Il dottore è riuscito a convincere i suoi colleghi magistrati del pool G8 che egli sarebbe stato presente solo saltuariamente in caserma. Davvero stupefacente per uno che nell'audizione dinnanzi alla commissione parlamentare sui fatti di Genova aveva dichiarato: "Mi recavo a Bolzaneto in media tre o quattro volte al giorno, compatibilmente con la possibilità di lasciare Forte San Giuliano, che spesso era assediato"
'Faccetta nera' nella suoneria di un telefonino.
Sono i responsabili principali delle violenze contro i manifestanti portati
alla Bolzaneto a Genova 2001. Sono i signori del Gom, quelli che "Senza
ordini scritti" sono impiegati per un lavoretti delicati: "provocazioni,
umiliazioni psicologiche, pestaggi assoluti" nelle carceri italiane.
L'allora capo del servizio ispettivo del Dap Alfonso Sabella in una conferenza
stampa disse di non volersi dimettere perché secondo lui a Genova l'operato
degli agenti penitenziari era stato esemplare.
Sarà poi un agente in servizio presso il Reparto Mobile di Bolzaneto
a raccontare qualche tempo dopo a "Repubblica" in cosa consistesse
quell'operato esemplare: "Calci, pugni, insulti: i diritti costituzionali
erano sospesi. E dicevano: tranquilli, siamo coperti (...) Il cancello si apriva
in continuazione - racconta il poliziotto - dai furgoni scendevano quei ragazzi
e giù botte. Li hanno fatti stare in piedi contro i muri. Una volta all'interno
gli sbattevano la testa contro il muro. A qualcuno hanno pisciato addosso, altri
colpi se non cantavano faccetta nera. Una ragazza vomitava sangue e le kapò
dei Gom la stavano a guardare. Alle ragazze minacciavano di stuprarle con i
manganelli... insomma è inutile che ti racconto quello che ho già
letto".
Il Dottor Alfonso Sabella fece di più, da capo dell'ispettorato del
Dap pretese di dirigere l'indagine interna dell'amministrazione, concludendo
naturalmente che a Bolzaneto non era successo nulla se non i consueti «eccessi
di singoli». Niente male per un magistrato... per lui non c'erano "anomalie"
nell'operato della polizia penitenziaria a Forte San Giuliano e a Bolzaneto.
Il Dottore in questione il responsabile del DAP che aveva organizzato la spedizione
della penitenziaria a Genova durante il G8 e da lui dipendevano tutti, compresi
quelli del Gom. Ma lui, magistrato che monitorava in tempo reale cosa accadeva
a Bolzaneto e a Forte San Giuliano non si accorse di nulla. E del resto anche
un ministro della repubblica tale Castelli (così dichiarò di fronte
alla commissione di inchiesta parlamentare) non si accorse di nulla, non ebbe
percezione di "anomalie" quando per trenta minuti, tra il sabato 21
e la domenica 22 luglio tra l'una e trenta e le due del mattino, fece due passi
nella prigione di Bolzaneto; con la tipica espressione da faccia di cazzo che
contraddistingue i servi dello Stato di questa Repubblica dichiarò "Ho
visto alcune persone in piedi con le gambe allargate e la faccia contro il muro
e quando chiesi spiegazioni mi dissero che serviva ad impedire che i fermati
dessero fastidio a una ragazza. Ma non ho assistito a pestaggi o scene di violenza".
Nessuno ha visto niente neanche se è ormai accertato che un «comitato
d'accoglienza» picchiava gli arrestati fin dal cortile, che nel corridoio
agenti disposti su due ali si accanivano sui malcapitati di passaggio, trattenuti
per ore e ore nelle celle con la faccia rivolta al muro.
Nel carcere di Bolzaneto c'erano alti esponenti di tutti i corpi dello Stato:
il comandante del Reparto Mobile Giorgio Gaeta, il vicequestore Alessandro Perugini
e Anna Poggi per la polizia, il magistrato Alfonso Sabella e i generali Mattiello
e Ricci per l'amministrazione penitenziaria, e anche alcuni ufficiali dei carabinieri.
Ma nessuno si accorse di violenze, abusi e pestaggi...
Tutti immaginiamo colti dallo stupore nel leggere sul secolo XIX del 22.01.04
le dichiarazioni di testimoni un agente e un sottufficiale della penitenziaria
che erano in servizio per il G8 del luglio 2001 a Genova: «In realtà
ci eravamo già dissociati all'epoca dal comportamento di altri colleghi.
