Giorgio Antonucci
Conferenza tenuta a Firenze
11 gennaio 2002
Io ho iniziato a lavorare nel campo psichiatrico, per questo c'è un rapporto
strettissimo con l'attività pratica, da quasi subito dopo laureto, qui
a Firenze nell'anno 66 poi dopo ho lavorato in tutti i campi possibili, ho lavorato
nel 69 nel primo manicomio che è stato messo in discussione con l'intenzione
di demolirlo, ho lavorato nel primo reparto di ospedale civile in alternativa
al manicomio nel 1968, era anche questa un'iniziativa presa in rapporto con
Basaglia, si era aperto un reparto perché le persone venissero lì
invece che andare in manicomio, però anche questo non era sufficiente
e lo spiegherò. Poi ho lavorato nel territorio nei centri di igiene mentale
a Reggio Emilia per cui le esperienze che riguarda il campo psichiatrico le
ho fatte tutte, nel senso che ho lavorato in tutti i punti. Questo lo dico non
per parlare della mia esperienza ma per dire che le osservazioni che vi faccio
non sono tanto il frutto delle letture di libri oppure della concentrazioni
di documenti ma esperienza diretta vivente. Ho vissuto per 23 anni nel manicomio
Osservanza di Imola che era il manicomio in cui si concentravano tutti i ricoveri
della Romagna, 14.000 persone, io sono entrato quando il manicomio era completamente
chiuso, non si vedeva passare nessuno tolto qualcuno che era privilegiato. Io
ho lavorato con tutte queste persone e credo di aver parlato con tutte. La prima
cosa che voglio osservare, senza bisogno di andare a consultare la biologia
che non c'entra nulla, queste persone non sono diverse da noi ma sono come noi,
diverse sono le vicende che hanno vissuto. Ho conosciuto uno, per introdurre
il tema, che tentò anche il suicidio, che non è una malattia ma
una scelta, per cui non si cura uno per le scelte che fa, questa è un'assurdità.
C'era nel manicomio un uomo che era stato legato al letto per almeno 20 anni,
Jack Landon racconta nel Vagabondo delle stelle che in carcere non nel manicomio
viene legato a letto e passa giornate intere in queste condizioni di immobilità,
intuire, noi siamo fatti per il movimento, quello che succede ad una persona
quando è impedita nei suoi movimenti. Ad un certo punto cominciano i
dolori muscolari che sono terribili, il muscolo ha bisogno di muoversi, oltre
a questo uno si sente scoppiare il cuore, nel senso che a questo punto la tensione
è tale che il cuore inizia a battere forte. Jack Landon conclude, alla
fine del 19° secolo, che quest'uomo arrivato al patibolo dirà che
l'ultima cosa che ricorderà sarà la camicia di forza, per dire
che è stata la sofferenza più atroce che ha sopportato. Io appena
arrivato al manicomio di Imola ho trovato tutte le persone del reparto legate,
45 donne con le camice di forza. Io ho parlato con tutte queste persone che
sono state etichettate dagli psichiatri, dentro e fuori dal manicomio, e devono
dire che è falso che ci siano delle persone che non ragionano, piuttosto
dobbiamo dire che ci sono molti modi di ragionare e ci sono anche molti modi
di esprimersi per cui sono due ordini di problemi. Il fatto che il modo di ragionare
può essere diverso e il fatto che il linguaggio può essere diverso,
sempre partendo dal singolo individuo. Se ad esempio io ho una grande passione
per l'arte e porto una persona che non ha questa passione a vedere il campanile
di Giotto, io vedo una cosa e lei vede altro, semplicemente perché le
esperienze sono diverse. Io vedo un edificio bello lei vede una torre che non
le dice niente. Ci sono tanti modi di sentire, di pensare e tanti modi di esprimersi
per cui se io dico l'arte intendo dire un insieme di esperienze grosse per me
ma un altro non mi capisce perché si interessa di altre cose che per
