![]() |
![]() NOTIZIE EST #177 - JUGOSLAVIA/KOSOVO COSA STA SUCCEDENDO TRA GLI ALBANESI DEL KOSOVO? [Appena finito di preparare l'ultimo "Notizie Est" è giunta tutta una serie di notizie, alcune assolutamente clamorose (se confermate), che danno un'idea di come siano in atto nel movimento albanese sviluppi di cui è ancora difficile prevedere l'esito. Riporto qui sotto le notizie, scusandomi nuovamente per la traduzione forzatamente affrettata - a.f.] GLI ALBANESI LASCIANO RAMBOUILLET PIENI DI SPERANZE PER IL FUTURO RAMBOUILLET, 24 febbraio - La delegazione albanese alle trattative di pace per il Kosovo si è diretta oggi verso il proprio paese, nella speranza che il proprio popolo accetti l'accordo incompleto messo a punto durante la maratona dei negoziati." Questo è l'inizio di un esito di successo per risolvere la questione del Kosovo", ha detto Rame Buja, facente parte del team albanese composto da 16 persone e membro dell'UCK. Gli albanesi hanno dato la loro approvazione condizionata al piano offrendo alla provincia della Serbia meridionale un'ampia autonomia, condizionata a un esame di due settimane da parte dei guerriglieri dell'UCK e dei civili albanesi. "Sono convinto che due settimane siano abbastanza per leggere, analizzare e prendere una decisione in merito alla bozza", ha detto Buja. L'accordo non garantisce alla maggioranza albanese del Kosovo l'indipendenza, ma un delegato ha detto che questo non è un problema. "Non siamo venuti qui con l'illusione dell'indipendenza e non stiamo tornando indietro con questa illusione. Ma le prospettive per il Kosovo sono buone", ha detto Jakup Krasniqi, un membro dell'UCK. Tuttavia, egli è rimasto convinto che un giorno il Kosovo riuscirà a ottenere la secessione e che l'UCK avrà un ruolo chiave da svolgere. "Il futuro dell'UCK sarà parte del futuro delle forze armate in un Kosovo indipendente", ha detto Krasniqi. La bozza di accordo di pace elaborata dai mediatori internazionali chiede che l'UCK consegni le armi. La delegazione serba a Rambouillet ha dato un "sì" in linea di principio all'autonomia, ma ha ancora obiezioni rispetto alle parti del testo e rifiuta l'idea di un arrivo di soldati della NATO in Kosovo per sorvegliare un eventuale accordo. I mediatori internazionali hanno indetto per il 15 marzo un'altra conferenza in Francia per precisare i punti che non sono ancora stati convenuti. (Reuters, 24 febbraio 1999) IL LEADER KOSOVARO DEMACI MANTIENE LA LINEA DURA PRISTINA, 24 febbraio - Le inconcludenti trattative per il Kosovo sono terminate a 17 giorni dal loro inizio - con l'icona vivente della resistenza albanese, Adem Demaci, che si è rifiutato di partecipare, mettendo dei precisi picchetti di confine. "In ultima istanza non dobbiamo affidarCi alle loro (cioè della comunità internazionale e della NATO) promesse e minacce", ha detto Demaci al quotidiano in lingua albanese "Kosovo Sot" in un'intervista pubblicata oggi. "Dobbiamo fare affidamento sulle nostre forze e avere fiducia nel nostro esercito di liberazione e nella vittoria. Possiamo farcela solo unendo le forze con il nostro esercito e non attendendo che qualcuno ci conceda la libertà". I mediatori occidentali avevano mandato un sospiro di sollievo quando i guerriglieri dell'UCK hanno accettato di partecipare alle trattative di pace di Rambouillet, vicino a Parigi, senza Demaci. Il sessantatreenne ex prigioniero politico, sopravvissuto a quasi 28 anni dietro le sbarre di varie prigioni jugoslave, ha condannato le trattative e consigliato ai ribelli di boicottarle. Visto dall'Occidente come il principale esponente della linea dura, un uomo i cui atteggiamenti sono stati resi duri oltre ogni compromesso da anni di carcere, Demaci è stato il principale rappresentante politico dell'UCK fino a quando non ha voltato le spalle alle trattative. Questa sua decisione ha aperto la strada a Hasim Thaqi, il ventinovenne capo della direzione politica dell'UCK, che è emerso come il leader di fatto della delegazione albanese a