La morte è uguale per tutti?
Dipende.
Di certo chi muore in prigionia, dietro le sbarre, non fa notizia.
Martedì 19 agosto un detenuto - un altro, verrebbe da dire, perché
la lista dei decessi, suicidi, malori, malattie, è lunga - di nazionalità
tunisina è spirato nel carcere viterbese di Mammagialla.
Lo si apprende da una lettera di un altro detenuto, pubblicata ieri dal quotidiano
Liberazione.
Niente agenzie, comunicati stampa o segnalazioni dalle forze dell'ordine: una
lettera su un quotidiano politico, di nicchia, è l'unico modo per sapere
della scomparsa di un uomo.
"Oggi, 19 agosto, un uomo è stato trovato morto nel suo letto, nella sua cella - si legge nella lettera - era un tunisino di 35 anni, emigrato, e di lui sapevamo soltanto che prendeva "una cifra di terapia".
Cioé farmaci, centinaia di gocce di più tipi di psicotropi, ai
quali probabilmente il suo cuore non ha retto".
L'autore della lettera - che appare sul quotidiano firmata in forma privata
- spiega:
"Qui le medicine non mancano mai, almeno quelle di un certo tipo. Perché
altrimenti ci sarebbbe troppo caos, e per qualcuno è preferibile addormentare
chi fa casino".
Le condizioni dei detenuti, un tema sociale gravissimo: coinvolge associazioni
e anche parlamentari e politici.
All'inizio d'agosto un gruppo di esponenti politici (Bonadonna, Mascia, Deiana
e il segretario provinciale di Rifondazione comunista, Giancarlo Torricelli),
sono entrati a Mammagialla per un incontro con i reclusi, e per verificarne
le condizioni di prigionia, i problemi, ciò che va migliorato.
Da Rifondazione scrivono:
"Il 4 settembre si terrà a Viterbo il vertice dei ministri della
Comunicazione dell'Ue.
Potrebbe essere un'ottima occasione per affrontare uno dei tanti handicap sociali
di cui soffrono i detenuti: la mancanza di comunicazione.
È impossibile - dice un comunicato stampa del segreterio provinciale
Giancarlo Torricelli - per loro utilizzare un computer, divieto del tutto arbitrario.
E anche ricevere visite da terze persone non è affatto semplice".
Anche i compagni di partito di Fausto Bertinotti sottolineano le condizioni
durissime del carcere viterbese: "Nel giro di poco tempo si è assistito
a diversi suicidi, ed ora questa morte inspiegabile del cittadino tunisino.
Il clima che si respira a Mammagialla è particolarmente brutto: e tra i detenuti e tra il personale di custodia, per effetto della riduzione degli spazi di socialità voluta dalla nuova direzione".