USA Il manuale segreto per torturare in libertà. Wall Street Journal: i legali del Pentagono scoprirono come il presidente poteva aggirare le leggi internazionali. Tortura: un parere legale al Dipartimento alla difesa, datato marzo 2003, elenca le tecniche di interrogatorio «più energiche» da usare a Guantanamo: sono quelle poi usate in Iraq.
Lo studio offre le giustificazioni legali: nella guerra al terrorismo il presidente
non è tenuto a rispettare le leggi che vietano la tortura, americane
o internazionali. E nessuno, che agisca sotto sua istruzione, potrà essere
processato per questo
Secondo uno studio compilato dai consiglieri legali del governo degli Stati
uniti, il presidente non è tenuto a rispettare le leggi americane e internazionali
che vietano la tortura - e dunque gli ufficiali del governo americano che torturano
detenuti in base a ordini impartiti dal presidente non possono essere processati
dal Dipartimento alla giustizia. Lo riferisce il Wall Street Journal nell'edizione
europea di ieri, dove cita una prima bozza di quel documento datata 6 marzo
2003. La versione definitiva, approvata il 16 aprile 2003 dal segretario alla
difesa Donald Rumsfeld, contiene anche una lista di «tecniche di interrogatorio»
specificando se richiedono l'approvazione previa del Pentagono: ora è
parte di un rapporto coperto da segreto. L'intero studio si basa su una delle
forzature giuridiche più eclatanti compiute dall'amministrazione Bush
dopo l'11 settembre del 2001, e cioè i poteri praticamente illimitati
attribuiti al presidente dalla Patriot Act nel condurre la «guerra al
terrorismo». Lo studio è stato compilato da un gruppo di consiglieri
legali del governo, militari e civili, ed era stato commissionato dal Dipartimento
alla difesa per rispondere alle richieste dei comandanti di Guantanamo, che
lamentavano di non riuscire a estrarre abbastanza informazioni dai loro prigionieri
usando i metodi «convenzionali»: in altre parole, chiedevano fin
dove potevano spingersi. E lo studio li ha accontentati, dicendo loro che potevano
usare «approcci più assertivi» senza preoccuparsi di conseguenze
legali, secondo l'eufemismo usato da un ufficiale che ha partecipato a stendere
quello studio ed è citato dal giornale newyorkese. A Guantanamo sono
stati dunque usati metodi «non ortodossi» di interrogatorio poi
trasferiti a Abu Ghraib: dal torcere il corpo del prigioniero a mettergli biancheria
femminile sulla testa, a dirgli «sono al telefono con qualcuno in Yemen
che tiene la tua famiglia con una granata pronta a esplodere se non parli».
Gli ufficiali americani le definiscono pratiche sgradevoli e umilianti ma non
«tortura».
In sostanza, il parere legale voluto dal Dipartimento alla difesa suggerisce
come aggirare i due testi fondamentali che vietano la tortura: la Convenzione
internazionale contro la Tortura, del 1994, e lo Statuto sulla tortura (una
legge federale) che ne applica i principi fuori dal territorio Usa. E la prima
scappatoia è proprio quella dei poteri presidenziali: nella guerra al
terrorismo il presidente è il comandante-in-capo e può, a sua
unica discrezione, sospendere le garanzie costituzionali. Dunque, né
il presidente né chi agisce sotto sua istruzione è tenuto a rispettare
lo Statuto sulla tortura. Ergo, il Dipartimento alla giustizia «non può
condurre un procedimento penale contro un imputato che ha agito seguendo l'esercizio
dei poteri costituzionali del presidente».
Lo studio precisa che lo Statuto sulla tortura si applica in Afghanistan ma
non a Guantanamo - dove l'amministrazione Bush sostiene che i detenuti non hanno
diritti costituzionali e non possono fare ricorso alla giustizia americana (questione
su cui però dovrà pronunciarsi la Corte suprema). Anche dove lo
Statuto si applica, la «tortura» è ridefinita in modo molto
stretto. Poi ci sono sotterfugi veri e propri: se messi sotto accusa, suggerisce
lo studio, invocate la «necessità». Oppure l'«autodifesa»,
intesa come «prevenire attacchi agli Stati uniti». O la «buona
fede»: lo Statuto sulla tortura impedisce di invocare gli ordini superiori
per giustificare atti di tortura, ma voi dire che pensavate di applicare gli
ordini presidenziali. Insomma: come aggirare le leggi, americane e internazionali,
e farla franca.