Introduzione
Il carcere: "Da fuori"
Mi ricordo che da piccolo, mentre stavo facendo un viaggio in auto con la mia
famiglia, mio padre indicò il Vecchio Penitenziario di Laval, e ricordo
anche di come era astratta l'immagine degli "uomini cattivi" che,
mi spiegava, erano rinchiusi lì dentro. Durante tutti questi anni in
carcere, osservando e parlando con molti "cittadini", inclusa la mia
famiglia, ho realizzato con maggior chiarezza il livello di distorsione raggiunto
dall'immaginario collettivo quando si parla di carcere, detenuti e crimine.
Ci sono motivi precisi per queste enormi distorsioni. Per giustificare le
somme di denaro da capogiro necessarie per mantenere un mostro insaziabile
come il Servizio Correzionale Canadese, gli si deve dare un carattere di necessità
e di urgenza. Ciò è ottenuto dai media attraverso un grande
zelo nell'esacerbare il risentimento e l'allarme sociale; sono molto abili
nel raccontare una sola parte della storia. Questo ha dato vita alle ingiustizie
e alle disumanità del nostro sistema "di Giustizia". Se si
prende il Canadian Society, il notiziario delle sei riporterà
un terribile e drammatico incidente in questo modo:
Oggi, un giovane impiegato bancario è stato ucciso a sangue freddo nel corso di una rapina. L'autore, un ragazzo di ventisei anni, eccetera eccetera, dopo essere stato arrestato dalla polizia, si è scoperto essere stato di recente rilasciato in libertà vigilata dopo aver scontato solo quattro anni su sette di condanna per rapina. Ulteriori notizie in seguito, ora, consigli per gli acquisti.Non dice:
Ieri, di nuovo, un giovane impiegato bancario è stato ucciso nel corso di una rapina all'angolo della strada tal dei tali. Un'organizzazione umanitaria che sta aiutando i parenti della vittima a superare la loro immensa rabbia e il loro desiderio di vendetta ha raccontato ai nostri microfoni che il ventiseienne arrestato, dall'età di diciassette anni ha subito sei anni di "legale" tortura fisica e psicologica, di degradazione e sistematica de-umanizzazione nelle mani delle autorità penali. Distrutto socialmente ed emotivamente, eccetera eccetera, una volta raccontò allo psichiatra del carcere che le cicatrici delle bruciature di sigaretta sul suo pene, inflittegli dalla polizia in un interrogatorio per ottenere la denuncia di un grande spacciatore di eroina, lo avevano portato a tentare il suicidio almeno tre volte mentre era in prigione e una a casa di sua madre. Ulteriori notizie in seguito, ora uno speciale sugli effetti devastanti dei missili Cruise.Non sto cercando di minimizzare la tragedia umana che ogni atto sbagliato provoca, ma la creazione di un "nemico pubblico" che dobbiamo sconfiggere ad ogni costo, il più velocemente e definitivamente possibile, proviene dal regno dell'assurdo, e anche se la gran maggioranza dei canadesi si colloca su queste posizioni con grande facilità, per non dire entusiasmo, è comunque al di fuori di ogni logica e onestà. Ciò è alla base di molte discordie sociali causate dalla paura, dalla rabbia, dall'odio e dall'ignoranza.
Il carcere: "Da dentro"
Mentre la degradazione e l'alienazione sono fuori di dubbio, oltre alle privazioni
"spicce" quali la perdita della libertà, della sicurezza,
della privacy, dell'autonomia, di relazioni sessuali gratificanti, della libertà
di parola e di associazione (e si tenga conto che questi sono solo i fondamenti
di ciò in cui ogni detenuto si viene a trovare), innumerevoli abusi
quotidiani e illegalità perpetrati da individui con un potere praticamente
illimitato sui detenuti sono più o meno sopportati dalla popolazione
reclusa senza possibilità di rivalsa. Qualsiasi salvaguardia per proteggere
i detenuti canadesi dagli abusi e dalle torture psicologiche è completamente
inutile dal momento che ogni Legge, Regolamento, Direttiva o Ordinanza può
essere - e in effetti lo è - ignorata invocando il mantenimento del
"buon ordine dell'istituzione" e qualsiasi impiegato del carcere
che voglia "regolare i conti" con qualche detenuto può farlo
sapendo che i detenuti non hanno modo di difendersi e non rappresentano una
seria minaccia legale per lo staff del carcere. D'altro canto, alla prima
minaccia di ribellione fisica, il detenuto viene rapidamente e brutalmente
sottoposto a restrizioni e a violenza legale.