Rambouillet. I mediatori, tra cui il Segretario di Stato USA Albright, hanno sperato di persuadere Thaqi a firmare un accordo di autonomia per il Kosovo che avrebbe comportato il disarmo e lo scioglimento dell'UCK sotto la supervisione di truppe di terra NATO. Ma Thaqi ha resistito fermamente e lunedì sera, quando sembrava che le trattative fossero nel pieno scompiglio, Albright ha telefonato a Demaci e gli ha chiesto di intervenire. "Ha cercato di convincermi a discutere la bozza di documento in discussione a Rambouillet", ha detto Demaci nella sua intervista. "Ha insistito affinché io accettassi e raccomandassi a Thaqi di accettare anch'egli i quattro punti di una bozza (di accordo) che non avevo nemmeno visto. Non ero d'accordo con un tale documento, perché il problema del Kosovo non è così semplice da poterlo risolvere rapidamente. E' un problema vecchio di cent'anni, sanguinoso e grave". Il portavoce del Dipartimento di Stato, James Rubin, ha detto ieri che Washington continua a vedere Demaci come il principale ostacolo al processo di pace in Kosovo, dove 2.000 persone sono state uccise durante i combattimenti dello scorso anno tra forze di sicurezza serba e albanesi indipendentisti. Demaci ha detto che successivamente l'ex senatore [repubblicano] Bob Dole, che ha visitato il Kosovo svariate volte l'anno scorso e che ha fatto opera di lobby presso l'amministrazione Clinton per intraprendere un'azione decisiva, lo ha chiamato ripetendogli le stesse richieste di Albright. "Gli ho detto che un problema di tale delicatezza non può essere risolto al telefono". Quando la polvere si è posata ieri pomeriggio a Rambouillet la delegazione albanese ha dato la propria approvazione condizionata al piano di autonomia proposto, condizionandolo a un esame di due settimane da parte dai guerriglieri dell'UCK e dei civili albanesi. La parte serba ha detto di avere accettato in linea di principio l'idea di autonomia per il Kosovo - rimanendo così ferma alla stessa posizione su cui era quando le trattative di Rambouillet sono cominciate il 6 febbraio. Demaci, nella sua intervista, ha nuovamente sollevato la richiesta degli albanesi di un referendum per l'indipendenza dopo tre anni di autonomia temporanea - una clausola che attualmente non è inclusa nella bozza perché la parte serba non la accetta e la ritiene un punto che farebbe saltare ogni possibilità di accordo. "Stanno esercitando pressioni su di noi perché sarebbe meglio se accettassimo, visto che (il presidente jugoslavo) Milosevic non sta accettando l'accordo", ha detto Demaci a "Kosova Sot". "Non può essere una condizione che se Milosevic non accetta qualcosa, gli albanesi lo devono accettare. Non facciamo concorrenza a Milosevic. Accetteremo una soluzione che includa il diritto a un referendum, cosa che porrebbe fine alla crisi". Mentre la conferenza di Rambouillet era in corso, un comandante di zona dell'UCK di 29 anni, Suleiman Selimi, meglio noto come il "Sultano", è stato promosso alla posizione di comandante supremo dell'esercito guerrigliero, una carica creata ex novo. L'ufficio di Demaci ha successivamente annunciato che Selimi e Demaci si sono incontrati e che Demaci è stato nominato dal comandante "principale rappresentante politico" dell'UCK e che nessuna decisione su di un accordo di pace sarà possibile senza il suo consenso. L'UCK, che in genere mantiene le proprie decisioni avvolte nel mistero, non ha confermato l'annuncio dell'ufficio di Demaci, ma non lo ha nemmeno smentito. Quello che sembra certo è che i leader politici moderati degli albanesi del Kosovo, come Ibrahim Rugova, che fino a ora è stato corteggiato dall'Occidente per la sua fedeltà a una protesta passiva, è stato soppiantato dall'ala dura dell'UCK. (Reuters, 24 febbraio 1999) DEMACI PRESIDENTE O PRIMO MINISTRO DEL KOSOVA? PRISTINA, 24 febbraio - Il rappresentante politico dell'UCK, Adem Demaci, ha ricevuto ieri i pieni poteri di leader politico del movimento di guerriglia albanese, ha detto ieri il portavoce