Il ministro inaugura il ristrutturato carcere di Lecco.
«I soldi non ci sono, ma nei prossimi anni sarà possibile realizzare
nuovi penitenziari per 2000 miliardi di lire. E a costo zero per la comunità».
La quadratura del cerchio, e del bilancio, non è una missione impossibile
per Roberto Castelli che, intervenendo ieri a Lecco alla cerimonia di riapertura
del carcere di Pescarenico, ha annunciato il suo piano di rilancio dell'edilizia
carceraria.
«Questa per me è una giornata molto lieta - ha detto il ministro
della Giustizia - non solo perché sono nella mia città, ma anche
perché posso constatare i risultati della "cultura del fare".
Quando, in precedenza, avevo visitato questo penitenziario mi sono sentito a
disagio perché non era degno della nostra civiltà. Oggi la differenza
è sostanziale: finalmente si fa giustizia di quei luoghi comuni che dipingono
le nostre prigioni come se fossero tutte la Cayenna. Dopo tre anni di lavori
questa struttura si presenta completamente rinnovata. Un intervento portato
a termine rapidamente, come non sempre accade: recentemente ho visto il carcere
di un paesino della Calabria, lì è da vent'anni che stanno lavorando,
avevano iniziato nel 1984».
Dopo il profondo maquillage che lo ha restituito alla città e al mondo
civile, il penitenziario situato nel manzoniano rione di Pescarenico ha perso
la sua sinistra "faccia da galera" e indossato i panni del "carcere
modello".
Non per nulla al taglio del nastro il ministro e i vertici dell'amministrazione
penitenziaria apparivano particolarmente compiaciuti, quasi orgogliosi, del
risultato. Presenti, tra gli altri, anche il sindaco leghista di Lecco, Lorenzo
Bodega, e l'on. Ugo Parolo, candidato del Carroccio alla presidenza della Provincia.
«La riapertura della Casa circondariale di Lecco Pescarenico - ha dichiaro
Castelli - è un evento importante per la nostra città. La presenza
dello Stato in una comunità locale, infatti, si caratterizza per alcuni
segni distintivi, come i palazzi destinati all'amministrazione della giustizia
e quelli dove avviene l'espiazione della pena. Oggi inauguriamo il carcere e
tra non molto avremo un tribunale rinnovato e più funzionale. Mi sembrano
due buone notizie per Lecco e il suo territorio».
«La rinnovata Casa circondariale - ha proseguito il Guardasigilli - garantirà
ai detenuti la possibilità di espiare la pena in condizioni dignitose.
Speriamo di aggiungere presto anche la possibilità di svolgere attività
lavorative, per impiegare fruttuosamente il proprio tempo e al momento stesso
di ripresentarsi recuperati e con nuove professionalità alla società
civile».
Il carcere di Pescarenico non si presenta come una struttura all'avanguardia
solo sotto il profilo della sicurezza, grazie all'adozione delle più
moderne e sofisticate tecnologie (dai sistemi antiscavalcamento con barriere
a microonde alla video sorveglianza), ma anche dal punto di vista del trattamento
dei detenuti. La ristrutturazione, che ha considerevolmente aumentato la capienza
del complesso, ha consentito di dotare ogni cella di un bagno con doccia, acqua
calda e presa elettrica, oltre a water e lavabo; è stato poi rifatto
l'impianto Tv e realizzato un impianto per le chiamate d'emergenza. Ogni piano
detentivo, inoltre, dispone di un "locale socialità" per le
attività ricreative, mentre interventi migliorativi sono stati effettuati
nel cortile di passeggio e nella sala colloqui. Sono poi state approntate, tra
l'altro, una palestra e una cappella per il culto. Il costo complessivo delle
opere, che naturalmente hanno interessato anche le strutture e gli alloggi destinati
al personale della polizia penitenziaria, è di 13 miliardi e mezzo di
lire: «Un intervento di ottimo livello anche sotto l'aspetto dei tempi
e dei costi», ha commentato Emilio di Somma, vice capo del Dipartimento
dell'amministrazione penitenziaria.
La disponibilità delle risorse resta il primo problema. «La Lombardia
soffre di due record negativi - ha spiegato Castelli -: il maggior numero di
detenuti rispetto alla capienza delle strutture e il minor numero di agenti.
Nonostante le ristrettezze economiche, l'anno scorso siamo riusciti ad ampliare
gli organici del personale di 400 unità, mentre è stata aperta
una nuova sezione a Lodi e hanno ottenuto il via libera gli appalti di Bollate
e Varese. Ora, la riapertura del carcere di Lecco allevierà la pressione
su quello di Como. E non ci sono solo le carceri, siamo attivi anche nell'edilizia
giudiziaria: spero di posare presto una pietra al tribunale di Lecco, dopo averlo
già fatto a Bergamo, e di assistere quanto prima all'inaugurazione del
palazzo di giustizia di Brescia».
Castelli, ligio alla "cultura del fare" che è la filosofia
della sua terra non si ferma davanti alle difficoltà economiche: «La
necessità aguzza l'ingegno. Quando i soldi non ci sono, dobbiamo fare
anche noi un po' di finanza creativa». Così, all'insegna dell'intraprendenza
, il Guardasigilli ha impostato il suo piano d'azione senza aspettare i tempi
delle vacche grasse. «Occorrono soluzioni innovative - ha detto Castelli
- che ci consentano di operare. Nei prossimi anni saremo in grado di realizzare
nuovi penitenziari per 2000 miliardi di lire, a costo zero per la comunità:
ho già pronto un progetto che prevede la dismissione di vecchie strutture
carcerarie inutilizzate, ottenendo così i fondi che servono e al tempo
stesso la riqualificazione dei centri abitati». Sotto il Resegone, dalle
parti di Roberto Castelli, da generazioni si sa fare di necessità virtù.