Le nostre città sono la riproposizione del Panopticon di Bentham e noi cittadini non siamo niente di più che detenuti di un’immensa struttura carceraria con l’aggravante dell’inconsapevolezza circa la nostra natura di corpi continuamente controllati e disciplinati.
Scomparire allo sguardo altrui è un progetto resistente.
La trovata settecentesca di Bentham, un architetto ossessionato e nevrotico,
fu quella di pensare ad un luogo di detenzione che, ponendo un meccanismo di
videosorveglianza al centro di una sorta di cerchio con celle di detenzione
poste su tutta la sua circonferenza, determinava per il solo fatto di essere
così concepita, comportamenti autodisciplinati da parte dei detenuti.
Come dire: un corpo sottoposto a meccanismi di sorveglianza e controllo, si autodisciplina a causa del pensiero ricorrente che lo spinge a credersi continuamente spiato. La struttura del famigerato architetto era il Panopticon, una diavoleria che non smette di essere una tecnica coercitiva tanto in voga. Le nostre città così piene di videocamere disseminate ovunque, così piene di occhi indagatori, sono luoghi di controllo e disciplina che negano il libero abitare, le relazioni private, gli incontri clandestini, lo spensierato movimento di corpi.
Le nostre città sono la riproposizione del Panopticon di Bentham e noi
cittadini non siamo niente di più che detenuti di un’immensa struttura
carceraria con l’aggravante dell’inconsapevolezza circa la nostra
natura di corpi continuamente controllati e disciplinati. Scomparire allo sguardo
altrui è un progetto resistente.
L’idea è quella di rifiutare la natura di corpo sotto controllo.
Ma la questione non sta nello scontro possibile contro le tecniche di potere;
queste sembrano essere organizzatissime ed avrebbero sicuramente la meglio su
“noi detenuti in fuga dal carcere della città panottica”.
La possibilità di farla franca sta allora nell’ offrire una immagine
di sé non corrispondente alla realtà.
Io divento la mia immagine virtuale, io offro pixel in luogo di cellule organiche,
voci registrate e segreterie telefoniche in luogo di carni, materie viventi.
Io divento simulacro di me stesso in un progetto di evasione carceraria, sono
uno spettro per le vie della città panottica, sono falsamente riconoscibile,
non corrispondo, rifiuto l’unità corpo-video e, nella fuga, scelgo
di lasciare in vista non più di un film della mia vita che per questioni
di strategia resistente, non coincide con la mia vera esistenza corporea passata
momentaneamente in rete, disseminata nei mille rivoli della fiction informatica.
Antonio Caronia scrive nel suo “Corpo virtuale” del corpo disseminato
nelle reti informatiche ed individua in questa nuova bio-tecnologia, un valido
strumento di resistenza.
Betty Marenko in “Segni indelebili” ci racconta del tatuaggio inteso
come tecnica di muta corporea, meccanismo di cambiamento, progetto di gestione
sovversiva del proprio corpo. Corpi disseminati in rete, corpi che mutano disegnandosi
in nuove creature, corpi che scompaiono all’identità precostituita
e videosorvegliata, corpi che si disorganizzano, corpi transgender, corpi divisibili
all’infinito, corpi solo immaginabili, presumibili ma intoccabili, imprendibili,
corpi verso la libertà.
Scomparire allo sguardo altrui è un progetto resistente.
Il movimento antineoliberista ed i suoi nuovi linguaggi come l’uso della
pirateria informatica, la disobbedienza, l’abbandono delle pratiche di
scontro fisico e l’adozione di strategie di difesa che tendono a dare
un’immagine di sé sempre creativa e per questo incontrollabile,
questo Movimento è una della vie attraverso la quale è possibile
scomparire alla città panottica ed ai suoi sgherri posizionati dietro
le macchine di controllo video.
Il potere sorvegliante, così privato della carne, registra una sorta
di fibrillazione, un cortocircuito, un tilt poiché il nemico risulta
non esserci e le città una volta organizzate in folle distribuite equamente
il banche, supermercati, ospedali, scuole, ospizi, prigioni e manicomi, ora
appaiono vuote ma stranamente rumorose; musiche assordanti, immagini a ciclo
continuo, fotografie, effetti elettronici,
un fiume continuo privo di corpi si riversa nelle strade con gli sgherri che
impazziscono nella ricerca dei responsabili che ora appaiono però solo
nei loro stupendi simulacri, nelle pelli tatuate che non contengono più
il corpo della vera esistenza ma un vuoto d’aria della consistenza di
un’anima cristiana o un inconscio freudiano o una mente scientifica, in
definitiva, aria fritta dell’inesistenza corporea e della creazione cartesiana
tanto vicina al Panopticon di Bentham. Scomparire allo sguardo altrui è
un progetto resistente.
I corpi disorganizzati ed in festa che ora sappiamo essere solo un ricordo della
vera esistenza corporea, resistono alla videosorveglianza delle macchine di
potere e le immagini che ne risultano istigano il riso, la commedia in luogo
dell’antica tragedia, la maschera, il carnevale, l’indisciplina
dei folli, il gioco dei bambini, il sesso sfrenato; perché una cosa è
certa: i corpi della vera esistenza non si lasciano più disciplinare
e non resta loro che ridere di tutti gli architetti come il nevrotico e ossessionato
Bentham intento ora a progettare nuove macchine che provino a mettere le mani
su materie che non esistono, che facciano ordine da un disordine ingovernabile
che è solo fumo e niente altro. https://www.sravni.ru/zaimy/na-kartu-mgnovenno-kruglosutochno/
Povero architetto! Ma voi immaginate uno scienziato ricco di tanto genio e povero,
veramente povero, di materia da studiare?
Alambicchi, fuochi, testi sacri ma… la pietra filosofale è scomparsa!
Povero Bentham.
Questo seguace di Cartesio e del suo Logo che non si accontentò dall’avvenuta
divisione corporea in materia da una parte e anima-mente-inconscio dall’altra.
Il signor Bentham non contento della scienza sino a qui progredita, volle propinarci
il suo Panopticon per pensare e disegnare le nostre città, per obbligare
i nostri corpi a fare la spesa nei supermercati videocontrollati e poi imboccare
autostrade videotelepass e poi farci riconoscere anche all’estero da bancomat
e carte di credito. Ma come avremmo potuto sopportare tutto questo?
Noi che sopportammo già Cartesio, Freud, Bush padre e figlio, D’Alema
padre e speriamo basti, niente figli in Parlamento.
Ora quest’architetto nevrotico ed ossessionato! Scomparire allo sguardo
altrui è un progetto resistente.
L’unico possibile.