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NOTIZIE EST #202 - JUGOSLAVIA/KOSOVO
16 aprile 1999


CLINTON: NO ALL'INDIPENDENZA DEL KOSOVO
di Steve Holland - (Reuters, 16 aprile 1999)

SAN FRANCISCO - Il presidente Clinton si è pronunciato ieri, giovedì, contro l'eventuale indipendenza del Kosovo dalla Jugoslavia, nonostante la guerra aerea della NATO in atto nei cieli della battagliera provincia, e ha detto invece che la Serbia ha bisogno di una transizione democratica che la faccia uscire dalla "tirannia belligerante" del presidente Slobodan Milosevic.

Con le dichiarazioni più esaurienti date sulla crisi del Kosovo dopo l'inizio della campagna di bombardamenti NATO il 24 marzo, Clinton ha utilizzato un discorso di fronte alla American Society of Newspaper Editors per delineare quali saranno dopo la fine della guerra i destini del Kosovo, che ha definito "un luogo molto piccolo su una linea sbagliata molto grande" in Europa.

Clinton ha detto che gli attacchi quotidiani degli aerei NATO stanno indebolendo l'esercito di Milosevic, mentre allo stesso tempo l'Esercito di Liberazione del Kosovo, cioè gli albanesi che lottano per l'indipendenza del Kosovo, stanno crescendo di numero per la rabbia dovuta ai colpi che il loro popolo deve subire per mano dei serbi.

"Alla fine Milosevic dovrà decidere: fare cessare le sempre maggior perdite che sta subendo, oppure perdere la capacità di mantenere il controllo del Kosovo", ha detto Clinton. Egli ha proseguito affermando che per la stabilità a lungo termine della regione, il Kosovo non dovrà essere indipendente. Ma ha detto che questa stabilità può anche dipendere dal raggiungimento della democrazia in Serbia, affermando che Milosevic ha passato gli ultimi dieci anni cercando di creare una Grande Serbia, utilizzando la forza militare per modificare la composizione etnica delle nazioni emerse dalla ex Jugoslavia. "Ci vorrà una transizione democratica in Serbia, perché le democrazie della regione non saranno mai sicure con una tirannia belligerante in mezzo a loro", ha detto Clinton.

Uno dei consiglieri di Clinton per la sicurezza nazionale, Sandy Berger, ha specificato che Clinton non stava chiedendo un rovesciamento di Milosevic. Ma Berger ha aggiunto: "E' difficile per me immaginare una Serbia veramente democratica guidata da Milosevic, un totalitario patentato". "Abbiamo fornito appoggio ai gruppi dell'opposizione, abbiamo dato appoggio ai media dell'opposizione... Continueremo a intensificare questa linea sia ora che, se necessario, in seguito", ha detto Berger dopo il discorso pronunciato da Clinton al Fairmont Hotel di San Francisco. Berger ha detto che Milosevic aveva una possibilità, quella di consentire al Kosovo di diventare "un'area internazionalmente protetta" con la sovranità della Serbia, "pena la riduzione delle sue forze fino al punto in cui egli non potrà controllare gli eventi sul terreno e si troverà inevitabilmente ad affrontare un'insorgenza sempre più numerosa".

Clinton ha detto che è comprensibile che gli albanesi del Kosovo facciano "un'equazione tra sovranità e sopravvivenza" e che vogliano l'indipendenza dopo che centinaia di migliaia di loro sono stati resi profughi dalle forze serbe e alcuni di loro sono stati soggetti ad atrocità. "Ma continuo a essere convinto che questa non sia la risposta migliore. Al Kosovo mancano le risorse e le infrastrutture per potere essere autosufficiente. Inoltre, i vicini della Jugoslavia, da lungo tempo assillati da problemi, temono che un Kosovo indipendente diventi instabile e che tale instabilità possa essere contagiosa", ha detto Clinton.

Egli ha detto che la NATO insiste affinché ai profughi albanesi sia consentito di tornare in Kosovo e godere di un'autonomia sotto la protezione di forze di sicurezza internazionali che, come ha detto Clinton, potrebbero includere la Russia. Ma non ha spiegato come il Kosovo potrebbe coesistere con una Serbia ancora sotto il controllo di Milosevic.

Clinton ha poi detto che sarebbe sbagliato frammentare l'Europa sud-orientale facendo delle regioni etniche degli stati separati, affermando che ciò creerebbe pressioni per ulteriori guerre, altre pulizie etniche, altre repressioni e vendette. "Sono convinto che l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno nei Balcani sia una maggiore balcanizzazione", ha detto, aggiungendo: "La migliore soluzione per il Kosovo, la Serbia, la Bosnia, la Croazia, la Macedonia e tutti i paesi dell'Europa sud-orientale non è l'eterna riconfigurazione dei loro confini, bensì una maggiore integrazione in un'Europa nella quale la sovranità ha una sua importanza, ma nella quale allo stesso tempo i confini stanno diventanto sempre più aperti e meno importanti in senso negativo".

Clinton ha detto che il Kosovo avrà bisogno di un impegno internazionale a lungo termine per "la ricostruzione e la ripresa" dopo che la guerra sarà finita, nei fatti con una versione più piccola del Piano Marshall. Allo stesso tempo, Clinton ha detto di essere alla ricerca di un modo per aiutare le centinaia di migliaia di sfollati albanesi all'interno del Kosovo, che vivono in condizioni dure con scarso cibo e scarsa acqua. "Spero che nei prossimi giorni avremo fatto dei progressi in merito e saremo in grado di informarvene", ha detto, affermando inoltre che i lanci aerei sono stati per ora esclusi a causa dei rischi ai quali le forze serbe espongono gli aerei NATO.