lui sono più importanti. Inoltre ci sono altri livelli di cultura voglio
dire una persona che ha sempre fatto pascolare le pecore, che fa il pastore
ha un modo di pensare e un modo di esprimersi diverso, e il modo di pensare
e di esprimersi varia a seconda se è un pastore sardo un pastore abruzzese
o toscano ecc. Per cui ci sono molti modi di pensare, molti modi di sentire
molti modi di immaginare, molti linguaggi. Quando non capiamo un'altra persona
siamo di fronte a questo problema e non che l'altro è uno che non ragiona
o che è malato il problema è che noi non siamo capaci di immedesimarci
in altri ragionamenti e in altri linguaggi. Solo partendo da questo si può
entrare veramente nel discorso nel senso che se io non sono capace di ascoltare
le persone che hanno un pensiero e un linguaggio diverso del mio è segno
che non sono adatto ad occuparmi di problemi psicologici. Si tratta di problemi
psicologici, problemi esistenziali. Se una persona ha voglia di morire, non
è una malattia, la bronchite è una malattia è un'infezione
dei bronchi e si cura in tanti modi, il diabete è una malattia ma il
fatto di avere uno stato d'animo diverso, che riguarda l'esistenza, dallo stato
d'animo di chi è sicuro di sé e vive volentieri e prende un sacco
di iniziative, lo stato d'animo di chi si è scoraggiato si tratta di
problemi esistenziali. Inoltre c'è il fatto che uno può decidere
che non ha più voglia di vivere e pensa di uccidersi, questo fa parte
della vita umana. Non si tratta, ripeto, di problemi medici, di malattia, si
tratta di problemi esistenziali i quali problemi individuali esistenziali, naturalmente
sono in rapporto con la vita che si conduce, con la famiglia con il lavoro con
altri problemi sociali. E siccome la famiglia e il lavoro sono collegati con
la politica ci sono tutti gli ordini di problemi. Infatti i manicomi e la psichiatria
non sono nati affatto per proteggere la salute di qualcuno, se uno ripercorre
la storia vede che non sono nati per questo motivo. I manicomi nascono col sorgere
della civiltà industriale in Inghilterra in Francia a Vienna nelle metropoli
perché tra le persone che affluiscono nelle metropoli alla ricerca del
lavoro ci sono alcuni che riescono per loro qualità e per loro fortuna
a trovare una posizione e altri che non la trovano. Infatti i regnanti di queste
metropoli dicevano che bisogna trovare un luogo dove mettere poveri che non
hanno collocazione. Basta leggere Foucoult per sapere come è nato il
manicomio. Il manicomio è nato come un ospizio dove si mettono le persone
che non sono socialmente inserite, non è nato come luogo dove occuparsi
della salute. Inoltre si fa presto a fraintendere queste persone, pensate un
po', veniamo alle cose moderne, un talebano integralista o estremista chiamatelo
come volete pensa che uno statunitense uomo d'affari è un alienato, un
pazzo perché ha un modo di pensare che non capisce viceversa l'americano
pensa che il pazzo sia il talebano. Siccome si tratta di due culture assolutamente
differenti, se ci si incontra con esperienze diverse non ci si capisce, così
se io incontro un individuo che mi fa dei discorsi che io non capisco è
la stessa cosa, se io mi metto in testa di volerlo capire è diverso.
Io dico che in manicomio non ho mai avuto occasione di non capire quello che
succedeva agli altri. Anche le persone silenziose, infatti i tanti linguaggi
possibili non sono soltanto tanti dal punto di vista della parola, ma i linguaggi
sono l'espressione, lo sguardo, il toccarsi, la musica, comunque se uno si mette
in testa di capire le altre persone la pazzia non c'è più perché
è un pregiudizio che nasce dall'incapacità di capire gli altri.
