Succede a Brentwood, una località dell'Essex, a est di Londra: la
polizia affigge dei manifesti con nome e volto dei criminali. È la
tecnica del "name and shame".
Un poster piuttosto evidente nella stazione ferroviaria locale minaccia: "Se
commettete un crimine a Brentwood, il vostro nome e il vostro volto compariranno
su questo manifesto".
La lotta al crimine, in questa cittadina britannica nell'Essex, si combatte
con la tecnica del "name and shame" (nome e vergogna), con una punizione
che in molti casi è ben peggiore di qualsiasi pena detentiva: l'esposizione
del volto di chi ha infranto la legge.
Fra tre settimane su quel cartellone affisso alla stazione potrebbe davvero
esserci la foto di qualche cittadino che ha violato la legge.
E il sergente Piers Quinnel dice di avere "già qualcuno in mente"
a cui far scontare questa pena.
Il provvedimento adottato dalla polizia è stato accolto con grande
entusiasmo nella zona, che si trova poco a est di Londra. Una catena di ristoranti,
Little Chef, ha già aderito all'iniziativa e i grandi magazzini Sainsbury
lo faranno presto, decidendo addirittura di mettere il proprio logo sui cartelloni.
L'esperimento è seguito con grande interesse dalla polizia di Manchester
e da quella di Londra. La vicina città di di Epping ha già imitato
Brentwood.
A mostrare invece seri dubbi sull'iniziativa è stato il consiglio municipale,
che dopo un lungo e acceso dibattito, si è battuto contro la "gogna"
imposta dalle forze dell'ordine. "Diffondere le immagini di un condannato
significa dichiararlo due volte colpevole. Tocca alla polizia infliggere questa
seconda pena?", si chiede Jim Shawcross, consigliere locale per il Partito
liberal-democratico.
Ma il paradosso vero è che Brentwood è una delle città
residenziali meno toccata dalla criminalità in Gran Bretagna, la terza
località più sicura dell'Essex.
"Brentwood è una delle prime città gradevoli in cui ci
si imbatte una volta usciti da Londra", dice fiero un agente immobiliare
locale. La nostra città è sicura perché vegliamo su essa",
aggiunge. "D'altra parte i criminali che colpiscono qui vengono soprattutto
da fuori. Ecco perché trovo giusta la decisione di affiggere i cartelloni
alla stazione ferroviaria. E poi la gente che colpiremo sarà già
in prigione, non dobbiamo temere nemmeno vendette".
Fonte: pubblicato sul quotidiano telematico il nuovo il 27 novembre 2002