I pregiudizi e la conoscenza critica alla psichiatria
di Giorgio Antonucci
Razzismo e psichiatria sempre insieme
Nel quattordicesimo secolo a Firenze (e in alcuni altri grandi comuni d'Europa)
sta nascendo e si sta sviluppando la cultura delle industrie dei commerci e
delle banche con la formazione della borghesia e del proletariato come nuove
classi sociali.
In una casa d'angolo, all'incrocio di via Guelfa con via Nazionale, non lontano
dalla stazione centrale e dal quartiere di Santa Maria Novella, c'è una
iscrizione che ricorda l'ultima riunione dei Ciompi in fuga nell'anno 1378,
quando il tentativo dei primi operai della civiltà capitalistica di ottenere
condizioni di lavoro meno svantaggiose era fallito sotto l'azione della prepotenza
militare delle corporazioni delle arti, che negavano ai lavoratori dipendenti
ogni possibilità di contrattare.
Questo fatto è ricordato anche da Marx per la storia del movimento operaio
ed è generalmente conosciuto nella nostra cultura.
Quello che invece non molti sanno è che, immediatamente dopo quei giorni,
alcuni organizzatori, che venivano da diverse parti d'Europa e in particolare
dalle Fiandre, dopo essere fuggiti, furono ricercati dovunque, e uccisi con
un metodo e con un criterio, che anticipa e ricorda molto da vicino il modo
di agire dei killer contemporanei.
La rivolta dei Ciompi era insieme una novità politica e un rinnovamento
dei costumi. A quei tempi era uno scandalo incredibile che dei lavoratori manuali
dipendenti rivendicassero anche solamente il diritto di trattare. La repressione
avvenne secondo lo stile della nostra cultura e della nostra civiltà,
modo di procedere che nei secoli successivi diverrà sempre più
abituale. Business is business.
Pian piano quando negli sviluppi ulteriori la civiltà industriale fondata
sulla accumulazione di capitale si allarga e si organizza sempre più
rigorosamente, nascono nuove forme di controllo e di repressione, alimentate
da specifici pregiudizi, e appoggiate da apposite costruzioni culturali. Scrive
Franz Mehring nella sua Storia della social democrazia tedesca; pag.
22, EE. RR., trad. Mazzino Mortillari:
"La grande industria e il grande commercio cominciavano a creare grandi città, a sgretolare l'artigianato, ad accoglierne una infima minoranza in seno alla ricchezza e ad una morale sazia e solvente, a gettarne la grande maggioranza nell'abisso della miseria e della delinquenza, a distruggere le forme di vita della società piccolo-borghese nelle quali aveva sino allora vegetato la popolazione cittadina. Nella campagna la grande proprietà fondiaria diventava borghese; si gettava sempre più sulla distillazione delle patate e sulla coltivazione della barbabietola da zucchero, espropriava grandi masse di piccoli proprietari non protetti, e inchiodava in modo feudale alla terra le forze lavorative che le occorrevano, creando un proletariato indifeso quanto miserabile. Nel fetore della sua decomposizione, il feudalesimo si rivoltava spasmodicamente nella tomba non meno spasmodicamente irrompeva alla luce del giorno l'industrialismo; in questa lotta all'ultimo sangue la popolazione lavoratrice era calpestata come se su di essa si fossero scatenati i cavalieri dell'Apocalisse".In questo periodo e in questa situazione si sviluppano interpretazioni arbitrarie della biologia che vorrebbero stabilire che alcuni popoli sono superiori e altri inferiori (il razzismo) e che alcuni individui sono superiori e altri inferiori (la psichiatria).
“Alla fine mia madre ebbe una crisi completa e il tribunale sanzionò definitivamente la decisione di ricoverarla all'ospedale psichiatrico di Kalamazoo”.Dal Ku Klux Klan all'istituto psichiatrico il ciclo della madre di Malcolm, sottoproletaria nera della metropoli americana, era stato completo, e il figlio aveva potuto capire il problema fino in fondo direttamente sulla sua pelle.
... La mia ultima visita, quando sapevo che non sarei mai più tornato là per vederla, fu nel 1952. Avevo 27 anni. Mio fratello Philbert mi aveva detto che l'ultima volta che lui era andato a visitarla, lo aveva a malapena riconosciuto: - a tratti -, aveva detto.
Me non mi riconobbe affatto.
Stette lì a guardarmi senza sapere chi fossi.
Quando cercai di parlarle di prenderle la mano la sua mente era altrove. "Mamma - le chiesi - sapete che giorno è oggi ?".
"Tutti se ne sono andati", rispose con lo sguardo perduto nel vuoto.
Non so descrivere quello che provai. La donna che mi aveva fatto nascere, che mi aveva nutrito, consigliato, castigato ed amato, non mi riconosceva più. Fu per me come se avessi cercato di dare la scalata a una montagna di piume. La guardai e stetti ad ascoltarla mentre parlava, ma non potevo fare niente.
Credo che se mai un ente assistenziale di stato ha distrutto una famiglia, questa è la nostra. Noi volevamo stare insieme e cercammo di raggiungere quello scopo. Il nostro focolare non doveva essere distrutto, ma l'ente assistenziale, i tribunali, e il loro dottore ci dettero il colpo di grazia. Inutile dire che il nostro non fu il solo caso di questo genere.
Sapevo che non sarei tornato più a vedere mia madre perché ciò avrebbe potuto trasformarmi in una persona spietata e pericolosa. Sapevo che loro ci avevano considerati dei puri e semplici numeri, un caso per la loro amministrazione, e non come degli esseri umani, e che mia madre era là come una cifra statistica, mentre non avrebbe dovuto esserlo, e che tutto ciò esisteva per colpa del fallimento della società, della sua ipocrisia, della sua avidità e della sua mancanza di pietà e compassione. Per questo io non ho né pietà né compassione per una società che schiaccia la gente e poi la punisce per non essere stata capace di rimanere in piedi sotto il suo peso".
Nella metropoli contemporanea si incontrano sempre di più uomini di
provenienze e di culture differenti, spesso lontanissime tra di loro.
Inoltre si sovrappongono come in un palinsesto le più diverse fortune
e le più differenti condizioni sociali.
Nello stesso tempo i rischi per la vita degli individui e per la sopravvivenza
dei gruppi e della collettività appaiono e sono ogni giorno maggiori.
Di qui la paura e la convivenza difficile e le superstizioni, ma d'altro lato
anche una nuova forma di conoscenza molto più profonda e articolata.
Già all'inizio del secolo le contraddizioni e gli squilibri sul problema
della conoscenza dell'uomo sono grandi e interessanti.
Di ogni epoca del resto non si possono dare giudizi d'insieme che non finiscano
per risultare schematici.
Anche dire per esempio che il Medio Evo non aveva attenzione per le scienze
empiriche e per le tecnologie, a un esame approfondito e più dettagliato
può risultare un giudizio troppo sommario.