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![]() NOTIZIE EST #191 - JUGOSLAVIA/KOSOVO KOSOVA, SU LA TESTA! Non voglio pensare che tutti questi uomini e donne provenienti da tutto il mondo vogliano farci del male; non voglio né dire né pensare che tutte queste personalità politiche, artistiche e scientifiche albanesi desiderino fare del male a noi, il popolo ridotto in schiavitù degli albanesi del Kosova, quando ci suggeriscono, consigliano e chiedono di firmare il documento proposto dal Gruppo di contatto nel castello medievale francese di Rambouillet. Tutti questi uomini e donne indubbiamente desiderano il nostro bene, ma lo desiderano sulla base dei loro interessi, del loro punto di vista e della loro posizione. Tutte queste persone sono buone e desiderano il nostro bene dal punto di vista della Francia, della Germania, dell'Italia e della Russia. Vi sono diversi punti di vista anche tra gli stessi albanesi, che dipendono dalle posizioni e dagli interessi differenti che hanno persone diverse. Gli albanesi che hanno perso tutto per la libertà del Kosova hanno un punto di vista e degli interessi propri riguardo al documento di Rambouillet. Gli albanesi che hanno un "capitale" politico o di affari hanno altri, differenti, punti di vista e interessi. Gli albanesi che vivono dell'assistenza della società umanitaria "Madre Teresa" hanno a loro volta altri e differenti punti di vista e interessi. Lo scrittore che ha scritto romanzi stupendi sulla libertà [si tratta del noto romanziere di Tirana Ismail Kadare, da alcuni anni in esilio a Parigi, che si è di recente recato a Pristina per chiedere agli albanesi del Kosovo di firmare gli accordi di Rambouillet - N.d.T], che ha scocciato tutti con la libertà e i problemi dell'Albania ed è andato poi a rifugiarsi nella splendente "città del mondo" e da lì ci osserva, guarda come siamo "folli" a essere disposti a pagare qualsiasi prezzo per la nostra libertà, ha i suoi, diversi, punti di vista e interessi. Quando insistiamo a esigere il nostro diritto alla libertà, gli sembriamo "gente che vuole darsi delle arie". Non possiamo sembrare null'altro dal punto di vista di un uomo che ha sempre chinato la testa, ha sempre preso quello che gli si dava senza disturbare il suo quieto vivere e che è diventato un eroe "post festum". Il grande artista del nostro popolo fa sentire la sua voce dalle vette d'Europa per eliminarci quanto prima dalla scena politica, nel timore che possiamo impedire la firma del documento di Rambouillet: potremmo impedire al nostro popolo di diventare schiavo. No, caro signore, non si preoccupi di una cosa così mondana. Noi che ci rifiutiamo di essere schiavi non vogliamo imporci sulla scena politica o diventare "leader" o "padri della nazione". E' stato sufficiente per noi che Jakup Krasniqi dicesse che non siamo invitati e ce ne siamo andati. No, caro fratello di Parigi, eliminarci dalla scena politica non è così semplice, e non so proprio come potrebbe cancellare il desiderio di libertà dai cuori del popolo oppresso. Negli ultimi tempi vi sono stati sforzi per ostacolare la campagna "contro Demaci". Questa campagna viene condotta da fattori esterni e interni. Coloro che si adoperano per ostacolare questa campagna sono probabilmente mossi da alti principi democratici. Sono loro molto grato, ma vorrei chiedere loro di non preoccuparsi, visto che sono vivo e in buona forma. Vi chiedo di non tappare la bocca al mio popolo con il "simbolo della resistenza". Vi chiedo di non spaventare il mio popolo con la mia "brillante biografia"! Sono ancora vivo, pieno di energie e la mia biografia prosegue. Dobbiamo fare qualcos'altro. Dobbiamo insegnare al nostro popolo a usare la propria testa e a decidere per se stesso. Non potremo mai terminare questo compito, il compito più importante di tutti, se tappiamo la bocca al nostro popolo con la paura, la corruzione o l'inganno. Bisogna lasciare parlare il popolo. Bisogna lasciare che tali parole siano insulti o montature. Se qualcuno ritiene giusto insultare Adem Demaci, che lo faccia. Se qualcuno ritiene giusto inventare montature su Adem Demaci, che lo faccia. Vi chiedo di non tappare la bocca del popolo. La parola è il mezzo più facile, economico e rapido perché un uomo entri in relazione con altre persone. La parola parla da sola e quindi è giusto che gli uomini mettano in campo i loro atti bianchi, neri o colorati. Se desideriamo il bene del nostro popolo dobbiamo ascoltare cosa dice. Coloro che non hanno la forza, che non desiderano sentire altre persone pronunciare parole amare, ma solo dolci, che non si occupino di affari pubblici e passino all'anonimato. La gente impara dai propri errori e quindi consentiamole di fare errori, se vogliamo che ascolti e faccia meno errori. Non sono né un narcisista, né un tipo esagitato. Vi racconto cosa mi è successo alcuni giorni fa. Sono uscito di casa, ho comprato il giornale e mentre me ne tornavo indietro, ho incontrato un gruppo di scolari. Quelli che mi hanno riconosciuto mi hanno salutato sussurrando "Adem Demaci", ma quando sono andato più in là di qualche metro, ho sentito una voce chiara che diceva "Adem il traditore"! C'è stato silenzio per un momento. Ho proseguito per la mia strada contento che quella parola pronunciata non mi abbia fatto perdere la testa. Sapevano che avevo sentito l'insulto, ma non ho risposto. Un giorno, riceverà la risposta e sarà un milione di volte peggiore della risposta che avrei potuto dare io. Proseguendo verso la mia meta, ho pensato che sia stato un bene che il ragazzo abbia espresso la