Il suo vero nome è “Progetto 415” ma viene chiamato più amichevolmente “Echelon [1]”. È un sistema di sorveglianza globale segreto che controlla chiamate e trasmissioni di dati circolanti in tutto il mondo.
In altre parole un “Grande Fratello” che ci spia in segreto dal 1952 ma del quale gli stessi “padri” negano l’esistenza [2]. I prodromi di Echelon pare risalgano al 1947, anno in cui Commonwealth e Usa sottoscrissero un accordo per scambiare e condividere i risultati delle proprie attività di intercettazione, con lo scopo (si presume) di ottenere informazioni riservate da utilizzarsi durante la guerra fredda. Ma l’operatività del sistema risale del 1971.
Echelon è il risultato del “UKUSA Strategy Agreement” [3] un patto di collaborazione nella raccolta di “Signal Intelligence [4]” stretto nel 1948, tra Stati Uniti, Nuova Zelanda, Gran Bretagna, Canada e Australia. Progettato inizialmente come sistema di monitoraggio militare (forse sarebbe meglio dire di spionaggio! (n.d.r)) della ex U.R.S.S., a seguito delle profonde modificazioni politiche, fu utilizzato per scopi diversi. Infatti, scomparse le motivazioni militari sembra certo che lo scopo del sistema fosse principalmente di carattere commerciale. Pratica eufemisticamente scorretta [5].
Il sistema è in grado di intercettare non solo le comunicazioni tra individui ben determinati ma riesce persino a leggere e ascoltare e-mail, fax e telefonate, nonché qualsiasi tipo di trasmissione satellitare e su fibra ottica.
Echelon è sistema costituito da 5 basi terrestri [6], una rete di satelliti, supercomputers e cavi sottomarini.
Dalle cinque basi, segrete, vengono intercettate le comunicazioni che passano attraverso i venticinque satelliti Intelsat utilizzati dalle compagnie telefoniche di tutto il mondo per le comunicazioni internazionali [7]. Le stazioni in cui si trovano i “dizionari” hanno un codice di identificazione che permette di distinguere quella stazione da un’altra. I codici sono registrati, all’inizio di ogni messaggio intercettato, prima che sia distribuito attraverso Echelon e danno la possibilità di analizzare ed individuare subito quale stazione ha effettuato l'intercettazione. La rete di satelliti spia (c.d. “Vortex”), che la NSA [8] ha lanciato in orbita dal 1970, è costituita da tre “bird” geosincronici in grado di coprire, da soli, tutto il pianeta.
Nei supercomputers, c.d. “Echelon dictionaries” o “dizionari”, sono memorizzate milioni di keywords ognuna diversa per ogni nazione; quando il sistema nota la presenza delle keywords all’interno del messaggio, lo registra in modo digitale su nastri e lo invia al quartier generale della nazione che aveva inserito la keyword nel messaggio “in oggetto” [9]. I dizionari sono in grado di assorbire, esaminare e filtrare in tempo reale enormi quantità di messaggi digitali e analogici, estrapolare quelli che contengono le parole chiave programmate, decodificarli e inviarli al quartier generale dell’intelligence dei 5 paesi interessati ai messaggi che includono la parola determinata [10]. Le keywords vengono cambiate ogni pochi giorni a seconda i temi politici, diplomatici ed economici di interesse per gli Usa e i suoi alleati.
In sintesi, gli elaboratori che si trovano in ognuna della stazioni di controllo fanno una scansione automatica e continua dei messaggi intercettati e ricercano quelli che contengono le keywords pre-programmate [11].
Computers con queste caratteristiche già esistevano negli anni ’70 ma la novità di Echelon è la interconnessione e l’integrazione tra loro, sotto la supervisione della NSA. Infatti per decine di anni prima della nascita di Echelon, le agenzie dell’alleanza UKUSA lavoravano comunque l’una per l’altra ma ognuna intercettava ed analizzava i messaggi nelle proprie stazioni.
L’ultimo “elemento costitutivo” di Echelon nasce dalla combinazione di cavi sottomarini e reti a microonde sulla terraferma, combinazione che, però, trova il suo punto debole proprio nella microonda. Infatti, le comunicazioni che, uscite dai cavi sottomarini, arrivano alle basi di terra sotto forma di microonde, diventano facilmente aggredibili e intercettabili [12].
Le prede più appetibili per questo misterioso “Grande Fratello” sono le persone, le organizzazioni o i governi che, ignari, non utilizzano alcun sistema di crittografia, come, per es., le nazioni che si trovano nel sud del Pacifico che non utilizzano alcun sistema di protezione nemmeno per le comunicazioni di strategia governativa. Tali comunicazioni, una volta captate, arrivano dritte dritte negli uffici delle agenzie UKUSA.
Cosa si sta facendo al riguardo? Sembra si stia cercando di far diffondere al “cultura del protetto” fornendo software di crittografia [13], per cercare di contrastare le intrusioni di Echelon [14].
Quella che si riporta è la “confessione” [15] di una delle ex spie che denunciarono l’esistenza di echelon.
Lui si chiama Fred Stock ed ha lavorato per quindici anni al CSE, Communication Service Establishment, il servizio segreto canadese, come operatore delle comunicazioni top secret. È diventato, nel 1993, il primo pentito di Echelon presentando denunce in Parlamento e alla Corte per i Diritti Umani. Vive in Canada, non ha un lavoro e nonostante la CSE lo abbia licenziato, viene ancora oggi costantemente controllato.