Infatti se andiamo sul piano filosofico che cosa è la saggezza? La saggezza
per un talebano è una cosa e per l'americano è un'altra, per Socrate
è una cosa per Pascal è un'altra per un cattolico è una
cosa per un ebreo è un'altra infatti poi si vedono le conseguenze. Infatti
è un problema del mondo che senza il dialogo, senza la capacità
di capirsi, senza la tolleranza nel senso di Voltaire cioè di capire
che gli altri che pensano diversamente hanno il diritto di pensare e di esprimersi
come abbiamo noi. Nella politica generale ci sono le guerre nella politica interna
ci sono i manicomi, perché se io ad es. dico sono Carlo Magno questo
basta per essere inernato, li ho visti ho visto una persona internata perché
credeva nella telepatia, ma se io dico di essere Carlo Magno intendo dire qualcosa,
non è una cosa assurda, ad es. posso intendere che mi sarebbe piaciuto
vivere nel Medio Evo, posso voler dire che mi piacerebbe essere un uomo importante,
o che ammiro Carlo Magno e vorrei essere come lui, e tante altre cose. Posso
sbagliarmi o non sbagliarmi a dire che sono Carlo Magno ma perché prendere
uno con la forza e portarlo dentro il manicomio?
Questo è quello che succede. È per questo che ci sono i manicomi
per prendere uno che pensa in modo diverso da noi, altrimenti non ci sarebbero.
Certo che ci sono delle difficoltà, ci sono delle tragedie infatti abbiamo
parlato delle guerre. Gino Strada ha detto quando gli hanno chiesto cosa fare
al posto della guerra, ha detto che c'è il dialogo. Sembra una cosa da
poco, ma il dialogo è la ragione, è la capacità di capire,
la comunicazione, da Socrate a noi non è chiacchierare. Anche i diplomatici
quando lavorano per non fare la guerra usano il dialogo, sembra una cosa da
poco. Ed è lo stesso con le persone, quando non ci si capisce ci vuole
il dialogo, non ci vuole l'elettroschock, l'insulina coma, la lobotomia così
si capisce perché sono nate queste tecniche. Se io dovessi pensare che
un medico crede di curare una persona mettendola in coma direi questo è
un bischero, per parlare alla fiorentina, mettere in coma una persona per migliorare
il suo modo di pensare è una bischerata. Allora perché mettono
in coma una persona? Perché vogliono annientarne il pensiero. Se una
persona dice di essere Carlo Magno il medico lo mette in coma dopo, se si risveglia,
non sempre, lui ricomincia a dire le sue idee e il medico lo rimette in coma.
Con l'elettroschock è la stessa cosa. Io ho avuto un confronto diretto
con Cassano (psichiatra di Pisa che non ha mai smesso di fare l'elettroschock)
e lui mi diceva che le persone dopo una scarica elettrica nel cervello stanno
meglio. Ma cosa significa, cosa intende quando dice che stanno meglio? Basta
intendersi su questo punto. Se io ad es. sono tristissimo perché ho perduto
una persona cara, mi succede spesso che mi telefonano perché vogliono
un aiuto psicologico perché hanno perduto una persona cara, ma io dico
è logico, è umano, che si diventa dei robot. Io perdo una persona
cara e sono allegro, eh? Mi fanno l'elettroschock se io sono triste perché
ho perduto una persona cara, se mi beccano ma a me non mi beccano. Cosa succede
con l'elettroschock? Vediamo cosa succede per capire quale è stato il
criterio. Il criterio c'è. Si perde la memoria cioè faccio fatica
a collegare le cose mi dimentico alcune cose, pensate al Rinascimento, Pico
della Mirandola, Leon Battista Alberti, e già prima il Petrarca la loro
preoccupazione era il dialogo, il Rinascimento non ha una filosofia definita
perché il dialogo è la possibilità della coesistenza di
tutte le filosofie, e la memoria. Rafforzare la memoria perché? Perché
la memoria è il nostro patrimonio. Un uomo di cultura deve arricchire
gli altri non impoverirli, per cui non gli deve fare delle lesioni come diceva
Ippocrate e come è intuitivo. Arricchire gli altri significa entrare
in dialogo con loro e questo arricchisce entrambi. Io ho conosciuto un'infinità
di esperienze che sono anche le mie, perché poi ognuno di noi non ha
una personalità sua, per fortuna, anche se vogliono ridurci così
ad es. con la televisione ci riducono giorno per giorno ad essere una cosa sola
invece di tante cose, noi siamo un'infinità di cose. Non esiste l'eterosessuale
e l'omosessuale noi abbiamo tutte le possibilità e si può secondo
le scelte e le circostanze fare l'una e l'altra cosa. Questa verità l'ha
detta anche Freud. Per gli psichiatri l'omosessuale è un malato di mente.
