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Roma, coprifuoco sulle bevande

Lilli Garrone

Corriere della Sera, 11 luglio, 2004

Il prefetto: stop alla vendita di bottiglie e lattine dalle 22 alle 6. «Notti più sicure». Il Tar aveva già sospeso un provvedimento del Comune. In piazze e strade del centro consentiti solo bicchieri di plastica.

Al fresco sotto le stelle, con un bicchiere di vino o di birra in mano, ma rigorosamente di plastica. Non tintinna più il vetro nelle notti romane, almeno nelle piazze e nelle strade del centro, all'ombra della statua di Giordano Bruno in Campo de' Fiori o sulla scalinata di Trinità dei Monti. Se si vuole sorseggiare una bevanda all'aperto, dalla tarda serata all'alba, bisogna accontentarsi del bicchierone sintetico. Ieri il prefetto della capitale Achille Serra ha emesso un'ordinanza che vieta nel centro della città la vendita per asporto, in vetro o in lattina, di bevande alcoliche «di qualunque gradazione» e di tutte le altre bevande, dalle 22 alle 6 del mattino. Sarà così fino al 15 settembre. «Un divieto che è stato preso esclusivamente per motivi di ordine pubblico - ha spiegato Achille Serra - perché ultimamente mi sono state segnalate in continuazione risse, liti o bottigliate, minacce a turiste che passeggiano nel centro». E così il vetro ritorna proibito. È la seconda volta in poco più di due mesi. Il 21 aprile scorso, infatti, dopo l'ultima di una serie di maxi-risse sotto la statua di Giordano Bruno, l'assessore capitolino al Commercio, Daniela Valentini aveva emesso la prima ordinanza, con la quale si vietava la vendita di bevande alcoliche in bottiglia o il consumo di bibite all'esterno dei locali se non in bicchieri di plastica. Stesso orario, una multa da 100 a 1000 euro per i commercianti che non osservavano la regola, nessuna ammenda per i cittadini. Ma allora il provvedimento, che doveva restare in vigore fino al 10 ottobre, riguardava solo Campo de' Fiori e le strade dei dintorni, con la loro caotica movida notturna, contrassegnata spesso dai vetri rotti. Si gridò al «proibizionismo», si inneggiò alla perduta libertà di gustare in tutta semplicità una sorsata di birra fresca. Il sindaco Walter Veltroni difese il provvedimento perché «episodi di violenza non possono essere tollerati in una città che vuole essere modello di accoglienza, garantendo al tempo stesso la qualità della vita di tutti i cittadini». Il divieto non piacque, però all'Assovetro, l'associazione che riunisce i produttori di bottiglie e bicchieri, che presentò un ricorso al Tar. E quattro giorni fa il tribunale amministrativo ha accolto l'istanza di sospensiva e ha fissato la discussione nel merito per il 25 agosto. La bottiglia era stata di nuovo liberalizzata, si poteva tornare ai «cocci». Una decisione presa con filosofia dal Campidoglio, ma che non deve aver soddisfatto i tutori dell'ordine pubblico della capitale: all'indomani della sentenza del Tar si è riunito il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, e tra gli argomenti all'ordine del giorno c'è stata la tranquillità delle notti romane. «Nessuno mette in discussione - ha spiegato il prefetto Serra - l'operato della magistratura, ma non si poteva aspettare la fine di agosto per la discussione sul merito dell'ordinanza». Basterà far scomparire bottiglie e lattine per garantire notti tranquille ai romani e passeggiate serene ai turisti? «È ovvio che l'ordinanza non risolve tutti i problemi che ci sono la notte - precisa Achille Serra - ma si possono limitare molto i danni. Noi possiamo perseguire i delitti, ma per comportamenti antisociali, come le liti e gli schiamazzi, l'unica arma è la prevenzione. Anche perché sono questi i comportamenti che creano i maggiori malesseri nella comunità». Ed è lo stesso prefetto a spiegare i motivi di un divieto che non riguarda più una piccola porzione del centro della capitale, ma tutto l'ampio perimetro delle mura aureliane: «Voglio evitare - spiega - che si acquisti una bottiglia di gin a piazza Vittorio per andarla poi a consumare in piazza Navona. O a Campo de' Fiori». Ma «qui dove il rogo arse» per Giordano Bruno non è bastata la bottiglia proibita a spegnere gli incendi notturni, anche se al bicchiere di plastica si sono talmente abituati che, perfino nei giorni della «liberalizzazione», hanno continuato tranquillamente ad usarlo.