I "miglioramenti" apportati negli scorsi decenni alle condizioni
di vita nelle carceri canadesi, persino l'educazione, sono stati tutti strumenti
utilizzati in vista di una più completa giustificazione del "sistema"
di fronte all'opinione pubblica, per ovvie ragioni politiche, invece che un
reale miglioramento del sistema (se questo è possibile!). Alcune carceri
moderne, con celle "confortevoli", pasti migliori, piante nei corridoi,
la possibilità di comprarsi una televisione, una radio o programmi
commerciali non hanno fatto sparire nessuna delle violenze, umiliazioni, paure
e alienazioni delle carceri canadesi. Piuttosto, al contrario, hanno gettato
i detenuti con le idee poco chiare in uno stato di ulteriore confusione, visto
che il loro dolore e sofferenza non sono immediatamente riconducibili all'ambiente
circostante, e questo porta a un senso di colpa e odio verso se stessi. Inoltre,
tutti questi sotterfugi hanno incrementato l'arroganza e l'auto-giustificazione
del personale a tal punto che anche gli psicologi istituzionali (assolutamente
impreparati a lavorare in carcere) trovano l'atteggiamento di rifiuto da parte
dei detenuti solo un altro indicatore della loro "immaturità"
e della loro "natura criminale"; così si aggiunge la stigmatizzazione
"patologica" a una persona già degradata e profondamente
ferita.
L'introduzione di "visite familiari privilegiate" - dove a un detenuto
è permesso di stare settantadue ore da solo con la moglie e/o la famiglia,
in una casa o un camper attrezzato allo scopo sull'area di terreno di proprietà
del carcere - si è dimostrato un ulteriore strumento di degradazione,
umiliazione e manipolazione; la gratificazione sessuale viene ora offerta
come una ricompensa per l'obbedienza e la sottomissione! Un detenuto che non
abbia una "relazione riconosciuta" da almeno sei mesi con una donna
prima del suo arresto passerà probabilmente i successivi cinque, dieci
o quindici anni rifugiandosi nelle proprie fantasie e nella masturbazione.
Inoltre, coloro che sono "eleggibili" per programmi del genere si
vengono a trovare in una condizione in cui si rendono conto che stanno chiedendo
di poter far sesso con la moglie o la fidanzata a un ufficiale che spesso
è una giovane donna o un gruppo composto da una mezza dozzina di ufficiali
carcerari che rivangheranno passate "offese" e "corti disciplinari"
da molto tempo dimenticate, solo per "testare" il detenuto che si
morderà la lingua e sopporterà quanto può i doppi sensi
e l'indignazione per poter accarezzare un seno che per molti mesi ha solo
potuto immaginare. Non disdegnando quei pochi momenti che può passare
con i propri amati un paio di volte l'anno, e a seconda dei suoi convincimenti
morali, il detenuto proverà comunque un senso di disgusto e auto-tradimento
per non aver espresso i suoi veri sentimenti e per essersi lasciato orribilmente
manipolare e degradare per poter soddisfare uno dei suoi più forti
bisogni fisici ed emotivi.
Gli stessi meccanismi intervengono quando un detenuto è di fronte al
"consiglio per la libertà vigilata", dove individui che hanno
carta bianca sulla sua vita prendono decisioni e valutano il/la detenuto/a
sulla base di documenti e relazioni scritti su di lui/lei, tutti tipi di relazione
di cui il detenuto non sa nulla, scritti negli anni
dalle guardie e a cui non gli/le è permesso accedere, che si appelli
o meno al "Privacy Act". Molte di queste relazioni sono stilate
dagli psicologi dopo che detenuti appena giunti in carcere e non ancora ambientati,
sono stati convinti con l'inganno a vederli, non sapendo che ogni parola pronunciata
nelle conversazioni, anche i dettagli più intimi, diventano pubblici,
disponibili a tutti tranne che a loro stessi.
