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![]() NOTIZIE EST #181 - JUGOSLAVIA/KOSOVO IL SECONDO "NO" DI DEMACI: LE DIMISSIONI E LE CRITICHE DICHIARAZIONE DI ADEM DEMACI, 2 marzo 1999 Ci sentiamo moralmente e storicamente obbligati a ribadire ancora una volta che l'Accordo imposto a Rambouillet non porterà la libertà al popolo albanese del Kosova e non libererà il Kosova dalla schiavitù serba. Ci sentiamo moralmente e storicamente obbligati a puntare il dito sul fatto che la propaganda priva di scrupoli di questi giorni mira a ingannare il popolo a danno dell'indipendenza del Kosova. L'indipendenza e la libertà sono qualcosa di completamente diverso da questo Accordo. Esso non arriva nemmeno vicino a quello per cui abbiamo lottato e stiamo lottando. Gli sforzi e la guerra di liberazione della popolazione albanese in Kosova non si fermeranno e non possono essere fermati, indipendentemente dal fatto che questo Accordo venga firmato o no, oppure vengano firmati altri accordi simili. Nessuna firma può estinguere la volontà del popolo e la sua disponibilità a sacrificarsi per la libertà e l'indipendenza del Kosova. Questo accordo non porterà alcuna pace o libertà in Kosova, al contrario, porterà la continuazione degli spargimenti di sangue. Tutti coloro che credono in questo accordo credono nella pietà e in un magico miglioramento di Milosevic. Coloro che firmano questo accordo fanno delle concessioni al regime serbo e a Milosevic, lo incoraggiano e portano la responsabilità di quelle che saranno le conseguenze della loro debolezza e delle loro illusioni. E' vero che la diplomazia e la politica sono l'arte del possibile, ma la maggiore vittoria possibile dell'egemonia serba è quella di costringere gli albanesi a definire la loro libertà e indipendenza come qualcosa di impossibile. L'indipendenza non è un sogno, una speranza o un'illusione; è una visione, un processo che non può essere arrestato e un programma politico realizzabile. Ma coloro che accettano questo accordo abbandonano la visione politica più larga e la riducono a una più ristretta politica limitata all'oggi, che contiene in sé un cattivo compromesso e abbandona a metà strada l'aspetto della nostra liberazione e della libertà. Coloro che vogliono firmare e accettare questo accordo, per conto del popolo albanese, dimenticano il sangue che quest'ultimo ha versato e che non può essere dimenticato, perdonano ai regimi serbi tutto il terrore, i massacri e le repressioni perpetrati contro il popolo albanese fin dal 1878. Inoltre, la firma di questo accordo rappresenta il primo atto di carattere internazionale nella storia degli albanesi del Kosova con il quale la sovranità e l'integrità della Serbia e della "Federazione Jugoslava" vengono internazionalmente riconosciute rispetto alle terre degli albanesi del Kosova, un riconoscimento che fino a questo accordo la Serbia e la "Federazione Jugoslava" non avevano ottenuto. L'Ufficio del Dirigente Politico dell'Esercito di Liberazione del Kosova, Adem Demaci, ha svolto il proprio lavoro, le proprie attività e i propri doveri con onore, precisione e alta coscienza. Si è basato e si è attenuto ai suoi concetti, principi e convinzioni, che sono la materializzazione della volontà politica del popolo del Kosova dichiarata nel Referendum del settembre del 1991. Il nostro ufficio e l'UCK hanno gli stessi principi, ideali e idee. Ma le cose sono cambiate con la comparsa di alcuni individui dell'UCK, che si stanno preparando ad accettare e approvare questo accordo. Tali individui hanno abbandonato i principi fondamentali dell'UCK e il loro vincolo nei confronti della volontà politica del popolo del Kosova dichiarata nel referendum del 1991. Poiché non vogliamo che il nostro ufficio diventi strumento di contraddizioni all'interno dell'UCK, abbiamo deciso di cambiare il carattere del lavoro di tale ufficio. Abbiamo protetto e rappresentato coerentemente la guerra di liberazione del popolo albanese, guidata dall'UCK, ma in considerazione del fatto che la soluzione di un'eventuale firma dell'accordo non garantisce l'indipendenza del Kosova, abbiamo deciso di ritirarci. Non possiamo abboccare a questo accordo, poiché è in opposizione alle nostre convinzioni e alla nostra idea di una vita in libertà nel nostro antico paese. Ufficio di Adem Demaci ALCUNE OSSERVAZIONI CRUCIALI SULLA BOZZA DI ACCORDO PRESENTATA A RAMBOUILLET (FRANCIA) Nella Bozza di accordo, la Serbia e il regime serbo non vengono identificati come aggressore e occupante. Con questa Bozza di accordo, la comunità internazionale legalizza l'aggressione compiuta dallo stato serbo nel 1989 quando ha abolito l'autonomia del Kosova. In tal modo, essa incoraggia la comparsa di regimi terroristi e fascisti in tutto il