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NOTIZIE EST #166 - JUGOSLAVIA/KOSOVO
15 febbraio 1999


KFOR: SCENARI DI UN'OCCUPAZIONE MILITARE

L'UCK dovrà deporre le armi e l'Esercito jugoslavo dovrà ritirare la maggior parte delle proprie forze e delle proprie armi pesanti dal Kosovo entro delle scadenze fissate in base a una bozza di accordo di pace, secondo quanto riporta dalla agenzia di stampa indipendente jugoslava BETA domenica. L'agenzia ha scritto che un allegato militare verrà sottoposto all'attenzione delle delegazioni jugoslava e albanese durante le trattative di pace in corso a Rambouillet, in Francia, organizzate per arrivare a un'immediata cessazione delle ostilità.

Entro 10 giorni [dalla firma di un accordo] l'Esercito jugoslavo dovrà ridurre i propri armamenti alle sole armi di calibro inferiore a 82 mm. e dovrà ritirare tutti i velivoli, i sistemi radar, i missili terra-aria e l'artiglieria antiaerea, queste secondo il corrispondente da Bruxelles dell'agenzia BETA sono le parole dell'allegato.

L'esercito e le forze speciali della polizia dovranno raggrupparsi "in un certo numero di punti in Kosovo e, entro 180 giorni dalla soluzione negoziata, ritirarsi completamente in "altre posizioni in Serbia". Il patto militare consente a Belgrado di mantenere nel periodo iniziale dell'accordo una forza di 1.5000 guardie di confine dell'Esercito in protezione di una fascia di frontiera profonda 5 km., oltre a più 2.500 poliziotti, afferma la bozza di documento. Ecco il testo completo diffuso dalla BETA:

Le due parti vengono chiamate ad accettare che una forza di mantenimento della pace, denominata KFOR, venga creata e comandata dalla NATO. Esse devono "creare non appena possibile le condizioni per una vita normale in Kosovo", cooperare pienamente con le organizzazioni internazionali e "accogliere con favore la disponibilità della comunità internazionale a dispiegare forze in Kosovo". Una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite autorizzerebbe l'uso della forza per fare applicare le clausole dell'allegato militare, "ivi compresa la creazione di forze militari multinazionali per fare rispettare un accordo in Kosovo". "Le due parti chiedono alla NATO di creare e guidare le forze militari che aiuteranno a garantire il rispetto delle clausole dell'allegato. Esse inoltre riaffermano ancora una volta la sovranità e l'integrità territoriale della Repubblica Federale Jugoslava (SRJ)", scrive la bozza così come citata dall'agenzia.

La bozza dice inoltre che la KFOR "potrà essere composta da truppe di terra, aeree e navali di paesi NATO e non NATO, che agiranno sotto l'autorità, la guida e la supervisione politica del Consiglio della NATO attraverso la catena di comando della NATO". Alla KFOR sarà concesso di impiegare "mezzi di coercizione", se sarà necessario, per fare rispettare le clausole e proteggere la KFOR stessa, l'OSCE e le altre organizzazioni internazionali coinvolte nell'applicazione dell'accordo. La bozza di allegato dice anche che non appena un accordo di cessate il fuoco entrerà in vigore, entrambe le parti dovranno "cessare immediatamente tutte le azioni ostili o di provocazione" e non potranno più usare le armi, deporre mine, erigere ostacoli o creare posti di blocco. Nessuna altra attività o esercitazione militare o di sicurezza, sul terreno o in aria, verrà tollerata, a meno che il comandante della KFOR non l'abbia esplicitamente autorizzata. Il comando militare della NATO avrà la supervisione dello spazio aereo al di sopra del Kosovo e vi sarà una "zona di sicurezza congiunta" di spazio aereo lungo una fascia di 25 km. in profondità dai confini interni del Kosovo.

L'UCK e le altre formazioni paramilitari vengono indicate nel documento come "tutte le altre forze del Kosovo che non sono KFOR, VJ (Esercito jugoslavo), Ministero degli Interni o forze di polizia locali". Esse dovranno cessare immediatamente tutte "le azioni ostili, le esercitazioni militari e gli addestramenti, l'organizzazione di dimostrazioni, tutti i movimenti o le attività di contrabbando attraverso i confini internazionali o interni tra il Kosovo e altre parti della della SFJ. Non appena le clausole del cessate il fuoco entreranno in vigore, "tutte le altre forze del Kosovo dovranno impegnarsi pubblicamente, in un modo accettabile per il comandante della KFOR, ad abbandonare la violenza, a garantire la sicurezza del personale internazionale e a rispettare i confini interni della SRJ". Entro 30 giorni dal cessate il fuoco, l'UCK "dovrà riporre in magazzini tutte le armi con un calibro inferiore a 12,7 mm.... e cessare di indossare uniformi o insegne militari, così come di portare armi vietate di qualsivoglia tipo". Entro lo stesso periodo di tempo, tutti i membri delle altre forze che non sono locali, indipendentemente dal fatto che si trovino in Kosovo legalmente o meno e ivi inclusi i singoli consulenti, i combattenti indipendenti, gli istruttori o i volontari, dovranno abbandonare il Kosovo. Entro 90 giorni la KFOR assumerebbe il controllo dei magazzini di armi, secondo quanto riporta la BETA citando la bozza di documento. Il disarmo dell'UCK dovrà essere completato entro 120 giorni.

