Er Avni e Kilic Zeynep sono in carcere dal 1° Aprile e mentre rischiano l'espulsione con la conseguente consegna al regime-carcerario turco, si ritrovano in galera in condizioni economiche disastrose (non hanno neanche i soldi per le sigarette). I due militanti del Dhkp-c hanno bisogno urgente di solidarietà materiale.
Le cosiddette leggi "antiterrorismo" di cui sono vittima i due militanti del Dhkp-c, attualmente imprigionati in Italia, hanno un preciso significato politico e sociale: il dominio capitalistico non si può, a nessun livello, mettere in discussione.
Mentre quotidianamente assistiamo alla morte, all'espulsione, alla carcerazione di tanti migranti/e considerati "clandestini" i media ufficiali agitano lo spettro di invasioni di poveri e di "pericolosi terroristi" che vogliono far saltare "il nostro stile di vita". I media ufficiali troppo impegnati ad alimentare nella società civile italiana sentimenti di esclusione in nome di illusorie "appartenenze nazionali" e menzogne sociali che portano il nome di "patria"-"Europa"... non trovano il tempo per parlarci del regime repressivo turco, delle sue prigioni. Essi ci raccontano che quello che accade nel mondo è solo questione di business e "terrorismo-antiterrorismo": onnipotenza degli slogan pubblicitari, s'imprimono rapidamente nella mente...
L'Europa dei padroni ha bisogno di suscitare paranoie, da quelle di quartiere contro gli immigrati a quelle globali contro presunti "terroristi" stranieri, eversori e "nemici interni", per coprire la sua vera natura di spazio capitalistico-poliziesco-integrato che si regge sullo sfruttamento violento di immigrati, sulla militarizzazione del territorio, sulla distruzione dei diritti dei lavoratori/ci, con l'adozione di "liste nere antiterrorismo"; in sostanza con liquidazione di ogni tipo di rivendicazioni e lotta per la giustizia sociale e di qualsiasi forma di dissidenza politica.
Le cosiddette leggi antiterrorismo vengono applicate contro tutte le lotte sociali e giuridicamente non codificano altro che il terrorismo del Capitale e dello Stato: le loro sicurezze che diventano le nostre prigioni.
Accanto alla repressione fatta di bassa polizia, perquisizioni, processi, arresti, è in corso una "controrivoluzione quotidiana" fatta di estraniazione del proletario all'altro proletario: una controrivoluzione fatta di ricatto della sopravvivenza e precarietà che porta con sé frammentazione sociale, desolidarizzazione. Ed oggi pensiamo che non si possa aprire nessun varco nella comune sottomissione allo sfruttamento se qualsiasi gesto di libertà per quanto debole o modesto non porta con sé la coscienza che la repressione che colpisce uno colpisce tutti/e.
Cerchiamo tutti/e di fare il possibile, attiviamoci:
Presto i compagni/e del Comitato cittadino contro il carcere e la repressione
sociale di Viterbo forniranno un numero C/C su cui versare dei soldi da far
pervenire ai loro legali che provvederanno a farli avere ad Er Avni e Kilic
Zeynep.
La solidarietà è un arma.
Contro le loro "sicurezze" che diventano le nostre prigioni.
I piccoli fatti veri contro le grandi idee vaghe; la polvere che sfida la nuvola.
Liberi tutti/e
Comitato cittadino contro il carcere e la repressione sociale di Viterbo, 22 luglio 2004
Er Avni e Kilic Zeynep sono in carcere dal 1° Aprile e fra l'altro rischiano l'espulsione con la conseguente consegna al regime turco. E' forse il primo caso in cui è stata applicata in Italia la legislazione della "fortezza Europa" riguardo alle cosiddette liste nere, ed è anche il primo caso in cui si applica l'articolo 270 ter rispetto "all'associazione sovversiva internazionale". Non abbandoniamo nelle mani degli sbirri questi due compagni e rilanciamo la lotta non solo per compagni più conosciuti e autoctoni, ma per tutti i compagni caduti nelle grinfie della repressione, quindi anche per Avni e Zeynep. Fra l'altro abbiamo saputo dall'avvocato Rossi Albertini, uno dei difensori dei due militanti turchi, che essi si ritrovano in galera in condizioni economiche disastrose ( non hanno neanche i soldi per le sigarette), e quindi hanno urgente bisogno di solidarietà non solo politica, ma anche materiale. Per questo abbiamo aperto un conto corrente postale per raccogliere soldi per i due militanti. Infatti i soldi possono essere mandati tramite vaglia direttamente a loro, o facendo pervenire i soldi ai legali. Questa seconda possibilità è quella più veloce e sicura, in quanto gli avvocati possono depositare i soldi direttamente sul loro conto, e quindi questi sono immediatamente disponibili senza alcun intoppo "burocratico". Invitiamo tutti i compagni a mobilitarsi a sostegno di Er e Kilic. Il numero di conto corrente postale è 55876148 intestato a Rollo Antonio Paolo via Marsala 1 01027 Montefiascone (Viterbo) specificando nella causale Solidarietà per i 2 compagni turchi. Man mano manderemo pure il resoconto dei soldi raccolti, che poi consegneremo direttamente all'avvocato Rossi Albertini.
Libertà per Er e Kilic
Liberi/e tutti/e
Fuoco alle carceri
Onore a tutti i compagni caduti combattendo contro gli Stati e il Capitale