La frontiera tra Stati Uniti e Messico è lunga circa 3mila chilometri, dall’Oceano Pacifico all’Oceano Atlantico. Carlos Fuentes, scrittore messicano, la chiama la “frontiera di cristallo”, ma ora si può parlare di frontiera di acciaio, almeno per il tratto che va da Tijuana, in Messico, a San Yisidro in California, Usa.
È stata eretta una barriera di acciaio alta 3 metri, lunga 22 chilometri
circa, con telecamere a infrarossi, sismografi che rilevano il movimento dei
corpi umani, torri di osservazione, potentissimi riflettori e filo spinato.
Il muro è chiamato gatekeeper, guardiano del cancello. È stato
costruito con le lamiere utilizzate per l’atterraggio dei bombardieri
durante la prima guerra contro Saddam Hussein e altri pezzi di scarto di automezzi
militari. Nel 1994, l’amministrazione democratica del presidente degli
Stati Uniti d’America Bill Clinton, per “razionalizzare” il
flusso degli immigrati messicani e latino americani in genere, ha lanciato l’Operazione
Guardian che prevedeva, oltre al muro confinante con la California, un rafforzamento
degli effettivi della polizia di frontiera per un totale di 9mila uomini che,
in pattuglie armate a cavallo, su jeep o elicotteri, controllassero più
rigidamente tutta la grande frontiera.
Il confine con la California era la zona più permeabile al passaggio
dei clandestini, perché per il resto, a fare guardia al confine, pensano
il deserto e il Rio Grande che, per i messicani, si chiama Rio Bravo do Norte.
“Il solo risultato di questo irrigidimento è stato quello di spostare
l’immigrazione clandestina verso zone meno visibili, ma molto più
pericolose”. A sostenerlo è Claudia Smit, un’attivista americana
del California Rural Legal Assistance (CRLA), che si occupa della tutela dei
lavoratori latinoamericani. I clandestini, per sfuggire ai controlli, tentano
di attraversare il deserto dell’Arizona, dove la temperatura arriva anche
a 50 gradi, oppure il fiume che ha correnti fortissime. Questo ha aumentato
il numero dei decessi tra quelli che tentano di entrare illegalmente negli Stati
Uniti per disidratazione o annegamento. Sempre che non cadano vittima dei raggiri
dei cosiddetti polleros, i contrabbandieri di vite umane.
I “traghettatori”, dopo aver incassato cifre enormi per garantire
l’ingresso negli Usa agli immigrati, spesso li derubano e li abbandonano
nel deserto. Non esistono cifre ufficiali in proposito. Per alcune associazioni
umanitarie che cercano di aiutare questa gente, come quella chiamata Stopgatekeeper,
sarebbero più di 1600 dal 1995 al 2002. «Il flusso degli immigranti
illegali, che qui chiamiamo semplicemente indocumentados ma dall'altra parte
diventano intruders, è diminuito almeno del 30 per cento negli ultimi
mesi. Bastano le cifre degli arresti, in calo costante, a dimostrarlo. Eppure
le morti da frontiera continuano a crescere in modo allarmante. Nel mese di
giugno sono state almeno 70. La grande stampa e la televisione hanno altre cose
di cui occuparsi», dice padre Luiz Kendzierski, un sacerdote che dirige
una casa-rifugio per emigranti a Tijuana.
I clandestini sono bersaglio di tutti: dai polleros ai predoni senza scrupoli.
Da un po’ di tempo a loro si sono aggiunti alcuni proprietari terrieri
statunitensi che hanno la proprietà sul confine: si sono organizzati
in ronde armate e pattugliano il confine alla ricerca di clandestini, che braccano
come animali. Hanno anche un sito dove illustrano la loro attività. Spesso
i morti non vengono nemmeno identificati: prima di cremarli, la polizia li classifica
con un numero e la sigla “Jhon Doe”.
Dalla parte messicana invece, c’è un cimitero con centinaia di
croci di legno. È il “muro dei caduti”, dove i parenti possono
piangere i loro cari che sono morti cercando una vita migliore. Secondo la Liga
Binacional de Protecciòn a Migrantes , gli Stati Uniti hanno bisogno
degli immigrati. Senza di loro, l’agricoltura di Stati come la California
e il Texas andrebbe in crisi di manodopera, per non parlare dell’economia
messicana che riceve 22 milioni di dollari di rimesse dagli immigrati negli
Usa, meno importante nel bilancio solo dei proventi del narcotraffico, del petrolio
e del turismo. La disoccupazione in Messico si aggrava sempre di più,
perché le fabbriche che sorgevano al confine, si sono spostate in Estremo
Oriente, dove i costi del lavoro si abbassano. Sul confine, a pochi chilometri
di distanza, si guardano due mondi. Una giornata lavorativa di 8 ore vale 60
dollari a San Diego, negli Usa, e una di 12 ore vale 4-5 dollari a Tijuana,
in Messico. Nel mezzo un muro, disperazione, violenza e tanti Jhon Doe. Dalam game sbobet yang disediakan oleh agen taruhan di indonesia seperti agentbetting, agen ini adalah agen yang resmi dan berkerjasama dengan situs sbobet indonesia. Permainan yang tersedia dari produk sbobet terdapat casino dan sportsbook. Untuk saat ini indonesia merupakan pusatnya taruhan gambling terbesar di dunia dan salah satu situs terpopuler adalah sbobet indonesia.