Appunti per un'autobiografia collettiva
di M. Franco, A. Micillo, (con la collaborazione di F. Picariello)
Resoconto di un'esperienza condotta al Centro Territoriale per l'Educazione Permanente SMS "Sogliano" - Istituto Penale Minorile "Nisida" (Percorsi, Anno XII, Settembre 1999).
Dio e la Religione
Per la stragrande maggioranza dei ragazzi, Dio "esiste... è grande
e buono e giusto .. è forte e grande è una persona santa....
si è fatto mettere sulla croce per noi e noi non l'abbiamo ricompensato"
Gesù "è una cosa importante... è un santo che ci
aiuta a non fare sbagli. Gesù è un Cristo che al passato ci
ha veramente salvato... è il figlio di Dio.. il salvatore del mondo..
rappresenta il bene di qui la gente crede in lui per qualche grazia però
io non ci credo tanto perché non ho mai avuto una dimostrazione ".
Tutti i ragazzi sono battezzati, alcuni hanno fatto la comunione, nessuno
la cresima: "Non l'ho mai fatta perché non ho mai avuto tempo
però qui dentro cerco di prendermela perché è importante...
per sposarti ". Tutti conoscono l'Ave Maria, quasi tutti il Padre Nostro,
alcuni anche l'Eterno riposo. Molti portano al collo il crocefisso, cercano
immaginette sacre e, per dare massima credibilità a una affermazione,
giurano "ncopp 'o Volto Santo". Il santo cui sono devoti è
San Gennaro, seguito da p. Pio. A tutti, anche a chi non crede, capita di
pregare: "Sempre quando vado a dormire e a volte anche quando mangio...
a volte mi leggo il libro della Madonna... a Pasqua... prima di andare a dormire
mi faccio la preghiera così dormo più tranquillo.. quando sono
solo.. quasi sempre perché quando preghi tu li senti libero.. io non
prego mai perché ci ho altre cose da pensare e non ci ho tempo qualche
volta prima che mi addormento faccio una preghiera per tutti i morti specialmente
per mio padre ". L'essenza della religione cattolica, per i ragazzi,
consiste in ciò: "Che dobbiamo pregare e ascoltare... che parla
dei santi... i sacerdoti perché dicono cose realistiche e belle.. non
si fanno peccati... non lo so perché non me ne intendo di queste cose...
crede in Gesù Dio la Madonna e tutti i santi e il papa e (dice n.d.r.)
quello che è male specialmente le fatture". Nei confronti delle
altre religioni tutti esprimono la stessa convinzione: "Per me ognuno
è libero di credere in quello che vuole". La maggioranza ritiene
che "dopo la morte basta è finita lì la vita non c'è
più.. ci mangiano le zoccole", qualcuno pensa che "andiamo
in cielo", qualche altro che "si rinasce sotto un'altra forma perché
mi è capitato di andare in dei posti che non ero mai stato facevo delle
cose e mi sembrava di averle già fatte". Il papa "è
una persona che insegna a volerci bene... fa le cose buone... è il
più importante che ci sia.. è molto famoso e lo ascoltano quasi
tutti... se non ci stesse il papa ci ammazziamo una parte con un'altra.. è
uno che mette pace". Con tutto questo, l'augurio costante dei ragazzi
è che muoia presto perché sono convinti che, alla sua morte,
sarà emanata un'amnistia generale. Alcuni, inoltre, vorrebbero rubare
la "sedia d'oro del papa" o almeno, qualche suo calice. Più
di un ragazzo ruba nelle chiese e si chiede se è peccato. Qualcuno
dice: "Io noti ci tengo molto alle cose di chiesa ma mi faccio sempre
il segno della croce davanti alle chiese, al camposanto e quando vado a rubare
". In carcere c'è un maggiore avvicinamento alle pratiche religiose:
"Fuori non ci vado (a messa, n.d.r.) però i santi sono sempre
con me, poi a Nisida ci vado... a volte no perché capita che stiamo
giocando a pallone". Alcuni partecipano alla catechesi e tutti apprezzano
la presenza dei
cappellano: "È importante perché aiuta tutti i ragazzi
per farli andare in chiesa e per confessarsi.. ci dice cose belle e importanti
che a noi interessa molto... è importante avere un prete nelle carceri
perché ti aiuta a cambiare una vita nuova.. ci aiuta a vivere.. ad
avvicinarci di più a Dio.. ci impara a pregare e a prendere la prima
comunione". Perfino chi afferma: "in chiesa non ci vado mai perché
non mi piace", del cappellano dice: "Ci fa pregare e per noi è
molto importante perché noi quando stiamo fuori non pensiamo a pregare
e invece qui per fortuna c'è padre Paolo che ci fa pregare e per noi
è un grande aiuto e io lo ringrazio". C'è meno interesse
di prima ai maghi e alle fatture: "Per me la fattura è una cosa
che odio perché se veramente facessero effetto staremmo davvero rovinati
perché tutti si rivolgerebbero ai maghi e poi anche perché in
amore se deve nascere deve essere spontaneo e non artificiale e poi mi fa
un po' schifo che una donna o un uomo dovrebbe ricorrere a quei rimedi".
Feste
Le feste di carattere 'personale' non sembrano particolarmente sentite. Solo
di tanto in tanto, qualche ragazzo preannuncia il proprio compleanno o il
proprio onomastico, chiedendo magari un regalino alle insegnanti e, soprattutto,
ipotizzando di far preparare un dolce per tutti i compagni dal cuoco dell'Istituto.
La festa più amata è il Capodanno per via dei botti, dei fuochi
e dei veglioni, seguita a ruota dal Natale, occasione di interminabili pranzi
secondo tradizione con i parenti. La Pasqua viene spesso confusa con la domenica
delle Palme e/o con il lunedì in Albis: "Per prima cosa si deve
andare a prendere l'acqua santa e le palme per farti benedicere prima di mangiare
e poi si danno anche l'uovo di Pasqua e poi ci sono anche le funzioni... A
Pasqua si festeggia la Palma e poi è un grande giorno perché
rinasce Gesù e poi la domenica di Pasqua si va in chiesa e si va a
prendere l'acqua santa e la palma e si mangia tutti insieme e si mangia l'agnellino,
il giorno di Pasqua è un bel giorno... a Pasqua vado a fare la scampagnata
con la mia famiglia al Monte di Procida e ci divertiamo un mondo ". Un
rilievo a parte hanno la festa dei papà e della mamma. Se al primo
si possono regalare anche solo ricche guantiere di zeppole, per la seconda
si fa molto di più: preziosi, biglietti per concerti cui partecipare
con le amiche, telefonini "rubati, ma nuovi e con la scheda prepagata".
