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E ora Cuba colpisce le mogli dei dissidenti detenuti

Elisabetta Rasy

Corriere della Sera - Magazine, 13 maggio 2004

Quando, poco più di un anno fa, l'economista Martha Beatriz Roque è stata arrestata a Cuba per le sue idee avverse al regime di Fidel Castro era già malata, diabete e un processo infiammatorio in atto in varie parti del corpo. AI momento dell'arresto - condanna a vent'anni - aveva cinquantasette anni, un'età nella quale ai nostri giorni le donne hanno smesso di essere considerate vecchie. Ma in carcere il tempo passa in modo diverso, specie per le malate. La sua situazione clinica peggiora costantemente e un appello in suo favore è stato lanciato nei giorni scorsi, ma senza grandi echi internazionali, malgrado il "Libro Nero" su Cuba appena pubblicato dall'organizzazione dei Reporters sans Frontières. La Roque è l'unica donna tra i settantacinque intellettuali dissidenti arrestati nell'aprile del 2003 a Cuba. La condizione più modesta e meno esposta delle altre donne in lotta con il regime castrista allora le ha protette. Allora. Perché oggi, dopo la manifestazione a L'Avana, lo scorso marzo, delle "donne in bianco", cioè le mogli dei detenuti dissidenti, il governo ha cominciato a occuparsi anche di loro. Come nel caso di Dolia Leal Francisco, che ha rischiato l'arresto per aver protestato dopo che le era stato negato un colloquio con il marito in gravi condizioni di salute. Ma non è che sulle mogli che non protestano la repressione manchi di agire. Il pianeta carcere si dilata anche a loro, negli incontri aboliti, le notizie scarse, le lunghe distanze tra il luogo dell'incarceramento dei mariti e le città dove vivono.

Liberata la "pasionaria" del dissenso a Cuba

la Repubblica, 24 luglio 2004

La Roque ha gravi problemi di salute.

Marta Beatriz Roque, l'economista ex comunista condannata a vent'anni dal regime cubano per delitti d'opinione è stata rilasciata. Le autorità cubane l'hanno scarcerata l'altro ieri per motivi di salute dopo 16 mesi di reclusione, 12 dei quali trascorsi in un ospedale giudiziario per una grave forma di diabete, ipertensione e disturbi cardiaci. La dissidente, che è apparsa dopo la scarcerazione in buone condizioni di salute, si è dichiarata "sorpresa" per la sua liberazione ma ha aggiunto che "fino a quando non saremo tutti liberi non potremo dire che si tratta di un gesto di clemenza".