SABATO 17 LUGLIO PER CONTRIBUIRE ALLA LOTTA CONTRO I CPT!!!
I cpt sono Luoghi di carcerazione, di abuso e di sopraffazione. Luogo in cui
esseri umani, senza distinzione di età e di sesso vengono reclusi perché,
da stranieri, si trovano in Italia senza un documento, diretta conseguenza della
loro povertà o della disperazione da cui fuggono, provocata da guerre,
miseria, carestie, licenziamenti di massa e quant'altro. Se avessero la possibilità
di rispettare tutti i requisiti previsti dalla legislazione italiana, probabilmente
non rischierebbero la propria vita pur di attraversare il mare o varcare la
frontiera, ma sceglierebbero forse di fare i turisti.
Ma in questo mondo chi fa le regole, il Capitale e gli Stati, decide chi ci
deve vivere e chi ci deve morire, magari sotto le bombe. Chi può abitare
tranquillamente nel luogo dove è nato, e chi è costretto ad errare,
non avendo nessun'altra alternativa. Stabilisce che pochi privilegiati possono
starsene sereni a godersi il proprio congruo stipendio, e molti altri precarizzati
invece debbano vivere sotto una minaccia. Sotto la minaccia di non trovare lavoro,
o di rischiare in continuazione di perderlo; sotto la minaccia di non potersi
permettere un tetto, a causa dell'alto costo degli affitti; sotto la minaccia
di un "nuovo terrorismo", che per gli Stati e i suoi portavoce è
il motivo che deve farci accettare qualsiasi sottomissione e controllo, pur
di essere "difesi". Di certo un buon alibi per nascondere i misfatti
di chi da sempre si nutre come un parassita della vita e del lavoro dei suoi
cittadini. Molto più tragicamente la minaccia che maggiormente incombe
è quella di perdere la libertà. Chiunque si opponga oggi alle
imposizioni e alle violenze del potere, è considerato un criminale, così
come chi non viene ritenuto un ingranaggio utile al suo funzionamento, è
considerato un indesiderabile. Gli uni e gli altri vengono rinchiusi o deportati
in carceri, centri di permanenza temporanea o case di cura, alla faccia della
retorica dei diritti umani e del progresso della civiltà. Chi continua
a sfruttare, a uccidere, a rendersi complice di questa guerra contro l'umanità,
gode invece del massimo rispetto. Uno di questi sciacalli è proprio Mons.
Ruppi, vescovo di Lecce, che gestisce insieme a Cesare Lodeserto il Regina Pacis.
In esso vi reclude le persone, le priva del loro tempo e della loro libertà;
decide per loro della loro vita e specula sulla loro speranza e disperazione
che permette solo di fuggire alla ricerca di una vita migliore; eppure è
considerato un benefattore. Una persona che continua a dare lezioni agli altri
su ciò che è bene e su ciò che è male, mentre consapevole
di avere le mani sporche di sangue, scarica la propria colpa sulla legge. Ma
non è forse più immorale applicare una legge palesemente iniqua
- semmai equa possa essere una legge emanata dallo Stato -, piuttosto che opporsi
alla sua attuazione? Qualcuno ha deciso di spezzare questa catena di menzogne
e non intende fermarsi neanche di fronte alla meraviglia di chi si indigna per
l?interruzione di una messa da parte di alcuni manifestanti, avvenuta pochi
giorni fa, intenti ad esprimere la loro disapprovazione per l'operato del vescovo
Ruppi; indignazione che non appare così forte invece di fronte alla morte
di migliaia di persone, avvenuta nel tentativo di raggiungere le nostre coste,
per via della militarizzazione delle frontiere. Non ci sarà pace fino
a che tutti gli esseri viventi non saranno padroni della loro vita. Il Regina
Pacis deve chiudere!!!! come tutti gli altri centri di permanenza!!! molti sono
stati i presidi e le lotte in tutta Italia dal sud al nord!! NE SIAMO PIENI!!