C'è chi fa il regalo alla mamma pure a San Valentino e l'otto marzo
perché "io non ho padre e sono il più grande, l'uomo di
casa: e se non ci penso io a mammà chi ci pensa?". E chi dice:
"Per le donne ci sono più feste e questo non è giusto,
però è giusto perché le donne lavorano più in
casa ".
Carcere
I ragazzi che si trovano in carcere "sono molto sfortunati tutti".
La gente di 'fuori' pensa "che siamo tutti delinquenti... che noi sappiamo
solo rubare... che tutti i ragazzi che si trovano in carcere sono tutti ragazzi
malamente però non è vero perché ci stanno pure i bravi
ragazzi che si trovano qui per sbaglio". Ma c'è anche chi dice:
"Sul fatto che rubano che ammazzano sono scelte di vita come ben sapete
c'è chi fa l'avvocato e chi fa il delinquente... però per me
è meglio fare l'avvocato perché la sera vai a dormire tranquillo".
Nel sud si trovano più ragazzi in carcere perché "qui c'è
più criminalità... Napoli è il paese positivo... noi
ragazzi meridionali ne siamo di più dappertutto perché noi napoletani
siamo più caratteristici e poi nominati e allora qualsiasi cosa facciamo
usciamo incolpati non dalle cose che facciamo perché siamo conosciuti
". Un reato, dicono i ragazzi "è una cosa molto grave per
le mie conseguenze che poi vengono dopo.. è una cosa che non va alla
legge.... è una cosa illegale che lo stato non permette di fare".
["Lo stato è quelli che fanno le leggi... (è costituito
n.d.r.) da tanti mangioni che si servono di noi . lo stato è formato
da delinquenti perché senza delinquenti non si va avanti... lo Stato
è una merda perché lo stato fa morire la gente di fame perché
non dà un posto di fatica a nessuno ".] La maggioranza dei ragazzi
dice che i reati vanno puniti, ma alcuni
precisano: "Sì ma non tutti perché qualcuno fa i reati
per bisogno... per parte mia sarebbe meglio noti punirli... dipende dal reato...
io vorrei che punissero solo quelli che violentano le ragazze e i ragazzi".
C'è ostilità nei confronti delle ipotizzate misure contro la
microcriminalità: "... Se una persona ruba una catenina di 30
o 40 grammi del valore di 400000 lire e l'arrestano e si fa 4 o 5 anni di
carcere per me è uno scemo perché per 400 mila lire non vale
la pena di rischiare 10 anni della propria vita che in dieci anni puoi guadagnare
molto di più comunque io non sono d'accordo su queste pene perché
il furto che era il reato minore l'hanno paragonato alla rapina e non è,
giusto, lo scippo è anche giusto perché quante volte per lo
scippo hanno ammazzato le persone invece il furto non è una cosa grave
perché non si fa del male a nessuno e credo che le condanne che ci
danno adesso sono più che giuste io spero solo che chi fa le rapine
gli vada tutto bene perché ve gli va male ha passato una vita di carcere
per niente ". Sulla 'funzione' del carcere si registrano due posizioni:
alcuni lo indicano solo come 'punizione' del reato, altri come 'punizione'
e, insieme, 'educazione'. Qualcuno dice che non serve né all'una né
all'altra cosa: "Perché l'educazione viene data dalla famiglia
e poi se uno dopo aver fatto un reato se ne vuole fare un altro lo fa senza
impegni poi se è andato in carcere per sbaglio allora non entra più
in carcere". Di fronte alla domanda: "Per un ragazzo è meglio
il carcere o la comunità?" si registrano tre posizioni: 1)"Dipende
dalla situazione che ha... dipende dal ragazzo se è un ragazzo vivace
è meglio il carcere ma se poi è un ragazzo calmo è meglio
la comunità"; 2) ",Secondo me per un ragazzo è meglio
il carcere perché così si imparano invece la comunità
per una parte non è buona perché ci sono quelli che scappano
e poi si sentono troppo aperti "; 3) "Per me la comunità
perché i ragazzi si trovano più all'aperto... c'è tutto,
sei a casa tua e ti aiutano più di qua... sei libero". Il momento
più difficile, nella giornata in carcere, è "quando ti
manca la famiglia perché a volte ti metti a pensare" oppure "quando
c'è qualcuno che vuole fare di testa sua". Il giorno peggiore
è "la domenica perché non c'è niente da fare",
il più bello "il sabato perché si vede la famiglia.. e
sai che stanno tutti bene e così tutta la settimana stai con pensiero
tranquillo" oppure "il mercoledì perché si gioca con
le ragazze". A mancare di più in carcere sono la famiglia, la
droga e "la
donna: se ci fosse la donna non sarebbe più carcere". Tutti i
ragazzi riconoscono un ruolo importante all'educatore "perché
ti segue e fa le relazioni buone o malamente... serve a farti avere molte
cose sarebbe un lavoro esterno qualche licenza poi serve a farti il piano
di trattamento e tante altre cose che per i detenuti è molto importante...
è l'unica persona che ti può aiutare... ti fa avere i benefici
e poi ti aiuta... segue tutti i fatti miei e si interessa moltissimo... ci
parla e ci fa capire tante cose... ci calma". Più variegate le
opinioni sugli agenti: "Per me la polizia penitenziale fa il proprio
lavoro però i ragazzi pensano che loro quando vengono a lavorare i
ragazzi pensano che vogliono dare fastidio a loro però non è
vero e se potessero non venire, non verrebbero proprio... perché sono
sbirri noi li odiamo... io penso se tu ti comporti bene loro ti ricambiano
allo stesso modo anche più meglio però se tu fai delle cose
sbagliate loro devono reagire allo stesso modo... (ci) stanno poliziotti che
capiscono i tuoi sentimenti e ti possono aiutare se tu li dai fiducia e ci
stanno certi che ti fanno fare la vita del carcerato... loro pensano che siamo
sempre gli stessi e non cambieremo mai... penso tante cose che non si possono
dire... è gente che fa il loro dovere". I giudici - per quasi
tutti i ragazzi "fanno il loro lavoro come tutti gli esseri umani".
