Torture, l'America scopre che si fanno anche negli States
L'Unità, 3 maggio 2004

Si tortura anche a New York, non solo in Iraq. Due immigranti arabi, arrestati dopo gli attentati dell'11 settembre, hanno denunciato di aver subito umiliazioni e violenze dietro le mura del carcere federale in cui sono stati rinchiusi. Javaid Iqbal, che a quel tempo lavorava come tecnico per la compagnia dei televisione via cavo, e Ehab Elmaghraby, alle dipendenze d'un ristorante, hanno raccontato al New York Times di essere stati strattonati, sbattuti contro il muro, presi a pugni e insultati dal personale di custodia. Gli agenti federali li avevano catturati durante le retate seguite alle stragi, per sospetti legami terroristici, anche se accuse in tal senso non sono mai state formalizzate contro di loro. La prigione era il Metropolitan Detention Center di Brooklyn, già finito sotto inchiesta lo scorso anno per il brutale trattamento dei detenuti, dove sono rimasti entrambi per quasi un anno. "Ci tenevano in isolamento per 23 ore al giorno, senza alcun tipo di cure mediche e con cibo scarso e immangiabile - ricorda Elmaghraby - Siamo passati improvvisamente dalla vita all'inferno". I sospetti di terrorismo si sono rivelati senza fondamento, ma i due sono stati comunque incriminati per reati minori e quindi deportati nei rispettivi Paesi d'origine: Pakistan ed Egitto. Ora intendono fare causa al governo degli Stati Uniti per le condizioni inumane del regime carcerario e per le violenze subita dal personale di custodia. La notizia arriva dopo che sono divenute di dominio pubblico le torture inflitte dal personale militare americano ai prigionieri rinchiusi nel carcere di Abu Ghraib in Iraq per farli confessare chissà quali legami con il regime di Saddam Hussein. Traci Billingsley, portavoce del Federal Bureau of Prisons, non ha rilasciato commenti sulle denunce dei due ex immigranti, ma ha ammesso che sono in corso inchieste per episodi analoghi avvenuti nel carcere di Brooklyn. Un rapporto stilato lo scorso anno dal dipartimento alla Giustizia aveva riscontrato "problemi significativi" nel trattamento dei detenuti arrestati dopo l'11 settembre, incluse gravi violenze fisiche e psicologiche.