Dopo l'epoca dell'oppressione coloniale, gli anarchici cubani hanno partecipato
attivamente alle lotte per l'emancipazione del proletariato. Gli anarchici cubani
lottarono ugualmente contro le dittature di Machado e di Batista. Contro quest'ultimo,
lo fecero nelle guerriglie orientali o quelle dell'Escambray, nel centro dell'isola,
e nella cospirazione e la lotta urbana.
Nel 1959, al trionfo dell'insurrezione, mostrarono un'attitudine favorevole,
per quanto non incondizionata, verso il governo "rivoluzionario".
Ma, molto rapidamente dovettero constatare che i "cambiamenti istituzionali"
puntavano soltanto al consolidamento del "centralismo statale" e all'instaurazione
di un regime autoritario. Quindi reagirono denunciando questa deriva della lotta
rivoluzionaria ed anche molto presto furono fatti oggetto della repressione
castrista e comunista: in particolare i militanti anarchici che tentavano di
preservare l'autonomia del movimento operaio cubano. E, alla fine, la maggior
parte di coloro che non furono assassinati o che non morirono nelle galere della
nuova dittatura dovettero partire in esilio.
Oggi, dopo più di 40 anni di dittatura castrista, le prigioni a Cuba
continuano tanti vecchi e giovani continuano ad essere trattati come un popolo
troppo immaturo per avere diritto alla libertà. Come dopo il primo giorno
della "victoria" castrista, l'alternativa offerta da questo regime
a tutti quelli che ne denunciano l'assolutismo è la prigione o il plotone
d'esecuzione. Ed anche per quelli che, semplicemente, cercano di fuggire da
questo "paradiso" rivoluzionario. Cuba e gli USA sono oggi i soli
paesi a mantenere in vigore e ad applicare la pena di morte. E aspettando che
i capitalisti europei e americani che investono a Cuba, e la nomenclatura castrista
instaurino un capitalismo dal volto "umano", i sindacati continueranno
ad essere agli ordini del potere e lo sciopero continuerà ad essere un
crimine.
Di fronte a questa realtà e a questa prospettiva, il Movimento Libertario
Cubano (MLC) cerca di sviluppare l'anti-autoritarismo rivoluzionario a Cuba
e nel continente americano, con l'obbiettivo di contribuire a costruire un movimento
per partecipare efficacemente alle lotte degli oppressi contro il sistema di
dominio e di sfruttamento, e la resistenza contro-culturale internazionale.
Noi siamo una rete di collettivi e di individui, con sezioni in varie città
del mondo, che coordinano la diversità delle correnti dell'anarchismo
cubano nella lotta contro il totalitarismo comunista e la globalizzazione capitalista:
le due forme attuali dell'oppressione e dello sfruttamento dei popoli.
Novembre 2003
Tribuna Latinoamericana
145, rue Amelot - 75011 PARIS
(Sul retro)
Solidarietà per i prigionieri politici cubani
Per avere lottato contro la dittatura franchista, noi riteniamo che è
un dovere dare la nostra solidarietà oggi ai dissidenti cubani vittime
della repressione castrista per rivendicare ciò che noi rivendicammo
sotto il franchismo.
Si, noi pensiamo che sia un dovere questa repressione che, come quella di Franco,
non ha che un solo obbiettivo: far tacere ogni critica ed assicurare il mantenimento
al potere del dittatore. Una repressione tanto brutale quanto quella di Franco:
condanne sino a 25 anni per il solo "delitto" della differenza di
opinione e condanna a morte per essersi appropriati di un battello per scappare
da Cuba. Senza parlare della celerità: cinque giorni per arrestare, giudicare
e mettere a morte tre giovani di colore che volevano auto-esiliarsi, e questo
senza che abbiano ucciso né ferito nessuno. Franco ebbe bisogno di 17
giorni nel 1963 per far giustiziare i giovani anarchici Francisco Granado e
Joaquin Delgado!
Si, si tratta della stessa "giustizia" arbitraria, con giudizi sommari,
senza alcuna garanzia giuridica, a porte chiuse, senza presenza di osservatori
internazionali e con delle esecuzioni all'alba, per punire la dissidenza, il
fatto di non essere d'accordo, di disobbedire, per terrorizzare il popolo!
Il castrismo, come lo era il franchismo, è un regime senza stampa, senza
opinione, senza dissidenza o associazione libere, una dittatura del partito
unico, del sindacato unico e, soprattutto, un Capo Supremo, una sola voce, un
solo pensiero!
Perciò noi denunciamo questo regime che calpesta i valori di libertà
e di giustizia che sono sempre stati quelli della sinistra anti-autoritaria.
Ed oggi, a maggior ragione, quando Fidel Castro, come Franco alla fine, si lascia
andare più cinicamente alla sua inclinazione autoritaria e repressiva.
Noi pensiamo quindi che sia nostro dovere denunciare una repressione che condanneremo
sempre. Non soltanto perché, anche per noi, "non essere d'accordo
è un atto di coscienza al quale non si possa rinunciare", ma perché
in più noi saremo sempre dalla parte degli oppressi e dei perseguitati.
José Gracia Chile: 1939, 2 anni di carcere
Antonia Lisbona: 1939, 6 anni di carcere
Emilio Santiago: condannato a morte nel 1947, 15 anni di carcere
Juan Busquets: condannato a morte nel 1949, 20 anni di carcere
Angel Fernandez: condannato a morte nel 1950, 16 anni di carcere
Alain Pecunia: 1962, 3 anni di carcere
Francisca Roman: 1962, 6 anni di carcere
Juan Salcedo: 1963, 15 anni di carcere
Gregorio Rojas: 1963, 1anno e 6 mesi di carcere
Stuart Christie: 1964, 3 anni di carcere
Alicia Mur Sin: 1966, 3 anni di carcere
Luis Andres Edo: 1966, 8 anni di carcere
Octavio Alberola: 1967, 1 anno e 3 mesi di carcere
David Urbano: 1967, 7 anni di carcere
Jaime Pozas de V.: 1968, 5 anni di carcere
Floreal Rodriguez: 1968, 8 anni di carcere
Andres Ruiz Grimas: 1972, 3 anni di carcere
Eloy Martin Nieto: 1972, 3 anni di carcere
José L. Pons Llobet: 1974, 3 anni di carcere
"Grupo pro revision del proceso Granado y Delgado"
La Memoire Sociale, BP 58, 93260 Les Lilas (France)
Fonte: volantino diffuso al Forum Sociale Libertario di Parigi (2003) tradotto da stecunga e pubblicato su A-infos il 20 novembre 2003.