Balcani


Home

Kosovo

est@ecn.org

I Balcani


NOTIZIE EST #226 - JUGOSLAVIA/KOSOVO
17 maggio 1999


IL MISTERO THACI
di Armand Shkullaku - (AIM Tirana, 10 maggio 1999)


"Sono responsabile della direzione politica dell'UCK. Sono stato proposto come capo della delegazione albanese a Rambouillet da parte del Quartiere Generale dell'UCK senza alcun voto contrario. Sono stato nominato premier sulla base di un accordo firmato a Rambouillet. E questo con decisione unanime dell'UCK, della LDK (il partito di Rugova), dell'UDP (il partito di Qosja), nonché dei rappresentanti indipendenti Surroi e Shala". In breve, senza molti commenti, in un'intervista trasmessa dalla TV albanese, Hashim Thaci, premier di uno dei due attuali governi del Kosovo, spiega la propria nomina a tale funzione, che ha suscitato tante polemiche.

Non si può tuttavia evitare di porsi la domanda di chi sia e da dove venga il misterioso uomo dell'UCK che ha attirato l'attenzione della diplomazia e dei media occidentali durante i negoziati di Rambouillet e successivamente a Parigi, e che ha firmato l'accordo per una "autonomia sostanziale del Kosovo".

L'uomo di 31 anni che attualmente guida il governo provvisorio del Kosovo, nonché le operazioni militari sul terreno, è nato nel villaggio di Burojc, presso il comune di Srbica (Skenderaj) nella Drenica. Ha cominciato a partecipare ad attività illegali già all'età di 16 anni ed è diventato uno degli organizzatori delle proteste studentesche del 1989. Ha studiato storia presso l'Università di Pristina.

All'inizio del 1991 è arrivato per la prima volta a Tirana, in seguito tali visite si sono fatte sempre più frequenti. "Sì, la prima volta sono arrivato a Tirana in veste privata, come studente. Ho lavorato presso l'Istituto di Storia per la mia tesi di dottorato", ricorda lo stesso Thaci. Nel corso del 1993 ha cominciato a interessarsi anche in Albania all'organizzazione della resistenza kosovara. Era l'anno in cui per la prima volta è stato nominato l'Esercito di Liberazione del Kosovo. Successivamente, dopo un incidente con il regime di Berisha, è stato costretto ad abbandonare l'Albania. A Tirana è stato infatti accusato di "detenzione di armi senza autorizzazione" e su di lui pendeva la minaccia di un processo che avrebbe potuto portarlo in prigione. Thaci è così emigrato in Svizzera e in Austria, dove ha proseguito gli studi di scienze politiche.

Nel 1996 è stato condannato in contumacia a dieci anni di prigione nel corso del primo processo contro attivisti dell'UCK da parte di un tribunale serbo, occasione nella quale è stato rappresentato dall'avvocato Bajram Kelmendi [recentemente ucciso dalla polizia serba insieme ai due figli - N.d.T.]. Anche se è capo della direzione politica dell'UCK, ha partecipato direttamente a molti scontri in Kosovo, soprattutto dopo il 16 marzo del 1998, quando ha condotto sul terreno la resistenza armata. Da allora gli è rimasta una cicatrice sul lato destro del viso, causata dal frammento di una granta sparata da un obice.

"Serpente e falco", così il settimanale francese "L'Express" ha definito il giovane leader del Kosovo subito dopo la fine dei negoziati a Rambouillet. Lo scontro con Madeleine Albright, la dichiarazione di avere ricevuto minacce di morte da un membro della delegazione serba, il viaggio per consultarsi con Adem Demaci (che si è dichiarato contro l'Accordo) e l'incontro con il comandante delle forze NATO in Europa, Wesley Clark, sono stati tutti avvenimenti che hanno portato Thaci al centro dell'attenzione.

Il giornale "Le Monde" ha scritto in quei giorni che "gli albanesi hanno avuto il coraggio di opporsi all'America. Un giovane fino a oggi sconosciuto all'opinione pubblica ha rifiutato nelle cancellerie occidentali a nome dei combattenti dell'UCK di rinunciare alla richiesta di indipendenza"... Secondo le persone che sono state in contatto con lui nel corso di quei lunghi giorni di "prigione" a Rambouillet, nonostante i disaccordi, i responsabili della delegazione albanese sono riusciti a conservare un incredibile sangue freddo, tanto che Albright ha detto di lui "E' l'unico politico albanese che sa quello che vuole".