Camorra
La prima reazione dei ragazzi di fronte al tema camorra è o 'difensiva'
- "Ma che volete?... lo chiedete proprio a me?... lo non ne so niente"
- o 'provocatoria' - "la camorra è forte... è bella...
e indicibile.. (con gli aggettivi detti a piena bocca n.d.r). Tutti sono attaccati
alla camorra, pure il cardinale" - . Solo qualcuno cerca una definizione
più obiettiva: "È una banda che comandano in alcune zone
e che prendono delle estorsioni e fanno del male a chi non rispetta la loro
legge". Tutti conoscono le famiglie camorriste napoletane ("Licciardo,
Mazzarella, De Luca, Galano, Contini, Mallardo") le zone in cui operano
("Secondigliano, Rione De Gasperi, San Giovanni"'), gli interessi
economici di ciascuna. Molto forte è l'ammirazione e il rispetto per
Cutolo "'o professore vesuviano". 'Il camorrista' è, in assoluto,
il film più richiesto. Secondo i ragazzi, la camorra trae origine e
alimento nella mancanza di
lavoro: "I disoccupati si buttano nella camorra perché devono
mantenere la famiglia". Ma molti sostengono che il lavoro per tutti non
la sconfiggerebbe completamente perché "la camorra è una
scelta di vita". Né, tanto meno, potrebbe vincerla la polizia,
sia perché 'la camorra è più forte di tutti', sia perché
'pure le guardie e i giudici sono corrotti'. Un giorno - leggendo sui giornali
la 'preghiera anticlan' di un prete napoletano - si è aperto un dibattito
sulla possibilità che Dio possa sconfiggere la camorra. Il gruppo classe
si è diviso a metà. Metà sosteneva che la camorra non
potrebbe essere eliminata da nessuno, visto che le forze di polizia in anni
e anni di interventi non ci sono riuscite. L'altra metà ribatteva con
una domanda: "Perché, Dio non è più forte delle
guardie?". E qualcuno ha aggiunto che Dio farebbe bene a vincerla perché
la camorra "non è giusta... rovina la gente...". I 'valori'
della camorra vengono così indicati: "Rispettare il più
boss e mantenere gli ordini . omertà . non si possono drogare e devono
fare dei morti per acquistare alcune zone... uccidere la gente". Oltre
che a Napoli, la camorra è diffusa anche "in Sicilia, Palermo,
Sardegna, Milano, Roma, America: in tutto il mondo dove c'è politica
c'è camorra". La violenza dei camorristi è "normale...
è una cosa buona perché lo stato non ci dà un posto di
lavoro... devono farlo perché se no non si va avanti... niente di straordinario
fa parte della nostra cultura". Il traffico di armi "è un
grande business", che consente pure di "fare più facile le
rapine". Tra i problemi di matematica inventati dai ragazzi ce n'è
qualcuno del genere: "La camorra va nel porto a caricare 3437 scatole
di armi, poi la polizia il insegue e sequestra 437 scatole di armi. Quante
scatole di armi le rimangono?".
Droga
Numerosissime le discussioni sulla droga, con la contrapposizione tra i fautori
del cobret e quelli della cocaina. L'esperienza più comune è
quella del mescolamento di varie droghe (spesso sintetiche). La droga fa parte
dell'immaginario quotidiano, qualcosa che viene evocata
costantemente: "Le cose più belle della vita sono: la droga (cobret)
la ragazza, i soldi, gli amici, il divertimento, a ballare... poi i motorini...
(Se dovessi vivere in un'isola deserta n.d.r.) mi organizzerei portandomi
100 mignotte e chili di cobret". Abituale è fingere di aspirare
il gesso grattato sul banco, rievocando voluttuosamente la 'preparazione'
della dose: "Bisogna prendere la polvere di cobret e metterla sulla carta
argentata, si passa sotto l'accendino e la polvere diventa come il caffè...
c'è chi il cobret se lo mette nelle vene e diventa stordito... se si
aspira, invece, si resta normali, ma si vede tutto diverso... ", "Prendete
una bottiglia d'acqua di plastica, togliete il tappo e un po' d'acqua, mettete
la carta argentata con una molla intorno e fate i buchini sulla carta... mettete
un po' di cenere e la pietra di crak e passate l'accendino sopra... fate un
buco a lato della bottiglia, ci mettete una cannuccia e aspirate...".
La droga - insieme al contrabbando e ai traffici della camorra - rientra nel
'materiale immaginario' con cui i ragazzi sono disponibili a fare ipotesi,
per esempio 'inventando problemi matematici: "Gianmarco va a Forcella
e prende 45 grammi di fumo, poi va nella Sanità e ne prende altri 400.
In tutto quanti grammi di fumo prende?". "Alessandro ha 20 palline
di cobretto; andando alla ferrovia ne perde 7. Quante palline sono rimaste?".
Del traffico di droga si dice che: "Fanno solo del male... una grande
stronzata che rovina la gente compreso me... non è giusto... è
una cosa brutta.... io penso che senza traffico di droga non campasse nessuno
perché con il traffico di droga mangiano almeno il 50% di abitanti".
Per procurarsi la droga bisogna rubare: "Mi piace rubare perché
per me è un mestiere si abbuscano i soldi per comprare la cocaina perché
mi fa stare più forte e più arzillo quindi io mi pippo la cocaina
ma solo quella pura per me devono mettere".
Denaro
Per la metà dei ragazzi, "non conta niente il denaro ma conta
l'amicizia e la felicità... i soldi non sono la cosa più bella
che ci sia nella vita... se ci sono (i soldi, n.d.r.) va bene, se non ci sono
fa lo stesso. Basta che sto bene di salute perché se stai bene di salute
i soldi li puoi fare... i soldi non sono la cosa più importante che
ci sia nella vita". L'altra metà dice che il denaro è una
cosa 'importante' e 'necessaria'. Il 90% dei ragazzi tra denaro e amore sceglierebbe
l'amore, ma qualcuno
dice: "Per me conta più il denaro... perché allora se voi
avete una moglie e nasce una famiglia e non avete abbastanza soldi come farete
facendo così distruggete solo una famiglia", o anche: "Io
su questo sono indeciso poi io delle donne specialmente non mi fido il denaro
potrebbe andare bene perché lo giri e lo rigiri e non ti può
mai tradire perché noti ha sesso né occhi né gambe che
può decidere da chi andare e a chi vi vuol scopare". La totalità
dei ragazzi mostra insofferenza per chi è troppo legato ai soldi e
"non ha sentimenti". Se diventassero milionari, "aggiusterebbero'
la loro famiglia, metterebbero i soldi "su tutte le banche così
i miei miliardi si facessero sempre di più", 'farebbero tanti
magazzini", comprerebbero case, macchine, moto. Ma quasi tutti darebbero
"qualcosa ai poveri", o ",a tutti gli orfanelli", ai "bambini
del terzo mondo", "alle comunità dei tossicodipendenti".
La cifra necessaria per vivere bene si colloca, secondo i ragazzi, in una
fascia che va da 1 a 10 milioni al mese; nello stesso tempo un buon numero
dice di spendere un milione al giorno (o giù di li) per droga, vestiario
e divertimenti.
