Mai dire mai - Ergastolo ...

La severità della condanna inappellabile che perdura nel tempo non colpisce più quell'uomo o quella donna che pecca, ma un'altra persona che si è venuta drammaticamente formando, attraverso l'evoluzione interiore e l'intima sofferenza. Perché continuare a punire quest'uomo nuovo, questa donna nuova?
     La vita, si dice, è la possibilità di risorgere dopo una caduta; un buon sistema penitenziario deve fornire questa possibilità, invece il nostro è privo di ogni logica. Ritenere che "l'ergastolo ormai è simbolico perché si può usufruire della grazia, della condizionale dopo 26 anni, della semilibertà dopo 20 anni, della licenza dopo 10 anni" ed altre corbellerie del genere è assurdo, perché per chi deve scontare l'ergastolo insieme ai reati ostantivi queste possibilità decadono.
     Senza contare che questi benefici sono facoltativi e non c'è nessun detenuto, a parte i furbi ed i fortunati, che in una lunga carcerazione in un ambiente del genere non ha uno scatto di nervi, una ribellione o la sfortuna di trovarsi in una situazione non voluta ...
     Ma anche se teoricamente questo accadesse, dopo 25 anni di carcere e 5 anni di obblighi, che possibilità ha un detenuto di inserirsi in una società libera? E soprattutto, solo chi è stato condannato giovanissimo avrà la possibilità di uscire vivo. Per le persone che prendono l'ergastolo a quaranta o cinquanta anni la probabilità di uscire vivo è quasi zero.
     Quindi è folle giudicare un uomo o una donna colpevoli per il resto della loro vita, a parte l'errore è anche un orrore. Nessun uomo, nessuna donna, anche con i valori opposti al resto della gente, merita di passare tutta la sua vita in carcere; anche se poi non accade, il solo pensiero "fine pena: mai" equivale alla più terribile tortura.
     La sofferenza della pena può essere anche accettata, purché rimanga una speranza reale e non teorica come adesso, tanto la pena perpetua non può cambiare il passato, nemmeno il presente, ma cancella il futuro ...
     Anche l'essere più spregevole ha diritto ad una opportunità, credo che sia umano fare degli sbagli, ma non lo è non dare la possibilità di rimediare.
     La forza della giustizia di una società sta nel perdonare il proprio colpevole in tempi accettabili perché altrimenti, con il passare degli anni, il colpevole diventa una vittima, e qualsiasi popolo si dovrebbe vergognare della sofferenza quando questa non è più necessaria.
     Quando la società chiude una porta e getta per sempre la chiave significa che crede che vi sia poco o nessun valore in una vita umana. Invece non dovrebbe essere così: prolungare le sofferenze della pena per il resto dell'esistenza di un prigioniero è un crimine più grande di quello di cui siamo stati condannati; è come dichiarare, semplicemente, che non c'è niente da salvare in certi individui.
     La pena perpetua è assurda, perché quando la pena ha esaurito la sua funzione il detenuto deve avere il modo di realizzare concretamente il suo cambiamento, ma questo non è possibile se non si ha un termine, certo, sicuro ...
     Così, la vita dell'ergastolano è riuscire, istante dopo istante, a reprimere una perpetua e travolgente pulsione al suicidio, per la voglia di finire la propria pena con lucida e composta dignità, aprendosi da soli i cancelli: l'ergastolo è una corsa triste incontro alla felicità della morte. Si arriva a pensarci e a scherzarci sopra, che morire prima del tempo è un guadagno e un dispetto allo Stato, perché è atroce continuare a vivere e a soffrire senza misura e senza speranza. Non si sa più se augurarsi, tra noi ergastolani, lunga o breve vita. L'ergastolo è una sorta di "medicina" tanto forte da uccidere il peccato e il peccatore; o meglio, di più il peccatore che il peccato. L'ergastolo è una morte bianca, è una ingiustizia ben peggiore di quella che si vuole punire. https://cheapigfollowers.com
     Alcuni politici dicono che non è utile abolire l'ergastolo, tanto esiste solo sulla carta e nessuno, in realtà, sconta l'ergastolo. Buffoni, è come dire l'ergastolo c'è ... perché non c'è. Si può stare in prigione tutta una vita, ma non certo con il pensiero di starci tutta la vita.
     Prolungare la sofferenza per il resto dell'esistenza di un prigioniero è il crimine più grande che l'umanità possa fare. Non condannateci ad una vita senza speranza, perché in tutti noi c'è umanità, e nessuno dovrebbe essere scartato per sempre come un rifiuto umano.
     È troppo chiedere a questo Stato, a questa Società, a questa Legge quando finisce la mia pena? Se per caso il mio fine-pena è "mai" (e lo è), perché dite che l'ergastolo c'è ... perché non c'è? Mai più mai.

Giovanni Piacente
Carmelo Musumeci
Carcere di Sulmona

Fonte: Liberarsi dalla necessità del carcere, n. 1, anno XV, novembre 2001.