Desaparecidos a Guantanamo
di Silvia Baraldini
Guerra&Pace n. 98, aprile 2003
È ormai accertato che nei loro centri di detenzione per prigionieri
di guerra e sospetti terroristi gli Stati uniti si servono della tortura e
di trasferimenti illegali e segreti fuori dai confini Usa, per privare i detenuti
delle garanzie costituzionali e giudiziarie
All'inizio del mese di marzo il governo degli Stati uniti ha ammesso pubblicamente
che due cittadini afghani prigionieri nella base militare di Bagram, situata
a 35 miglia nord di Kabul, sono deceduti dopo essere stati torturati. Secondo
i certificati di morte firmati dal maggiore Elizabeth Rouse, patologo militare
appartenente alle forze armate statunitensi, i due sono morti a causa di un
eccesso di percosse. Dilwar, 22 anni, che soffriva di un disturbo cardiaco,
è stato vittima "di lesioni causate da una corpo contundente applicato
alle estremità inferiori che ha aggravato una patologia alle coronarie",
cioè le botte ricevute durante il suo interrogatorio hanno causato
un infarto. Habibullah, 30 anni, fratello di un comandante talebano, soffriva
di un edema polmonare che è stato "aggravato da una lesione causata
da un corpo contundente".
Sui certificati di morte appaiono quattro caselle che distinguono la causa
di morte in naturale, accidentale, suicidio o omicidio. L'omicidio viene definito
come un decesso dovuto al comportamento intenzionale o deliberatamente imprudente
di un individuo o più di uno. Il rappresentante delle forze armate
ha sottolineato che un'indagine deve ancora stabilire se l'omicidio sia stato
colposo o rientri nella categoria di justifiable killings (omicidi commessi
in stato di necessità).
Fuori da ogni garanzia
Sia Dilwar che Mullah Habibullah erano prigionieri in quella parte della base
di Bagram dove la Cia e le Forze speciali dell'esercito statunitense hanno
creato una sezione speciale per gli interrogatori. Dietro una barriera eretta
con tre file di reticolato a gabbioni, si trovano sei contenitori metallici
dove gli accusati di essere membri o sostenitori di al Quaeda o comandanti
talebani vengono torturati per ottenere informazioni.
Da dichiarazioni rilasciate da rappresentanti del governo di Washington sembra
che la recente cattura di Khalid Sheikh Mohammed sia anche il risultato di
informazioni ottenute con la forza da alcuni prigionieri di questo centro.
Il centro di Bagram fa parte di una rete segreta stabilita dagli Stati uniti
dopo l'11 settembre 2001. Tutti i centri sono collocati al di fuori dei confini
del paese per impedire che i prigionieri, o i loro rappresentanti legali,
possano usufruire delle garanzie di due processi contenute nella costituzione
americana. Queste garanzie sono un requisito per cui la legge non potrà
essere irragionevole, arbitraria o capricciosa e protegge ogni individuo,
il quale può appellarvisi per vedere riparati potenziali soprusi.
L'unico altro centro conosciuto si trova sulla base militare di Diego Garcia,
nel mezzo dell'Oceano Indiano. In questi centri, ha scritto Bob Woodward sul
"Washington Post", si praticano metodi d'interrogatorio che "confondono
le distinzioni tradizionali tra il bene e il male, il legale e l'inumano".
Non si sa quante persone sono detenute dagli Stati uniti come conseguenza
della guerra, ma il governo ha ammesso che 3.000 sono incarcerati in Afghanistan,
1.000 negli Stati uniti e 625 a Guantanamo, in Camp X-ray. Questi detenuti,
di cui neanche il cognome è conosciuto, non hanno accesso ad avvocati,
non ricevono visite della Croce rossa internazionale e siccome non sono considerati
prigionieri di guerra dagli Stati uniti, non hanno diritto al trattamento
garantito dalla Convenzione di Ginevra in vigore dal 1949.
Torture e...
Due afghani, Abdul Jabar e Hakkim Shah, ex detenuti nel centro di Bagram,
hanno dichiarato di aver intravisto Dilwar lì. Hanno aggiunto che durante
la loro detenzione sono stati tenuti nudi, incappucciati e deprivati del sonno
per un periodo prolungato. Hakkim Shah ha anche raccontato di essere stato
preso a calci da una donna, appartenente alla squadra che faceva l'interrogatorio,
mentre un suo collega maschio lo tratteneva. Pare che le donne siano impiegate
negli interrogatori perché la loro presenza crea disagio e smarrimento
ai detenuti, che praticando un islam integralista non accettano di essere
toccati dalle donne e non sono abituati a obbedire loro.
