Tortura del sonno
Una denuncia dal carcere di Sulmona

Siamo alcuni detenuti del carcere di Sulmona; abbiamo girato tante carceri, siamo stati tutti i regimi e alcuni anni a 41 bis, credevamo di aver provato tutte le afflizioni in uso nelle carceri italiane: ci sbagliavamo; abbiamo trovato la Direttrice di Sulmona che ha un'enorme fantasia nell'inventarsi torture crudeli per far soffrire i detenuti.
     Da circa quattro mesi veniamo torturati con la privazione del sonno; si è inventata, interpretando un articolo, la conta ogni tre ore, notte e giorno, con l'entrata in cella.
     L'illegalità della disposizione è palese, ma lei, con qualche protezione al Ministero da lei stessa sbandierata, la fa diventare legale. Questa violenza psicologica sembra volta a piegare la volontà dei detenuti, con l'obiettivo di spezzarne lo spirito e formare all'interno del carcere un clima di sfiducia reciproca, tendendo a rompere la solidarietà e l'unità fra i detenuti e alimentando un clima di rassegnazione, cinismo e individualismo che, in fin dei conti, costituiscono i reali valori su cui si fonda il "reinserimento" in questo sistema penale.
     L'assoluto silenzio o la totale complicità degli organi competenti testimonia il livello di omertà di cui gode la Direzione del carcere di Sulmona.
     L'obiettivo perseguito con il pretesto del regime E.I.V. (elevato indice di vigilanza) è quello di applicare una detenzione sempre più afflittiva, finalizzata al controllo totale sulla vita dei detenuti mediante il ricatto, ma principalmente per compiere, nel più assoluto silenzio, ogni genere di abuso.
     Questa gestione priva di umanità umilia la dignità delle persone, è una scuola di rabbia e violenza: un ottimo sistema per il futuro reinserimento!
     Quando saltano le regole del diritto le conseguenze colpiscono tutti; non ricordiamo chi lo ha detto, che la civiltà di un paese si misura dai suoi Tribunali e dai suoi Penitenziari: siamo messi un po' male in Italia, ed è una ferita inferta allo Stato di Diritto.
     Quando si abbandona la strada maestra dei principi, e anzi li si calpesta con la massima disinvoltura, le interpretazioni diventano infinite quanto gli arbitrii.
Ottobre 2001
Alcuni detenuti- Sez. E.I.V.


Fonte: Liberarsi dalla necessità del carcere, n. 1, anno XV, novembre 2001.