Anche i servizi segreti potranno collaborare al più grosso sistema di segnalazione europeo...
Contrariamente all'opinione comune, il più grosso sistema di polizia di raccolta dati non è quello istituito dall'Europol, bensì il SiS, il sistema computerizzato di quegli stati che firmarono la convenzione di Schengen: esso, infatti, si estende dall'Islanda al mar mediterraneo, dall'atlantico fino alle frontiere polacche. Alla fine del 2001 esso aveva salvato quasi 11 milioni di dati. La sorveglianza attuata attraverso il sistema SiS doveva offrire la possibilità di compensare alla mancanza di frontiere interne. Ora l'unione europea, spinta dall'onda emozionale provocata dagli attentati dell’11 settembre, si propone di estendere la portata del sistema grazie alla possibilità di accesso al sistema anche da parte dei servizi segreti dei singoli paesi dell'unione. Dunque l'unione europea vuole rafforzare tale sistema di informazione. Secondo quanto riferito dall'organizzazione inglese per i diritti civili Statewatch sono previste quattro nuove funzioni: primo, dovrà essere istituito un database per i "recidivi violenti", che dovrà essere aggiornato in tempi e modalità ancora da stabilire; secondo, sarà creato un database per i manifestanti che raccoglierà le vecchie e le future identificazioni delle persone; terzo, il SIS dovrà provvedere alla creazione di un database per i terroristi nonché, quarto, una nuova sezione per "persone già avvisate di lasciare la zona Schengen. A questa nuova categoria appartengono persone trattenute in seguito a perquisizioni, detenuti rilasciati su cauzione, così come i dati di bambini sui quali pende il sospetto di rapimento.
IL SISTEMA DI SEGNALAZIONE
Tra le proposte per la creazione di un SiS II ce n’è una che prevede
lo scambio di dati di identificazione - come fotografie, impronte digitali nonché
"altro possibile materiale", profilo del DNA compreso. L'unione europea
vorrebbe anche immagazzinare i dati biometrici nel SiS cosicché le banche
dati nazionali possano disporre di sistemi di identificazione quali il volto,
l'iride o le impronte digitali. Possono essere così immagazzinati i dati
di «chiarimento» delle persone (tatuaggi, branding, ecc.)ritenute
sospettate di avere un procedimento a loro carico in corso, oppure quelle persone
che costituiscano un "pericolo psicologico". In base a ciò
vengono costituite nuove categorie di soggetti per incrementare la qualità
della sorveglianza, ma anche affinché ogni ricerca effettuata con il
sistema SiS risulti più completa. In questo modo gli addetti alla ricerca
possono trasmettere ai loro colleghi di altri stati informazioni più
dettagliate. Ciò che potrebbe irritare le persone addette al salvataggio
dei dati contenuto nella seguente proposta: i dati dovrebbero essere raggruppati
tra di loro in modo sistematico, cioè i dati di diverse persone dovrebbero
avere un collegamento tra di loro, al fine, per esempio, di iniziare delle indagini
su un preciso gruppo. Lo stesso collegamento può avvenire tra persone
e cose. È chiaro come una schedatura a livello europeo non sia più
un’utopia ma una minaccia concreta.
ALCUNE PICCOLE CONSEGUENZE
I dati del SiS II in futuro saranno a disposizione dell’Europol e dell’Eurojust.
Ciò significa che i procuratori dell’Eurojust dovranno emettere
i loro mandati di cattura attraverso il SiS II, che provvederà alla diffusione
dei dati attraverso gli uffici Sirene o l’Interpol. Il Sirene un altro
sistema europeo di trasmissione dei dati all’interno del sistema Schengen,
creato con il preciso scopo di rendere più veloci gli scambi bi- e multi-laterali.
Esso può fornire dettagliate informazioni contenute nell’archivio
SiS riguardanti persone o cose. Grazie al sistema Sirene la polizia di un paese
può ricevere informazioni superdettagliate così come «dati
bianchi" dalle agenzie di tutta Europa. Il SiS al contrario ha il limite
di poter salvare dati ben definiti e molto standardizzati. Risulta quindi evidente
la maggior efficienza del sistema Sirene rispetto al vecchio metodo dell’Interpol.
L’Europol da parte sua può inserire dati, cambiarli a proprio piacimento
o addirittura cancellarli. Esiste una proposta a riguardo, la cosiddetta "Crimorg
80", che giace sul tavolo delle trattative da giugno 1999. Essa fu proposta
dalla Germania ma venne subito attaccata dalla Francia. Al momento attuale però
ogni critica sembra essere stata accantonata. Si proponeva, infatti, che non
tutte le agenzie europee trasmettessero le loro informazioni all’Europol;
questo significava bloccare sostanzialmente alcune indagini già in corso.
Grazie ad un accesso illimitato al SiS, l’Europol può così
disporre di notizie di operazioni già in corso, cosa non contemplata
finora dall’accordo sull’Europol. L’articolo 6, infatti, proibisce
esplicitamente il collegamento del database Europol con altre banche dati di
organi d’indagine. Parimenti possono accedere al SiS gli impiegati addetti
alle richieste di asilo politico, quelli addetti al rilascio di certificati
di residenza, così come gli addetti ai controlli merci, nonché
le agenzie di credito, tutto questo in nome della lotta al crimine internazionale.
I SERVIZI SEGRETI NAZIONALI
L’accesso al già pianificato "database-terroristi" dovrebbe
essere aperto anche ai servizi segreti di ogni singolo stato. In questo modo
essi si troverebbero in una situazione migliore per lo sviluppo di ipotetici
scenari di conflitto oppure nel predisporre piani di attacco. L’osservatorio
Statewatch ha ricordato a proposito, che l’articolo 99.3 del trattato
di Schengen non vieta agli agenti l’accesso al sistema SiS, e comunque
limita l’accesso al "database terroristi". "I dati che
riguardano i rifugiati o i cittadini non-europei possono essere esaminati solo
dai competenti uffici nazionali per l’immigrazione. Altri usi sarebbero
considerati come "incostituzionali". Statewatch critica il metodo
esposto finora, cioè che tutti gli agenti abbiano accesso a tutti i dati
del SiS, ma pone una domanda ben più grande, cui finora non è
stata data risposta: "A quale scopo possono essere utilizzate tali informazioni?"
e ancora «Chi si pone come garante per la protezione dei dati?".
Ci si chiede perciò quale tipo di informazioni e quale utilizzo di esse
si impiegherà nel famigerato «database terroristi".
CONCLUSIONE
La domanda di protezione dei dati e del loro controllo rimane finora risolta
in modo insoddisfacente. Aggiungiamo poi che nell’agenda lavorativa non
c’è nulla che tratti a riguardo. Anzi, giungono ulteriori complicazioni
dall’intento di integrare nel sistema Schengen anche il "Schengen
Joint Supervisory Authority", un’agenzia preposta al controllo dei
dati. Tuttavia non esiste oggi un'agenzia che si occupi esclusivamente del controllo
della privacy, né un ufficio che risponda dell'operato dell'intero complesso
Schengen. A livello politico inoltre, non è prevista una revisione degli
accordi di Schengen né di quelli riguardanti l'Europol.
Fonte: tradotto e pubblicato on line nel dossier <CYBERBORDERS> sul Sistema Informativo di Schengen da <BORDER=0> http://www.tmcrew.org/border0/