“Complimenti, mi avete trovato. Una spia che viene scoperta da un giornalista è una bella umiliazione […] Venite per sapere di più di Echelon, immagino. Il Grande Fratello, come lo chiamate voi in Europa. Finalmente avete scoperto che esiste, che la nostra vita è un codice seriale in un computer che ascolta, e ora avete paura. Potete stare tranquilli: è troppo tardi per intervenire […] Echelon doveva essere il guardiano del villaggio. Lo hanno trasformato in un cannibale […] Caldo e mare. Due anni a sentire le sfuriate di Fidel Castro, controllare le fughe dei dissidenti cubani. Uno spasso, puro divertimento […] Ci siamo sempre sentiti il fratellino minore degli USA che doveva fare il dirty job, il lavoro sporco […] Ehi, che diavolo ci facciamo noi con il Papa [16]? […] Cosa abbiamo contro gli ecologisti […] Non avevo ancora capito che era cominciata un’altra guerra, quella per il controllo delle comunicazioni […] È stata una idea di Reagan, è lui che dobbiamo ringraziare […] Mi sembrava una cosa grandiosa. Pensate che già dal 1984 con una di queste antenne i orbita potevamo filmare un francobollo caduto per terra a Tokyo […] In teoria Echelon può arrivare dappertutto. Ma non è detto che lo faccia […] Mi insegnarono che c’erano i buoni e i cattivi. Che noi occidentali eravamo alleati per combattere l’impero dei sovietici […] L’Europa è un nemico! Quando ho chiesto delucidazioni al mio capo , Gerry Godin, mi sono sentito rispondere “Dovresti aggiornare il significato della parola […] Mi ricordo dell’Italia. La sorveglianza si è intensificata dal ’91, con la crisi dei Balcani. Ogni tanto ci occupavamo anche di mafia, ma sempre meno […] Due anni fa, sono venuti due agenti della CSE. Me li sono trovati dentro il salone, per fortuna ero al telefono. Io sono fatalista, ma la mia famiglia ha sempre paura che mi accada qualcosa” . Alla domanda se se sarebbe andato a testimoniare se l’europarlamentare Schmidt, che indagava su Echelon, lo avesse contattato, Stock rispose “Non andrò. Sono stanco di questa storia, parlare non è servito a niente, soltanto a distruggere la mia vita. Ho subito almeno quindici visite (psichiatriche – n.d.r.). Mi veniva da ridere quando lo strizzacervelli mi chiedeva che tipo di problema avevo: “faccio la spia, ecco il mio problema” […] Un’offerta di cinquantamila dollari canadesi per farmi tacere. Ho rifiutato. Non trovo un posto neanche come commesso. Faccio il colloquio e mi prendono ma dopo poche ore arriva una telefonata e chissà perché cambiano idea. A Bruxelles non andrò: se esco non mi fanno più rientrare in Canada. Pensate veramente che questo scandalo nasca per difendere la privacy dei cittadini? Balle. Gli europei hanno creato questo clamore per sviare l’attenzione e costruirsi la propria Echelon. Passato il polverone, tratteranno alla pari con gli Stati Uniti. Il potere sulle comunicazioni è l’ultima prova di supremazia”. Arriva una e-mail di un amico inglese che propone a Stock di scrivere insieme un libro su Echelon. “Che dite? Faccio rispondere il mio ex capo? La mail sarà passata prima per il suo tavolo. Non siate paranoici: tecnicamente non possiamo essere controllati tutti. Echelon oggi è usato come la bomba atomica: è un ottimo deterrente” [17].
Echelon compare sui tavoli di Bruxelles nel 1998 quando la STOA (Security Technological Option Assessment Office), della Direzione Generale Ricerca del Parlamento Europeo, vi appoggiò “An appraisal of technologies of political control, European Parlament: Scientific and technologies options asssessment, Luxembourg, January 6, 1998 [18]” un rapporto in cui si affermava “In Europa [19] le telefonate, i fax e i test di posta elettronica sono regolarmente intercettati, e dal centro strategico inglese di Menwith Hill le informazioni di interesse vengono trasferite al quartier generale della National Security Agency, l’Agenzia di spionaggio elettronico americana” [20][…] Echelon fa parte del sistema congiunto di intelligence angloamericano, ma diversamente dai sistemi di spionaggio elettronico sviluppatisi durante la guerra fredda, Echelon punta essenzialmente a obiettivi non militari: attività governative, di organizzazioni e di imprese in praticamente tutti i paesi europei"[21].
L’Europarlamento decise, allora, di creare una commissione speciale temporanea [22] che facesse luce sulla esistenza di Echelon. Questa fu la risposta alla richiesta avanzata da un gruppo di Verdi che aveva appreso, in chiusura della prima audizione pubblica sulla rete spionistica inglese, le sconcertanti rivelazioni fatte dal protagonista dell’audizione, Duncan Campbell, giornalista e ricercatore scozzese, nel suo rapporto intitolato “The state of the art in Communications Intelligence (COMINT) of automated processing for intelligence purposes of intercepted broadband multi-language leased or common carrier systems and its applicability to COMINT targetting and selection, including speech recognition & Interception Capabilities 2000 [23]" (o, come più comunemente è noto, “Rapporto Campbell”). Il rapporto confermava le affermazioni già sostenute nel precedente Rapporto STOA tanto che lo stesso Campbell dichiarava “il rapporto costituisce la prima prova documentaria dell’esistenza di Echelon”. Milioni di comunicazioni vengono intercettate dal sistema gestito dalla NSA; la capacità di sorveglianza globale è enorme; la NSA spia anche le comunicazioni diplomatiche tra paesi amici e quelle militari degli alleati; le conversazioni tra imprese, una volta intercettate, sono utilizzate per aiutare le società americane a togliere mercati ai concorrenti europei; si intercettano persino le comunicazioni criptate, sebbene ciò comporti un ingente aggravio di spese.
La Commissione di inchiesta ha avuto come relatore Gehrard Schmidt il quale, dopo mesi di duro lavoro ha presentato, nel 2001, la bozza delle conclusioni cui era giunto: è vero, Echelon esiste. Esiste già dal 1947, anno del patto USA/Commonwealth; esistono basi e stazioni di ascolto; è vero che gli statunitensi hanno sempre cercato di negarne l’esistenza.
Successivamente a tali dichiarazioni la Commissione Europea ha invitato le aziende europee a criptare i propri messaggi e a realizzare una legislazione più adeguata e in grado di uniformare lo standard di controllo delle intelligence nazionali [24].
Ma proprio la stessa Europa, che ha tanto recriminato il comportamento degli americani e dei suoi “alleati”, ha tenuto ben nascosto nell’armadio il suo scheletro. Da circa dieci anni, infatti, sta lavorando alla realizzazione di un Echelon continentale, denominato ENFOPOL [25], sul quale ha sempre steso un velo di silenzio, rotto soltanto dalla “ingenua” (n.d.r.) dichiarazione [26] dell’ufficio del Garante per i dati personali che affermava “i nostri dati sono sicuri, protetti da una legge e da un tasso di automazione delle nostre amministrazioni che non è in grado di porci problemi” [27].