Avevamo notato che molti di loro erano degli esaltati, volevamo prendere le
distanze da quello che stavano combinando». Qualcun altro segnala comportamenti
violenti a un suo superiore. «Ma lui mi ha risposto: impara l'undicesimo
comandamento, fatti i c... tuoi». Ancora: «C'era casino, tanto casino.
Nel piazzale, nelle stanze». Casino fino a che punto? «...arriva
un cellulare, gli arrestati scendono, devono passare tra due cordoni di poliziotti.
C'è chi li prende a sberle, chi dà dei pugni, calci, chi gli fa
lo sgambetto». Ancora: «Non andava bene, non andava bene così.
Abbiamo chiesto ai capi che cosa dovevamo fare, ci hanno risposto: limitatevi
a star lontano dagli esaltati».
Ma tornando al capo della spedizione, il dottor Alfonso Sabella, dei "baschi
blu'" al G8 veniamo a sapere che la sua posizione è stata stralciata
in quanto nei suoi confronti i pm chiederanno l'archiviazione.
Il dottore è riuscito a convincere i suoi colleghi magistrati del pool
G8 che egli sarebbe stato presente solo saltuariamente in caserma-carcere di
Bolzaneto e che avrebbe delegato il controllo al generale Oronzo Doria, all'epoca
colonnello (personaggio che negli anni 80 si salvò da un processo per
un pestaggio di detenuti di San Vittore solo perché intervenne un'amnistia).
Davvero stupefacente per uno che nell'audizione dinnanzi alla commissione parlamentare
sui fatti di Genova aveva dichiarato: "Mi recavo a Bolzaneto in media tre
o quattro volte al giorno, compatibilmente con la possibilità di lasciare
Forte San Giuliano, che spesso era assediato"
Questo dev'essere un paese di ciechi, neppure i carabinieri del "Battaglione Sardegna" che su ordine del questore Colucci, la mattina del 21 luglio, vengono spostati da piazza Fontane Marose a Bolzaneto e vi resteranno dalla mattina alle 7 fino alle 22 hanno visto "niente di anomalo", "nulla videro o sentirono"...
Un intreccio di omertà continuerà a proteggere i picchiatori
del GOM e i suoi dirigenti per tre anni dopo i fatti di Bolzaneto.
Ma chi sono, che ruolo hanno all'interno delle strutture penitenziare questi
"bastardi picchiatori che abbiamo già visto in azione anche a Genova"?
I Gruppi Operativi Mobili (GOM), sono nati all'interno della Polizia Penitenziaria
con un provvedimento del maggio 1997 del Direttore generale del Dap (Dipartimento
dell'Amministrazione Penitenziaria), tale Michele Coiro.
Nel febbraio del ‘99 il Guardasigilli "comunista" un certo Oliviero
Diliberto firmò il decreto che ne regolamentava l’istituzione e
ne stabiliva le funzioni, il personale, i mezzi e le attrezzature tecnico-logistiche
di cui sarebbe stato dotato. Con quel il regolamento il Gom venne ad assumere
le funzioni del soppresso Servizio Coordinamento Operativo Polizia Penitenziaria
(Scopp).
Il Gruppo Operativo Mobile GOM, costituito con provvedimento del 25.05.1997
alle dirette dipendenze del Direttore Generale che ne dispone l'impiego, ha
continuato ad assicurare, nel corso dell’anno 1999, i servizi di traduzione
e piantonamento relativi a detenuti ed internati ad altissimo indice di pericolosità
e con particolare posizione processuale, che possono essere effettuati, per
motivi di sicurezza e riservatezza, in deroga alle vigenti disposizioni amministrative
in materia, con particolari modalità operative (...) predetto Gruppo
(formalmente istituito, come è detto, con D.M. del 19 febbraio 1999)
relativamente alla gestione extra e intramurale dei detenuti sottoposti all’articolo
41 bis dell'Ordinamento Penitenziario e dei detenuti collaboratori di giustizia.
Sempre nel 1999, viene istituito l’UGAP (Ufficio per la garanzia penitenziaria)
che "opera alle dirette dipendenze del Direttore Generale dell'Amministrazione
Penitenziaria ed è diretto da un funzionario avente qualifica di Dirigente
Generale dell'Amministrazione penitenziaria ovvero di Ufficiale generale del
ruolo ad esaurimento del disciolto Corpo degli agenti di custodia a essa equiparato".