Lavoro
Alcuni ragazzi hanno piccole esperienze di lavoro (commesso di salumiere,
aiutante di meccanico), molti non ne hanno nessuna. Tutti dicono che la mancanza
di lavoro è una - o la maggiore - causa della delinquenza minorile
(con o senza inserimenti camorristici). Ma pochi sarebbero disponibili a lavorare
per due milioni al mese: "Vorrei un lavoro onesto per rimanere sempre
vicino alla mia moglie o per i propri figli". I più si limitano
a osservare: "Il lavoro è una cosa seria ma
(per) chi lo prende seriamente... il lavoro è una cosa pesante per
stare lontano dai guai... io penso che il lavoro a noi ragazzi non ci fa male...
io penso che il lavoro sia una cosa opportuna per noi che abbiamo una certa
età.. lo dico solo una cosa che il lavoro mi piace però a volte
mi comporto male". Ma c'è chi dice esplicitamente: "A me
non mi piace il lavoro perché faccio un altro lavoro... il lavoro non
mi piace perché se mi piaceva noti mi trovavo qui". Guardando
al futuro, più di uno dice che andrà a lavorare, con tono e
mimica che annullano il significato delle parole.. È raro sentire con
accenti di sincerità: "Voglio andare a lavorare... voglio fare
pure il disoccupato, ma coi reati basta, non me ne fido più di questa
vita".
Vestiti
I "panni" hanno un posto di rilievo nei discorsi dei ragazzi. Tutti
dicono di preferire uno stile 'sportivo' e, nelle occasioni importanti, uno
stile 'classico'. Solo qualcuno afferma di non essere particolarmente interessato
al vestiario. Per tutti la tuta è sinonimo di benessere e comodità:
"La domenica mi metto la tuta e me ne scendo pulito e sistemato.".
I ragazzi conoscono bene gli stilisti alla moda e i prezzi di jeans, camicie
e maglioni griffati. Marche preferite: Iceberg e Versace: "Io a Natale
regalerei alla mia fidanzata un giubbotto di Casmir (Cachemire n.d.r.) e un
pantalone della Versace... poi io vorrei avere in regalo solo una cosa un
bel giubbotto di Iceberg... Io so guaglione, ma la so tenere la ragazza, la
porto al magazzino e spendo cinque milioni e dico: 'Vestiti' e prendo pantaloni
e giubbini di Versace e per me camicie...". Maniacale è l'attenzione
alle scarpe, sportive e firmate. Una piccolissima - pressoché invisibile
- macchia sulle scarpe o su un giubbotto può pregiudicare la serenità
del gruppo classe per l'intera lezione. I ragazzi hanno una grande conoscenza
degli orologi più costosi (i modelli più esclusivi di Rolex
e di Breitling) ma li vedono soprattutto come oggetto 'di lavoro' (lo rubano
per rivenderlo) più che di 'uso' (rubarlo per usarlo). Abbastanza diffuso
l'interesse per i gioielli.
Tempo libero (Tv - Film - Canzoni)
La TV, per i ragazzi, è il più comune strumento per passare
il tempo quando stanno nelle loro camere. Pochi vedono i Tg "per essere
informati di quello che succede", molti seguono trasmissioni che comprendono
canzoni, giochi e vallette. La preferita è 'Fuego' "perché
parla della gente e della vita di oggi", ma anche 'Passaparola' "perché
ci sono delle vallette molto carine". La telenovela più seguita
è 'Vivere' - "perché è molto bella e poi è
una trasmissione italiana" - e un certo interesse suscitano i personaggi
di Telegaribaldi. Quasi tutti vedono i cartoni animati, perché "sono
divertenti e li vedo da tanto tempo". I preferiti sono i Simpson ("mi
fa divertire perché sono gialli"), Alvin, Tom e Jerry, Ken il
guerriero ("perché litiga contro il male e vince sempre... io
mi vedo tutte le puntate") e, soprattutto, Lupin ("perché
me lo vedo da motto tempo e poi è divertente... mi imparo a rubare
come fa lui"). Un discreto numero di ragazzi segue alcune trasmissioni
a carattere informativo, come 'La macchina dei tempo': ne trae, di solito,
notizie sconnesse e incoerenti per cui può capitare di sentirsi chiedere,
in classe, mentre si parla per esempio di geografia che tipo di elicottero
usavano gli uomini primitivi. Visti e rivisti i film, in particolare quelli
interpretati dai cantanti napoletani, quelli a sfondo erotico e i film d'azione
(in particolare quelli interpretati da Schwarzenegger e da Van Damme. Non
c'è una particolare simpatia per Totò, mentre si osserva una
forte antipatia per Troisi. Scarsamente - o per nulla - seguite le partite.
D'altra parte il calcio - che fino a due anni fa faceva parte dei discorsi
quotidiani - sembra sparito dal campo di attenzione dei ragazzi.. Al contrario
sono molto ascoltate (attraverso la radio e i walkman) e molto cantate le
canzoni dei napoletani: Finizio, Brunella Cori, Gianni Celeste, Tommy Riccio
e, soprattutto, Nino D'Angelo e il preferito Gigi D'Alessio.
Famiglia
"La cosa più importante è la mia famiglia perché
è più importante perché loro mi hanno messo al mondo
e io li voglio bene... Se (qualcuno
n.d.r.) facesse del male a me lo perdonerei, ma se lo facesse alla mia famiglia
no". Affermazioni di questo tipo - vigorosamente ribadite - farebbero
pensare a strettissimi legami con i propri familiari. Ma, rispetto al passato,
vengono esplicitate forti fratture emozionali all' interno della famiglia:
"Io porto parecchio odio per la mia famiglia perché non hanno
fatto mai niente per me mi hanno messo solo in mezzo a parecchi guai... Tra
mia mamma e la ragazza con cui sto adesso sono più attaccato alla ragazza
perché non sono cresciuto con mammà... lo mio padre l'ho conosciuto
a 17 anni e non esiste che mio padre da uno schiaffo a mamma; lui dice 'm'é
muglierima', ma davanti a me non si deve permettere... io non sono tanto attaccato
a papà". "Io penso che la vita familiare di oggi è
una vita abbastanza dura perché il 50% delle famiglie sono famiglie
distrutte dalla camorra familiare che non hanno lavoro e tanti problemi che
stanno oggi. Per combattere la vita di oggi il rapporto familiare è
difficile. Adesso vi spiego perché oggigiorno è difficile collaborare
in famiglia perché non c'è dialogo. Noi ragazzi siamo cambiati
vogliamo vivere all'avventura, vogliamo fare tutto quello che si fa oggi e
contemporaneamente facciamo molti guai". Il legame più forte resta
quello con la madre, la più 'comprensiva' e quella più presente
durante la detenzione: "Mia mamma viene sempre a colloquio; il sabato
viene qua, il giovedì va a Poggioreale da mio fratello". "Per
me la madre è tutto perché se non c'è una madre dentro
una famiglia come si va avanti e poi la mamma da tanto affetto quando ci hai
qualche problema ce lo puoi dire a lei e lei fa il possibile per farti stare
bene la mamma serve a fare tutto dalla a alla z". "Io penso che
un buon rapporto con la propria mamma è molto importante perché
se hai qualche problema lei è l'unica a risolvere quel problema che
hai e se pure hai qualcosa da confidarti lei è l'unica persona di cui
ti puoi fidare e non ti può tradire mai perché una mamma non
può mai volere il male del proprio figlio questo è come penso
io perché stanno anche madri che fanno il male dei figli e sono quelle
madri cattive". "... lo non mi sarei mai permesso di contraddire
mia mamma perché ha fatto di tutto per crescermi e non credo che trattarla
male sarebbe la ricompensa dopo tutto quello che ha fatto per me io vorrei
fare di tutto per darle le soddisfazioni che lei desidera, ma fino ad ora
gli ho dato solo delusioni e per lei è il male più grande che
possa esistere e per questo voglio fare di tutto per farle credere che per
il figlio ci sono tante speranze e un giorno vorrei sentirla dire mio figlio
si è sistemato e non come adesso che quando parla con altre persone
dei figli deve dire non si comporta bene fa sempre guai non ce la faccio più
ma io credo che un giorno potrà sorridere di felicità e dargli
il piacere più grande della sua vita sarebbe quello di vedermi sistemato
con un lavoro con la mia famiglia e un figlio che può chiamarla nonna".