In manette il “ras” di Campo de’ Fiori

P. Vu., Il messaggero, 14 Luglio 2004

Roberto Natti, 60 anni, abitava in via Campitelli. Lo hanno arrestato ieri mentre stava festeggiando il suo compleanno. Istigava i suoi amici contro la polizia. Prima della cattura ha lanciato letame agli agenti

Nel giorno del compleanno, i poliziotti hanno bussato alla sua porta per notificargli l’ordinanza di custodia cautelare: ma lui, Roberto Natti, 60 anni, detto er pisello, ha accolto gli agenti che gli stavano guastando la festa, con un lancio di letame.
L’uomo è una vecchia conoscenza degli agenti del primo conmmissariato, che lo avevano denunciato anche per avere istigato la rivolta a Campo de’ Fiori, la notte del 19 aprile scorso. Quando nella piazza di Giordano Bruno ci furono momenti di guerriglia urbana. Secondo gli investigatori, quella sera, l’uomo era seduto davanti a un bar della piazza, mentre dal lato del cinema Farnese i poliziotti sequestravano il pallone ai ragazzi che giocavano a vaiolance (il gioco che è un incrocio tra il rugby e il calcio, e ha come obiettivo quello di colpire un bersaglio umano). Il sequestro fece andare i ragazzi su tutte le furie, però, secondo gli investigatori, chi incitò alla rivolta fu Roberto Natti: che dal tavolino dove era seduto cominciò a urlare «Damoje contro». Fu come un segnale di battaglia, i ragazzi lanciarono bottiglie contro i poliziotti.
Gli agenti chiesero rinforzo ai colleghi del commissariato Trevi Campo Marzio, guidato dal dirigente Antonio Del Greco. Davanti al cinema arrivarono undici volanti, i poliziotti per fermare il lancio di vetri, furono costretti a rispondere con i lacrimogeni. Nel fuggi-fuggi una turista straniera rimase ferita, molti i poliziotti contusi, e una diciannovenne americana venne arrestata per danneggiamento aggravato dei beni dello stato (aveva danneggiato la camionetta della polizia), turbativa dell’ordine pubblico e tentata lesione a pubblico ufficiale.
E quella notte furono denunciate anche altre persone, due giovani e Roberto Natti. I poliziotti lo avevano riconosciuto quando urlava incitando i ragazzi alla ribellione. Secondo gli investigatori, l’uomo avrebbe sobillato i giovani di Campo de’ Fiori anche in altre occasioni.
Ma ieri mattina gli agenti avevano suonato al citofono della casa di Natti, in via dei Cappellari, per un’altra storia. Dovevano notificargli un provvedimento restrittivo emesso dal giudice: l’uomo deve scontare sette mesi di arresti domiciliari per vecchie vicende. Sono arrivati però nel giorno peggiore che poteva capitare. Roberto Natti festeggiava il suo sessantesimo compleanno, e quel regalo che gli portavano i poliziotti, proprio non era gradito.
Così ha deciso di fargliela lui la sorpresa: ha lasciato che gli agenti suonassero per un po’al citofono e quando se li è trovati sotto mira ha lanciato dalla finestra una busta piena di letame addosso ai poliziotti. Gli agenti sono riusciti a entrare in casa di Natti, ma l’uomo non si è dato per vinto e ha ingaggiato una lotta. Alla fine si è dovuto arrendere. Roberto Natti è stato fermato in flagranza per i reati di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.