Anche l’Italia pare abbia avuto uno “sobbalzo”. Il Senato aveva deciso di aprire una indagine conoscitiva dopo che il senatore Semenzato aveva presentato un’interrogazione a seguito della scoperta di una base militare americana, centro di spionaggio, a San Vito dei Normanni ma…nulla quaestio [28].
“[…] Il fatto vergognoso, in tutta questa tortuosa e oscura vicenda, è che l’Unione Europea si sveglia e si preoccupa solo perché ha il sospetto che siano in gioco interessi commerciali. I diritti dei cittadini sono materia trascurabile e irrilevante, nonostante le dichiarazioni teoriche (e le inefficienti istituzioni) sul rispetto della privacy e sulla “riservatezza dei dati personali”.
Dietro a queste torture ci sono due fatti. Uno è l’umiliante asservimento delle istituzioni europee (e italiane) alle grandi lobby che difendono interessi di parte, spesso a scapito di quelli dei cittadini. L’altro è la scarsa coscienza che i cittadini hanno dei loro diritti.
Il concetto dei diritti civili e personali (compreso il diritto alla riservatezza e alla libera informazione) è entrato da poco nella nostra cultura. È ancora fragile e immaturo. Ce ne occupiamo poco. Spesso consideriamo “normale” o trascurabile che quei diritti siano violati. Se non entrerà più fortemente nella coscienza collettiva, è illusorio aspettarci che sia preso più seriamente dal potere politico e dalle grandi centrali dell’informazione” [29].
Ovverosia…un calcio al right to be alone [30]! (n.d.r.)
Note:
[1] Echelon: la parola deriva dal francese antico eschelon,
a sua volta dal tardo latino scala, da cui scalino, ma anche reticolato a gradinata,
scaglione, e infine "gruppo di unità singole non allineate".
Che sarebbero, secondo quanto scrive il rapporto stoa del Parlamento europeo,
le intelligence di Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda.
“Basi segrete e satelliti: ecco la rete Echelon”, http://www.repubblica.it/,
20 marzo 1999
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[2] “Gli statunitensi avevano sempre negato l’esistenza
di una “cosa chiamata Echelon” e ancora oggi non sono riusciti a
fare nulla di meglio se non nascondersi dietro silenzi più o meno imbarazzanti.
Le uniche dichiarazioni semiufficiali, ai limiti dell’offensivo, restano
a tutt’oggi quello che James Woolsey, ex capo della CIA, rilasciò
qualche tempo fa nelle quali affermava che gli States avrebbero utilizzato Echelon,
ma non per attuare pratiche di concorrenza sleale bensì per evitare che
la nota corruzione delle imprese europee infettasse le notoriamente innocenti
e incontaminate aziende nordamericane”. “La UE vs Echelon”,
in Focus, 5 giugno 2001; “Echelon is perhaps the most powerful intelligence
gathering organization in the world. Several credible reports suggest that this
global electronic communications surveillance system presents an extreme threat
to the privacy of people all over the world. According to these reports, ECHELON
attempts to capture staggering volumes of satellite, microwave, cellular and
fiber-optic traffic, including communications to and from North America. This
vast quantity of voice and data communications are then processed through sophisticated
filtering technologies. This massive surveillance system apparently operates
with little oversight. Moreover, the agencies that purportedly run ECHELON have
provided few details as to the legal guidelines for the project. Because of
this, there is no way of knowing if ECHELON is being used illegally to spy on
private citizens”, http://www.echelonwatch.org/;
Capparelli Elena, Progetto Echelon, http://www.mediamente.rai.it/,
15 febbraio 1999; Pranzetti Romolo, Echelon, un sistema di spionaggio angloamericano,
che non risparmia nessuno, messo a nudo nei siti internet, http://www.mondoweb.it/.
Dello stesso autore anche utenti.lycos.it/webreview/ghost/echelon.htm;
“Echelon: il Grande Fratello”, www.disinformazione.it/controlloelettronico.htm;
Scarienzi Andrea “Telefoni, fax, mail. Echelon, ti ascolta Esiste davvero
un sistema in grado di intercettare tutto?”, http://www.grandinotizie.it/,
12 settembre 2001; Fazio Angela e Guidi Luca, Il caso Echelon - Fino a che punto
è socialmente accettabile l'intercettazione delle comunicazioni?, www.cli.di.unipi.it/~guidi/Echelon/tesi.html;
Per non dimenticare la presenza "inquietante" di Echelon, http://www.greensitenews.it/,
articoli vari; “Echelon: 20 anni di intercettazioni”, http://it.gsmbox.com/,
28 giugno 2001; Bonanno Davide, Echelon: ecco come veniamo costantemente spiati,
http://www.nicolosy.it/Verità_Nascoste/Echelon.html
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[3] Il Trattato UKUSA (United Kingdom-United States) Strategy
Agreement è un patto di collaborazione, stretto nel 1948, tra l’americana
NSA, la neozelandese GCBS (Government Communications Security Bureau), l’inglese
GCHQ (Government Communications Headquarters), la canadese CSE (Communication
Security establishment) e l’australiana DSE (Defence Signals Directorate).
L’alleanza è nata dallo sforzo cooperatico per intercettare trasmissioni
radio durante la seconda guerra mondiale e orientato contro l’unione delle
repubbliche socialiste sovietiche. Logiudice Andrea, Il sistema di spionaggio
a livello mondiale Echelon, http://www.cipu.it/
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[4] Signal Intellingence è l’insieme delle tecniche
utilizzate per l’analisi e la decifrazione delle comunicazioni nemiche.
