I pregiudizi e la conoscenza critica alla psichiatria
di Giorgio Antonucci
La scienza del "Mal di madre"
Nel 1968, durante il periodo di Cividale, cominciai a mettere per iscritto
alcuni testi di documentazione poetica sulle esperienze degli internati dei
manicomi che andavo via via visitando.
Il testo che segue, che nel 1974 sarà pubblicato insieme ad altri nella
rivista "Psico-terapia e Scienze Umane", si riferisce alle celle di
segregazione con panche lunghe quanto basta a far sdraiare 3/4 di una persona,
di cui parla Vigevani nel suo articolo sopra riferito.
I
L'acqua salta giù dai monti
e fa girare la ruota
fa girare la ruota del mulino
la ruota
gira
gira
gira
e non sa come mai
intanto il grano diventa farina
Il vento salta giù dai monti
e porta via la farina
ma non si sa dove
ma non si sa dove.
II
Manicomio di Gemona
400 recluse
Per esempio Bernarda
aveva quattro anni
non la voleva nessuno
l'hanno chiusa qui dentro
Ora ne ha trenta
ma se vuoi puoi
ripassare fra trent'anni
allora ne avrà sessanta
e continuerà ad aspettare
in silenzio.
III
Vedendo Gemona dall'orizzonte
tra questi monti
altissimi
non si penserebbe mai
come vivono gli uomini
non si penserebbe mai
come vivono
gli uomini.
Non ti lasciare ingannare
dalla bellezza
la torre i monti la grande apertura
del cielo
Non ti lasciare ingannare
dalla bellezza
perché la verità
è un'altra.
Appena arrivato a Gorizia nell'aprile del 1969 mi furono affidati come medico
di sezione due reparti di donne, uno di osservazione e l'altro di lungo degenti.
In questo compito prendevo il posto di Jervis.
Nell'ospedale psichiatrico di Gorizia del 1969 i mezzi di contenzione erano
stati aboliti, le porte erano aperte, il lavoro si svolgeva sulla base di discussioni
e riunioni tra medici, tra medici e infermieri, tra medici infermieri e degenti
Tuttavia l'uso degli psicofarmaci non era stato modificato: i neuroplegici continuavano
a essere usati in grande quantità.
Il fatto singolare che voglio riferire è che l'elettroshock era stato
abolito nei reparti degli uomini, mentre usava ancora nei reparti delle donne.
Per toglierlo io ebbi dei contrasti con Pirella, che in quel periodo svolgeva
le funzioni di direttore in sostituzione di Basaglia.
D'altra parte Jervis sarebbe rimasto anche in seguito convinto dell'utilità
dell'elettroshock e della lobotomia.
La differenza di trattamento delle donne nei rispetti degli uomini non è
casuale ma è intrinseca alla storia della medicina nella nostra civiltà
e ripropone tutti i pregiudizi di cui abbiamo parlato finora.
Scrivono a proposito Barbara Ehrenreich e Deirdre English nel libro "Le
streghe siamo noi" - "Il ruolo della medicina nella repressione della
donna":
"L'attenzione in questo nostro scritto è focalizzata sulle donne e i loro rapporti con la pratica e le credenze mediche. L'argomento però supera l'ambito della medicina in quanto tale e interessa anche i problemi comuni a tutte le categorie degli oppressi. Nel periodo storico che abbiamo studiato, la scienza in generale è stata usata per giustificare le ingiustizie sociali imposte non soltanto dal sesso ma anche dalle differenze di classe. La tecnologia industriale servendosi del lavoro di milioni di lavoratori, ha creato la ricchezza della classe dirigente che ancora oggi governa l'America. Se la tecnologia ha potuto dare ricchezza e potere ad alcuni uomini, certamente la "scienza" ha potuto giustificare il loro potere. Così il razzismo e il sessismo si sono allontanati dal regno del pregiudizio per passare nella luce delle scienze "oggettive". Gli immigrati neri ed europei sono stati descritti come congenitamente inferiori rispetto ai protestanti anglosassoni; si è detto che hanno un cervello più piccolo, muscoli più sviluppati, e molti altri caratteri sociali "ereditari". L'oppressione razzista e quella di classe, così come l'oppressione sessuale, non erano considerate quindi antidemocratiche: erano semplicemente naturali. source: https://onlinecasinoaussie.com/
Durante questo periodo di transizione il moralismo era ancora mescolato alla scienza nella ideologia della classe dominante. Gli scienziati credevano veramente che alcuni aspetti del carattere - come la supposta inettitudine dei neri e la turbolenza degli immigrati irlandesi - fossero ereditari. I pubblici ufficiali della sanità parlavano di "Leggi sanitarie divine" e i medici si ritenevano custodi della salute morale, oltre che fisica, delle donne. Oggi il periodo di transizione sembra proprio finito: la scienza non ha più bisogno di consensi dal pulpito. Quando formula giudizi sul quoziente di intelligenza dei neri o sulle differenze psicologiche tra i sessi determinate prima della nascita, essa vuole essere soltanto "oggettiva". L'ideologia scientifica da quando ha perduto anche le ultime vestigia del moralismo religioso è diventata anche più mistificante e più efficace come strumento del potere".
Proprio nell'ambito dei pregiudizi sulla donna e nella convinzione della sua
inferiorità biologica i medici e gli psichiatri hanno coniato il termine
di isterismo.
Isterismo o isteria, di cui poi gli autori danno le descrizioni e le interpretazioni
più diverse e contraddittorie, deriva nel suo significato etimologico
dal greco hysterikos che vuol dire "proprio dell'utero".
Si trova anche scritto che l'isterismo "è epiteto particolarmente
di una malattia a cui vanno sovente soggette le donne, volgarmente detta "Mal
di madre", perché credevasi proveniente da vizio della matrice".
Naturalmente poi gli psichiatri, per comodità di professione, estenderanno
il concetto, per lungo tempo usato soltanto per le donne, anche a problemi degli
uomini.
Concludo così questo mio scritto con i seguenti documenti poetici, che si riferiscono a esperienze vissute.