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I gom chiudono la scuola nel carcere di Rebibbia

sa. m.

il manifesto, 16 maggio 2004

Da venerdì scorso, di fatto, l'Istituto tecnico commerciale di Rebbibia non funziona più. Gli uomini del Gom (Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria) che da tre mesi pattugliano la sezione penale del carcere di Rebibbia a Roma hanno chiesto e ottenuto dal direttore dell'istituto, Stefano Ricca, che dopo la prima ora di lezione gli studenti-detenuti rientrino in cella per la conta. La procedura dura un'ora e mezza. «Molti di loro dopo un tempo così lungo hanno preferito non tornare in classe», spiega Anna Grazia Starnati, docente e rappresentante Rsu per i Cobas. Il provvedimento voluto dall'unità speciale della polizia penitenziaria (gli stessi che erano nella caserma genovese di Bolzaneto nel 2001) è unico nel suo genere. In nessuna sezione carceraria in Italia le lezioni scolastiche vengono interrotte per la conta dei detenuti. La direttiva, però, è solo l'ultimo passo di una serie di piccoli e grandi abusi partita tre mesi fa, con l'arrivo dei gom nel carcere. Perquisizioni degli insegnanti all'ingresso e all'uscita. Verifiche dei permessi che durano anche due ore. «Ultimamente hanno preso l'abitudine di entrare in classe quando noi non ci siamo, aprire il quaderno degli studenti e chiedere che cosa hanno studiato», racconta la Starnati. Persino le chiacchiere durante l'intervallo vengono impedite: «Cosa fate? Perché vi siete assembrati qui?» si sono sentiti chiedere alcuni detenuti durante la ricreazione. Infine, venerdì scorso la decisione di far rientrare i detenuti nelle celle senza nessun ordine di servizio ai docenti. Lunedì una loro delegazione chiederà spiegazioni al dirigente scolastico.

Rebibbia, "teste di cuoio" contro il diritto allo studio

Liberazione, 16 maggio 2004

I Gruppi operativi mobili (Gom) della Polizia entrano a Rebibbia e chiudono la scuola come puro atto di repressione fine a se stesso. La denuncia viene dai Cobas della scuola di Roma, secondo i quali da tre mesi la Direzione della Sezione penale del carcere di Rebibbia ha fatto ricorso ai Gom per problemi interni di gestione, ma questi non si sono limitati ad agire negli ambiti di propria competenza. «Ben presto, infatti - lamentano i Cobas in un comunicato - hanno sottoposto gli insegnanti della sezione Itc dell'istituto Superiore "J. Von Neumann", presenti storicamente nell'istituto penitenziario da 20 anni, a forme di repressione via via più spinte. Dall'ingresso in aula dei gruppi con controllo della didattica alla perquisizione dei docenti, dalle lunghe attese all'ingresso della sezione, fino all'ultimo atto, quello della sospensione della didattica nell'orario centrale delle lezioni per provvedere a non meglio specificati controlli, impedendo così il previsto, e normativamente sancito, recupero dei detenuti». I docenti, quindi, stigmatizzano il gravissimo atto con il quale la Direzione carceraria colpisce una libera istituzione: «"Finestra" sul mondo esterno per i detenuti e "occhio interno" del mondo di fuori sui meccanismi carcerari». «I professori - conclude la nota dei Cobas - chiamano le istituzioni e la stampa ad intervenire sul preoccupante fenomeno di repressione con il quale una istituzione "forte" come quella carceraria sta chiudendo sempre più i ponti con la realtà esterna e chiedono ai Cobas Scuola di farsi portavoce delle istanze da loro provenienti».