Marcelo Andrès Villaroel Sepulveda, nato a Santiago de Chile, ha 28 anni e una figlia di 7 anni. È stato arrestato il 13 ottobre 1992, a 19 anni, a Santiago durante un'operazione di polizia effettuata da una trentina di agenti mascherati. Marcelo, assieme a due compagni, oppose resistenza armata. Uno dei compagni morì tre mesi dopo per le ferite ricevute. Marcelo, sebbene con tre ferite in corpo, venne trasferito alla Brigada de Homicidios de Investigaciones in cui restò 15 giorni, sottoposto a vari tipi di tortura. Quando venne arrestato, era già  da due anni in clandestinità, intensamente ricercato per la sua militanza nell'organizzazione politico-militare Mapu-Lautaro, d'orientamento marxista-leninista. Quest'organizzazione aveva deciso di continuare la sua lotta contro il capitalismo, anche dopo la fine della dittatura di Pinochet. È stato arrestato una prima volta nel 1987, a soli 14 anni, dopo aver realizzato una propaganda armata contro la dittatura all'interno di un liceo di Santiago. Era già  membro di Mapu-Lautaro e venne scarcerato dopo una settimana, perché minorenne; ma venne sottoposto ad un duro regime di libertà  vigilata. Nell'ottobre 1989 venne di nuovo arrestato assieme ad una decina di compagni per diverse azioni sovversive. Questa volta restò 9 mesi in carcere, divenendo il più giovane prigioniero politico americano, secondo fonti della croce rossa. Nel febbraio 1994 venne aperto il primo carcere di massima sicurezza in Cile, per combattere e punire tutti coloro che agiscono radicalmente contro la democrazia dei ricchi e la società di classe in cui viviamo. Da allora è rinchiuso in questo centro di sperimentazione del comportamento assieme ad altri 33 compagni. Sono già nove anni che è in carcere.Non appartiene più alla sua organizzazione d'origine, per forti divergenze ideologiche, ed attualmente partecipa alle attività  del collettivo Kamina Libre, spazio rivoluzionario-libertario che auspica il coordinamento della sovversione, avendo come base l'orizzontalità , l'autonomia e l'autogestione nella lotta per l'emancipazione umana. Marcelo si dichiara vegetariano in solidarietà e rispetto verso la causa della Liberazione Animale. Il compagno è stato condannato da un tribunale civile; ma ha ancora delle pendenze con la giustizia militare per una serie di reati: attentati esplosivi, dei quali uno contro l'ambasciata spagnola durante i festeggiamenti dei 500 anni di resistenza indigena e popolare; rapine e recupero di soldi dalle banche; attacchi armati a cellulari della polizia. Non si può ancora prevedere la sua data dìuscita, ma le condanne già  inflittegli si aggirano sui 40 anni di carcere.

Jaime Antonio Antipil Aniànir, mapuche, nato a Canete nel 1969. Sin da piccolo apprende i valori della sua comunità, in forte contatto con la Nuke Mapu (madre terra) e cosa significhi appartenere ad un popolo originario oppresso dalla conquista spagnola prima e dal fascista Stato cileno poi. Nel corso della sua lotta contro la dittatura di Pinochet entra a far parte dell'organizzazione Mapu-Lautaro. Viene arrestato nella citta di Temuco, assieme a 2 compagni, il 6 marzo 1992 in seguito ad uno scontro armato con i carabineros. Jaime e un altro compagno, Luis Reyes Reys, sono gravemente feriti, così come due agenti. Sta scontando una condanna a 10 anni ed un giorno di carcere; condanna che terminerà  il 17 marzo 2002. Gli sono stati negati tutti i benefici carcerari; mentre ha subito numerosi trasferimenti come manovra repressiva. Dal carcere di Temuco a quello di Santiago, da quello di massima sicurezza a quello di Concepciòn, da Colina 2 a Colina 1, e dal marzo 2001 si trova di nuovo nel carcere di massima sicurezza. In tutti questi anni, il trattamento penitenziario nei suoi confronti si è caratterizzato in: abuso di potere, torture fisiche e psicologiche, vessazioni verso i suoi familiari. Jaime, assieme agli altri prigionieri politici, ha reagito mobilitandosi, anche con prolungati scioperi della fame. È dal 1997 che potrebbe essere scarcerato, ma con inganni e manovre impediscono che possa accedere a qualsiasi beneficio penitenziario; trattamento subito da tutti i prigionieri politici. Non milita più in Mapu-Lautaro; ma mantiene intatte le idee sull'urgenza dei cambiamenti che renderanno possibili i suoi sogni.