A detto Ufficio vengono inoltre attribuite competenze sui funzionari - COMSEC
- sicurezza nelle comunicazioni - ed E.A.D. - Sicurezza nella trattazione informatizzata
dei dati. L'UGAP, da cui dipendono i GOM, è sostanzialmente una struttura
di intelligence creata con il ‘compito' ufficiale di vigilare sulla ‘sicurezza
degli istituti penitenziari’.
Alla direzione di questa "struttura di intelligence penitenziaria"
il "compagno ministro" chiamò il generale Enrico Ragosa, allora
dirigente del Sisde, già responsabile dello Scopp distintosi nei pestaggi
di detenuti a Secondigliano nel 1993, e a Pianosa, nel 1992.
“Creare l’Ugap – denunciò Stefano Anastasia, Presidente
di Antigone – significa togliere attribuzioni e poteri al direttore del
Dap (che allora era Alessandro Margara), e indica una strada pericolosa, quella
della militarizzazione della polizia penitenziaria”. Inoltre, Ragosa non
è una figura delle migliori: “già a capo delle cosiddette
squadrette interne dell’amministrazione penitenziaria che, negli anni
ottanta gestivano le situazioni di crisi nelle carceri, poi allontanato dal
precedente direttore del Dap, Michele Coiro, e finito al Sisde, oggi gestirebbe
un vasto potere nel sistema carcerario.”
In piena linea con il suo progenitore il GOM dalla sua creazione sulla scia
dei pestaggi di detenuti nelle carceri italiane è più volte oggetto
di interrogazioni parlamentari, di polemiche e inchieste.
In una interpellanza al Senato (gennaio 2001) al Ministro della giustizia riguardo
della morte del detenuto Giuliano Costantini si solleva la questione della relazione
tra l'attività sistematica delle "squadrette" (pestaggi e vessazioni
a danno dei detenuti) nelle carceri e la recente riorganizzazione dei gruppi
operativi mobili (GOM), struttura notoriamente posta alle dirette dipendenze
dell’UGAP, l’ufficio per la sicurezza penitenziaria voluto dal Ministro
della giustizia del Governo precedente.
In un altra interrogazione al senato (febbraio 2000) si fa esplicitamente riferimento
a "una incontestabile coincidenza con l'istituzione dell'UGAP, con l'intervento
dei GOM e con l'arrivo di un pubblico ministero dell'Antimafia alla direzione
del DAP. Si registra, in pratica, una recrudescenza del fenomeno delle morti
nelle carceri."
Giuliano Pisapia (ex presidente della commissione Giustizia della Camera su "Liberazione" del 4 maggio 2000) dopo aver denunciato i fatti avvenuti nel carcere di S. Sebastiano a Sassari, che hanno portato all’emissione di decine di provvedimenti di custodia cautelare affermava: "Dal novembre 1998, dopo aver constatato personalmente episodi di brutalità compiuti dai Gom durante una “perquisizione” nel carcere di Opera (celle devastate, effetti personali dei detenuti danneggiati e distrutti) attendo, nonostante i ripetuti solleciti, una risposta a ben tre interrogazioni parlamentari sulla natura e sui compiti dei Gom, i cui abusi determinano paura e disagio fra gli stessi agenti di polizia penitenziaria." E lo stesso Pisapia in parlamento affermerà : "La polizia penitenziaria dipende dal ministero di Grazia e Giustizia. Io sono stato per più di due anni presidente della commissione parlamentare Giustizia e dell'esistenza di questo gruppo non ho mai saputo niente. Si sa solo che è stato istituito nel '94 con un decreto dell'amministrazione penitenziaria. Questi agenti vengono selezionati in base alle attitudini e anche al profilo ideologico, per tre volte ho presentato interrogazioni sull'attività del Gom e i governi del centrosinistra non mi hanno mai risposto".
Poi sono venute le torture inflitte a Bolzaneto... I protagonisti sono sempre i deliranti esaltati del GOM. Gli stessi aguzzini che Gimmy Puglisi anarchico siciliano, arrestato dalla procura di Genova per il G8, denuncerà come autori di un pestaggio ai suoi danni nel carcere di Messina Gazzi:
"Messina 26/6/03
Ciao a tutti
Questo è quello che accade nel carcere di Messina Gazzi. La "squadretta" e i pestaggi sono a colazione pranzo e cena. Per loro poco importa se hai ragione o meno. Sono programmati per massacrarti. Sono in 20, girano in sezione in gruppi di 5. Per non confondersi con le guardie semplici, sono vestiti con la divisa grigia e gli anfibi e hanno una fascia nera sul braccio destro. Il loro capo è il comandante del carcere. Da mesi sono sotto mira di questi assassini. Sono loro che il 23 dicembre 2002 mi hanno aggredito. Non ho molto da dire al riguardo. Penso che basti così, ma è una minima parte di quello che accade qui.