Con la convinzione diffusa che ogni tortura imposta a un detenuto è
giustificabile dal "fatto" che è un criminale e un elemento
indesiderabile dalla specie umana, il governo canadese ha pienamente integrato
i reparti maschili con guardie e impiegate donne - spingendo a livelli ancor
più alti l'umiliazione, la degradazione, la tortura su questi uomini.
Già ad oggi centinaia di detenuti sono stati costretti illegalmente
a subire perquisizioni nudi in presenza di guardie donne e molti che si sono
rifiutati hanno visto i propri abiti strappati via a forza in presenza di
giovani guardie donne con cui dovranno convivere forzatamente per anni. I
pochi che sono riusciti a far perseguire le guardie dalla Corte Federale hanno
ottenuto solamente un rimprovero formale; nel frattempo queste pratiche continuano
ovunque, soprattutto nelle strutture a custodia attenuata. In molte carceri,
i detenuti uomini sono costretti a subire ispezioni mediche ed esami in presenza
di guardie donne, mentre le carcerate donne sono specificatamente protette
dalla presenza di personale maschile nei loro reparti. Nelle carceri maschili,
i detenuti che hanno cercato di suicidarsi vengono gettati nudi in celle spoglie,
senza nessun abito o lenzuolo per coprirsi, solo con un buco al centro del
pavimento per defecare e vengono continuamente sorvegliati da guardie donne
attraverso una televisione a circuito chiuso e attraverso lo spioncino nella
porta della cella; inoltre, i detenuti ordinari vengono spesso gettati nudi
in queste celle come punizione per offese dirette alle guardie. I detenuti,
sessualmente deprivati, sono costretti a essere perquisiti completamente nudi,
ogni giorno, da guardie donne; dalle stesse guardie sono spiati nelle loro
celle sia che stiano defecando, sia che si stiano masturbando, sia che si
stiano lavando. In molte carceri, i detenuti maschi sono costretti a farsi
la doccia in piena vista delle guardie donne, ancor più nelle aree
di isolamento punitivo e nei penitenziari che sono considerati più
umani e a sorveglianza attenuata. Molti vivono con la paura quotidiana di
essere violentemente umiliati.
Questo controllo da parte di personale dell'altro sesso ha dato vita nei detenuti
maschi a un irrefrenabile impulso alla violenza sulle donne e a un modo di
pensare "orientato allo stupro". Ha dato vita a mutamenti nei comportamenti
sessuali e psico-sessuali dei detenuti, fino a innumerevoli casi di esibizionismo
e voyeurismo, poiché la mente umana ha la tendenza a trasformare in
"piacere" dolori e sofferenze che siano insopportabili. Innumerevoli
frustrazioni e umiliazioni sessuali si aggiungono al già insopportabile
giogo che i detenuti devono sopportare, specialmente a causa della presenza
di guardie donne.
L'abolizione
Se vogliamo pensare in modo serio all'abolizione del
carcere e se vogliamo trovare strade "umane" di affrontare il fenomeno
che chiamiamo crimine, dobbiamo avere il coraggio di affrontare alcune questioni
concrete. Un numero incalcolabile di cittadini canadesi hanno perso per sempre
la loro umanità e integrità sociale a causa della loro condanna
carceraria. Innumerevoli altri sono sistematicamente avviliti e fatti impazzire
per lo stesso motivo. Non c'è posto per loro nella società,
per com'è ora, perché questa è stata concepita per un
altro tipo di uomini, non "mutanti"; queste persone non hanno molto
da perdere e molti lo sanno. Inoltre, sono pieni zeppi di così tanto
odio e dolore che un urlo grande come l'universo non li libererebbe comunque.
Più che mai continueranno a rubare, rapinare, uccidere con tutte le
giustificazioni del mondo, nella loro mente e nel loro animo, di cui si ha
bisogno per agire così; afferreranno tutto quello che possono, finché
possono, perché presto si suicideranno, o verranno uccisi dalla polizia,
o verranno riportati in carcere - quest'ultimo è un aspetto indispensabile
alle "autorità" per perpetuare ed espandere un sistema che
è orribilmente immorale ed inumano. Se vogliamo gradualmente abolire
il carcere, cosa ne faremo di queste persone il cui senso di sicurezza e libertà
sono persi per sempre con la ferma consapevolezza che qualsiasi cosa può
esser fatta loro, ovunque, in ogni momento e per qualsiasi ragione? Che cosa
ne faremo di decine di migliaia ex-carcerati mutilati socialmente, psicologicamente
ed emotivamente quando gli attuali magazzini non li conterranno più?