mondo, visto che non li sanziona. Se tale Accordo verrà firmato, la popolazione albanese del Kosova perdonerà tutto alla Serbia, tutto quello che ha fatto per 121 anni, fin dal 1878. Riportiamo qui di seguito alcuni punti essenziali che emergono da questa Bozza di proposta pro-serba: 1. Il Kosova avrà solo una pubblica sicurezza, e non una statale. Ciò vuol dire che la nostra futura polizia potrà dare la caccia ai borsaioli e a coloro che operano nel mercato nero, ma se durante il periodo temporaneo di 3 anni un albanese scenderà in stradda e griderà "Kosova repubblica - stato indipendente", i servizi di sicurezza serbi e jugoslavi (Drzavna Bezbednost - DB, l'ex UDB) interverranno, arresteranno la persona e la invieranno in Serbia per farle passare tutta la vita nelle prigioni serbe. Si ripeterebbe per l'ennesima volta uno scenario ben noto: "i nostri funzionari" convinceranno la loro madre che il figlio ha fatto un errore e costringeranno suo fratello a consegnarglielo. 2. Dopo la firma di questo accordo, noi, gli albanesi del Kosova, non verremo trattati per quello che siamo, cioè come popolo albanese, ma come membri della comunità nazionale albanese in un Kosova multietnico, dove vivranno la comunità nazionale serba e le altre. La comunità nazionale serba si troverà nella posizione di bloccare le cose, dato che ogni arbitrato sarà in proporzione [la traduzione in inglese del testo è poco chiara. Si allude evidentemente al diritto di veto delle comunità nazionali minori N.d.T.]. Se ci atteniamo a questa logica, perché gli albanesi di Presheva, Bujanovic e Medvegja [centri della "Serbia propria" a maggioranza albanese - N.d.T.], che sono più dei serbi in Kosova, non possono costituire una comunità nazionale in Serbia? Con il concetto di comunità nazionale non vi sarà più alcuna possibilità di referendum, perché ciò sarà in opposizione alle convenzioni e alle risoluzioni internazionali, dato che una comunità nazionale potrà sempre considerare che il referendum minaccia i suoi interessi nazionali. Con questo eventuale accordo, gli albanesi per la prima volta accetteranno con la propria firma la sovranità e l'integrità territoriale della Serbia e della "Federazione Jugoslava". Nonostante il Kosova sia stato occupato e annesso con la violenza dai serbi e dai montenegrini, la conferma o l'accettazione di questo fatto non è mai avvenuta da parte degli albanesi durante la loro storia. Mentre ora, con l'eventuale firma di questo accordo, tale vergogna si compirà. 3. Il fatto che l'UCK non sia menzionato in questo Accordo è intollerabile e inaccettabile. Secondo tale Accordo, l'UCK viene trattato allo stesso livello delle unità paramilitari serbe e le altre (nessuno sa cosa siano queste "altre") e non allo stesso livello dell'Esercito "Jugoslavo" o della polizia serba, e dovrà inoltre essere disarmato entro 120 giorni. Dovrà anche gettare via le sue uniformi e l'emblema dell'UCK entro 30 giorni. I soldati serbi rimarranno in Kosova. Il Kosova non è stato dichiarato zona interdetta ai voli e gli aerei serbi potranno continuare a volare al di sopra del Kosova. Secondo l'Accordo, la zona di confine sarà di 5 km. L'idea della Serbia è quella di portare coloni serbi lungo la zona di confine e circondare in tal modo gli albanesi, come ha fatto la Romania con gli ungheresi in passato. Circa 2 milioni di ungheresi vivono in Romania con continuità territoriale, ma sono circondati da romeni. Senza l'UCK, noi albanesi saremmo completamente insicuri. In passato, inoltre, abbiamo avuto esperienze molto cattive riguardo all'indifferenza e all'incapacità delle truppe internazionali di proteggere la popolazione dai massacri, come è avvenuto a Srebrenica e a Zepa. Mentre il Libano e la Somalia ci hanno insegnato che se sono messe in pericolo, le truppe internazionali possono abbandonare la regione e la popolazione. 4. Secondo l'accordo, il Kosova verrà rappresentato nel Parlamento della Serbia e nella Camera dei cittadini della "Federazione Jugoslava". Coloro che accettano questo Accordo, accettano che i soldati dell'UCK vengano disarmati, gettino via la propria uniforme e diventino deputati nel parlamento dell'occupante serbo, sedendo fianco a fianco con i criminali che hanno ordinato i massacri e le esecuzioni di massa degli albanesi. Il Kosova non verrà rappresentato presso la Camera delle Repubbliche della "Federazione Jugoslava", poiché non è un elemento costitutivo della federazione. Secondo la Costituzione del 1974, il Kosova era un elemento costitutivo della Federazione insieme a Slovenia, Croazia, Macedonia, Bosnia ed Erzegovina, che ora sono stati indipendenti. A quei tempi, un albanese poteva essere presidente della Jugoslavia. E' evidente che questo Accordo offre meno di quello che offriva la Costituzione del 1974. Il Montenegro, con 400.000 montenegrini, 150.000 musulmani e 50.000 albanesi gode di maggiori diritti del Kosova che ha 2.000.000 di albanesi (5 volte di più dei montenegrini). Inoltre, in questo Accordo, il Kosova non viene identificato nei suoi confini, ma viene menzionato come una regione multietnica, che contiene un certo numero di municipalità. Pertanto, il Kosova viene considerato come parte totalmente integrante della Serbia. 