Una componente essenziale di questa disciplina è non fornire all’avversario
alcuna informazione sui propri sistemi e metodi di trasmissione. La ragione
dipende dal fatto che una tecnica molto utilizzata nella sigint è la
cosiddetta Traffic Analisys, cioè la rivelazione delle caratteristiche
dei flussi di comunicazione al fine di individuare l’effettivo destinatario
di una comunicazione, o la lunghezza del messaggio. La Traffic Analisys è
molto utile quando si deve curiosare, per es. nella posta elettronica di qualcuno,
tant’è che esistono appunto dei sistemi chiamati anonymus remailer
concepiti proprio per impedire al man in the middle di capire che cosa stia
accadendo. Giustozzi C.- Monti A.- Zimuel E., Segreti spie codi[ci]frati, Apogeo,
1999, pagg. 204-205
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[5] “La UE vs Echelon” , http://http://webnews.html.it/focus/69.htm,
5 giugno 2001
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[6] Ad ogni paese del patto (eccetto il Canada) è affidata
la copertura di una particolare area del mondo. La base che controlla il traffico
europeo si trova in Inghilterra, a Morwenstow; la base di Sugar Grove (nei pressi
di Washington) controlla il continente americano; la base all’interno
del US Army di Yakima, la base neozelandese di Waihopai (che copre già
l’oceano indiano) e quella australiana di Geraldton coprono il Pacifico;
In realtà sembra che i paesi che hanno un sistema di intercettazione
siano molti di più. Gaiani Gianandrea, “L’indiscreto Echelon:
oltre 30 paesi dispongono di mezzi per lo spionaggio elettronico”, www.analisidifesa.it/chie/ggaiani.htm
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[7] Ogni compagnia telefonica del mondo (Telecom Italia, Omnitel,
France Telecom etc.), infatti, utilizza per le comunicazioni internazionali
uno dei 25 satelliti geostazionari Intelsat che ruotano intorno alla Terra.
Nelle cinque basi di ascolto UKUSA vengono intercettate le comunicazioni gestite
da questi satelliti.
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[8] La National Security Agency è un’agenzia degli
Stati Uniti che si descrive come ente responsabile della sicurezza delle attività
di comunicazione del governo americano, ma che, in realtà, è avvolta
da una fitta coltre di nebbia misteriosa [“The National Security Agency
is the national’s cryptologic organization. It coordinates, directs and
performs highly specialized activities to protect U.S. informaton system and
produce foreign intelligence information. A high tecnology organization, NSA
is one the most important centers of foreign language analysis anda research
within the Government” “About the Nation Security Agency”,
www.nsa.com.] Quando la U.S.
House of Representatives, che stava conducendo un’inchiesta su Echelon,
chiese alla NSA, quale ente propriamente competente, la documentazione riguardante
i suoi standard operativi riguardanti sistemi capaci di intercettare comunicazioni
americane. A sorpresa (o meglio, come facilmente immaginabile) la NSA rifiutò.
Ivaldi Marco, “Echelon: qualcuno ci ascolta”, www.0xdeadbeef.eu.org/papers/echelon.html;
“Echelon. In USA il Centro di ricerca sulla Privacy chiede di sapere se
ci sono dossier su cittadini americani e lancia uno studio sulle intercettazioni
condotte dalla NSA”, www.privacy.it/newspri19991203.html.
Già nel 1998 la Electronic Privacy Information Center (EPIC) di Washington
(un centro di ricerca nato per sensibilizzare l’attenzione sulle libertà
civili e la tutela della privacy – aveva fatto istanza presso un tribunale
federale affinché lo stesso disponesse la diffusione dei documenti controversi
relativi a possibili attività di controllo sui cittadini americani. Lo
scopo da raggiungere era pubblicare quei documenti di cui la NSA negava l’esistenza
e si rifiutava di fornire (ma…come si fa a negare l’esistenza di
un documento e nello stesso tempo rifiutarsi di esibirlo?? Una contraddizione
in termini che, palesemente, ci induce a ritenere, per logica (!) che il documento
esiste. (n.d.r.)). Anche la NSA, sebbene richiesta della Commissione Parlamentare
sui servizi segreti, prima, e dalla stessa EPIC, dopo, aveva rifiutato di esibire
la documentazione. E al riguardo il direttore dell’EPIC, Marc Rotenberg,
aveva dichiarato: “lo statuto della NSA non consente la raccolta di informazioni
su privati cittadini. Tuttavia, abbiamo ragione di credere che la NSA stia acquisendo
e intercettando in modo indiscriminato comunicazioni condotte via Internet”.
Non dimentichiamoci che proprio la NSA è la “trinità”
di Echelon. Lo ha ideato, lo ha progettato e ora lo amministra.
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[9] Per fare degli esempi: digitando due keywords “Italia”
e “traffico di armi”, il sistema è in grado di selezionare
velocemente i messaggi più interessanti, selezionando, in termini di
secondi, tutte i messaggi che contengono tali parole; Secondo Jena Guisnel,
giornalista esperto in materia, i dizionari sono in grado di decifrare non solo
le keywords ma anche il contesto della conversazione intercettata. Per es. se
la keyword è “droga” e parlando al telefono si dice “i
rinoceronti sono arrivati”, Echelon si allerta e seleziona la informazione.