Abbiamo qualche possibilità di re-integrare coloro che sono stati sistematicamente
alienati dalla società e dall'umanità?
E che dire di decine di migliaia di impiegati nelle carceri, guardie e carcerieri?
Possiamo aiutarli a ritrovare un equilibrio quando è sapere comune
che sono "cattivi" tanto quanto, se non peggio, i "criminali"?
Quanto contano le loro "carriere" e le loro vite? Saranno capaci
di far fronte alla situazione? Come faranno i canadesi a tener testa alla
nostra immagine di nazione di gente civile?
Non stanno "migliorando" il carcere, lo stanno "peggiorando".
Con la pericolosissima idea che stiamo "migliorando" il nostro sistema
carcerario e diminuendo il trauma inflitto ai carcerati, stiamo dirigendoci
verso un precipizio sempre più ripido e stiamo dando agli ufficiali,
agli impiegati e alle guardie ulteriori giustificazioni ad andare avanti umiliando
e abusando di esseri umani, a discapito di tutti i cittadini canadesi e nei
fatti dell'umanità intera.
Come faremo a concretizzare le soluzioni che propongono gli abolizionisti?
Io suggerisco: primo, dobbiamo ad ogni costo cominciare una sistematica attività
di denuncia nei confronti delle carceri canadesi; dobbiamo ad ogni costo mostrare
la loro inutilità e crudeltà assieme alle bugie e all'ipocrisia
che sta alla base del nostro sistema penale e carcerario. Dobbiamo iniziare
seri e obiettivi studi empirici sugli effetti sociali e psicologici dell'incarcerazione
in Canada e dobbiamo immediatamente trovare dei modi per fermare le atrocità
psicologiche, le torture, gli abusi e le illegalità cui sono soggetti
i detenuti quotidianamente.
Secondo, dobbiamo a ogni costo "de-hollywoodizzare" e "depoliticizzare"
il crimine e trasferire gradualmente la "responsabilità"
nel luogo a cui appartiene: l'arena sociale; dobbiamo cominciare ad osservare
e accettare il fatto che siamo tutti colpevoli e che scaricando il biasimo
su una sola persona e distruggendola andiamo contro le più fondamentali
regole della logica: stiamo distruggendo noi stessi.
Terzo, dobbiamo essere onesti, avere coraggio e fronteggiare la verità
che la discordia sociale, i crimini, le carceri e così via non sono
altro che la manifestazione concreta di una realtà simbolica: ovvero
sentimenti e pensieri prevalenti e più profondi nei cuori di noi tutti.
Quello che vediamo, dovunque e in ogni angolo di questo paese, sul terreno
politico e sociale, è noi stessi; quello che dobbiamo cambiare siamo
noi stessi, se desideriamo vedere dei cambiamenti reali e mantenerli.
Conclusione
Alcuni anni fa divenni un artista, un pittore; e una notte, come facevo spesso,
stavo a letto, nella mia cella, sondando la mia mente e la mia anima per l'ispirazione.
Improvvisamente, nell'immobilità del buio, mi apparve un'immagine che
mi fece rabbrividire: vidi un immenso, bellissimo paesaggio, erba verde, fiori,
alberi e un sole splendente che illuminava ogni cosa; e dovunque, come sassi
sparsi su un prato, in cima alle colline e nelle valli, oltre i ruscelli e sui
fianchi delle montagne c'erano delle prigioni, migliaia di immensi edifici di
mattoni rossi con sbarre alle finestre. E fin dove l'occhio poteva guardare
non c'era nessuno. Non l'ho mai dipinto, ma l'immagine è oggi vivida
come lo era quel giorno.
Note:
1. Per un mese, ogni mattina, uno dopo l'altro, andavamo in processione dalla
nostra gabbia fino a un bagno al termine della fila di gabbie per svuotare
il sacchetto di nylon dove dovevamo defecare.
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2. In seguito ho inviato una lettera di ventotto pagine al Primo Ministro
del Canada descrivendo alcuni degli orrori, abusi e degradazioni che accadono
quotidianamente nelle carceri canadesi.
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Fonte: pubblicato sulla rivista canadese Journal of Prisoners on
Prisons, volume 1, estate 1988, http://www.jpp.org/