Il documento prevede la creazione di una commissione militare congiunta formata da comandanti NATO, alti comandanti del VJ, autorità della SRJ, del Ministero degli interni serbo (o loro rappresentanti), alti rappresentanti militari di tutte le "altre forze", rappresentanti OSCE e leader civili del Kosovo.

(Reuters, 14 febbraio 1999)


COME GLI USA INTENDONO INTERVENIRE

Quello che segue è il piano preliminare per un coinvolgimento degli Stati Uniti nel Kosovo e per il ritiro delle forze jugoslave. Le truppe statunitensi faranno parte di una forza NATO di mantenimento della pace composta da 28.000 uomini, nel caso in cui i serbi e gli albanesi raggiungano un accordo politico.

* Al raggiungimento di un accordo e di un cessate il fuoco: più di 1.000 marines e/o soldati dell'Esercito entrano in Kosovo.

* Svariate settimane dopo: gli effettivi dell'Esercito diventano 4.000 e i marines se ne vanno

* Entro 90 giorni: metà dei 14.000 uomini dell'Esercito jugoslavo si ritira.

* Entro 120 giorni: l'80 per cento dei 12.000 uomini delle forze di polizia serbe si ritira; la rimanente parte si sposta in aree specificate sotto il controllo NATO.

* Entro 120 giorni: l'UCK verrà disarmato.

* Entro 180 giorni: tutte le forze armate jugoslave si ritireranno con l'eccezione di 1.500 guardie di confine e 1.000 uomini di supporto, come cuochi o addetti agli approvvigionamenti.

FONTE: Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti

(da "Washington Post", 14 febbario 1999)


CINISMO DIPLOMATICO

In un ennesimo articolo della Reuters nel quale diplomatici occidentali si lamentano del fatto che l'UCK difficilmente potrebbe essere colpita in maniera efficace se non accettasse di firmare un accordo a Rambouillet, uno di questi diplomatici afferma che in tal caso "la comunità internazionale non si interesserà più al loro problema. Un modo in codice per dire di non attendersi che l'Occidente intervenga per salvarli nuovamente [sic] dalle forze di sicurezza serbe". Alla domanda del giornalista come l'Occidente potrebbe mantenere una tale posizione di fronte a immagini televisive di civili massacrati trasmesse in tutto il mondo, un alto diplomatico americano ha risposto: "Le ignoreremo (le immagini). Il 'fattore CNN' viene sopravvalutato. E' solo quando noi reagiamo alle immagini che esse comportano una conseguenza. Siamo noi che creiamo il fattore CNN, non la CNN, o il pubblico o le parti in conflitto".

(da Reuters, 14 febbario 1999)


STATISTICHE

Il settimanale serbo Vreme ha ripubblicato nel numero del 6 febbraio una serie di interessanti dati rilevati da un'inchiesta condotta nel giugno 1997 (prima che esplodesse l'attuale conflitto) dal Forum per i rapporti etnici di Belgrado in collaborazione con l'Istituto di Filosofia e Sociologia di Pristina. Naturalmente i dati numerici di un'indagine difficilmente possono dare un quadro preciso delle tendenze in atto in questo momento in Kosovo e vanno pertanto presi con le dovute cautele, soprattutto quando, come in questo caso, sono stati rilevati in un contesto diverso da quello attuale. Nondimeno sottolineano alcuni aspetti interessanti che vale la pena prendere in considerazione:

A cosa sono favorevoli serbi e albanesi del Kosovo (giugno 1997)

Modello di soluzione

Serbi (%)

Albanesi (%)

Autonomia come quella del 1974

3

25

Cancellazione di ogni autonomia

73

2

Unione all'Albania

1

60

Spartizione del territorio e della popolazione

6

3

Federazione balcanica

15

20

Regionalizzazione della Federazione Jugoslava

10

5

Confederazione "Balkanija" (Serbia, Kosovo, Montenegro)

1

24

Kosovo terza repubblica

4

24

Kosovo indipendente

2

98

Status speciale per il Kosovo

1

51

Protettorato temporaneo

2

68

(fonte: "Vreme", 6 febbraio 1999)