5. Le municipalità hanno ancora moltissime competenze. Con una piccola sommossa, la municipalità di Leposaviq potrebbe chiedere di separarsi, con i fattori internazionali che potrebbero arrivare per un arbitrato, il quale a sua volta potrebbe dare luogo a strani compromessi, come: autonomia nell'autonomia! Le competenze delle municipalità e il concetto di comunità nazionale in Kosova porteranno a una spartizione del Kosova e a un suo ingoiamento pezzo per pezzo da parte della Serbia. 6. Il presente Accordo vuole che gli albanesi riconoscano uno stato inesistente, la "Federazione Jugoslava", che non viene accettata né dall'UE, né dagli USA, né dalle organizzazioni internazionali. Con il riconoscimento della cosiddetta Jugoslavia, gli albanesi accetteranno lo status di minoranza in Jugoslavia e non più nella cosiddetta Jugoslavia. In tale modo, alla "Jugoslavia" verranno aperte le porte per tornare in tutte le esistenti organizzazioni e istituzioni internazionali. 7. In campo economico, il fatto che la Serbia riscuoterà tasse è inaccettabile. Il Kosova non è considerato come un'unità con pari diritti nella questione dell'eredità dei beni della ex Jugoslavia socialista, posizione che era stata garantita al Kosova dall'Art. 9 del 4 agosto 1992 della Commissione Badinter. Con il riconoscimento della "Jugoslavia", la "Jugoslavia" avrà immediatamente il diritto all'eredità dei beni, mentre per il Kosova tale diritto verrà definitivamente eliminato. In ogni accordo relativo al Kosova deve essere riconosciuto il diritto naturale alla ricompensa per 150.000 lavoratori che sono stati licenziati con la violenza dai loro posti di lavoro e hanno perso i mezzi di sussistenza. A questi lavoratori deve essere restituito quanto a loro è dovuto per il periodo di prova, l'assicurazione per i disabili e le compensazioni di altri danni causati alle ricchezze del Kosova, ivi incluse le atrocità di guerra. 8. La frase "sulla base della volontà del popolo" non comporta un riferimento al popolo del Kosova e di conseguenza la Serbia potrà speculare e tentare raggiri come sempre. La Serbia potrà liberamente dire che essa si riferisce alla volontà del popolo della Serbia o della "Jugoslavia", poiché la Serbia e la Jugoslavia sono riconosciuti come stati laddove gli albanesi del Kosova vivono e realizzano i loro diritti e i loro obblighi. Possiamo avere tutti i referendum che vogliamo. Ne abbiamo avuto uno nel settembre 1991. Il punto è che manca l'obbligo della comunità internazionale a riconoscerlo. Per questo la parola referendum non è stata menzionata nel testo, perché questa espressione implicherebbe il dovere per la comunità internazionale di organizzarne, controllarne e garantirne i risultati. Non è una coincidenza che dove si menziona l'espressione "volontà del popolo", segue immediatamente il richiamo all'Atto Finale di Helsinki, che condiziona il diritto al referendum al fatto che non saremo riconosciuti come nazione e all'inalienabilità dei confini e dell'integrità dello stato. 9. Che tipo di valore e logica ha l'Assemblea del Kosova, che non ha il diritto ad alcuna modifica essenziale della costituzione? Il termine "Assemblea" è ingiustificabile quando tutto è predeterminato e i rappresentanti del popolo non possono alterare nulla di quanto è fondamentale per gli elementi statuali. Quale paese al mondo ha una costituzione con la quale il 5% della popolazione definisce la volontà della maggioranza?! Come può una tale norma definirsi democratica?! 10. Perché si usa il termine di "testimone" e non di "garante" dell'Accordo? Perché il livello di "coloro che fanno da testimoni" è così basso, e cioà il livello degli ambasciatori Hill, Petritsch e Mayorski?! O è la prova generale di una sicurezza collettiva internazionale, dove i summenzionati ambasciatori compaiono invece dello stato?! Ogni accordo internazionale deve essere registrato presso le amministrazioni degli organi della sicurezza internazionale collettiva con numero di registrazione e data adeguati. Tutte queste norme internazionali secondo questo accordo non sono valide per l'eroico popolo del Kosova e in questo modo il Kosova viene condannato e umiliato in modo illegale. L'ufficio di Adem Demaci (distribuito in "Albanews" il 2 marzo 1999 - traduzione di A. Ferrario) |