Il mattino di giovedì 18 luglio, Cora entrò alle Tombs con un
enorme mazzo di rose rosse.
Erano le nove e una gran folla si era già assembrata davanti al palazzo
di giustizia. La condanna a morte di una donna era un evento sensazionale.
Nello Stato di New York, le donne condannate per omicidio di primo grado non
erano state molte. Negli ultimi novantacinque anni, le esecuzioni erano state
soltanto cinque, e tutte per impiccagione. La prima era stata Margaret Houghtaling,
nell'ottobre del 1817, sei settimane dopo essere stata dichiarata colpevole
dell'uccisione del figlio. Fino all'ultimo sostenne di essere innocente. Alcuni
anni dopo, una donna sul letto di morte confessò di aver commesso il
delitto.
La seconda, Elizabeth Van Valkenberg, fu impiccata nel 1846 per avere avvelenato
il marito. Nel 1849, fu poi la volta di Alice Runkle di Utica e, nel 1852, di
Anna Hoag, anche loro impiccate entrambe per avere avvelenato il marito.
Nel 1887, Rezelena Druss venne giustiziata per aver sparato al marito il cui
corpo, bruciato e mutilato, venne ritrovato in un acquitrino. Hanna Southward,
condannata nel 1889 per avere ucciso un uomo che l'aveva tradita, morì
di tisi prima dell'esecuzione. Nel 1890, l'italiana Chiara Cignarale sparò
al marito sulla Terza Avenue: la sua condanna a morte venne commutata in ergastolo,
da scontarsi nel penitenziario di Auburn.
Tuttavia, nel 1889 il metodo di esecuzione cambiò. Il dottor Alfred Southwick,
un dentista di Buffalo, aveva ideato la sedia elettrica ed era riuscito a fare
approvare la sua invenzione dallo Stato di New York. Il primo gennaio di quell'anno,
l'elettricità sostituiva il cappio e, per la fine del 1890, a Sing-Sing
era stata costruita una camera della morte vera e propria.
I primi esperimenti sull'uso dell'elettricità come mezzo per provocare
la morte furono effettuati su un cavallo, al quale venne applicato un elettrodo
sulla fronte e un altro sulla parte esterna della zampa posteriore, appena sopra
il garretto. Si fece poi passare una corrente di 1.200 volt. Subito dopo, Southwick
aprì la trachea dell'animale inserendovi un tubo collegato a una pompa.
Per mezz'ora tentò di provocare la respirazione artificiale, senza ottenere
alcuna reazione da parte del cavallo. Gli esperimenti furono condotti anche
su altri animali: si scoprì, in tal modo, che una scossa di 500 volt
era sufficiente per uccidere un cane o un vitello di circa trentacinque chili.
Il 29 marzo 1889, proprio a Buffalo, New York, un droghiere di nome William
Kemmler uscì di casa e, rivolgendosi ai suoi vicini, disse tranquillamente:
"Ho ucciso mia moglie. Già, e mi metteranno il nodo scorsoio al
collo per questo". Si sbagliava. Fu invece il primo uomo nella storia a
morire sulla sedia elettrica.
L'Electric Club di New York, di recente fondazione, indisse sulla stampa e nei
tribunali una campagna contro la sedia elettrica. Questi sostenitori dell'elettricità
non volevano vedere degradata la loro nobile invenzione. Sostenevano che nessuna
apparecchiatura elettrica conosciuta era in grado di generare una scossa tanto
forte da poter uccidere un uomo con la stessa certezza e con il medesimo rispetto
per la dignità umana garantiti dalla forca.
Detalmo di Brazzà, scienziato nonché nemico della pena capitale,
aveva seguito sconcertato il caso Kemmler. Lo vedeva come la prova decisiva
della nascente società industrializzata. La fantasia della gente comune,
invece, fu immediatamente catturata dall'immagine della sedia elettrica semplicemente
come strumento di morte.
Il Senato formò una commissione che aveva il compito di suggerire una
forma più umana di esecuzione capitale. La commissione raccomandò
che il corpo dei criminali venisse sottoposto ad autopsia e che l'esecuzione
e la sepoltura non fossero pubbliche.
Tra i vari personaggi che apparvero davanti alla commissione, uno era particolarmente
importante: Thomas A. Edison, il celebre scienziato che Detalmo era andato a
trovare più di una volta nei suoi laboratori a Llewellyn Park, nel New
Jersey. All'epoca Edison stava mettendo in atto una campagna in grande stile
contro la corrente alternata e il suo principale fautore, George P. Westinghouse.
