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Castelli: 2mila miliardi per nuovi penitenziari

Giulio Ferrari

La Padania, 7 giugno 2004

Il ministro inaugura il ristrutturato carcere di Lecco.

«I soldi non ci sono, ma nei prossimi anni sarà possibile realizzare nuovi penitenziari per 2000 miliardi di lire. E a costo zero per la comunità».
La quadratura del cerchio, e del bilancio, non è una missione impossibile per Roberto Castelli che, intervenendo ieri a Lecco alla cerimonia di riapertura del carcere di Pescarenico, ha annunciato il suo piano di rilancio dell'edilizia carceraria.
«Questa per me è una giornata molto lieta - ha detto il ministro della Giustizia - non solo perché sono nella mia città, ma anche perché posso constatare i risultati della "cultura del fare". Quando, in precedenza, avevo visitato questo penitenziario mi sono sentito a disagio perché non era degno della nostra civiltà. Oggi la differenza è sostanziale: finalmente si fa giustizia di quei luoghi comuni che dipingono le nostre prigioni come se fossero tutte la Cayenna. Dopo tre anni di lavori questa struttura si presenta completamente rinnovata. Un intervento portato a termine rapidamente, come non sempre accade: recentemente ho visto il carcere di un paesino della Calabria, lì è da vent'anni che stanno lavorando, avevano iniziato nel 1984».
Dopo il profondo maquillage che lo ha restituito alla città e al mondo civile, il penitenziario situato nel manzoniano rione di Pescarenico ha perso la sua sinistra "faccia da galera" e indossato i panni del "carcere modello".
Non per nulla al taglio del nastro il ministro e i vertici dell'amministrazione penitenziaria apparivano particolarmente compiaciuti, quasi orgogliosi, del risultato. Presenti, tra gli altri, anche il sindaco leghista di Lecco, Lorenzo Bodega, e l'on. Ugo Parolo, candidato del Carroccio alla presidenza della Provincia.
«La riapertura della Casa circondariale di Lecco Pescarenico - ha dichiaro Castelli - è un evento importante per la nostra città. La presenza dello Stato in una comunità locale, infatti, si caratterizza per alcuni segni distintivi, come i palazzi destinati all'amministrazione della giustizia e quelli dove avviene l'espiazione della pena. Oggi inauguriamo il carcere e tra non molto avremo un tribunale rinnovato e più funzionale. Mi sembrano due buone notizie per Lecco e il suo territorio».
«La rinnovata Casa circondariale - ha proseguito il Guardasigilli - garantirà ai detenuti la possibilità di espiare la pena in condizioni dignitose. Speriamo di aggiungere presto anche la possibilità di svolgere attività lavorative, per impiegare fruttuosamente il proprio tempo e al momento stesso di ripresentarsi recuperati e con nuove professionalità alla società civile».
Il carcere di Pescarenico non si presenta come una struttura all'avanguardia solo sotto il profilo della sicurezza, grazie all'adozione delle più moderne e sofisticate tecnologie (dai sistemi antiscavalcamento con barriere a microonde alla video sorveglianza), ma anche dal punto di vista del trattamento dei detenuti. La ristrutturazione, che ha considerevolmente aumentato la capienza del complesso, ha consentito di dotare ogni cella di un bagno con doccia, acqua calda e presa elettrica, oltre a water e lavabo; è stato poi rifatto l'impianto Tv e realizzato un impianto per le chiamate d'emergenza. Ogni piano detentivo, inoltre, dispone di un "locale socialità" per le attività ricreative, mentre interventi migliorativi sono stati effettuati nel cortile di passeggio e nella sala colloqui. Sono poi state approntate, tra l'altro, una palestra e una cappella per il culto. Il costo complessivo delle opere, che naturalmente hanno interessato anche le strutture e gli alloggi destinati al personale della polizia penitenziaria, è di 13 miliardi e mezzo di lire: «Un intervento di ottimo livello anche sotto l'aspetto dei tempi e dei costi», ha commentato Emilio di Somma, vice capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria.
La disponibilità delle risorse resta il primo problema. «La Lombardia soffre di due record negativi - ha spiegato Castelli -: il maggior numero di detenuti rispetto alla capienza delle strutture e il minor numero di agenti. Nonostante le ristrettezze economiche, l'anno scorso siamo riusciti ad ampliare gli organici del personale di 400 unità, mentre è stata aperta una nuova sezione a Lodi e hanno ottenuto il via libera gli appalti di Bollate e Varese. Ora, la riapertura del carcere di Lecco allevierà la pressione su quello di Como. E non ci sono solo le carceri, siamo attivi anche nell'edilizia giudiziaria: spero di posare presto una pietra al tribunale di Lecco, dopo averlo già fatto a Bergamo, e di assistere quanto prima all'inaugurazione del palazzo di giustizia di Brescia».
Castelli, ligio alla "cultura del fare" che è la filosofia della sua terra non si ferma davanti alle difficoltà economiche: «La necessità aguzza l'ingegno. Quando i soldi non ci sono, dobbiamo fare anche noi un po' di finanza creativa». Così, all'insegna dell'intraprendenza , il Guardasigilli ha impostato il suo piano d'azione senza aspettare i tempi delle vacche grasse. «Occorrono soluzioni innovative - ha detto Castelli - che ci consentano di operare. Nei prossimi anni saremo in grado di realizzare nuovi penitenziari per 2000 miliardi di lire, a costo zero per la comunità: ho già pronto un progetto che prevede la dismissione di vecchie strutture carcerarie inutilizzate, ottenendo così i fondi che servono e al tempo stesso la riqualificazione dei centri abitati». Sotto il Resegone, dalle parti di Roberto Castelli, da generazioni si sa fare di necessità virtù.