Un'altra tattica di tortura psicologica impiegata in questi centri si chiama
false flag (bandiera falsa): di proposito si crea nel prigioniero l'impressione
che si trovi nella prigione di una nazione famosa per l'uso brutale della
tortura per incoraggiarlo a collaborare.
Ma quando queste tattiche non hanno funzionato, gli operativi della Cia hanno
anche rifiutato i farmaci e gli antidolorifici ai prigionieri gravemente feriti.
Fonti anonime hanno rivelato che questo è successo nel caso di Abu
Zubaida - il membro più importante di al Qaeda in mano degli Stati
uniti prima di Sheikh Mohammed - ferito all'inguine durante la sua cattura
in Pakistan nel marzo 2002, e ora collaboratore.
Le catture di Ramzi Binalshibh in Pakistan, Omar al-Faruq in Indonesia, Abd
al-Rahmin al-Nashiri in Kuwait e Muhammad al Darbin in Yemen sono il risultato
diretto di informazioni estorte ai prigionieri con la tortura.
...Trasferimenti segreti
Se un detenuto continuasse a resistere e a rifiutarsi di parlare, dopo un
periodo di detenzione in uno dei centri verrebbe tradotto in un paese alleato
degli Stati uniti per essere sottoposto a metodi di tortura ancora più
brutali. Il trasferimento avviene con aerei privati e senza una richiesta
di estradizione. La Siria, l'Egitto, il Marocco, la Nigeria, la Turchia, le
Filippine, il Pakistan, il Sudafrica, la Giordania e Israele hanno tutti accettato
prigionieri trasferiti segretamente da uno dei centri. Queste nazioni sono
state selezionate perché abitualmente utilizzano la tortura e alcune
di esse somministrano il sodium penthol.
Esemplare è il caso di Muhammad Saad Iqbal Madni che, dopo il ritrovamento
del suo nome in un documento di al Quaeda, è stato trasferito dall'Indonesia
all'Egitto su un jet Gulfstream senza che nessun giudice autorizzasse questa
traduzione. Madni è tuttora in Egitto, in isolamento; si sa soltanto
che è stato ripetutamente interrogato. Un funzionario indonesiano ha
difeso l'operato del suo paese dichiarando che il presidente Megawati Suhamoputri
non poteva permettersi di rendere noto il coinvolgimento di Washington perché
avrebbe corso il rischio di alienarsi i partiti islamici.
Un altro esempio di rendering riguarda uno studente yemenita trasferito dal
Pakistan alla Giordania, e bisogna anche menzionare i cinque algerini e il
bosniaco trasferiti a Guantanamo dopo la loro scarcerazione ordinata dalla
Corte suprema bosniaca per mancanza di prove.
Prigionieri senza costituzione
Le rivelazioni sulla causa di morte di Dilwar e Mullah Habibullah hanno nuovamente
messo in rilievo il comportamento ipocrita degli Stati uniti che condannano
ogni anno paesi come Cuba per violazione dei diritti umani mentre loro stessi
sono in violazione, sia della Convenzione di Ginevra sul trattamento dei prigionieri
di guerra che della Dichiarazione dei diritti umani. Inoltre una grande maggioranza
delle nazioni utilizzate da Washington per torturare i prigionieri erano,
prima dell'11 settembre 2001, condannate annualmente dal Dipartimento di stato
per maltrattamento dei detenuti.
Organizzazioni umanitarie come Amnesty international e Human Rights Watch
hanno ripetutamente chiesto accesso ai prigionieri trattenuti a Camp X-ray.
Recentemente Human Rights Watch ha dichiarato che gli Stati uniti non possono
trattenere i detenuti a tempo illimitato e ha richiesto la liberazione di
tutti i talebani detenuti a Guantanamo, specificando che tre tipi di prigionieri
dovrebbero essere immediatamente rilasciati: "i soldati talebani detenuti
a causa del conflitto ormai terminato tra gli Stati uniti e l'Afghanistan,
a meno che non debbano essere processati per crimini di guerra; i civili senza
uno stretto legame con al Quaeda o con i talebani e che, probabilmente, non
avrebbero mai dovuto essere tradotti a Guantanamo; i terrorristi non coinvolti
nella guerra in Afghanistan, a meno che accusati di reati e processati". Tours in Uzbekistan
La Corte d'appello di Washington ha emesso una sentenza che nega ai prigionieri
di Camp X-ray la protezione della Costituzione, visto che la prigione è
situata in un territorio dove gli Stati uniti non hanno sovranità.
La corte ha deciso che i detenuti non possono "chiedere la loro liberazione
in base a violazioni della Costituzione, di trattati o della legge federale.
Le corti non sono un meccanismo a loro concesso".