Parlare di libertà non è facile. Perché
il concetto di libertà viene continuamente manipolato dei media e dalla
cultura di Stato, allo scopo di dimostrare la seguente cosa: "la libertà
è quello spazio che il governo ti concede, e per il quale devi ringraziarci
pagando le tasse". Per cui, anche i cosiddetti intellettuali, quando parlano
di libertà, per prima cosa si concentrano sui
limiti della libertà,
ovvero su quali
limiti dare a questo flagello (la libertà) per
fare si che la classe dirigente rimanga al potere, insomma... La prima cosa
che un intellettuale anche quelli "di sinistra" fa è quella
di dimostrare che la libertà deve avere dei limiti, ovvero che i limiti
siano
necessari alla libertà affinché essa sfoci in un
sistema vivibile. Sbagliano. Sono servi del potere, ovvero di quel potere che
paga i poliziotti per venire a dare dei limiti alla mia libertà e che
quindi cerca giustificazioni per farlo. La cosa ha radici antiche nella cultura
cristiana: la libertà fu conquistata mediante il peccato originale, e
a caro prezzo "donna tu partorirai nel dolore eccetera eccetera... "
Bene! se fossi una donna, potrei rispondere con questo: "Io sono fiera
di aver partorito nel dolore, l'ho fatto una volta, solo perché non sono
riuscita a farlo di più se potessi lo rifarei e se potrò lo rifarò.
E se il mio dolore è il prezzo della libertà allora lo pago e
sono
felice di pagarlo". Diatribe a parte, quello che scoprirai
qui è che la libertà può essere assoluta senza che nessuno
si faccia male.
Quando sono entrato in un gruppo, qualche tempo fa, chiesi timidamente quali fossero
le regole. Pensavo di fare buona impressione se mi dimostravo disponibile a seguire
le regole del gruppo. Inoltre, avere delle regole è comodo perché
sai cosa fare e cosa non fare, le regole, è vero, condannano chi
non
le segue, ma sono una comoda scusa per chi le segue... La risposta fu "non
ci sono regole". La sensazione è quella di insicurezza , come quando
ci si butta dal trampolino in piscina, per un attimo ci si sente come senza appigli.
Mi dicevo che la storia del senza regole mi avrebbe portato a fare o subire chissà
cosa. Invece, non mi è successo nulla di male. Ecco, quando e se entri
in un gruppo come il nostro, ci sono delle strane cose che devi dimenticare.
Le leggi e le regole
non garantiscono la sicurezza di nessuno.
Ti hanno sempre insegnato che se nessuno ti rapina è perché la legge
lo vieta e chi lo facesse finirebbe in carcere. Che il mondo va avanti perché
ci sono delle regole e qualcuno le fa rispettare. Abbiamo sempre creduto a tutto
questo senza riflettere, come abitudine mentale. Adesso rilassati di fronte ad
uno specchio, e inizia a guardare la realtà. Quanto tempo ci mette la polizia
ad intervenire? Come mai esiste la mafia? Come mai allora la situazione dell'ordine
pubblico è così pessima? La verità è che se le cose
stanno in piedi non è merito né della polizia né delle
leggi.
La verità è che un insieme di esseri umani che possano soddisfare
le proprie esigenze di base (cibo, acqua, affetti, eccetera) tende ad organizzarsi
per convivere rispettosamente e civilmente. Non c'è nessun bisogno di leggi,
di polizia, e nemmeno di stato per ottenere l'ordine. Devi iniziare ad avere
fiducia.
Il mondo
non è sull'orlo del baratro, del caos o dell'anarchia.
Al contrario, il mondo lasciato a se stesso, senza stati o polizie sarebbe
molto
più pacifico e solidale. Le persone comuni, io e te, non vogliono né
la guerra né il caos. Tutti cerchiamo la stessa cosa in fondo: poter vivere
degnamente senza scannarci. Ecco, questa è la prima cosa che un gruppo
senza leggi ti insegna. Che non c'è bisogno di leggi.
La seconda cosa che imparai era che quando facevo qualcosa non potevo giustificarmi.
