Più attenzione quando si apre la bocca
di Diego Gabutti
In Italia si può essere arrestati per frasi deliranti
E il ministro Castelli che sproloquia di galera?
Il nostro è diventato ormai un Paese forcaiolo
Una nazione con la passione dell'inciviltà
Complimenti agli assi dell'antiterrorismo bolognese, che hanno fatto il colpo grosso, meglio dell'Ispettore Callaghan e delle squadre speciali dei telefilm. No, non hanno catturato gli assassini di Marco Biagi e, quanto a brigate rosse, be', brancolano ancora nel buio. Ma hanno prontamente messo in manette e assicurato alla giustizia un insegnante d'educazione artistica e ben quattro operai marocchini che, armati di telecamera e di qualche fantasia paranoica, vagavano sotto le cupole della basilica di San Petronio, dov'è esposto "un affresco del 1415 che ritrae Maometto all'inferno, nudo in mezzo agl'idolatri". Questi incalliti criminali e terroristi, non paghi di filmare vilmente l'affresco, addirittura lo commentavano tra loro: "Addavenì bin Laden a vendicare l'onore del Profeta! O tirano via l'affresco o qui viene giù tutto!" Un attimo dopo i marocchini e il loro cicerone erano in galera.
Si può essere arrestati non per aver commesso un reato e nemmeno per averlo preparato e fortemente voluto, ma soltanto per aver espresso tra muslim in gita turistica un'opinione magari idiota e da manicomio fondamentalista, ma perfettamente lecita in qualunque società civile e liberale? In Italia evidentemente si può. Da noi la tentazione, l'opinione, l'intenzione e l'esecuzione sono la stessa cosa. Attenzione, dunque, alle vostre fantasie erotiche: potreste essere arrestati, uscendo dal cinema o direttamente nel salotto di casa vostra, con l'accusa d'aver molestato sessualmente o addirittura stuprato Sophia Loren, Sabrina Ferilli e Penelope Cruz.
Avete mai desiderato la roba d'altri? Preparatevi ad essere processati per furto e rapina. Chi ha urlato "morte all'arbitro", o augurato un canchero al guardalinee, non si lamenti e neppure caschi dalle nuvole quando lo arresteranno per omicidio, ma chini la testa e si rimetta serenamente al giudizio dei nostri impavidi e solerti magistrati, sempre più telegenici, sempre più affezionati alle loro leggi speciali e d'emergenza. (Provate a togliergliene una: diventano isterici).
Ma se le cose stanno così, se quattro operai marocchini e un insegnante d'educazione artistica possono essere arrestati per non aver fatto niente, giusto un discorso da bar maomettano con evocazione di bin Laden a pié di lista, perché è ancora a piede libero il ministro della giustizia, Roberto Castelli, che ha liquidato con un discorso da bar padano il regolamento carcerario, mostrandosi particolarmente scandalizzato "dall'obbligo di mettere nelle celle la televisione a colori"?
Roberto Castelli forse non lo sa, forse nessuno gli dice mai niente, ma il ministro della Giustizia non è il ministro della vendetta biblica. Non è un vigilante e neppure uno a cui sia stata data licenza di parlare a pera. Un ministro della Giustizia non può dire ai detenuti che il nostro regolamento carcerario è "stato pensato come se il carcere fosse un grande albergo" e che lui non è mica lì per farli vivere nel lusso. Un detenuto già sta dietro le sbarre, con lo sguardo fisso sul calendario e sull'orologio, sperando che le ore e gli anni passino presto, ma campacavallo.
È uno che rischia di brutto quando va alle docce e che si gode giusto un'ora d'aria ogni tanto. Non è divertente né sportivo che il ministro della giustizia lo prenda anche per il cecio. Ma da noi è diventato normale, com'è normale arrestare gli operai marocchini e gl'insegnanti d'educazione artistica per niente. Da noi è normale che un vecchio giornalista si faccia dieci mesi di galera per un reato d'opinione di trent'anni fa e che il ministro della giustizia (sempre per impressionare gli amici del bar dello sport padano) prenda per il cecio pure lui. Ed è normale che anche i colleghi del giornalista tacciano.
È l'Italia illiberale e forcaiola nata dalle bufere di Tangentopoli. È l'Italia che da dieci anni a questa parte inneggia allegramente alla galera e guai a chi le consiglia calma e bromuro. È anche un po' l'Italia di certi commenti dei lettori che giungono alla redazione di questo giornale, dove la parola GALERA è troppe volte scritta a tutte maiuscole come DEUS e DUX e ALLAH. Si legge GALERA a tutte maiuscole anche sui muri e sulle pareti dei cessi. È un'Italia cattiva e incivile, dove la passione per la libertà è diventata d'un tratto irriconoscibile, fino a rovesciarsi nel suo contrario: la passione per la GALERA.
Fonte: www.ilnuovo.it del 21 Agosto 2002
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