La tattica di Edison consisteva nello sfruttare la paura che il pubblico aveva
della corrente alternata, sostenendo che l'alto voltaggio non solo bruciava
i filamenti delle lampadine, ma provocava anche gravi danni alla persone e alle
cose. La città di New York si stava adoperando per far passare sottoterra
i cavi dell'alta tensione, al momento volanti. Davanti alla commissione, Edison
raccomandò caldamente - non senza secondi fini - che la discussa corrente
alternata venisse usata per le esecuzioni mediante elettricità. Nel novembre
del 1886, Westinghouse aveva fatto installare a Buffalo un trasformatore a corrente
alternata che forniva energia per uso domestico meno costosa e più efficiente
di quella fornita dalla corrente continua di Edison, la quale oltretutto copriva
distanze inferiori. Le ordinazioni per la dinamo di Westinghouse aumentarono
notevolmente ed Edison vide compromesso il suo mercato principale rappresentato
dalla città di New York. Se, per giustiziare Kemmler, fosse stata usata
la dinamo Westinghouse - pensava Edison - su quella macchina si sarebbe impresso
per sempre un marchio negativo.
Il 6 agosto del 1890, alle 6.35 del mattino, William Kemmler si sedette sulla
sedia elettrica. Gli avevano rasato la sommità del capo e tagliato i
calzoni e la camicia per far passare gli elettrodi. Rivolgendosi al vicesceriffo
di Buffalo, Kemmler disse: "Joe, resta qui sino alla fine. Non lasciare
che facciano degli esperimenti su di me più del necessario".
La sedia, fissata al pavimento, era stata costruita in pesante quercia: a struttura
quadrata, con un alto schienale inclinato e ampi braccioli, era dotata di un
poggiatesta, di cinghie e di due elettrodi regolabili, due dischi metallici
del diametro di circa otto centimetri, rivestiti di uno strato di spugna. L'elettrodo
posteriore sporgeva orizzontalmente a livello del sacro, mentre l'elettrodo
della testa scendeva dal soffitto; il filo della corrente invece passava lungo
il pavimento, protetto da una striscia di legno.
La dinamo e il motore erano situati in uno dei laboratori della prigione, a
parecchi metri di distanza. Il voltimetro, l'interruttore e altri strumenti
erano in una stanza adiacente. La comunicazione fra la stanza del contatore
e quella della dinamo avveniva per mezzo di campanelli elettrici. Dagospia
Quando Kemmler entrò nella stanza, il direttore del carcere lo presentò
agli astanti che erano seduti in semicerchio attorno alla sedia elettrica. Le
sue ultime parole furono: "Bene, auguro a tutti una buona fortuna in questo
mondo".
Su ordine del direttore, Kemmler si tolse la giacca e si sedette sulla sedia.
La testa era tenuta ferma dalle fasce di cuoio che gli cingevano la fronte,
e le braccia e le gambe erano fissate da cinghie. Vedendo gli addetti nervosi,
il condannato li esortò a fare con calma e ad accertarsi che tutto fosse
a posto. Premette saldamente la schiena contro gli elettrodi spinali, poi disse
al direttore: "Signore, è meglio che mi aggiustiate la calotta.
Non è fissata bene".
La maschera che gli venne messa sul volto lasciava scoperte le labbra e le narici.
Gli elettrodi vennero inumiditi un'altra volta con acqua salata.
L'elettricista E.F. Davis, il primo boia della sedia elettrica, indossava una
finanziera a doppio petto e un cappello di feltro nero. Alle 6.40 chiuse il
circuito e venne fatta passare una corrente di 1450 volt.
Il corpo di Kemmler diede un tremendo strattone alle cinghie. I muscoli si contrassero
e la gola diventò rosso fuoco. Uno sbuffo di fumo si levò dalla
testa e con esso un odore di bruciato. L'uomo gemette: sembrava cercasse di
respirare. Poi rimase immobile. Il dottor Spitzka, un neurologo di New York,
aspettò diciassette secondi e poi annunciò: "Va bene così.
Togliete la corrente. È morto".
"Ecco fatto!", esclamò il dottor Southwick. "Questa è
la conclusione di dieci anni di lavoro e di studio. Da oggi viviamo in una civiltà
più avanzata".