di Demaci, Albin Kurti. Kurti ha detto al quotidiano di Belgrado VIP che Demaci si è incontrato ieri con il nuovo comandante supremo dell'UCK, che gli ha dato il nuovo incarico. VIP cita esperti del Kosovo i quali ritengono che la nomina sia la prima mossa verso una promozione di Demaci come futuro candidato dell'UCK a presidente o primo ministro del Kosovo. ("Radio B92", 24 febbraio 1999) UN NUOVO GOVERNO TEMPORANEO DEL KOSOVA? [Alla luce di quanto riportato sopra, la notizia che segue, se confermata, ha del clamoroso. Naturalmente bisogna prenderla con la massima prudenza visto che la fonte è di parte, cioè la Kosovapress, l'agenzia di stampa ufficiale dell'UCK, ma visto il contesto generale sembrerebbe avere come minimo qualche fondamento, anche se sembra incredibile che Rugova abbia potuto mettere la propria firma sotto il seguente documento, che segnerebbe la sua capitolazione - a.f.] RAMBOUILLET, 24 febbraio - Il 23 febbraio 1999 la delegazione del Kosova alla conferenza di Rambouillet, dopo consultazioni condotte tra l'Esercito di Liberazione del Kosova, la Lega Democratica del Kosova, e il Movimento Democratico Unito, ha deciso: 1. Di formare il Governo Temporaneo del Kosova. 2. Il Governo avrà il mandato per governare fino a quando in Kosova non verranno tenute elezioni. 3. In base a reciproci accordi, il Primo Ministro sarà nominato dall'Esercito di Liberazione del Kosova. 4. Le tre parti firmatarie di questo accordo avranno una pari rappresentazione nel Governo. 5. A tale numero verrà aggiunto il Primo Ministro e un rappresentante dei soggetti politici indipendenti. Firmato da: Per l'Esercito di Liberazione del Kosova Hashim Thaqi Per la Lega Democratica del Kosova Ibrahim Rugova Per il Movimento Democratico Unito Rexhep Qosja (Kosovapress, 24 febbraio 1999) [Che le cose stiano comunque andando in questa direzione lo conferma anche la seguente intervista a James Hooper, pubblicata oggi dal giornale "Illyria", organo della comunità albanese negli Stati Uniti. Hooper è un ex alto diplomatico statunitense membro del Balkan Action Council, una lobby che da anni esercita pressioni sull'amministrazione statunitense affinché intervenga militarmente in Kosovo o contro la Serbia. Tale lobby ha sempre tradizionalmente avuto come proprio punto di riferimento il governo kosovaro in esilio guidato da Bukoshi e, in secondo luogo, il presidente Rugova. L'intervista esprime a chiare lettere tutto il rancore di questa lobby e, si presuppone, dei loro referenti, per il fatto che l'UCK con il suo rifiuto di firmare l'accordo abbia mandato a monte le soluzioni cercate dagli USA e in particolare i progetti di attacchi aerei o di occupazione militare del Kosovo. Naturalmente pubblichiamo il testo unicamente a titolo informativo, vista la sua utilità per completare il quadro della situazione, specificando che in particolare non condividiamo nella maniera più assoluta né la logica intervista che esso sottende, né le considerazioni politiche che Hooper fa - a.f.] "L'UCK HA IMPEDITO L'ACCORDO E I BOMBARDAMENTI NATO" Domanda: Gli albanesi hanno perso il treno? Hooper: Sì. E nonostante i molti errori degli americani, si tratta di un grande sbaglio da parte dell'UCK. Il principale errore qui è che gli Stati Uniti, gli organizzatori della conferenza, hanno dato per scontata la posizione degli albanesi, presumendo che avrebbero comunque firmato, perché dopo tutto ottenevano un protettorato NATO contro i serbi. L'UCK ha impedito l'accordo. Gli albanesi stavano per avere soldati della NATO sul terreno, un libero autogoverno, la possibilità di un referendum alla fine del processo. Vi era stata un'assicurazione in via privata da parte degli Stati Uniti che ci sarebbe stato un referendum alla fine del processo, ma allo stesso tempo loro [l'UCK] volevano la guerra. Il motivo per cui lo hanno fatto è che vogliono un governo militare [in Kosova] e uno stato rivoluzionario che ponga rimedio ai torti fatti in questo secolo agli albanesi, creando una