Tutti uniti contro il carcere!
Vi saluto tutti.
Fuori la "squadretta" dalla sezione!
Fuori la "squadretta" dal carcere!
Carlo vive! "
Le "esemplari "operazioni del Gom in tipico stile fascista continuano
nelle carceri del paese, nonostante le inchieste a loro carico aperte dalla
magistratura genovese, al di fuori di ogni controllo con la ferocia di sempre
in nome e per conto dello Stato italiano.
La storiella delle "mele marce" è davvero ridicola. I GOM internazionalizzano
le loro "modalità operative" e vanno in Kossovo per procedere
alla ricostruzione e riorganizzazione post-bellica del sistema penitenziario
Kosovaro.
Il GOM ha operato ed opera presso le Case Circondariali di Roma "Rebibbia Nuovo Complesso", Roma "Regina Coeli", Velletri, Viterbo, L’Aquila, Ascoli Piceno, Pisa, Cuneo, Napoli "Secondigliano", Catanzaro, Agrigento, Palermo "Ucciardone", Palermo "Pagliarelli", Trapani, Novara, Tolmezzo, Alessandria, nonché presso le Case di Reclusione di Spoleto, Sulmona e Parma.
In dettaglio:
Casa Circondariale di ROMA "REBIBBIA Nuovo Complesso"
La consistenza organica del GOM è di 84 unità, cui è attribuito il compito di gestire in via esclusiva la sezione destinata alla contenzione dei detenuti sottoposti al regime differenziato previsto dall’art. 41 bis, 2° comma dell'Ordinamento Penitenziario, nonché di gestire, in via esclusiva, le aree riservate dove sono ristretti elementi di elevatissima pericolosità anche affiliati ad organizzazioni criminali di tipo mafioso.
Allo scopo di soddisfare le esigenze dell'Autorità Giudiziaria sono state effettuate dal Reparto circa cento traduzioni.
Casa Circondariale "REGINA COELI"
Il GOM ha operato nell'istituto dal 10.08.98 con una consistenza organica di circa 30 unità per assicurare, in condizioni di massima sicurezza, la salvaguardia dell'incolumità di un detenuto successivamente ricoverato, e piantonato da unità dello stesso Reparto, presso una struttura sanitaria.
Il Reparto in questione, ha cessato l'attività presso l'istituto il 4.05.99.
Casa Circondariale di VELLETRI
Il GOM ha iniziato la propria attività il 3.11.1997, con una consistenza organica media di circa 20 unità, per la custodia, in apposita sezione, di un noto detenuto, già "collaboratore di giustizia" di particolare rilievo, classificato dagli organi competenti quale soggetto ad "elevatissimo spessore criminale".
Il Reparto, ha altresì provveduto ad effettuare le traduzioni dello stesso per esigenze dell'Autorità Giudiziaria e, successivamente, ha proseguito l'attività di custodia presso le altre Case Circondariali ove è stato trasferito.
Casa Circondariale di VITERBO
Consistenza organica del GOM di 53 unità che contribuiscono, unitamente alla gestione del servizio video conferenze, al mantenimento dell’ordine e della sicurezza nella sorveglianza di detenuti sottoposti al regime di cui all’art. 41 bis dell’Ordinamento Penitenziario. Il reparto opera dal 15.07.97.
Casa Circondariale di L’AQUILA
Il GOM opera dal 1994 per la gestione dei detenuti "collaboratori di giustizia", per i quali effettua anche il servizio di traduzione per esigenze processuali nonché per le località disposte dall'Autorità Giudiziaria, per la custodia di circa 50 detenuti sottoposti al regime di cui all’art. 41 bis dell'Ordinamento Penitenziario e per la gestione del servizio di video conferenza.
Casa Circondariale di ASCOLI PICENO
Il GOM opera dal 15.02.1998 con una consistenza organica di 44 unità per la gestione del servizio di video conferenza e della c.d. "Area Riservata", ove sono custoditi i detenuti ad elevatissimo indice di pericolosità.
