I pregiudizi e la conoscenza critica alla psichiatria
di Giorgio Antonucci
Prefazione
di Thomas S. Szasz
Una delle più importanti funzioni del linguaggio è aiutarci a
dare ordine al mondo che ci circonda.
Noi ordiniamo, e ci regoliamo poi di conseguenza, sia nella conoscenza che nell'azione:
i minerali, le piante, gli animali, le professioni, gli sport, e naturalmente
anche le persone.
Per esempio noi classifichiamo le persone come americani, italiani, tedeschi
e così via; distinguiamo uomini e donne; parliamo di padri, di madri
e di bambini, definiamo fornai, macellai, e idraulici.
Molte di queste categorie non sono di regola problematiche. Ma alcune sì:
come ad esempio le streghe, gli schiavi, i malati di mente.
Ma perché queste ultime categorie sono problematiche?
Perché mentre apparentemente esse sembrano indicare la condizione caratteristica
di una persona, in realtà legittimano quelli che sono al potere (e le
maggioranze che aderiscono al loro punto di vista) a trattare le persone indicate
come inferiori, incapaci, e in breve, come individui che possono essere privati
della libertà, della responsabilità, e a volte anche della vita.
Questo libro importante si propone di chiarire come la psichiatria e il suo
linguaggio sono usati da professionisti su pazienti, da familiari su parenti,
e da individui su se stessi, per definire persone come malati di mente e così
invalidarle dal punto di vista delle scelte morali. Gli autori (che, non casualmente,
non sono psichiatri) affrontano l'argomento, che essi considerano giustamente
come i problemi della condizione umana, con le prospettive e il linguaggio della
letteratura. Il loro lavoro non è pertanto né psichiatrico né
antipsichiatrico, essendo psichiatria e antipsichiatria ugualmente sbagliate.
La loro opera è certamente una narrazione, ma con una caratteristica
particolare: le vicende che essi raccontano non solo sono vere, ma sono cariche
di un messaggio completamente opposto ai messaggi di cui sono pieni gli scritti
degli psichiatri e degli antipsichiatri.
Poiché spesso mi viene dato il merito, oppure la colpa, di essere stato
l'iniziatore del moderno pensiero di critica alla psichiatria, che significa
critica sia al pensiero psichiatrico che a quello antipsichiatrico, e poiché
in questo lavoro posso dire di avere avuto anche un certo successo, colgo volentieri
l'opportunità di presentare questo libro, scritto da due amici, con cui
io sento un importante legame intellettuale, per precisare il più possibile
che le nostre posizioni divergono del tutto da quelle degli antipsichiatri.
Probabilmente questa precisazione è importante specialmente in Italia,
dove Franco Basaglia è stato entusiasticamente applaudito come un grande
anti-psichiatra riformatore delle malefatte della psichiatria.
Nel 1960, pubblicai un articolo intitolato "Il mito della malattia mentale",
a cui seguì, un anno più tardi, un libro dallo stesso titolo.
La mia critica attirò subito molti seguaci, alcuni dei quali rovesciarono
completamente le mie argomentazioni e, presto diventarono famosi per averlo
fatto.
Io avevo detto che non ci sono le malattie mentali, essi dissero che la società
è malata e fa ammalare le persone. Io avevo detto che la psichiatria
autoritaria è un crimine contro l'umanità, indipendentemente dal
fatto che i cosiddetti pazienti mentali siano incarcerati in paesi capitalisti
o comunisti da governi di destra o da governi di sinistra essi dissero invece
che la psichiatria faceva parte dell'apparato oppressivo del sistema capitalistico
e cominciarono a civettare con l'anticapitalismo quasi fosse un antidoto al
veleno della psichiatria, come sembrava pensare Laing o si rivolsero esplicitamente
ad abbracciare il comunismo come fosse un rimedio, come Cooper e Basaglia. Era
nata così l'antipsichiatria.
Così, rifiutando di respingere interamente il linguaggio della psichiatria,
ma usando questo linguaggio per colpire i loro avversari, gli antipsichiatri
si guadagnarono una temporanea popolarità, ma perdettero così
ogni contenuto. Contemporaneamente Basaglia si è conquistato la fama
di avere abolito i manicomi in Italia, discorso così assurdo come è
assurdo dire che le malattie mentali sono malattie come tutte le altre. Similmente
Laing si è attribuito il merito di avere sviluppato un metodo nuovo e
migliore per trattare gli schizofrenici. Anche questa una affermazione falsa.
Laing, che ora rifiuta i suoi vecchi tentativi di legare la psichiatria alla
politica di sinistra, non afferra ancora la differenza fondamentale che corre
fra il rigettare la prospettiva psichiatrica e l'usarla a proprio vantaggio. Sweetie massage chick getting fucked Horny Alexis Ford is into hardcore buggering Stepteen Anya Olsen licks stepmom Reagan Darling is tempting fellow with her tits Roxy Raye stretches her anus with a metal speculum and receives an anal reaming Kinky whore Melany loves big stuff in her pussy Cute and Tiny Blonde Halle nugget porn Whore wife Jodi West getting fucked by next door guy Ralph Long Chick receives both of her lusty fuck holes fucked Frisky blonde Kayla Green felt hard cock in her tight ass hole Independence fuck with freedom babe Phoenix Marie Playful bitches Rowan and Lorna try their new toys
La citazione che segue è tratta da una sua conferenza del 1985:
"La letteratura di questo particolare campo (critica alla psichiatria) fu inaugurata, penso, dal libro 'Il mito della malattia mentale' di Thomas Szasz... ma Thomas Szasz in varie occasioni ha fatto di tutto per distinguersi, sia nei suoi scritti che nelle sue affermazioni pubbliche, dal movimento antipsichiatrico... Il termine psichiatria stesso, che letteralmente significa medicina della psiche, si riferisce ai mezzi che questa particolare branca della professione medica usa per cercare di prevenire e alleviare le sofferenze della mente malata... Noi (Laing e Cooper) siamo arrivati a pensare che gran parte della pratica psichiatrica era antipsichiatrica nel senso che non raggiungeva i risultati che intendeva raggiungere... Io considero la psichiatria una forma di antipsichiatria. L'approccio che io ho cercato di sviluppare in teoria e in pratica è tale che io penso possa essere considerato una genuina azione per alleviare le sofferenze psichiche e mentali... Gli psichiatri sono i veri antipsichiatri, non noi che abbiamo cercato di praticare la psichiatria in senso genuino. (Laing R.D., "Antipsychiatry", AHP Perspective, December, 1985 pp. 10-11)".Laing quindi vuole fare ancora psichiatria genuina.
Thomas Szasz
Syracuse, New York
15 febbraio 1986