(!), www.repubblica.it,
2 febbraio 1999
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[10] “The best packets for professional software –
Echelon, ovvero: licenza di spiare….un attimo, prego…I segreti di
Echelon (così USA e Gran Bretagna ci tengono sotto controllo)”,
http://www.bismark.it/
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[11] Ogni mattina gli analisti, con il loro speciale indottrinamento
aprono i loro computer A Washington, Ottawa, Canberra, Wellington e Cheltenham
ed entrano nel sistema dei dizionari. Dopo aver effettuato la routine di password
e controlli fiscali finiscono nella cartella con la lista dei differenti tipi
di intercettazioni disponibili nel database, ognuno con il suo codice a quattro
numeri. Per es. 1911 sta per comunicato diplomatico giapponese dal Latinoamerica,
3848 sta per comunicazioni politiche da e sulla Nigeria”. Hager Nicky,
Secret Power: New Zealand’s Role in the International Spy Network, Tratto
da Covert Action Quartery#59, tradotto da Tactical Media Crew http://www.tmcrew.org/;
vedi anche “The best packets for professional software – Echelon,
ovvero: licenza di spiare….un attimo, prego…I segreti di Echelon
(così USA e Gran Bretagna ci tengono sotto controllo)”, www.italysoft.com/software/echelon/;
hager nicky, Echelon, nell’era della sorveglianza, www.bismark.it/speciali/Echelon/;
“Echelon, sottoposti al sistema di sorveglianza globale”, www.tmcrew.org/privacy/caq/sorvegli.htm;
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[12] Una idea di come viaggiano le microonde ce la offre Mike
Frost che, in un documento di Spyworld scritto a “due mani” con
un ex membro dell’UKUSA canadese, descrive come vengono trasportati, all’interno
delle ambasciate dei paesi che firmarono UKUSA, ricevitori e processori a microonde
utilizzati per monitorare le comunicazioni delle capitali straniere. “The
best packets for professional software – Echelon, ovvero: licenza di spiare…
un attimo, prego… I segreti di Echelon (così USA e Gran Bretagna
ci tengono sotto controllo)”, www.bismark.it
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[13] La criptografia (o crittografia) è una vecchia
scienza, inventata dai militari e dagli amanti, che ha come scopo rendere incomprensibile
un messaggio, affinché esso sia capito solo dai destinatari. Si basa
sullo scambio delle lettere dell’alfabeto in base a regole di codifica
che dipendono da parole chiave conosciute solo dal trasmittente e dal destinatario.
Un messaggio criptato è, quindi, un messaggio “in codice”
che può essere letto solo da chi ha la chiave per decodificarlo. La tecnologia
base di questa definizione è quella ben nota dei sistemi a due chiavi
applicata all'impronta del documento informatico. Le due chiavi vengono generate
in parallelo ma è impossibile nota l'una risalire all'altra. Delle due
chiavi una è destinata ad essere nota, l'altra ad essere rigorosamente
segreta e in possesso del solo mittente. In sostanza: A vuole inviare il documento
X a B. A calcola l'impronta di X e ottiene Y, codifica Y con la propria chiave
privata, ottiene Y1, e lo invia a B. B decodifica Y1 con la chiave pubblica
di A (a lui nota) e ottiene Y2 . Confronta Y1 e Y2 e se i due dati coincidono
ha la certezza che il documento inviato da A è autentico e integro. Abbiamo
parlato di impronta. L'impronta è una sequenza di simboli binari di lunghezza
predefinita generata mediante l'applicazione alla prima di una opportuna "funzione
di hash"(cioè si prende un file gli si applica l'algoritmo di hash
e viene prodotta una sequenza di bit dalla lunghezza predeterminata - l'impronta
-). Il processo di generazione dell'impronta non è, però, biunivoco,
per cui nota una certa impronta non è possibile risalire matematicamente
al documento che l'ha generata, http://www.filodiritto.com/diritto/privato/informaticagiuridica/firmadigitalerossi.htm
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[14] Nella politica di opposizione e contrasto ad Echelon
rientrano anche particolari iniziative. La prima, passata un po’ in sordina,
promossa dalle organizzazioni per la tutela dei diritti digitali di tutto il
mondo, è stata chiamata “Echelon Jam Day”, 21 ottobre 1999.
L’iniziativa si presentava con lo scopo di sovraccaricare gli elaboratori
di Echelon immettendo all’interno dei messaggi delle e-mail contenenti
solo keywords dei suoi “dizionari”. ivaldi marco, Echelon: qualcuno
ci ascolta, www.0xdeadbeef.eu.org/papers/echelon.html;
Altra iniziativa, del maggio 2001, “Inondiamo Echelon”. Un virus,
simile al “Love bug”, è stato concepito per rallentare Echelon.
Extirpater e Beyin gli pseudonimi che hanno firmato il virus. Un messaggio contenente
un lunghissimo elenco di termini, su cui pare si basi Echelon per individuare
i messaggi sospetti della rete, viene inviato tramite posta elettronica automaticamente
agli indirizzi di posta memorizzati nella rubrica di Outlook di ogni destinatario
che apre l’e-mail infetta. Il fatto di diffondersi in massa dovrebbe portare
Echelon, secondo le speranze gli “autori”, a lavorare (a vuoto!)
su messaggi che contengono termini sospetti ma sostanzialmente innocui. “Virus
e controspionaggio” www.heos.it,
18 maggio 2001; “Sofhos: un virus contro Echelon”, www.publiweb.it,
“ECHELON: pronto il virus per il grande fratello”, www.multimediale.net,
18 maggio 2001; http://web.tiscali.it/Pensiero_Individuale/Echelon.htm;
pellegrino Davide, Scoperto un virus contro Echelon, www.apogeonline.com/webzine/2001/archivio/rubrica/NetNews/05,
21 maggio 2001; www.cipherwar.com/echelon/italian
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[15] http://www.repubblica.it/online/tecnologie_internet/%20echelonsei/echelonsei/echelonsei.html
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[16] “Vaticano – Il Papa spiato da Echelon”,
www.lettera22.com/ux/news/vaticano/200002282028.news.shtml,
28 febbraio 2000. Anche il Papa è stato spiato da Echelon. La notizia
è stata data dal Sunday Times che citava, appunto, il Sommo Pontefice
tra gli obiettivi spiati dal sistema. Tra le fonti citate dal Sunday Wayne Madsen
(ex agente della NSA) e Mike Frost, appunto, secondo il quale le dichiarazioni
e le comunicazioni del Papa sono state intercettate e inviate direttamente ai
servizi segreti. Nel mirino anche madre Teresa di Calcutta, la principessa Diana
(spiata per la sue campagne di beneficenza e la sua attività in favore
della eliminazione delle mine antiuomo), l’associazione pacifista Greenpeaces
e tanti altri; Piervincenzi Emilio, Super Echelon, il futuro è nei mega-computer
– E il Vaticano “blinda” le telefonate del Papa, www.privacy.it/piervincenzi20010621.html.
Echelon ha ascoltato buona parte della attività diplomatica del Vaticano
soprattutto tra gli anni 1995-1998, ma quando ci si è accorti che “qualcuno
spiava” si è corsi subito ai ripari: criptazione totale e assoluta.