Il Reparto contribuisce, inoltre, coadiuvato dal personale dell’Istituto, a garantire la sicurezza della sezione destinata alla contenzione di numerosi soggetti sottoposti al regime differenziato previsto dall’art. 41 bis dell'Ordinamento Penitenziario.
Casa di Reclusione di SPOLETO
Il GOM opera, dal 15.02.98, con 51 unità, con compiti di gestione del servizio di video conferenza e delle sezioni ove sono ristretti i detenuti sottoposti al regime previsto dal più volte menzionato art. 41 bis dell’Ordinamento Penitenziario.
Casa di Reclusione di PARMA
Il GOM ha operato nell’istituto di Parma con circa 15 unità dal mese di luglio del 1997 al mese di luglio del 1999.
Le principali attività svolte sono state la gestione del servizio delle video conferenza e il servizio di custodia e sorveglianza dei detenuti sottoposti al regime previsto dall'art. 41 bis dell'Ordinamento Penitenziario.
Casa Circondariale di CUNEO
Il GOM opera con 10 unità, occupandosi esclusivamente del servizio di video conferenza.
Casa Circondariale di NAPOLI "SECONDIGLIANO"
Il GOM opera con 11 unità, occupandosi prevalentemente del servizio di video conferenza
Casa Circondariale di CATANZARO
Presso la sede di Catanzaro il GOM ha svolto attività, dal mese di luglio al mese di dicembre del 1999, con 6 unità che hanno collaborato con la Direzione dell’Istituto.
Case Circondariali "Ucciardone" e "Pagliarelli" di PALERMO
Il GOM, costituito da nuclei operativi separati, è attivo con una consistenza numerica di circa 60 unità con mansioni di: coordinamento, vigilanza e sicurezza della popolazione detenuta sottoposta al regime speciale previsto dall’art. 41 bis dell'Ordinamento Penitenziario, la cui gestione e di esclusiva competenza degli uomini in forza al reparto; vigilanza e sicurezza nei confronti dei detenuti che hanno intrapreso la strada della collaborazione con la giustizia.
Casa Circondariale di TRAPANI
Il GOM ha operato per la custodia, in affiancamento al personale del quadro permanente, dei detenuti sottoposti al regime differenziato di cui all’art. 41 bis dell'Ordinamento Penitenziario, nonché, a supporto del locale nucleo traduzioni, per la gestione dell’ordine e della sicurezza all’interno dell’Aula Bunker annessa alla Casa Circondariale in occasione della celebrazione dei processi nei quali i suddetti detenuti sono stati chiamati a presenziare.
Il reparto, di 15 unità, ha cessato definitivamente l’attività nel mese di giugno dell’anno 1999.
Casa Circondariale di ALESSANDRIA
Durante la breve permanenza in questa sede, dal giugno al settembre 1999, il GOM ha avviato, con 7 unità, il servizio di video conferenza, svolgendo, nel contempo, attività di formazione, per la gestione dello stesso, nei confronti del personale del quadro permanente.
Casa Circondariale di NOVARA
Dal mese di giugno del 1999 è stato istituito il reparto, con una consistenza organica di circa 21 unità adibite alla gestione del servizio di video conferenza.
Casa Circondariale di TOLMEZZO
Istituito nel mese di giugno del 1999, il reparto opera con una consistenza organica di circa 26 unità, adibite alla gestione del servizio di video conferenza, nonché del reparto destinato alla contenzione dei soggetti sottoposti al regime differenziato previsto dall’art. 41 bis dell'Ordinamento Penitenziario.
Casa Circondariale di AGRIGENTO
Il GOM ha fornito all’istituto, sia pure in via transitoria, con il comandante di reparto coadiuvato da circa 10 unità in forza al Gruppo, assistenza per la delicata gestione di tutte le attività connesse al buon funzionamento dell’istituto.
Casa di Reclusione di SULMONA
Il reparto opera con una consistenza organica di circa 18 unità che si occupano prevalentemente della gestione delle attività connesse alla custodia dei detenuti "collaboratori di giustizia".
Il Gruppo Operativo Mobile dispone di automezzi e autovetture, anche protette. Il perfetto stato di efficienza dei mezzi, per l’immediato impiego, è garantito dal Centro Servizi, ove opera personale di polizia penitenziaria con specifica esperienza nel settore (circa 15 unità), per il quale l’aumento delle esigenze operative, unitamente al potenziamento della dotazione di veicoli, ha comportato un incremento notevole delle attività.