"Una varietà di tecniche di abusi finora mai viste". Il quotidiano Usa annuncia di essere entrato in possesso di un centinaio di terribili immagini: oggi ne pubblica alcune.
Il viso terrorizzato di un detenuto in tuta arancione minacciato con un cane; un iracheno seminudo, costretto a stare in bilico, con una caviglia incatenata, in una impossibile posizione; un gruppo di prigionieri tenuti in terra, legati, le mani dietro la schiena, inermi di fronte al loro carceriere che li prende a pugni; l'ennesimo incappucciato, che sembra svenuto ed è tenuto in piedi dalle manette che lo inchiodano alle sbarre. Sono alcune delle nuove, terribili foto che arrivano dall'inferno di Abu Ghraib, il carcere delle torture in Iraq. Le pubblica negli Usa - e nel mondo attraverso il suo sito Internet - il Washington Post.
Il quotidiano americano riferisce di essere venuto in possesso di un centinaio di foto inedite e di alcuni brevi - ma agghiaccianti - video. Le nuove immagini, scrive, vanno oltre quanto visto finora "amplificando l'aperta violenza contro i detenuti e mostrando una varietà di tecniche di abusi che finora non erano state viste".
Un video, per esempio, mostra i soldati che ordinano ai detenuti di formare la piramide umana, già mostrata in altre foto. Si vede un gruppo di soldati attorno a un prigioniero nudo, e un militare che lo schiaffeggia così forte al volto da fargli piegare le ginocchia. Mentre un altro detenuto, le mani legate dietro la schiena, viene trascinato sul pavimento, i soldati obbligano i prigionieri nudi e incappucciati a disporsi uno sull'altro.
Un'altra ripresa mostra un detenuto ammanettato alla porta di una cella che sbatte ripetutamente la testa contro un fondo di metallo, lasciandovi tracce di sangue, fino a quando non sviene.
Il giornale pubblica inoltre estratti delle testimonianze giurate di 13 detenuti, che raccontano di come, ad Abu Ghraib, furono picchiati, umiliati sessualmente, costretti a prendere il cibo dalle latrine e obbligati a mangiare maiale e bere alcool, una pratica vietata dalla religione musulmana.
Le rivelazioni del Washington Post: «Abbiamo anche alcuni video». Altri 472 prigionieri rilasciati dal carcere. La Camera Usa vota per la distruzione dell'edificio.
Ogni giorno nuove immagini e rivelazioni vengono a comporre il quadro al di fuori di ogni regola che regnava nel carcere iracheno di Abu Ghraib, gestito dagli americani. Oggi è il «Washington Post» a pubblicare le prove delle sevizie sui detenuti, il quotidiano inoltre riferisce di essere venuto anche in possesso di video inequivocabili. Il «Washington Post» ha stampato anche estratti di testimonianze giurate di tredici detenuti, interrogati a Bagdad fra il 16 e il 21 gennaio all'apertura dell'inchiesta militare sugli abusi, che raccontano di come furono picchiati, umiliati sessualmente e obbligati a mangiare maiale e bere alcolici, in particolare durante in ramadan, cibi e bevande vietate dalla religione musulmana.
FOTO E VIDEO - Il giornale riferisce di essere venuto in possesso di un centinaio
di foto inedite e di alcuni brevi video. Il portavoce del Pentagono, Lawrence
di Rita, ha dichiarato che, in base alle descrizioni, le immagini sembrano come
quelle mostrate a porte chiuse a deputati e senatori americani. Le nuove immagini,
scrive il quotidiano, vanno oltre quanto visto finora «amplificando l'aperta
violenza contro i detenuti e mostrando una varietà di tecniche di abusi
che finora non erano state viste».
Un video mostra i soldati che ordinano ai detenuti di formare la piramide umana,
già mostrata in altre foto. Si vede un gruppo di soldati attorno a un
prigioniero nudo. Un militare lo schiaffeggia così forte al volto da
fargli piegare le ginocchia. Un altro detenuto, le mani legate dietro la schiena,
viene trascinato sul pavimento. Soldati obbligano i prigionieri nudi e incappucciati
a disporsi uno sull'altro. Un'altra ripresa mostra un detenuto ammanettato alla
porta di una cella che sbatte ripetutamente la testa contro un fondo di metallo,
lasciandovi tracce di sangue, fino a quando non sviene. Altri video mostrano
prigionieri costretti a masturbarsi o a simulare sesso con una banana, mentre
altri riprendono i soldati che hanno rapporti sessuali fra loro.
TESTIMONIANZE - Kasim Mehaddi Hilas, il detenuto numero 151108, ha riferito che fu costretto a spogliarsi al suo arrivo ad Abu Ghraib, a indossare un cappuccio e un paio di mutande a fiori. Racconta di aver visto un interprete dell'esercito che violentava un ragazzo fra i 15 e i 18 anni, mentre una soldatessa scattava foto. Un'altra volta vide Graner e altri che sodomizzavano con una torcia elettrica un detenuto legato al letto. Quest'ultimo episodio è confermato da un altro detenuto, Mustafa Jassim Mustafa (numero 150542) e dalla vittima, di cui il Post tace volutamente il nome. Hilas chiese una volta a Graner che ora fosse per poter pregare. Questi rispose ammanettandolo alle sbarre della finestra della cella e lasciandolo appeso per cinque ore con le gambe dondolanti. Un altro detenuto è stato picchiato su una gamba ferita per obbligarlo a maledire l'Islam.
UMILIAZIONI - Ogni dichiarazione giurata è composta da un testo scritto a mano in arabo e firmato dal testimone, sotto il quale viene riportata la traduzione in inglese. I detenuti sono stati interrogati separatamente, ma le storie spesso coincidono. Otto hanno identificato il soldato Charles Graner, uno degli imputati dell'inchiesta, come il principale autore degli abusi. I detenuti, rinchiusi nel braccio 1A di Abu Ghraib, raccontano di soldati che li costringevano a mangiare cibo gettato nei gabinetti, li minacciavano di stupro, li picchiavano selvaggiamente, li obbligavano a camminare a quattro zampe abbaiando, li facevano rimanere sdraiati e incappucciati sul pavimento delle celle dopo averlo cosparso d'acqua. E riferiscono di come furono costretti a posare per la foto della piramide umana. Detenuti hanno raccontato di essere stati obbligati a masturbarsi a vicenda davanti a soldatesse mentre venivano fotografati. Mohahanded Juma Juma, numero 152308, costretto a rimanere nudo per sei giorni di seguito, ha raccontato di un padre e un figlio portati assieme nel suo blocco di celle. I soldati infilarono loro i cappucci e poi li fecero spogliare. Infine levarono i cappucci e il figlio scoppiò in lacrime di fronte all'umiliazione cui era sottoposto il padre. Abdou Hussain Saad Falah, numero 18170, ha infine raccontato come Graner lo costrinse a posare per una delle foto simbolo dello scandalo, quella dell'uomo incappucciato legato a fili elettrici.
CAMERA USA: ABU GHRAIB SIA DISTRUTTO - La Camera dei Rappresentanti americana ha deciso giovedì di abbattere la prigione di Abu Ghraib, e al posto costruire un centro di detenzione moderno. Un progetto analogo è stato depositato al Senato. La proposta di creare una commissione che indaghi sugli abusi è stata invece bocciata.
RILASCIATI 472 PRIGIONIERI - Altri 472 prigionieri iracheni hanno lasciato venerdì il carcere di Abu Ghraib su sei autobus.