Costruzione di un muro invalicabile davanti alla attività “comunicatrice”
della Santa Sede. Nessuna e-mail, nessuna telefonata, nessun fax tra le “stanze
che contano” del Vaticano e le Cancellerie sparse sull’intero pianeta,
è più intercettabile. La protezione è stata attuata su
due diversi livelli: interno ed esterno. Quello interno è rappresentato
dal cd. “Fire Wall” e non consente la registrazione né la
decrittazione dei messaggi. [Più precisamente, “Fire Wall”,
o “muro di fiamme”, è una barriera interposta tra due reti
collegate fra loro, che serve ad evitare che gli utenti dei calcolatori che
si trovano da una parte della barriera possano effettuare determinate operazioni
sui calcolatori dell’altra. Può servire, ad es., per far sì
che i calcolatori di una rete siano in grado di accedere alle informazioni disponibili
su un server www, ma che non possano fare operazioni di emulazione di terminale
o file transfer sullo stesso server. (n.d.r.)]; quello esterno è rappresentato,
invece, da un sistema di crittazione con cui vengono protetti i messaggi inviati
oltre Vaticano. La sorveglianza di Echelon sul Vaticano ha assunto un forte
significato, si pensi ai negoziati internazionali e soprattutto ai rapporti
con quei governi (come Iran, Iraq, ecc..) che sono tradizionalmente ostili alla
politica americana.; buongiorno pino, Spionaggio le rivelazioni sul sistema
Echelon . Un grande orecchio per rubare gli affari all'Europa, www.tmcrew.org/privacy/caq/panoramaechelon.htm
; Un’altra spia, un ex funzionario della NSA, Wayne Madsen, ha raccontato
che “La principessa Diana, nella sua campagna contro le mine, entrò
in conflitto con la politica americana. Ecco perché la sua attività
era di interesse primario per gli Stati Uniti, ed ecco perché la NSA
la intercettava 24 ore al giorno. Non solo: quando gli spioni americani ritenevano
che superasse i limiti, facevano arrivare alcuni brani delle conversazioni private
di Diana ai tabloid inglesi”.
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[17] Ginori Anais, Vi racconto tutti i segreti di Echelon
– Parla l’ex spia che denunciò la rete USA, www.privacy.it/ginori20010617.html;
Per la versione “integrale” dell’articolo di Ginori vedi http://www.repubblica.it/,
17 giugno 2001
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[18] Il documento porta due firme: quella dello stoa, struttura
ufficiale del Parlamento europeo per le problematiche tecnico-scientifiche,
e quella dall'inglese Steve Wright della Omega Foundation, organizzazione di
Manchester impegnata sul fronte delle libertà civili che ha materialmente
redatto il rapporto. In realtà tutte le dichiarazioni contenute nel rapporto
non si basano su informazioni contenute in atti ufficiali, in indagini parlamentari
o in informative dei servizi segreti tanto che lo stesso si riferisce a ciò
che è scritto in Somebody's listening (inchiesta del 1981 del giornalista
inglese Duncan Campbell), in Secret Power (libro cult del 1996 del neozelandese
Nicky Hager), in The Puzzle Palace (altro libro di grandissimo successo del
1982 del giornalista americano James Bamford che descrive il pre-Echelon). Altre
fonti sono l'agenzia Reuters, il Telegraph, il Times, il Guardian e poi le denunce
di Amnesty International, della rivista di contro informazione Covert Action
Quarterly, di Privacy International e di StateWatch, organizzazione inglese
di monitoraggio sulle libertà politiche. Fonti, dunque, indirette e per
lo più giornalistiche: Echelon esiste perché lo hanno scritto
Nicky Hager e Reuters. E i giornali dicono che Echelon esista perché
è scritto nel Rapporto STOA del Parlamento europeo. Le prove dirette
non le ha nessuno, né i giornali né gli estensori del Rapporto
STOA. L'unica prova è quella che fornisce Nicky Hager in Secret Power,
in quanto frutto delle interviste che lui stesso ha fatto a una cinquantina
di ex agenti segreti neozelandesi che hanno abbandonato il Security Bureau per
motivi che restano ancora oggi oscuri. Annalisa Usai, Echelon, alla ricerca
del Grande Fratello - L'esistenza del "network di intercettazione globale"
tra spy story e servizi segreti, http://www.repubblica.it/,
20 marzo 1999; Cosco Giuseppe, Gli altri segreti di Echelon e i misteri del
patto UK/USA, www.misteri.it;
Pellegrino Davide, Una Commissione per Echelon al Parlamento Europeo, www.apogeonline.com/webzine/2000/04/03/02/200004030204,
3 aprile 2000.
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[19] ”I francesi considerano Echelon una minaccia”,
www.teseoinformatica.supereva.it,
13 ottobre 2000. Oltre all’Italia anche altri paesi europei stanno conducendo
ricerche proprie, in parallelo con quelle volute dal Parlamento Europeo, su
Echelon. La Francia e la Danimarca. “Caso Echelon, la Francia si mobilita”,
http://it.gsmbox.com/news/mobile_news/all/6891.gsmbox;
“Echelon considerato una minaccia anche dalla Germania”, http://www.teseoinformatica.supereva.it/,
13 ottobre 2000. La denuncia sulla esistenza di Echelon viene anche dalla deputata
più giovane della Germania, Ilka Schroder. Le accuse mosse dalla Schroder
sono molto pesanti e rivolte in più direzioni: Regno Unito e USA spiano
l'Europa e le sue aziende per anticipare le mosse commerciali del vecchio continente,
il Governo federale Tedesco sa dell'esistenza di Echelon e non solo non è
intervenuta ma, al contrario, ha contribuito, seppur minimamente al suo funzionamento.