"Per una madre e un figlio ci possono essere difficoltà perché
il figlio vorrà fare sempre quello che gli pare invece la madre vuole
sempre il bene di un figlio però la madre è tutto per un foglio
fa sempre di tutto per fargli fare cose buone e non cattive la mamma è
una statua d'oro è come la Madonna è tutto quando dice fina
cosa non si sbaglia mai poi quando ci troviamo in situazioni drammatiche diciamo
che la mamma ha ragione ecco lo sbaglio di ognuno di noi è questo che
facciamo prima le cose e poi ce ne pentiamo di tutto quello che abbiamo fatto".
Per il padre, due terzi dei ragazzi provano "rispetto", il rimanente
o non l'ha mai conosciuto o, comunque, non prova "niente" nei suoi
confronti. Un padre dovrebbe essere, secondo i ragazzi, "buono... avere
un comportamento corretto... deve far crescere il figlio educato e lavoratore
ma per far venire il figlio così lo deve fare prima lui... affettuoso...
miliardario". Un fratello, per i ragazzi, "non è proprio
niente... è tutto... è un pezzo del mio cuore... è il
sangue mio... la vita... più di tutti gli altri... è un amico
sincero che puoi confidargli le cose più segrete e che non ti può
mai tradire". "Io con mio fratello mi trovo bene perché lui
la pensa come me non proprio come me però quasi con le stesse idee
per esempio io e lui quando è venuta la festa della mamma gli abbiamo
fatto tutti e due lo stesso regalo una bottiglia di profumo e nostra madre
è rimasta molto contenta però io stavo abbastanza arrabbiato
perché dicevo vicino a mio fratello che il mio regalo era più
bello del suo e invece erano uguali però non mi è mai fregato
niente basta che era contenta nostra madre". "Mio fratello è
un ragazzo che mi vuole aiutare perché mio fratello ha capito che ho
sbagliato e lui ha capito che io quando uscirò andrò a lavorare
perché io la vita di andare sempre in galera non la voglio fare più
perché perdo tutta la libertà e soprattutto mio fratello mi
ha detto che io quando uscirò devo andare a lavorare perché
se quando uscirò andrò a rubare un'altra volta e vengo qui un'altra
volta mio fratello mi fa morire nel carcere ok perciò serve il fratello".
"lo e mio fratello gemello quando stavamo insieme ci litigavamo perché
quando mia mamma ci comprava qualcosa io dicevo che era più bella e
mio fratello diceva di no poi mia mamma si arrabbiava e non comprava niente
più e ci diceva che noi eravamo fratelli e non dovevamo litigare e
ci dovevamo volere bene... Nostra madre ci vuole bene a tutti e due per questo
mia mamma comprava non lo so un giocattolo qualche cosa per farci stare d'accordo
poi vedeva che noi ci litigavamo sempre e ci picchiava però non picchiava
solo al mio fratello e a me no ci picchiava a tutti e due. Ora però
siamo diventati grandi e facciamo le cose diverse non stiamo più insieme
lui si compra i panni di un'altra specie. Poi con la mamma si incazza sempre
e io lo sgrido perché gli dico che nostra mamma ci ha cresciuto e quando
eravamo piccoli ci ha dato tutto". I ragazzi non parlano mai dei loro
figli (il 10% è già padre e la metà non riesce a scrivere
e a leggerne correttamente il nome 'esotico'). Il desiderio più comune
nei loro confronti è che non "cresca come me", ma diventi
un bravo ragazzo "non scemo però" (o una brava ragazza "non
come quella di ora") e, soprattutto, vada "a scuola tutte le mattine",
magari studiando "da avvocato".
Amicizia
L'amicizia era fino a qualche anno fa un valore assoluto, senza 'ma'... Ora
è vista in maniera più problematica: "È una cosa
bella ma si deve saper trattare... non dobbiamo distrugger(la) come noi a
volte facciamo noi... è una cosa passeggera perché l'amicizia
va e viene... è una cosa che non esiste... è così così...
le amicizie ci sono sia buone sia cattive però io dico che tutti i
ragazzi di oggi pensano solo a se stessi... l'amicizia è bella quando
siamo due di noi amici per la pelle... senza amicizia sarebbe troppo brutto
perché se non hai amicizie con qualcuno è meglio che te ne stai
a casa da solo... l'amicizia è tutto ma bisogna rispettare i propri
compagni cioè non puoi prenderti una cosa che non è tua cioè
la ragazza...". I rapporti con i coetanei all'interno del carcere vengono
visti in maniera variegata. Alcuni ragazzi ritengono che nel gruppo ci sia
armonia: "L'amicizia è una cosa bella fra di noi perché
diventiamo più importanti e più forti". Altri dicono che
"c'è amicizia, ma non è come l'amicizia che si fa fuori
perché qui in carcere l'amicizia è una cosa che si deve fare
per forza mentre fuori nasce dal profondo del cuore". Altri ancora dicono
che c'è "rivalità", oppure precisano che "c'è
sempre qualcuno che vuole dare fastidio o perché sta per un reato più
grande o perché fuori ha qualcuno che lo protegge". Altri infine
usano termini più duri: "C'è distruzione tra di noi, non
si tratta di volerci bene perché uno che ruba come me non è
meglio di me e io meglio di lui... tra noi c'è più odio perché
c'è sempre qualcuno che vuole comandare il carcere".