Quattro giorni prima della seconda tornata di negoziati in Avenue Kleber, a Parigi, è stato oggetto di accuse da parte di esponenti esteri, perché secondo loro ha rimandato la firma da parte degli albanesi con la scusa di essere assente proprio nei momenti decisivi. Da Skopje è arrivata la dichiarazione dell'ex candidato alla presidenza USA, Bob Dole: "Non posso più stare qui ad aspettare che arrivi il signor Thaci". Il giornale di Tirana "Albania" [controllato dal Partito Democratico di Berisha - N.d.T.] ha criticato il premier del Kosovo appena eletto a causa della sua irresponsabilità nella grande compito di cui si era preso carico. Anche l'ex premier kosovaro Bujar Bukoshi lo ha in quella occasione attaccato violentemente da un programma satellitare della TV albanese e tra le altre cose ha detto che Thaci stava prendendo per il naso la comunità internazionale e si era nascosto nel momento in cui doveva chiarire la propria posizione nel nome della delegazione albanese a Rambouillet. Il presidente del Partito Democratico, Sali Berisha, ha dichiarato da parte sua di fronte ai giornalisti che Hashim Thaci era tenuto nascosto dal ministro degli esteri albanese Paskal Milo.

Di fronte alle esortazioni a muoversi più velocemente verso un SI' degli albanesi a favore dell'accordo di Rambouillet, il momentaneamente scomparso Thaci si è trovato sotto un fuoco proveniente da tutte le direzioni. Da Parigi, lo scrittore Ismail Kadarè, il giorno prima del secondo incontro di Parigi, ha criticato la "millanteria" del leader degli albanesi (anche in questo caso era chiaro che stava parlando di Thaci). E nel momento in cui tutti si chiedevano dove mai era scomparso Thaci, il giornalista della Reuters Kurt Schork ha scritto che il direttore politico dell'UCK aveva passato il confine albanese-serbo e che si trovava nella Drenica per consultazioni con i comandanti di zona, al fine di pronunciare la decisione definitiva in merito alla firma da parte dell'UCK dell'accordo che era stato accettato dagli altri membri della delegazione albanese.

"Ci sono volute 48 ore piene di marcia, a Thaci e al suo gruppo, per passare il confine", hanno detto all'AIM alcuni uomini di Thaci. Thaci è arrivato in uniforme militare nel villaggio di Glodjane, presso il comandante Ramush Haradinaj della zona operativa della piana del Dukagjin. "Sultan", il comandante in capo dell'UCK, lo ha accompagnato in tutti gli incontri che egli ha avuto nei vari villaggi con i comandanti di zona. "Gli hanno dato il pieno appoggio e mi hanno autorizzato a firmare l'Accordo a nome dell'UCK. Era necessario farlo, per prendere una decisione", dice Hashim Thaci.

Thaci è rimasto solo quattro giorni nella Drenica. Successivamente, una vettura blindata dell'OSCE e un altro mezzo sui cui viaggiava il diplomatico americano Sean Burns sono arrivati in una delle basi dell'UCK. Così, Thaci si è diretto dalla Drenica verso Pristina, dove lo aspettava un aereo militare francese per essere portato a Parigi. La notizia che Thaci si era diretto a Parigi dal Kosovo ha chiarito il mistero della sua supposta scomparsa. Proprio nel momento in cui i giornali, le agenzie di stampa, le radio e le TV di Belgrado dichiaravano che era stato emesso un mandato di cattura contro il "terrorista Thaci, condannato in contumacia a dieci anni di prigione", il trentunenne è riuscito a recarsi a Pristina. Più che una reazione alle minacce provenienti dalla Serbia, l'arrivo di Thaci a Parigi dal Kosovo sembra sia stata una risposta a tutti quegli albanesi che continuavano ad attaccarlo.