Secondo la Schroder proprio in Germania, precisamente in Baviera presso la città
di Bad Aibling, si trova una base della NSA collegata ad Echelon. (Dopo alcuni
mesi dalla denuncia della Schroder, la base chiude….(n.d.r.)). “Echelon,
chiude stazione ascolto in Germania, http://it.gsmbox.com/,
3 giugno 2001. “Si chiudono i cancelli della stazione di ascolto di Bad
Aibling, in Baviera (sud della Germania), ritenuta uno dei centri principali
della rete d'intercettazione spionistica USA "Echelon". La decisione
arriva dopo la polemica scatenata in seguito ad un recente rapporto allarmato
del Parlamento europeo”. http://it.gsmbox.com/news/mobile_news/all/44134.gsmbox
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[20] “The best packets for professional software –
Echelon, ovvero: licenza di spiare….un attimo, prego…I segreti di
Echelon (così USA e Gran Bretagna ci tengono sotto controllo)”,
http://www.bismark.it/
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[21] Rapporto STOA; “Basi segrete e satelliti: ecco
la rete Echelon”, http://www.repubblica.it/,
20 marzo 1999
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[22] “La commissione temporanea su Echelon”, www.digilander.iol.it/mturco/index.htm;
www.maurizioturco.it/echelon/echelon.htm;
www.privacy.it/ueechelon2.html;
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[23] "Interception Capabilities 2000", il secondo
rapporto Echelon, commissionato come il primo sempre dallo STOA ma affidato
al giornalista Duncan Campbell, affronta la stessa problematica del rapporto
del 1998. Ma Duncan Campbell ha un approccio un più politico e commerciale.
Innanzi tutto afferma che non sono ancora disponibili strumenti automatici di
riconoscimento di una specifica parola nell'ambito di una telefonata. Ciò
significa che non è mai esistito un software talmente sofisticato da
essere in grado di intercettare e analizzare parola per parola le telefonate
(come, invece, sosteneva il primo rapporto). Al massimo, "esistono dei
software sperimentali che provano a riconoscere una voce piuttosto che un'altra"
tra le migliaia di telefonate internazionali che passano sui satelliti intercettati
dalla rete Echelon”. Campbell sostiene, inoltre, che il futuro di Echelon
è segnato: la crescita delle comunicazioni cellulari, della rete Internet
e delle tecniche di crittografia dei dati, l'utilizzo sempre più frequente
di cavi in fibre ottiche e di cavi sottomarini hanno messo fuori gioco una parte
consistente della rete di spionaggio. Anche la tecnologia dei satelliti Intelsat
non basta più e si sta correndo ai ripari: aggiornando le tecnologie
utilizzate per l'attività di spionaggio da un lato, pressando pesantemente
aziende, governi e istituzioni in tutto il mondo (si veda, ad es., il divieto
di esportazione dei sistemi di crittografia “forte” deciso da una
legge degli Stati Uniti, di cui hanno fatto le spese Netscape, Microsoft e Lotus,
che hanno dovuto "indebolire" i propri prodotti destinati al mercato
estero). Discorso a parte meritano, poi, le pressioni diplomatiche del Governo
americano nei confronti dei paesi europei per un accordo mondiale in materia
di intercettazioni, accordo che prevederebbe l'uso di tecnologie e standard
di crittografia prodotti dagli Usa e controllati dai servizi segreti americani.
Ivo Riccardo Forni, Echelon, da "grande fratello" a banale spia commerciale,
www.repubblica.it, 26 giugno 1999; “Secondo il nuovo rapporto presentato
al Parlamento europeo la "rete di intercettazioni" ha le ore contate
Echelon, da "grande fratello" a banale spia commerciale, www.repubblica.it,
26 giugno 1999; Burba Alberto, Echelon, la spia che venne dal satellite, http://www.clarence.it/,
1 giugno 2001; Un articolo al vetriolo sulla “fine” di Echelon su
http://web.genie.it/utenti/n/namir_namir/manifestare/sconfitt.htm
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[24] “La UE vs Echelon”, http://webnews.html.it/focus/69.htm,
5 giugno 2001; “Attenti, Echelon ci sta spiando”, http://www.filodiritto.com/diritto/privato/informaticagiuridica/;
www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,49041,00.html,
16 maggio 2001. “La Commissione d'inchiesta dell'Unione europea avverte
le imprese: "Gli Usa hanno sfruttato il grande orecchio di Echelon per
lo spionaggio commerciale". E invita: "Proteggiamoci".
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[25] ENFOPOL rappresenta, quindi, la risposta italiana ad
Echelon. La sua esistenza fu denunciata, per la prima volta, da un documento
di StateWatch, una organizzazione di monitoraggio delle libertà civili
in Europa, che sostenne “l’Unione Europea, in collaborazione con
l’FBI aveva attivato un sistema di sorveglianza globale delle comunicazioni“.
La finalità di ENFOPOL era quella di combattere i gravi crimini e proteggere
la sicurezza nazionale ma per fare questo è stato necessario un sistema
in grado di controllare chiunque. Da quanto emerge, quindi, è chiaro
che ENFOPOL è il frutto di un accordo di cooperazione tra Europa e Stati
Uniti per il controllo dei mezzi di telecomunicazione. Ma gli USA non fanno
già parte dell’accordo UKUSA???(n.d.r.); “Enfopol, le eurospie
partorite da Echelon”, www.repubblica.it,
26 giugno 1999. “Secondo l'Unione Europea il termine “Enfopol”
sarebbe solo un acronimo usato "per classificare i documenti relativi alla
cooperazione delle polizie che vengono distribuiti nell'ambito del Consiglio
dei ministri". Secondo alcuni giornalisti investigativi e molti "cani
da guardia" delle libertà civili è invece il corrispettivo
europeo di Echelon. Enfopol ha già scatenato molte proteste da parte
degli Internet providers e dei movimenti che controllano le libertà e
la privacy su Internet. Anche perché il giornalista inglese Duncan Campbell,
lo stesso che ha scritto il secondo rapporto Echelon, sostiene che Enfopol è
strettamente connesso alla rete Echelon, cioè la copertura ufficiale
di una nuova rete di spionaggio internazionale nata da una costola della vecchia
e forse pensionanda Echelon”; “Quell'alleanza fra Di Pietro e dell'Utri
- Due italiani insieme contro il progetto di monitoraggio delle telecomunicazioni”.
“Contro Enfopol, o almeno contro la bozza pubblicata sulla Gazzetta ufficiale
dell'Unione (tolta dalla banca dati dopo 15 giorni), s'è realizzata un'inedita
alleanza: quella fra Antonio Di Pietro, relatore della Commissione delle libertà
e dei diritti dei cittadini, la giustizia e gli affari interni (Libe), e Marcello
Dell'Utri, membro della Commissione giuridica e del mercato interno (Juri).
