Così recitano i fogliacci della procura: "da tempo è attiva nell'area antagonista fiorentina, una struttura associativa di matrice anarchica denominata "gruppo di affinità" rifacentesi all'ideologia dell'O.R.A.I."; "il gruppo [...] tende a strutturarsi su un duplice livello, uno palese, dedito alla propaganda, uno occulto che contempla, tra l'altro, l'attacco allo stato ed al capitale mediante azioni violente riferibili prevalentemente ai temi dell'"antinucleare", dell'ecologia e del "carcerario"". A sostegno, deduciamo, della tesi del "duplice livello", tra tutti e tutte noi ne viene sorteggiato uno che, evidentemente, torna loro utile indicare come "elemento di spicco sul piano ideologico, organizzativo e progettuale". Habemus papam, insomma. Siamo poi rei e ree di "intrattenere significativi contatti" tra di noi e "direttamente e indirettamente con soggetti appartenenti alla stessa area anarchica o ad analoghi quattro gruppi di affinità" recentemente inquisiti o processati a Roma, Torino, Rovereto e Bologna, per associazione sovversiva e per una serie di azioni illegali". Veniamo indicati, inoltre, come gli autori e le autrici di vari attacchi incendiari avvenuti in Toscana tra il 97 e il 99, di cui, secondo gli atti, hanno beneficiato, in ordine cronologico, a Empoli la Sesa-IBM; a Firenze la ditta Vannuzzi-Ferri concessionaria Nestlè, una concessionaria della Fiat-Enginering s.p.a., l'impresa Callisto Pontello Costruzioni s.p.a.; a Sesto F.no il consorzio CAVET; a Borgo S. Lorenzo di nuovo la Pontello Costruzioni. E ciò, leggiamo, perché "per la natura degli obbiettivi colpiti (il "carcerario" per quanto riguarda la Pontello, i temi ecologici [sic!] per la Nestlè, la TAV e la Fiat) e le tecniche usate (ad esempio inneschi del tipo "zampirone") e per il tipo di rivendicazioni" questi attacchi "sono riconducibili a elementi dell'ambiente anarchico e in particolare del "gruppo di affinità" fiorentino".
Vogliamo a questo punto sottolineare che, se gli attacchi alla Sesa-IBM, alla concessionaria di zona della Nestlè ed alla Pontello Costruzioni a Firenze sono riportati dalla stampa di regime e/o da giornali anarchici, se in cronaca locale qualche traccia - seppur contraddittoria - dell'attacco alla concessionaria (probabilmente intesa come ditta sub-appaltatrice) della Fiat-Enginering l'abbiamo trovata, sugli attacchi a Sesto F.no e a Borgo S. Lorenzo non c'è una sola riga. Se prendiamo per buone le "informazioni" della procura una spiegazione a questo silenzio-stampa evidentemente c'è. Sesto F.no e Borgo S.Lorenzo sono due delle località sventate dal costruendo tracciato dell'alta velocità; il CAVET è il consorzio di imprese che, in Emilia e Toscana, gestisce la costruzione di questa nocività e la Pontello è una delle imprese sub-appaltatrici del CAVET. Ciò sapendo non è interpretazione ardita, sostenere che questi attacchi all'A.V. siano stati deliberatamente sottaciuti perché, evidentemente, se ne temeva il potenziale dilagare.
Ora: se l'avvallo e la responsabilità giudiziaria di questa operazione sono, di fatto, dell'ex delfino di Vigna, Francesco Fleury e del suo procuratore-scagnozzo Pietro Suchan, il motore primo è il ROS di Roma che, già nel maggio 99 si era premurato di invitare la procura fiorentina ad aprire l'ennesimo fascicolo su alcune e alcuni degli attuali indagati col pretesto del reato di associazione sovversiva e, infatti, non appartenevano certo al ROS di Firenze i funzionari venuti a visitarci. Se, nel corso del tempo, in presenza di alcune costanti (le caratteristiche del regime e del capitale, per esempio, ma anche il tipo di minaccia che il dominio si trova a fronteggiare). I metodi dell'autorità che tenta di sbarazzarsi dei suoi nemici permangono, a grandi linee, uguali a se stessi, negli ultimi anni le operazioni giuridico-poliziesche che riguardano gli anarchici e le anarchiche, i fascicoli in cui le e li si indaga sono davvero fotocopia l'uno dell'altro.
Nella loro involontaria comicità, nella miseria delle loro argomentazioni, queste operazioni non sono il delirio solitario di singoli magistrati; tutte insieme costituiscono la logica e il metodo dell'attuale attacco dello stato agli anarchici e alle anarchiche. Preso atto di ciò, dubitiamo che l'insuccesso o il successo di questo attacco possa essere misurato in un'aula di tribunale e non soltanto perché terminato un processo, archiviato un fascicolo, se ne apre un altro sotteso dalla medesima logica.
Il campo è, come tutti e tutte sanno, ben altro.
anarchiche e anarchici
Fonte: Comunicato, diffuso da -incontrolado-@libero.it
il 12 luglio 2000 tramite www.ecn.org