Le critiche e gli attacchi contro Thaci non provengono solo dal suo nemico Bukoshi, che si definisce anch'egli premier del Kosovo. Anche prima, ma soprattutto dopo i negoziati di Parigi e dopo l'inizio dei bombardamenti da parte della NATO, in Albania la scena politica è stata divisa. L'opposizione si è pronunciata apertamente contro il governo, mentre la maggioranza al governo lo ha riconosciuto e gli ha offerto aiuto in tutte le direzioni. Quali sono i motivi che hanno portato a una tale divisione? Il governo Thaci appena formato è stato attaccato innanzitutto dai circoli intorno a Berisha, che hanno visto nell'ascesa di questo nuovo gruppo di uomini la caduta della propria influenza presso gli albanesi del Kosovo. Dall'altra parte, l'attuale maggioranza, subito dopo la formazione del gabinetto di Thaci, non si è risparmiata nel dimostrare il proprio entusiasmo. In primo luogo perché in questo gruppo di persone aveva già investito da lungo tempo, in secondo luogo perché la posizione nient'affatto amichevole di Rugova nei confronti della sinistra albanese non è rimasta senza traccia e in terzo luogo - perché il coinvolgimento degli uomini di Bukoshi nei fatti del 14 settembre 1998, quando sono stati attaccati la sede del governo e la TV albanese [il tentato "golpe" di Berisha - N.d.T.] ha lasciato il suo sapore amaro.

I rapporti tra gli uomini di Thaci e il governo albanese sono stati più che migliori. L'ex premier Nano è stato il primo politico che ha istituzionalizzato i rapporti con l'UCK, ritenendolo un'alternativa politica seria per la soluzione della crisi del Kosovo. "La verità è che i primi incontri ufficiali e diretti con lo stato albanese si sono avuti nel giugno del 1998 con il premier Fatos Nano", ha dichiarato lo stesso Thaci, che non nega che l'UCK in tale periodo si sia rifornito di armi in Albania.

Nei confronti di Thaci e dell'UCK non sono mai cessate le critiche, sia in Albania che all'estero. E' accusato di essere un'estremista di sinistra, un marxista-leninista; Bukoshi in un'intervista rilasciata a un giornale tedesco non si è risparmiato dal mettere in guardia che loro (cioè Thaci e i suoi) potrebbero fare del Kosovo domani una "nuova Cuba in Europa". Attualmente, Hashim Thaci si trova in Kosovo, da dove comunica mediante telefono satellitare nell'attesa della fine della guerra, sperando che ciò avvenga con un intervento di terra delle truppe della NATO, oppure che un giorno la comunità internazionale si convinca a rifornire di armi i "combattenti per la libertà".


UN COMANDANTE "CROATO" PER L'UCK
(BBC, 13 maggio 1999)


L'UCK ha confermato di avere nominato un ex generale di brigata dell'esercito croato, Agim Ceku, come suo nuovo capo. Ceku è un albanese del Kosovo con un'ampia esperienza militare nel combattere sia con, che contro i serbi. Egli sostituisce Sulejman Selimi, un uomo nominato per motivi politici, che non aveva avuto un addestramento militare formale ed è stato criticato a seguito delle recenti sconfitte subite dall'UCK. Ceku si è diplomato presso l'Accademia militare di Belgrado e ha servito nell'esercito jugoslavo come capitano di artiglieria. Nel 1991 è passato all'esercito croato di nuova formazione ed è stato decorato nove volte. Ha preso parte a numerose battaglie contro le forze serbe in Bosnia e in Croazia e nel 1995 è stato uno dei pianificatori dell'operazione Tempesta, con la quale i croati hanno espulso i serbi dalla regione della Krajina nella Croazia orientale. Ha lasciato l'esercito croato nel febbraio di quest'anno.

Secondo l'autorevole rivista militare Jane's Defence Weekly, le affermazioni dei serbi secondo cui l'UCK sarebbe stato sconfitto sono più vicine alla verità di quelle dell'UCK secondo cui i serbi sono nello scompiglio. Il settimanale dice che l'UCK ha solo circa 4.000 combattenti rimasti in Kosovo, confinati e circondati in tre piccole aree. La maggior parte dei 20.000 combattenti è fuggita in Albania. Sebbene abbia molti nuovi volontari entusiasti che entrano nelle sue fila ogni giorno, per la maggior parte si tratta di reclute non addestrate e gli esperti militari affermano che non sono in grado di fare fronte alle forze serbe, molto meglio equipaggiate.