ufficiali dell'Esercito Jugoslavo e del Ministero degli interni che hanno agito a Racak quando il massacro è avvenuto, fino a quando i risultati dell'inchiesta non saranno accessibili; di mitigare le pene per coloro che sono stati condannati in relazione agli scontri in Kosovo e di garantire a tutti un giudizio pubblico entro tempi brevi; 6. Il Gruppo di contatto sottolinea che il rispetto delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza n. 1160, 1199 e 1203 vale anche per gli albanesi del Kosovo. Esso condanna tutte le provocazioni da parte dell'UCK, che non possono che contribuire all'allargarsi del cerchio della violenza e insiste affinché tutti gli ostaggi vengano liberati. Il Gruppo di contatto è convinto che tutte le basi che esso ha posto soddisfino le legittime aspirazioni degli albanesi del Kosovo e chiede che i loro leader si presentino di concerto ai negoziati per raggiungere un'intesa e per porre termine alle azioni provocative che ostacolano il processo politico. 7. Il Gruppo di contatto ha chiesto a Robin Cook di recarsi a Belgrado e a Pristina per consegnare il presente messaggio alle parti in conflitto. 8. Il futuro del popolo del Kosovo è nelle mani dei leader di Belgrado e del Kosovo. Essi devono dedicarsi all'obiettivo di portare a termine i negoziati e di raggiungere una soluzione politica entro un termine di 21 giorni, affinché al Kosovo possa essere assicurata la pace. Il Gruppo di contatto riterrà entrambe le parti responsabili nel caso in cui manchino l'occasione che viene loro ora offerta e, inoltre, il Gruppo continua a essere disponibile a lavorare con entrambe le parti per aiutarle a trovare una soluzione pacifica. (da "Dnevni Telegraf", 30-31 gennaio 1999 - traduzione di A. Ferrario) |