Ragazze
Quasi tutti i ragazzi hanno una fitta corrispondenza con la 'fidanzata' e
una serie di altre ragazze, ognuna delle quali potrebbe svolgerne il ruolo.
Le opinioni sulle ragazze vanno da "le ragazze sono tutte belle"
a "le ragazze di oggi non sono sincere",da "le ragazze ne sanno
una più del diavolo" a "le ragazze sono come il limone vanno
bene solo sul pesce" (è stata scelta l'espressione meno volgare
n.d.r.). "Al giorno d'oggi è difficile trovare una ragazza buona
che fa quello che dico io, che sta in coppa, e quando deve scendere scende
e torna senza andare coi ragazzi sbilanciati". Un ragazzo può
avere più innamorate - "la donna è come la
sigaretta: prima si usa poi si getta" - anche se qualcuno aggiunge che
il principio è valido solo "se non ha una fidanzata". La
ragazza, al contrario, non può avere più innamorati, specialmente
se è "la mia ragazza". "Il matrimonio per me è
una cosa decisa... io quando esco mi dovrò sposare e farmi una vita".
Aumenta però la percentuale dei ragazzi che esplicitano una preferenza
per la convivenza: "... lo ho già provato a convivere e mi trovo
bene però è sempre un fatto che se c'è l'amore c'è
tutto quello che ti serve... Qualunque carattere avrebbe (una ragazza n.d.r.)
io non me la sposo perché il matrimonio non fa per me, sono più
per la convivenza... Il matrimonio è bello ma a me non piace, può
darsi che in futuro mi può piacere ma in questo momento è meglio
convivere". La bellezza fisica - tanto vagheggiata e talvolta pesantemente
commentata nelle starlette televisive - non è ricercata nelle ragazze
con cui si ipotizza di potersi sposare. Piuttosto, le qualità privilegiate
sono: "Simpatia, dolcezza, serietà, sincerità... che mi
vuole bene... che mi capisce". La moglie deve restare a casa. Minoritaria
la posizione di chi dice: "Mia moglie deve dare un contributo lavorando".
Più condivisa l'affermazione: "Lei deve fare solo la casalinga
e accudire i propri figli e poi io con un lavoro onesto porto la mia famiglia
avanti". A differenza del passato - quando le ragazze erano più
giovani dei ragazzi - oggi si registra una tendenza a relazioni - anche di
convivenza - con ragazze più grandi di una decina d'anni (da cui in
taluni casi hanno pure figli). La ragazza più grande viene vista come
una che 'sa', 'è esperta' - "scetata" - e, in prospettiva
più 'gestibile' : "lo non starei con una troppo più giovane
di me perché poi lei è ancora giovane io non sono più
'buono' e sapete quante corna mi fa e io l'ammazzo... ". Il tradimento
è inaccettabile: "È una cosa bruttissima per noi napoletani
che ci tengono al proprio onore invece in altre zone d'Italia è come
andarsi a prendere il caffè al bar... Il tradimento è una brutta
cosa per l'uomo (= che l'uomo sia tradito n.d.r.) però per la donna
(= che la donna sia tradita n.d.r.) non è un granché. Io sono
un ragazzo ho tradito a mia moglie però mia moglie non mi ha mai parlato,
ma io non so che dire o perché lei essendo più grande non se
ne imporla perché io a certi momenti sono un ragazzo che ho momenti
di sbandamento però io penso che lei ha capito che il frutto più
importante è per lei". Solo qualcuno aggiunge che neppure il marito
può tradire: "Se voi avete avuto una moglie significa che vi vuole
bene e non è giusto andare con un'altra". Nessuno perdonerebbe
il tradimento "perché dopo sei cornuto per tutta la vita"
(uno solo dice che lo considererebbe "normale"). Le possibili scelte
sono, in questo caso, due: 1) "lo non le voglio mai pensare queste cose
però se mi accadesse sono il tipo che la mia vita la butterei dentro
un carcere"; 2) "lo non lo perdonerei mai il tradimento ma non farei
come tante persone che ammazzano per il tradimento ma mi comporterei da signore,
gli metterei la propria roba alla porta e gli
direi: dove ti sei fatta Natale la ti fai Capodanno".
Tutti i ragazzi concordano su un altro punto: non si può giustificare
chi abbandona la fidanzata incinta: "È uno scemo... senza testa...
un fallito... un grande pezzo di merda... è una schifezza... è
una cosa brutta e non si deve fare neanche per scherzo". La ragazza che
cresce il figlio da sola "è una ragazza sfortunata... è
una brava madre... vuole bene il figlio... è una ragazza in gamba".
E più di uno ne ha una personale esperienza: "Così è
successo a mammà".
Metafore
li gioco dei 'se io fossi... sarei...' apre squarci interessanti sull'immaginario
dei ragazzi: Se io fossi un animale: il 50% indica l'uccello "perché
vola" o "perché canta"; qualcuno specifica il tipo di
uccello (colombo). All'interno di questo 50% sono compresi altri animali che
'volano' (farfalle). Un altro 49% si orienta verso animali 'forti': il leone
("perché è veloce"), la tigre ("perché
la tigre è l'animale che mi piace dì più"), il ghepardo
("perché ha una velocità impressionante"). L'1% indica
un animale 'tenero' ("un cagnolino per essere coccolato e accudito").
Se io fossi un oggetto: la metà abbondante indica "la macchina"
("per andare lontano", "perché mi piacciono i mercedes",
"perché andrei a fare dei viaggi"). Più di un quarto
indicano i gioielli ("un tesoro perché sono molto importante",
"un brillante perché è un oggetto molto prezioso",
"un collier perché non viene mai dimenticato"). Il restante
quarto da risposte 'spurie' ("una fragola", "a me non piace
essere un oggetto", "una pistola perché la pistola è
una cosa bella"). Se io fossi una pianta: Il 50% indica la rosa ("perché
è bella", "perché viene regalata nei momenti più
belli", "per regalarla ad una persona cara"). Un 20% la margherita
("per farmi sfogliare", "perché odora e mi fa pensare
la primavera", un altro 20% un fiore in genere ("perché odora",
"perché le donne mi prendono in mano"), il rimanente 10%
una pianta "importante" ("come il cigas"). Se io fossi
un bambino: quasi tutti giocherebbero a pallone (alcuni giocherebbero a nascondino,
o alle costruzioni). Ma il 20% rimpiange esplicitamente l'epoca di un maggiore
rapporto con la madre ("mi piacerebbe essere un bambino per giocare con
la mamma", "mi piacerebbe stare in braccio alla mamma e ciucciare
il latte"). Se io fossi un altro mi piacerebbe essere: Il 20% sceglie
un attore ("vorrei essere Van Dam perché è forte e coraggioso",
"S. Connery perché è attratto (desiderato n.d.r.) dalle
donne di tutto il mondo nonostante la sua età e anche perché
è un grande attore"). Gli altri si dividono quasi a metà
tra chi vorrebbe essere se stesso ("io mi piaccio come
sono") e chi vorrebbe essere "un ragazzo tranquillo con la legge".
