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Un muro tra due mondi

Christian Elia

PeaceReporter, 12 dicembre 2003

La frontiera tra Stati Uniti e Messico è lunga circa 3mila chilometri, dall’Oceano Pacifico all’Oceano Atlantico. Carlos Fuentes, scrittore messicano, la chiama la “frontiera di cristallo”, ma ora si può parlare di frontiera di acciaio, almeno per il tratto che va da Tijuana, in Messico, a San Yisidro in California, Usa.

È stata eretta una barriera di acciaio alta 3 metri, lunga 22 chilometri circa, con telecamere a infrarossi, sismografi che rilevano il movimento dei corpi umani, torri di osservazione, potentissimi riflettori e filo spinato.
Il muro è chiamato gatekeeper, guardiano del cancello. È stato costruito con le lamiere utilizzate per l’atterraggio dei bombardieri durante la prima guerra contro Saddam Hussein e altri pezzi di scarto di automezzi militari. Nel 1994, l’amministrazione democratica del presidente degli Stati Uniti d’America Bill Clinton, per “razionalizzare” il flusso degli immigrati messicani e latino americani in genere, ha lanciato l’Operazione Guardian che prevedeva, oltre al muro confinante con la California, un rafforzamento degli effettivi della polizia di frontiera per un totale di 9mila uomini che, in pattuglie armate a cavallo, su jeep o elicotteri, controllassero più rigidamente tutta la grande frontiera.
Il confine con la California era la zona più permeabile al passaggio dei clandestini, perché per il resto, a fare guardia al confine, pensano il deserto e il Rio Grande che, per i messicani, si chiama Rio Bravo do Norte. “Il solo risultato di questo irrigidimento è stato quello di spostare l’immigrazione clandestina verso zone meno visibili, ma molto più pericolose”. A sostenerlo è Claudia Smit, un’attivista americana del California Rural Legal Assistance (CRLA), che si occupa della tutela dei lavoratori latinoamericani. I clandestini, per sfuggire ai controlli, tentano di attraversare il deserto dell’Arizona, dove la temperatura arriva anche a 50 gradi, oppure il fiume che ha correnti fortissime. Questo ha aumentato il numero dei decessi tra quelli che tentano di entrare illegalmente negli Stati Uniti per disidratazione o annegamento. Sempre che non cadano vittima dei raggiri dei cosiddetti polleros, i contrabbandieri di vite umane.
I “traghettatori”, dopo aver incassato cifre enormi per garantire l’ingresso negli Usa agli immigrati, spesso li derubano e li abbandonano nel deserto. Non esistono cifre ufficiali in proposito. Per alcune associazioni umanitarie che cercano di aiutare questa gente, come quella chiamata Stopgatekeeper, sarebbero più di 1600 dal 1995 al 2002. «Il flusso degli immigranti illegali, che qui chiamiamo semplicemente indocumentados ma dall'altra parte diventano intruders, è diminuito almeno del 30 per cento negli ultimi mesi. Bastano le cifre degli arresti, in calo costante, a dimostrarlo. Eppure le morti da frontiera continuano a crescere in modo allarmante. Nel mese di giugno sono state almeno 70. La grande stampa e la televisione hanno altre cose di cui occuparsi», dice padre Luiz Kendzierski, un sacerdote che dirige una casa-rifugio per emigranti a Tijuana.
I clandestini sono bersaglio di tutti: dai polleros ai predoni senza scrupoli. Da un po’ di tempo a loro si sono aggiunti alcuni proprietari terrieri statunitensi che hanno la proprietà sul confine: si sono organizzati in ronde armate e pattugliano il confine alla ricerca di clandestini, che braccano come animali. Hanno anche un sito dove illustrano la loro attività. Spesso i morti non vengono nemmeno identificati: prima di cremarli, la polizia li classifica con un numero e la sigla “Jhon Doe”.
Dalla parte messicana invece, c’è un cimitero con centinaia di croci di legno. È il “muro dei caduti”, dove i parenti possono piangere i loro cari che sono morti cercando una vita migliore. Secondo la Liga Binacional de Protecciòn a Migrantes , gli Stati Uniti hanno bisogno degli immigrati. Senza di loro, l’agricoltura di Stati come la California e il Texas andrebbe in crisi di manodopera, per non parlare dell’economia messicana che riceve 22 milioni di dollari di rimesse dagli immigrati negli Usa, meno importante nel bilancio solo dei proventi del narcotraffico, del petrolio e del turismo. La disoccupazione in Messico si aggrava sempre di più, perché le fabbriche che sorgevano al confine, si sono spostate in Estremo Oriente, dove i costi del lavoro si abbassano. Sul confine, a pochi chilometri di distanza, si guardano due mondi. Una giornata lavorativa di 8 ore vale 60 dollari a San Diego, negli Usa, e una di 12 ore vale 4-5 dollari a Tijuana, in Messico. Nel mezzo un muro, disperazione, violenza e tanti Jhon Doe. Dalam game sbobet yang disediakan oleh agen taruhan di indonesia seperti agentbetting, agen ini adalah agen yang resmi dan berkerjasama dengan situs sbobet indonesia. Permainan yang tersedia dari produk sbobet terdapat casino dan sportsbook. Untuk saat ini indonesia merupakan pusatnya taruhan gambling terbesar di dunia dan salah satu situs terpopuler adalah sbobet indonesia.