Arrestata sabato nel campo di via Peglion per un "cumulo di pena". Otto figli, 40 anni, ha resistito 24 ore. I parenti e l´avvocato accusano: "Ma il suo è un suicidio annunciato, ci aveva già provato". La direttrice della Dozza: "Non c´erano precedenti, non era un detenuto a rischio".
Al campo di via Peglion, il clan degli Husovic non si da pace. Ieri pomeriggio i parenti sono andati in massa all´istituto di medicina legale per il riconoscimento. Disperazione e proteste, tanto che sono dovuti intervenire vigili urbani e poliziotti. Uno dei suoi figli piange a dirotto. «Lo sapevano che qualche mese fa mia madre aveva cercato di ammazzarsi là dentro. Uno di noi, un 'nomade', come voi ci chiamate, non resiste in un penitenziario. L´ha fatto per noi, per il dolore di stare lontana dai suoi figli. Soprattutto per i miei fratelli più piccoli. Cinque, tutti in istituto, allontanati dal Tribunale. Mia madre era stanca. Da tre mesi chiedeva un permesso per incontrare mio padre Ibrahim, detenuto a Terni. Glielo hanno negato. Nemmeno questo. La seppelliremo qui, a Bologna. Ma non faremo il funerale se mio padre non otterrà un permesso per vederla l´ultima volta. E non vogliamo l´autopsia». Due le inchieste sul suicidio in cella: quella ordinaria della Procura (il pm Enrico Cieri ha disposto l´autopsia, ma ieri le forze dell´ordine hanno detto ai parenti che verranno fatti solo degli accertamenti esterni) ) e quella «interna» alla Dozza, un accertamento per verificare eventuali lacune nella sorveglianza. Ma secondo i primi riscontri, non ci sarebbero responsabilità o anomalie nei controlli. Beba, come la chiamano tutti al campo, viveva in Italia da 30 anni. In marzo era stata rinchiusa alla Dozza per una decina di giorni, poi aveva ottenuto gli arresti domiciliari nell´accampamento di via Peglion. Baracche nel fango e bimbi scalzi e pochi metri dalla Bologna-Padova. Sabato pomeriggio i carabinieri sono andati lì per eseguire il nuovo d´arresto, ordinato dalla magistratura di Firenze. Bebika ha trascorso la notte nella sezione femminile della Dozza in cella con un´altra detenuta. «Ma domenica mattina è stata spostata in una cella singola - spiega la direttrice - perché la compagna si era lamentata per il suo comportamento. Bebika continuava a chiedere insistentemente degli abiti di ricambio, ma nessuna 'protesta' che potesse far pensare a qualcosa di più grave». Il comportamento della donna, spiega Emanuela Ceresani, è rimasto propositivo e orientato. «Ha partecipato all´ora d´aria in cortile, domenica mattina ha parlato con un ispettore delle Guardie chiedendo solo il cambio d´abiti e all´ingresso il controllo dello psicologo non aveva rivelato niente di strano. A mezzogiorno la donna ha chiesto a una detenuta che distribuisce il pranzo nella sezione femminile a che ora le avrebbero portato da mangiare». Il pranzo è arrivato un quarto d´ora dopo. E in quindici minuti Beba ha apparecchiato il suo teatrino di morte nella cella della Dozza. Ha fatto a pezzi il lenzuolo della branda, l´ha tagliato in piccole strisce, le ha intrecciate, poi ha fatto un rudimentale cappio. Ha fissato l´altra estremità all´attaccapanni sulla porta del bagno, a non più di un metro e 80 d´altezza. Tanto è bastato. Non è la prima volta che accade alla Dozza. Nello scorso giugno si tolse la vita impiccandosi un detenuto italiano di 29 anni, Paride Cozzi. Qualche giorno prima aveva cercato di ammazzarsi ingoiando del detersivo. Le statistiche dicono che nelle carceri italiane ci si uccide 17 volte di più di quanto non accada fuori dagli istituti di pena. E questo accade soprattutto nelle carceri sovraffollate. Alla Dozza i posti sono 450. I detenuti 960. Berbicara tentang situs sabung ayam yang ada di indonesia, ini permainanan taruhan yang diangkat dari sebuah budaya tradisional. Kini hadir halaman situs http://213.152.173.52/ yang menyediakan taruhan sabung ayam s128 secara live streaming dengan begitu banyak arena sabung ayam yang tersedia. Daftar akun s128 dengan agen yang layak di indonesia.