Quella mia prima volta nell'Opg. Ho visto cose terribili
Guglielmo Leonardi
Per me è stata la prima esperienza vivere per trenta giorni in un Opg.
In questi trenta giorni mi hanno costretto a vivere ai confini con l'Inferno.
In questo caso ero io l'osservatore, il testimone di un dramma che si consuma
giorno dopo giorno nei confronti di esseri umani che in tutto o in parte hanno
perso le loro facoltà mentali. Molti di questi esseri umani sono stati
dichiarati (come me) pericolosi per sé e per gli altri a causa di banalità.
Ma questa è una "bollatura" difficile da eliminare.
I dottori dell'Opg, con la loro esperienza, si rendono conto subito della situazione
del soggetto che viene da loro seguito e curato. Ma l'Opg è una giungla
piena di insidie; il nervosismo è palpabile per le troppe ore trascorse
in cella spesso con persone che non si riesce a sopportare. E così, anche
per futili motivi, piccole discussioni possono degenerare in assurde liti che
fanno esplodere l'aggressività che ognuno di noi ha nel suo dna, peggiorando
la propria posizione. Ed ecco che non sono più sufficienti trenta giorni
di osservazione, ma lievitano in mesi e anni. Il compito dei dottori è
assai delicato com'è quello del direttore sanitario: non possono permettersi
di sbagliare lasciando libero un potenziale violento e pericoloso a sé
e agli altri. Durante la mia permanenza ne ho sentite di storie.
Alla base vi è l'incomprensione con la famiglia che si rifiuta di accettarli
e di accudirli. Ma l'Opg non ha le strutture né i mezzi per poter accudire
questi disperati affamati di affetto e comprensione. Con poche ma radicali varianti
al regolamento, l'Opg potrebbe diventare una piccola oasi per tutti coloro che
giornalmente soffrono e non fanno altro che accumulare rabbia che devono poi
tirare fuori per non esplodere. Queste mie riflessioni verranno pubblicate quando
io sarò già con la mia famiglia, ma non posso scordare cosa ho
visto, sentito e vissuto. (
)
Fonte: pubblicato su Vita il 13 febbraio 2003 a cura di Ornella Favero. Tratta da "Spiragli", il giornale degli internati all'Opg di Firenze.