Mentre durante una giornata media, quando ci chiedono il perché abbiamo
fatto una cosa, abbiamo sempre una qualche regola regoletta o legge che ci avrebbe
obbligato... la risposta tipo è "ma cosa altro dovevo fare".
Dovevo fare.
Dovevo nel senso che qualcosa indipendente dalla
mia volontà mi
imponeva di fare. Ecco, il bello di un gruppo senza
leggi è che se fai qualcosa,
ne sei responsabile. Non
dovevi
farlo. Lo
volevi fare. Ecco, la seconda lezione di un gruppo senza regole
è la responsabilità.
Se non ci sono regole,
tutto avviene perché lo vuoi.
Nessuno ti obbligava. Questo ci fa capire il
vero motivo per cui le leggi
ci danno sicurezza: ci danno
giustificazione. Se scegliamo una cosa anziché
un'altra, spesso possiamo dire che una qualche regola ci spingeva a farlo. O forse
non ci poniamo nemmeno la scelta, tanto c'è la legge che dice così
le
regole e le leggi sono una
comoda sponda piena di giustificazioni e
rifiuto
del ruolo decisionale. Ecco, i primi tempi ti libererai di questa cose dal
dimostrare che dovevi fare una cosa, e inizierai a parlare delle cose che fai
come
tue scelte e
tue decisioni, anche nel piccolo. Questo ti metterà
di fronte ad un fatto sconvolgente: che certe volte ti
senti obbligato
a fare qualcosa. Succederà all'inizio che tu faccia delle cose che non
volevi fare, perché ti sentivi spinto a fare. Questo ti farà capire
una cosa:
La gran parte delle leggi e delle regole sono in noi.
Annidati dentro di noi ci sono i precetti di una educazione disumana, che ci
ha abituato a temere il ruolo di chi decide, a rifiutare la forza di
volontà
come
motore delle nostre scelte. E non sono solo consuetudini sociali
o legali...
Facciamo un esempio doloroso? Quante volte, di fronte ad
una avance del tuo uomo o donna, ti sei lasciata o lasciato violentare perché
ti sentivi "in obbligo" di farlo? Dopo magari ci si giustifica dicendo
"ma lui o lei ci resta male" oppure "ma poi allora se uno dei
due non vuole poi finisce che non si fa mai"... ma in realtà,
lo
volevi? Hai sacrificato 10 minuti (ottimista, eh?) del tuo tempo fingendo
qualcosa che non provavi, in onore ad una consuetudine o ad un quieto vivere,
in onore del fatto che
non hai voluto che fosse la tua volontà a decidere.
Non ti sei voluto/a assumere la responsabilità di dire "io sottoscritto/a...
non voglio farlo e quindi non lo faccio. Io e soltanto perché lo voglio
io". E per mancanza di rispetto verso la
tua stessa volontà
hai subito qualcosa che è uno stupro in piena regola. Ecco, fino a questo
punto può spingersi l'infamia delle coazioni. fino a portare una persona
a subire di tutto, come ognuno/a di noi subisce di tutto, in nome delle regole
e delle consuetudini.
Ecco, la terza ed ultima fase della tua "liberazione" sarà
quando riuscirai a fare ciò che
vuoi, a chiedere ai tuoi compagni
di gruppo ciò che
vuoi, e a rifiutare veramente ciò che
non vuoi, mettendo al
primo posto la tua volontà, e quindi
assumendoti la
responsabilità di ciò che
tu, di
tua
volontà, per tua
sola volontà, hai
voluto
fare o non fare. Come vedi, la libertà è una esperienza che ti
cambia... essere persone libere non significa solo distruggere le regole. Significa
cambiare dentro, fino a
diventare persone libere, ovvero persone
diverse,
migliori che hanno nella propria volontà il
motore delle
proprie decisioni.
Sì perché lo voglio, oppure
no perché
non lo voglio, ecco le parole per diventare persone più potenti...
Cioè
libere/i.
By Lino
La mano sinistra
.
Fonte: pubblicato sul sito a cura dei Costruttori della federazione
pagana http://digilander.iol.it/barb3/index.htm