Alla fine dell'800 in Francia l'obiezione di coscienza era sintomo di schizofrenia.
Don Milani diceva obbedire non è più una virtù io dico
che obbedire non è mai stata una virtù. A questo proposito c'è
una storia importantissima, per la grande tragedia della deportazione-distruzione
di 6 milioni circa di uomini c'è stato un burocrate Eichmann che ha provveduto
all'amministrazione del trasporto di questi uomini, notate bene i treni, gli
autobus che trasportavano gli ebrei nei campi di concentramento erano amministrati
da Eichmann che sapeva molto bene e dettagliatamente la fine di questi uomini.
Eichmann ha dichiarato di non essere antisemita di non avercela con gli ebrei
però ha fatto questo lavoro. Quando gli israeliani lo hanno arrestato
e portato in tribunale, e qui viene il nostro discorso, gli psichiatri, Hannah
Arendt lo racconta bene, hanno detto che era sano di mente. Questo è
il cittadino obbediente che esegue un ordine dello stato, perché Hitler
era lo stato tedesco, ed è sano di mente, anche se ammazza 6 milioni
di uomini. Invece il pilota americano che guidava l'aereo di ricognizione davanti
al bombardiere nei cieli di Hiroschima, il pilota che guidava l'aereo che dava
informazioni meteorologiche quando è tornato negli USA ha detto che nessuno
lo aveva informato di questa sua tragica missione che avrebbe certamente rifiutato
di portare a termine se giustamente informato. Quest'uomo si è ribellato
perché si era trovato a fare un delitto su ordine dello stato e che a
differenza di Eichmann ha riferito di non voler obbedire allo stato se lo stato
ordina cose che vanno contro la propria coscienza, quest'uomo ha finito la sua
vita in clinica psichiatrica. Allora io dico che gli psichiatri vogliono i conformisti
i sottomessi e quelli che gli psichiatri non riescono a capire, perché
sono degli ignoranti li sbattono dentro. E per finire il carattere essenziale
della mia attività in 25 anni di manicomio è stato lottare contro
i ricoveri coatti e i trattamenti sanitari obbligatori, come vengono chiamati
oggi. Nessuna persona deve essere presa con la forza perché il suo modo
di sentire o di pensare non corrisponde a quello degli altri o sembra che non
corrisponda a quello degli altri. Con queste persone si discute, per essere
presi come nel Processo di Kafka, senza sapere il motivo, perché non
lo dicono, spesso arrivano di notte sempre più di due, con polizia e
spesso con i pompieri, lo portano dentro e poi se si ribella lo legano a letto
e così via. Questo è il manicomio, il fatto che si possa prendere
le persone con la forza perché il loro pensiero, i loro sentimenti non
ci piacciono perché non siamo in grado di capirli o perché non
vogliamo capirli o perché abbiamo paura di vedere la vastità delle
nostre esperienze. Il concetto di pazzia è una paura non della differenza
reale perché gli uomini sono tutti sostanzialmente uguali, anche se si
esprimono in una infinità di modi, ma è la paura della differenza
apparente. E ripeto la mancanza di dialogo sul piano esterno porta alla guerra,
sul piano interno porta al manicomio.
Grazie