Nella sua relazione di 54 pagine depositata il 31 gennaio, Di Pietro smantella
i cinque punti salienti proposti nella bozza Enfopol. Anzitutto limita il concetto
di "autorità competente" all'autorità giudiziaria o
a chi stia conducendo un'indagine penale. Poi vincola l'applicazione dei tre
articoli più controversi al rispetto della Convenzione europea sui diritti
dell'uomo e delle libertà fondamentali. E propone la soppressione dell'articolo
18, quello che prevede la possibilità di intercettare comunicazioni nel
territorio di uno stato membro senza chiedere l'ausilio tecnico di quest'ultimo.
Scrive Di Pietro: "Si entra, qui, in un vero e proprio terreno minato.
Conservare l'articolo 18 significherebbe, da una parte, legittimare l'attività
"grigia" dei servizi segreti e dall'altra condizionare l'attività
di "sicurezza preventiva" degli stati membri all'intervento dell'autorità
giudiziaria quando questa, invece, interviene per definizione nella fase successiva
ai reati". La Commissione Juri è dello stesso parere e ha accolto
gli emendamenti dell'eurodeputato di Forza Italia Marcello Dell'Utri. Anch'egli
ha proposto di limitare all'autorità giudiziaria penale la facoltà
di ordinare le intercettazioni e di sopprimere l'articolo 18”, www.mondadori.com/panorama/
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[26] La dichiarazione può essere reperita su “La
Repubblica” del 2 febbraio 1999 a pag. 17
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[27] La dichiarazione non ha di certo rassicurato visto che
Echelon/Enfopol non si limitano alle sole comunicazioni della Pubblica Amministrazione
ma a quelle di tutti i cittadini che rimangono così privi di protezione[27].
“Echelon: reazioni tardive delle istituzioni politiche”, Comunicato
stampa del 15 febbraio 1999 su http://www.alcei.it/;.
Il contenuto della dichiarazione viene giustificata se si considera che la legge
sulla tutela dei dati personali, attualmente in vigore in Italia, introduce
garanzie di trasparenza sull’utilizzo dei dati personali e il fatto che
l’Italia sia ancora un po’ “arretrata” nel campo della
diffusione tecnologica, ci “difende” dal pericolo Echelon in quanto
le PP.A.A non sono abituate a comunicare telematicamente fra loro. Ma questa
giustificazione cade laddove si consideri che se da una parte l’Italia
non si è ancora abituata a considerare internet come facente parte della
nostra vita quotidiana (vedi per es. acquisti on line, ordinare la spese su
internet, ecc..), maggiore diffusione sta avendo l’utilizzo del fax, del
telefono e anche delle e-mail. “Lassù Echelon ci controlla…”,
http://www.privacy.it/
e http://www.repubblica.it/,
2 febbraio 1999; Paine Tomas, Le vicende europee e la storia d’Italia,
in Giustozzi C.- Monti A.- Zimuel E., Segreti spie codi[ci]frati, Apogeo, 1999,
223. “È interessante confrontare la reazione francese alla “scoperta”
di Echelon con quella italiana […] mentre la Francia riceve l’illuminazione
sulla via di damasco e continua a ridurre il ritardo tecnologico e commerciale
nel quale si è volontariamente posta, al di qua delle Alpi – pur
nella confusione generale – molto fuoco brucia sotto la cenere”.
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[28] Dezani Edoardo, Echelon: l’Europa vuole sapere,
www.apogeonline.com/webzine/2000/07/10/01/200007100101,
10 luglio 2000. “Il Parlamento Europeo ha finalmente deciso di aprire
una commissione d'inchiesta su Echelon, il progetto di spionaggio creato dagli
Stati Uniti con la collaborazione dei paesi sottoscrittori dell'accordo UKUSA
(Regno Unito, Australia, Canada e Nuova Zelanda), con lo scopo di ottenere informazioni
sulle attività militari e commerciali dei paesi concorrenti”; Il
senatore Stefano Semenzato, Vicepresidente del gruppo parlamentare dei Verdi,
ha presentò, nel 2000, un’interrogazione al Presidente del Consiglio
dei Ministri affinché il Governo facesse chiarezza sulla attività
della base USA di San Vito dei Normanni, in particolare per conoscere: a) l’attività
e la dotazione tecnologica della base, b) l’esistenza di una possibile
forma di controllo del Governo sull’attività della base, c) la
possibilità che il Governo richiedesse agli alleati USA la “autorizzazione”
per effettuare un controllo presso la base, d) l’intenzione o meno del
Governo di comunicare al Comitato Parlamentare per i servizi di informazione
e sicurezza e per il segreto di Stato tutti i dati relativi alla attività
della base; http://www.peacelink.it/tutelarete/echelon.html
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[29] Livraghi Giancarlo, L’Europa ed Echelon: tardi
e male, http://www.interlex.it/
del 20 maggio 2001
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[30] Non è ancora chiaro se quando si parla di privacy
ci si riferisca alla privacy dei cittadini o alla privacy della società
commerciale (alla quale, in realtà, sembra darsi maggiore importanza).
Lo stesso Garante della privacy ha affermato, in una intervista rilasciata a
“La Repubblica” (“Il garante della privacy Rodotà contesta
al sistema UsaUk il mancato rispetto delle regole di concorrenza economica”,
www.repubblica.it, 19
giugno 2001): “Il ruolo delle attività che tutelano la sicurezza
dei cittadini è un’attività responsabile ed essenziale.
Ma in presenza di tecnologie che potenzialmente possono raccogliere ogni dato,
possono fare tutto, noi abbiamo il dovere di bilanciare tutto ciò con
controlli adeguati. Il problema è che, ormai è acclarato, Echelon
viene utilizzato per distorcere la concorrenza economica, per spiare le aziende
europee o di altri paesi. Individuiamo dunque le finalità da tutelare:
sono il rispetto della privacy, la regolarità delle azioni giudiziarie
e di intelligence, bilanciando l’interesse alla sicurezza degli Stati
con quello del rispetto dei cittadini. Ma poi anche il rispetto di una concorrenza
economica giocata su basi corrette”.
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