propria opinione, la opinione dei suoi circoli. Sarebbe molto negativo se il ragazzo non avesso espresso la propria opinione temendo per sé o per i suoi circoli. Sarebbe molto negativo se il ragazzo avesse gridato "lunga vita ad Adem Demaci" solo per la paura. Non voglio essere un leader del popolo, che può essere corrotto, ingannato o impaurito. Sono stato e sarò di conseguenza pronto a morire per la libertà, perché in un clima di libertà è possibile crescere persone che non saranno corrotte, ingannate o impaurite. Le cattive cose di cui soffre la gente sono state causate da persone incompetenti. Non parlerò dell'incompetenza sul più ampio piano internazionale o nazionale. Mi limiterò qui al periodo dal 30 gennaio, quando all'Hotel "Aleskandar Pallas" di Skopje il ministro degli esteri britannico Cook ci ha consegnato il documento-invito per la partecipazione alla conferenza che sarebbe dovuta iniziare a Rambouillet il 6 febbraio 1999. Il signor Cook ci ha accolti gentilmente e ha svolto il proprio compito con la più alta competenza. Voleva che confermassimo immediatamente la nostra partecipazione. Ciò veniva giustificato con la motivazione che se la delegazione albanese lo avesse fatto, avrebbe avuto un vantaggio rispetto alla delegazione serba. Prima di noi, qualcuno aveva già dato prova di un'alta "competenza" confermando la partecipazione alla conferenza di Rambouillet senza nemmeno dare un'occhiata al documento [Demaci si riferisce qui a Rugova - N.d.T.] Ritornato a Pristina, il team del nostro ufficio ha lavorato giorno e notte sul documento e, nonostante le cattive condizioni atmosferiche, ci siamo recati sulle montagne. Lì abbiamo espresso la nostra posizione ad alcuni dei signori del Quartier Generale [dell'UCK - N.d.T.]. 1. La preparazione della conferenza è molto affrettata e quindi inaccettabile per noi. 2. Il documento così come è rappresenta una sintesi delle cosiddette "bozze Hill" che sono state rifiutate dagli albanesi, in poche parole, il documento rappresenta una piattaforma per un'autonomia "sostanziale", che diventerà immediamente solo culturale non appena le si toglierà il trucco. Quindi, è inaccettabile per noi. 3. Il referendum organizzato, sorvegliato e garantito dagli Stati Uniti non vi viene menzionato. 4. L'UCK non viene menzionato, cosa che fa capire di conseguenza che si intende eliminarlo in quanto principale forza della lotta per la libertà e la conservazione della libertà. 5. La composizione della delegazione albanese non potrà essere decisa dagli albanesi stessi, bensì dagli organizzatori della conferenza. 6. Se andiamo a Rambouillet, accettiamo questa piattaforma come base per i negoziati con la parte serba. 7. E' inaccettabile avere trattative con i rappresentanti del regime serbo, che non ha applicato alcuna delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza sul Kosova e l'accordo Holbrooke-Milosevic (ottobre 1998). E' un errore imperdonabile condurre negoziati con i rappresentanti del regime serbo, che esercita violenza, terrore e massacri sugli albanesi. Si tratterebbe della legalizzazione del diritto del regime serbo di imporci una soluzione politica uccidendo e terrorizzando gli albanesi, una soluzione che sarebbe a suo favore. Tali trattative si svolgerebbero con un coltello alla gola. Il 2 febbraio ho tenuto una conferenza stampa e ho detto tutto quello che volevo dire. Sapete cosa è avvenuto dopo. Persone incompetenti ci hanno portati al punto in cui ci troviamo. Quindi, alza la testa Kosova e rimuovi la gente incompetente dalla scena politica, se vuoi ottenere la vera libertà. Non otterrai la libertà con gente che fa errori e continua a sbagliare. Non abbiamo gente da perdere e quindi tutti coloro che si sono rivelati incompetenti a occuparsi di politica, devono andarsi e impegnarsi in altri campi, nei quali sono competenti. Non consentiamo loro di causare sacrifici e spargimenti di sangue senza fine nel processo inarrestabile del nostro cammino verso la libertà. ("Kosova Sot", 15 marzo 1999 - traduzione condotta sulla versione inglese distribuita da "Albanews") QUANTO E' UNITA L'UCK? Il comando della zona di Lab, nei pressi di Podujevo, ha emesso un comunicanto nel quale si accusa la delegazione albanese a Parigi di cercare un compromesso, invece di proseguire la lotta per l'indipedenza: "queste persone sono pronte a ogni compromesso, che ci presenteranno poi come una grande vittoria, dato che non sono i loro figli a essere morti in una guerra per la libertà totale del Kosovo". L'UCK di Lab ha denunciato gli esponenti di quella che ha chiamato una politica "distruttiva" e "antinazionale" e ha chiesto ai kosovari di prendere le distanze da loro: "li invitiamo pubblicamente ad abbandonare le loro attività distruttive... e invitiamo tutti quelli che vogliono aiutare il Kosovo a prendere le distanze da coloro che vogliono percorrere una strada così sbagliata" e inoltre, "speriamo che tutti coloro che si sono dedicati alla causa del Kosovo e hanno preso attivamente parte alla sua risoluzione si dissoceranno dai mercanteggiamenti di Parigi", mentre i membri della delegazione vengono definiti dei "business-patrioti". Alla guida della regione di Lab (Llap in albanese), una delle più efficienti dell'UCK, c'è il noto e giovanissimo comandante "Remi" - "Remi è un comandante importante e la sua opposizione all'accordo è significativa. Ora è importante vedere se altri comandanti di zona sottoscriveranno le sue affermazioni", dice un osservatore internazionale che ha chiesto di rimanere anonimo. (da AFP e Reuters, 16 marzo 1999) |