patria comune per il popolo albanese. Posso comprendere che dicano questo, ma ciò non significa che ciò sia sostenibile, o che io sostenga il modo in cui ci si vuole arrivare. [...] L'errore da parte degli Stati Uniti - tra i molti altri - è stato quello di permettere che ciò che nei fatti è un colpo militare abbia luogo. Abbiamo consentito all'UCK di prendere la guida dei negoziati. Domanda: Quale pensa sia la strategia che ha portato l'UCK a rifiutarsi di firmare l'accordo? Hooper: I membri dell'UCK sono pronti ad accettare più combattimenti, più vittime e sofferenze tra gli albanesi del Kosovo nella speranza di venirne fuori vittoriosi alla fine. Domanda: Il fallimento degli accordi cosa comporta per la politica degli USA - considerando che gli USA hanno speso molte energie per l'accordo? Hooper: E' un incubo politico per gli Stati Uniti. Dovranno presto decidere cosa fare perché Milosevic ha già avviato un'escalation del conflitto. Potrebbero essere costretti come minimo a mantenere un coperchio su quello che ribolle, cosa che penso saranno costretti a fare, costringendo Milosevic a fermare i combattimenti. Ma non ci sarà alcun autogoverno. Non penso che noi - gli Stati Uniti - forniremo aiuto in tal senso, lo escludo assolutamente. Nei fatti, gli Stati Uniti hanno assolto un colpo militare dell'UCK quando hanno acconsentito che un ventinovenne, Hashim Thaqi, prendesse la carica di capo della delegazione. Se ci pensate, sembra l'ora del dilettante della diplomazia, non ha senso avere uno dell'UCK che guida la delegazione e poi dargli un documento che chiede alla sua organizzazione di sciogliersi, ovvero di disarmarsi e di disperdersi. Domanda: Chi ha deciso di seguire questa tattica? Hooper: E' stato Chris Hill a gestire lo show. E' diplomazia da dilettanti. Tuttavia salverei Madeleine Albright. Penso che sia stata eroica, che abbia fatto tutto il lavoro più duro, il migliore amico del Kosova che possiate trovare, eccetto forse il senatore Bob Dole. E lei è rimasta molto gravemente offesa da tutto ciò, la sua posizione è stata offesa e si tratta di una grande perdita per il popolo albanese. Domanda: Cosa succederà ora? Hooper: E' esattamente quello che devono cercare di immaginarsi, perché non è solo un fallimento politico, o un disastro politico, è un vero e proprio incubo politico. Gli Stati Uniti ora non hanno una politica, perché non hanno un partner tra gli albanesi. Il problema è che gli Stati Uniti e la NATO hanno due problemi laggiù: uno è Milosevic e l'altro è l'UCK. I moderati albanesi vengono schiacciati tra i serbi e l'UCK. Quando i carriarmati vengono a bussare alla vostra porta, vi ricordate dell'UCK, sono loro che li hanno portati lì. Il motivo per cui non abbiamo visto gli attacchi aerei cominciare sabato o domenica, quando i combattimenti stavano davvero cominciando a intensificarsi con i conseguenti nuovi profughi, è esattamente il fatto che l'UCK si è rifiutato di consentire che il documento venisse firmato. Non hanno acconsentito a firmarlo loro stessi e non hanno consentito ad alcun altro di firmarlo per la delegazione degli albanesi del Kosova. Domanda: Cosa significa questo posponimento per altre due o tre settimane? Hooper: Si tratta di un chiaro sforzo per cercare di mettere insieme una politica che salvi la faccia. [...] Penso che non ne verrà fuori nulla. Abbiamo ormai perso il momento cruciale per gli attacchi aerei. Dico che è un vero incubo. Il problema è ancora lì, ma ora non vi è più una soluzione visibile. [...] Tutto questo dimostra, in realtà, che gli albanesi del Kosova non sono pronti per l'indipendenza. E' questa la conclusione che ne trarrà la comunità internazionale. E non ci sarà un'altra conferenza - c'è Rambouillet o nulla. Gli albanesi hanno perso a Rambouillet. E anche se firmeranno ora, non penso che otterranno gli attacchi aerei - il momento cruciale se ne è andato. Hanno perso sabato quando hanno rifiutato di firmare. ("Illyria", 24 febbraio 1999) (traduzioni di A. Ferrario) |