Pablo Hernàn Morales Fuhrimann, nato a Santiago 33 anni fa. Inizia la sua presa di coscienza nel 1982 all'interno delle organizzazioni studentesche e, in seguito, nelle lotte popolari. Entra a far parte di Mapu-Lautaro, convinto che questa organizzazione rappresenti l'unica concreta alternativa per la trasformazione della società, in maniera completa e rivoluzionaria. Viene arrestato l'8 ottobre 1992 dalla di.pol.car (direcciòn de inteligencia policial de carabineros), dopo aver attentato con esplosivo la residenza dell'ambasciatore spagnolo in Cile. Con quest'azione si volevano colpire gli interessi politico-economici e la nefasta e sanguinosa eredità nazional-cattolico-colonial-imperialista della Spagna. Viene condannato a 10 anni ed un giorno di carcere per questo fatto, ma deve scontare un'altra condanna a 15 anni e un giorno per complicità nell'uccisione di 3 ispettori, avvenuta nel settembre 1992, più un processo che si deve tenere in un tribunale militare per un attentato contro i carabineros ed un'altra condanna a 4 anni per associaciòn ilìcita terrorista. Nel febbraio 1994 lo trasferiscono, assieme ad un gran numero di compagni, nel carcere di massima sicurezza, in cui permane tutt'ora. Come tutti gli altri, anch'egli ha subito torture fisiche e psicologiche, pestaggi e isolamenti prolungati. Nel 1995 si distacca dall'organizzazione Mapu-Lautaro, per profonde divergenze ideologiche, e assieme ad altri compagni costituisce il collettivo Kamina-Libre; alla ricerca di un pensiero autonomo basato sull'orizzontalità, l'autogestione, l'azione diretta e il mutuo appoggio come forme efficaci e rivoluzionarie-libertarie per continuare a lottare per l'emancipazione totale dei popoli e delle coscienze. Ha adottato la dieta vegetariana come forma di solidarizzare quotidianamente con la causa della Liberazione Animale.

Alvaro Cristhian Rodriguez Escobar, nato a La Serena il 21 marzo 1966. Nel 1990, militante di Mapu-Lautaro, si trova a vivere in clandestinità  a Santiago, portando avanti le azioni radicali tipiche di questa organizzazione. È detenuto dall'agosto del 1990, condannato a 18 anni di carcere per partecipazione a due rapine, possesso d'arma da fuoco ed associazione sovversiva. Alvaro si dichiara innocente riguardo queste due rapine, ma è stato condannato lo stesso perché si è sempre rifiutato di collaborare, nonostante le torture cui è stato sottoposto nel sinistro edificio della di.pol.car. Subisce, con altri detenuti, un brutale pestaggio il 6 febbraio 1999 nel carcere di massima sicurezza di Santiago, seguito da ogni tipo di tortura: colpi sui piedi, submarino (affogamento in acqua salata), cicche di sigaretta spente sul corpo e scariche elettriche. Terminerà  di scontare la condanna il 28 agosto 2007, e nel frattempo gli negano qualsiasi beneficio. Per questo motivo inizia uno sciopero della fame il 2 agosto 2001, che conclude l'11 settembre con la promessa che otterrà  i benefici di legge a partire da dicembre. Attualmente è membro del collettivo Kamina Libre.

Rodolfo Retamales Leiva, nato a Santiago nel 1967. Agli inizi degli anni 80 si trova, come molti altri giovani della sua generazione, a lottare contro la dittatura militare. In seguito entra a far parte di Mapu-Lautaro. Viene arrestato il 12 ottobre 1992. All'alba, i cani rabbiosi della di.pol.car. gli sfondano la porta di casa. Arrestano anche la sua compagna, incinta di 7 mesi. Trascorre 10 giorni nelle caserme della repressione, pesantemente torturato. È in carcere da 9 anni, da 8 in quello di massima sicurezza. L'accanimento e la vendetta fascista si riflettono sul suo trattamento penitenziario, caratterizzato da abusi ed irregolarità. Deve scontare 45 anni di carcere, molti dei quali emanati dalla giustizia militare. Anch'egli è membro del collettivo Kamina Libre.

In Cile ci sono ancora 50 prigionieri politici divisi in diversi penitenziari, con una media di circa 8 anni di carcere alle spalle. Tutti sono stati sottoposti al delirio giuridico-penitenziario, che si è espresso in condanne sproporzionate, chiaramente politiche, ed in trattamenti carcerari vessatori (minacce, torture e pestaggi) nei confronti di individui che hanno deciso di lottare in prima linea e senza mediazioni per una vita migliore e per trasformare in realtà  i sogni d'emancipazione che li guidavano.

Non possiamo più tollerare che il potere continui ad accanirsi contro i nostri fratelli di lotta. Prigionieri politici cileni e mapuche fuori!!!

Non ci siamo tutti, mancano i detenuti!!!

kaminalibre@yahoo.es

Fonte: tradotto da T.I.R.O. (transgresiòn insurrecta radikal organizada) nr 4, ottobre 2001.