Se io fossi una ragazza, il ragazzo di cui mi innamorerei sarebbe: su questo
punto solo qualche ragazzo accetta di rispondere ("un bravo ragazzo...
un ragazzo che mi ama... bellissimo"), gli altri dicono che: "Non
mi piace rispondere... mi da proprio fastidio rispondere... non posso rispondere".
Perché? "Perché sono un uomo".
Omosessuali e travestiti
Per gli omosessuali la parola che ricorre di più è 'schifo':
"È una cosa che mi fa schifo... mi fanno schifo... fanno schifo
perché la loro mamma li fa uomini e loro vogliono fare le femminucce...
sono maniaci... io penso che agli uomini sessuali dovrebbero dare la pena
di morte... se viene (in carcere, n. d. r.) un omosessuale lo picchiassero
tutti i giorni". Solo qualcuno esprime una maggiore tolleranza: "Per
me gli uomini omosessuali sono nati con questo destino... sarà anche
una scelta sbagliata però loro a quel modo sfogano i loro pensieri.
io penso che oggigiorno non ti puoi mettere nella testa di un altro perché
è difficile capire.....". Per i travestiti c'è una sostanziale
simpatia, anche quando si dice che "non dovrebbero farle queste cose
sia per loro sia per gli altri": "I travestiti sono uomini come
noi... sono persone come noi pure loro allo stesso modo fanno la scelta della
loro vita oppure si nasce... sono gente malata... vestendosi da donna si sentono
più a suo agio... sono nati con questa mentalità così
e nessuno può fare niente... per me fanno una brutta vita peggio di
noi".
Regole
Si registra un'insofferenza crescente alle norme. In gruppo "si debbono
rispettare le regole mie... dai disposizione e devono ubbidire... per me le
toglierei tutte perché nella mia vita non ho mai rispettato una regola...
siccome qui a Nisida è una casa di correzione io le rispetto a forza
perché devo... secondo me bisogna rispettare le regole soltanto se
vengono dettate da una persona con un'intelligenza più grande del gruppo...
la prima regola è quella di non litigare e non dividersi mai perché
l'unione fa la forza... non fare mai debiti di gioco e debiti sulla droga
così puoi vivere senza problemi di poter avere qualche pallottola in
testa... (le regole si devono rispettare) poco tempo perché c'è
sempre qualcuno che scoccia (la regola migliore è) che non c'è
nessun capo... Non c'è nessuna regola perché ognuno si comanda
da solo". Una regola condivisa è "il rispetto" per i
genitori e gli amici e, in carcere, (ma non per tutti) "il rispetto per
le maestre, gli agenti, gli educatori". A Nisida, secondo i ragazzi,
"ci sono regole giuste e regole sbagliate... le regole che ci sono sono
giuste solo che toglierei la sveglia alle ore 7.30 e la porterei alle 9.30...
le regole per me sono troppo severe perché io sono stato a tre carceri...
e qui è un po' più pesante perché qui ci sono molte cose
che tra gli altri carceri non si fanno per esempio il mangiare qui non si
può entrare quasi niente però ogni carcere ci ha le sue regole,
io devo dire una cosa però qui io vedo che mi sto imparando molte cose
che in altri carceri non mi sono imparato". La scarsa abitudine alle
regole porta i ragazzi a una sensibile difficoltà a estrapolarle da
una situazione data. All'inizio dell'anno scolastico 96/97 erano state sottoposte
ai ragazzi una serie di immagini da commentare con una regola di comportamento
in classe. Erano emersi molti "non si deve" e alcuni "si deve":
"A scuola non si va arrabbiato... non si sbadiglia... non si urla...
non si allucca... non si deve dormire... non si sta testa a testa... non si
fa a botte... non si va incazzato... non si fa il prepotente... non si portano
i bastoni... non si portano le armi... non si fa violenza... non bisogna pensare
(ai fatti propri, ma alla lezione n.d.r.)... In classe si va per studiare
e comportarsi (bene)... bisogna leggere e fare i compiti... dobbiamo essere
tutti amici... si va per imparare ed è anche divertente... andando
a scuola si possono risolvere i punti interrogativi". A metà di
questo anno scolastico, le stesse immagini sono state al massimo 'descritte'
("La maestra spiega... sta stanca . il ragazzo pensa al tema . è
triste perché ha litigato con la ragazza") ma senza trarne alcuna
regola.
Vesuvio
L'esplosione del Vesuvio è una delle paure sotterranee dei ragazzi:
"Il Vesuvio quando esplode si porta per prima si porta Pompei, Torre
Annunziata, Torre del Greco, Tre case, Boscoreale muoiono i bambini e le mamme
e i padri e poi spara via le macchine, i motorini, le case, la chiesa di Pompei....
", "il Vesuvio può scoppiare, però con gli scienziati
che ci sono oggi (...) ci avvertono per scappare, però anche se gli
scienziati se ne accorgono in tempo penso che il Vesuvio non ci da neanche
il tempo di scappare... . Per me se scoppia avrei tanta paura... spero che
non scoppi mai". "lo penso che se il Vesuvio esplodesse accadrebbe
una strage perché perderebbero la vita molti esseri umani, una sola
cosa ti potrebbe salvare, imbarcarti sulla nave oppure dovessi fuggire sull'aereo
perché la lava non perdona a nessuno... davvero venisse la fine del
mondo"'. "A Napoli se nel Vesuvio esce il gas stiamo in pericolo
pure noi però abbiamo un vantaggio che noi qua abbiamo il mare è
molto difficile che a Napoli farebbe le vittime però non si sa perché
il Vesuvio ha delle risorse che può far venire il terremoto o il maremoto
e se viene queste due cose non è solo Pompei ad avere problemi ma tutta
la terra perché il terremoto è una cosa che ci rimettono molte
città e molte persone e comunque è bruttissimo io spero che
il Vesuvio non esploderà mai perché se si pensa cosa può
fare il Vesuvio tu non dormiresti neanche una notte". "Se scoppiasse
il Vesuvio spero che nel mio paese non arriverà perché io ci
tengo tanto al mio paese perché è molto bello ".