Mentre i medici si congratulavano a vicenda per il successo dell'esperimento,
il dottor Louis Balch, ministro della Sanità, gridò: "Guardate
quella ferita!".
Al momento del contatto il dito indice della mano di Kemmler aveva grattato
un pezzetto di pelle dalla base del pollice. La ferita stava sanguinando.
"Riaccendete subito la corrente", urlò il dottor Spitzka. "Non
è morto!". Il giornalista dell'Associated Press svenne. Il procuratore
distrettuale della contea di Erie, che aveva condannato Kemmler, fuggì
inorridito dalla stanza. Davis chiuse il circuito. Altri pochi secondi e Kemmler
era finalmente morto.
Il verbale dell'autopsia rivelò che le pupille erano rimaste dilatate
dopo il decesso. L'occhio mostrava una frattura a stella del cristallino.
L'alta temperatura corporea raggiunta - cinquantanove gradi centigradi - si
era mantenuta in seguito al blocco istantaneo della circolazione sanguigna.
La parete cardiaca era rotta, e il cuore e i polmoni erano congestionati di
sangue. All'asportazione dello scalpo si notò che il vertice del cranio
era disseccato. Fu segnalata emorragia capillare alla base del terzo e quarto
ventricolo cerebrale, nonché nella materia grigia cerebrale e midollare.
La carne era stata gravemente ustionata nei punti di contatto. In tre ore
il rigor mortis di Kemmler fu completo.
La Westinghouse Company spese migliaia di dollari nel vano tentativo di impedire
l'entrata in vigore delle nuove disposizioni sulla pena di morte. Vennero assunti
i migliori avvocati per sostenere che la morte procurata dalla sedia elettrica
non era istantanea, dato che i muscoli della vittima continuavano a contrarsi
anche dopo lo spegnimento dell'interruttore. Ma non ci fu nulla da fare.
La stampa mondiale si schierò dalla parte dei detrattori di questo
tipo di esecuzione. Il Sun di New York suggerì che "la
civiltà trovasse altre strade sulle quali manifestare il progresso".
Il World proclamò: "Senz'altro meglio l'unico veloce strattone
della corda attorno al collo di questo passaggio attraverso le torture dell'inferno
fino al sollievo della morte". Il London Standard dichiarò
con decisione: "L'era del rogo fa parte del passato; anche l'era dell'elettricità
passerà".
Sebbene l'Herald cercasse di mantenere viva l'attenzione nei confronti
della storia dell'esecuzione di Kemmler, essa venne dimenticata nel giro di
pochi giorni a causa del sorgere di una vivace polemica sull'opportunità
di trasferire le spoglie di Grant da New York al Cimitero Nazionale di Washington.
Tuttavia le successive esecuzioni - quattro nello stesso giorno, il 7 luglio
1891 - riaccesero la stampa. Il direttore di Sing-Sing vietò ai giornalisti
l'accesso nella camera della morte. Fra i quattro condannati, uno era giapponese
e la stampa insistette molto sul fatto che l'uomo era morto "pagano",
nonostante i tentativi di conversione fatti dal cappellano delle Tombs, il reverendo
Law, che era stato missionario in Giappone.
Una campagna contro la sedia elettrica fece aumentare la tiratura dei giornali,
ma provocò alcune rappresaglie. Un giuri della conte a di New York
incriminò nove editori (compreso Gordon Bennett dell'Herald
e Pulitzer del World) per aver violato la Electrical Execution Law,
la legge che regolamentava le esecuzioni per mezzo della sedia elettrica,
la quale consentiva di pubblicare soltanto i particolari essenziali delle
esecuzioni. Gli editori vennero tutti arrestati, e la loro cauzione fu fissata
a 500 dollari. Una volta pagate le cauzioni, però, le polemiche vennero
dimenticate e altre notizie occuparono le prime pagine dei giornali. Così
la sedia elettrica entrò di diritto nella storia dello Stato di New
York e Westinghouse fu considerato il co-creatore del nuovo metodo con il
quale si giustiziavano i criminali. Ora, a sei anni di distanza, si stava
per condannare per la prima volta una donna alla sedia elettrica.
Fonte: Idanna Pucci, La signora di Sing-Sing NO ALLA PENA DI MORTE, Giunti, Firenze, 2002 (già pubblicato nel 1993 da Longanesi con il titolo Il fuoco dell'anima)