Scuola
All'inizio di questo anno scolastico, la stragrande maggioranza dei ragazzi
sosteneva che la propria richiesta di iscrizione a scuola era determinata
solo dagli obblighi della carcerazione. Tutti consideravano la scuola sostanzialmente
'inutile' e 'controproducente': inutile perché il suo sapere non veniva
ritenuto spendibile né nella vita quotidiana né nel lavoro;
controproducente in quanto "con la licenza media non mi posso comprare
la patente". Sei mesi dopo, quasi tutti definiscono la loro partecipazione
all'attività scolastica a Nisida una cosa "che serve": "Per
avere un titolo - per fare qualcosa - per ottenere una lingua più pulita
- per me la scuola è tutto è la cosa che ti impara a crescere
nella vita... a imparare cose utili, a dare una licenza, a trovare lavoro,
a dialogare con delle persone più colte e non tirarmi indietro".
Alcuni ne fanno rilevare gli aspetti negativi, ma legandoli ad aspetti
positivi: "Gli amici - la noia - divertimento - istruzione - libri -
classe - lavoro - impegno - rabbia - stress - sostegno". Alcuni addirittura
la definiscono "piacevole": "Appena che arrivo a scuola mi
fa molto piacere e pure appena che vedo le maestre, io a scuola vengo con
tanto piacere e mi fa piacere quando in classe siamo tutti tranquilli... qui
le maestre ci vogliono molto bene e noi le vogliamo bene a tutte le maestre
ci fanno imparare parecchie cose che noi non le sapevamo proprio poi quando
vengono in classe le maestre vengono sempre serene e a noi ci fa mollo piacere".
Anche la scuola di 'fuori' viene ricordata senza astio e nessuno sembra dare
la colpa all'organizzazione scolastica o agli insegnanti per non aver più
frequentato: "Non avevo tempo... ho incominciato a fare i reati e non
ho capito niente più e mi trovo qui... mi piaceva lavorare (rubare
n.d.r.).. per motivi familiari... ho avuto problemi che non mi importava più
della scuola... perché facevo chiasso nelle altre aule della scuola
e il mio preside mi allontanava sempre e io non ho voluto più andare
a scuola perché in prima media io ho preso il preside della scuola
media con i baffi (ho preso il preside dai baffi n.d.r.) poi lo feci andare
per tutte le scale per terra e così mi fecero una sospensione e io
non ho più voluto andare a scuola". Tutti riconoscono (anche se
in maniera puramente 'strumentale' in quanto il buon andamento scolastico
è positivamente valutato ai fini di possibili 'benefici') che "la
suola istruisce e impara" e che a Nisida le insegnanti ti "agevolano"
(cioè tengono conto della particolare condizione in cui si svolge l'attività
didattica). Perché allora il comportamento dei ragazzi resta così
insofferente, aggressivo, rabbioso e il loro livello di apprendimento non
soddisfacente? "(Perché scendiamo da una stanza e andiamo in un'altra
stanza è per questo che portiamo nervosismo . Sono arrabbiati perché
hanno molti problemi a casa la mamma la moglie i figli loro pensano quello
che hanno fatto e si pentono pensando alla loro famiglia perché i nostri
genitori non possono avere queste delusioni da noi. Noi pensando a questo
stiamo sempre arrabbiati . I ragazzi a volte tengono problemi specialmente
qui e alcuni sono: quando fanno i colloqui quando vanno in causa e quando
non si vedono i familiari e questi sono problemi. Però quando vogliamo
io penso che ci impegniamo tutti. Io penso che sono momenti che passano .
Ognuno di noi ci abbiamo i problemi ma chi poco e chi più ce li abbiamo
tutti e perciò appena che uno di noi pensa un po' subito si innervosisce
e se la prende con tutti può succedere anche a me che sto nervoso e
me la posso prendere con qualcuno poi c'è chi ci ha i problemi di famiglia
e li pensa sempre e perciò quando viene sulla scuola alle volte si
incazza perché vuole stare un po' da solo e vuole pensare ai fatti
suoi . Si sentono soli e senza la loro famiglia poi ci si mette anche che
già si trovano qui dentro e non possono fare niente e per loro quando
si deve fare la scuola per questo non vogliono studiare poi si sentono tutti
grippati . I ragazzi a volte vengono arrabbiati a scuola forse perché
hanno avuto qualche problema con la loro famiglia oppure con qualche agente
perché a volte chiediamo di farci un favore e loro ci dicono non è
possibile poi quando si parla con l'educatore e ci da delle notizie negative
oppure perché ci svegliamo troppo presto, a volte succede che la notte
non riesci a dormire e ti svegliano presto allora inizia la giornata storta
poi anche se vuoi restare in stanza non ti fanno stare si deve chiedere di
metterci a visita medica e se il medico ritiene necessario ti da i giorni
di stanza ma c'è chi non ha voglia e viene a scuola solo per dare fastidio
e (i ragazzi n.d.r.) stanno in una fase giuridica e non possono fare niente
perciò vengono a scuola nervosi a volte pensi cosa stavi facendo fuori
ti ricordi tante cose e stai molto male però la cosa che ti fa stare
più male è quando pensi alla ragazza perché pensi che
cosa sta facendo adesso chi sa mi sta pensando in quel momento ti fai tanti
pensieri anche quei pensieri che non dovresti fare ma purtroppo li fai perché
stai dentro e lei fuori . Perché della scuola non me ne faccio niente:
non so leggere e non so scrivere, non mi interessa proprio la licenza e ci
vengo solo perché sto carcerato".
Nota finale
Abbiamo raccolto in alcune voci significative le opinioni più interessanti
espresse dai ragazzi rispetto al loro modo di vedere persone e fatti. Per
sei mesi (ottobre 98/marzo99) abbiamo:
1) ascoltato con particolare attenzione i ragazzi osservando le loro reazioni
a fatti e opinioni;
2) sollecitato le loro risposte con la lettura di specifici articoli di giornale
e, soprattutto, con la visione settimanale di film;
3) somministrato per ogni film questionari; individualmente e/o in gruppo
a seconda delle circostanze;
4) utilizzato schede con disegni da interpretare;
5) combinato la ricerca diretta con quella indiretta, le risposte orali con
quelle scritte;
6) riproposto più volte, in diverse circostanze e con differenti modalità,
le stesse domande per verificare la costanza delle risposte;
7) confrontato quotidianamente le nostre opinioni sulle reazioni dei ragazzi;
8) privilegiato le risposte scritte che rappresentano il 99% delle espressioni
dei ragazzi qui riportate;
9) avuto alcune discussioni sull'argomento con la psicologa dell'Istituto
dott.ssa Zincone.
È stato un lavoro faticoso e certo non esaustivo.
Ci auguriamo che possa costituire un contributo alla comprensione del mondo
di valori dei ragazzi attualmente presenti a Nisida.