Immigrati, intesa Italia-Tunisia
Marco Ludovico
il Sole - 24 Ore, 14 dicembre 2003
Stipulato in piano di lotta comune alla criminalità. Pisanu ha firmato a Tunisi un accordo sul terrorismo e il controllo dei clandestini. Rafforzati i servizi di intelligence e il pattugliamento del Mediterraneo. Al via corsi per la polizia locale.
Accordo Italia-Tunisia contro terrorismo e immigrazione clandestina. È
stato firmato ieri a Tunisi dal ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu e dal
collega Hedi M'Henni. Si fa più vicina cosi anche la fase operativa
del "Progetto Nettuno", un piano di pattugliamento internazionale
del Mediterraneo centrale che dovrebbe controllare e ridurre la tragedia delle
"carrette del mare".
L'intesa siglata ieri si basa sulle posizioni moderate della Tunisia e stabilisce
un'azione comune sul terrorismo attraverso una collaborazione più intensa
dei servizi di intelligence. C'è già un confronto in corso con
il cosiddetto "Dialogo 3+3": Italia, Francia e Spagna, da una patte,
Tunisia, Algeria e Marocco dall'altra. Proprio il 12 dicembre si è
tenuta a Parigi una riunione a livello tecnico dello speciale comitato.
Con la Tunisia, poi, l'Italia - dopo tre anni di trattative - ha stipulato
anche un piano comune di lotta alla criminalità che sostituisce il
protocollo risalente al 1988. I settori di intervento sono stati già
definiti: traffico di droga, di armi, di munizioni, di materiale esplosivo,
strategico e nucleare; tratta degli esseri umani, sfruttamento sessuale delle
donne e dei minori; riciclaggio di denaro; falsificazione di documenti, carta
moneta, valori, marchi e brevetti; traffico di opere d'arte, tabacchi lavorati,
metalli preziosi e auto rubate.
Ma è il capitolo immigrazione a essere il più ricco nella documentazione
messa a punto tra i due Stati. Secondo il Viminale il flusso di ingressi illegali
dalla Tunisia è più contenuto ma persiste: ci sono circa 60mila
cittadini tunisini legalmente presenti in Italia, di cui 6.500 regolarizzati
con l'ultimo provvedimento. Per contrastare il fenomeno la Tunisia ha chiesto
aiuti in termini di mezzi e di formazione del personale di Polizia.
L'Italia ha già inviato nel triennio 1998-200 beni per circa 20 milioni
di euro e per l'anno prossimo dovrebbe ricominciare la fornitura di materiali
ed equipaggiamenti. Nel primo semestre del 2004 sono previsti corsi per la
polizia di frontiera tunisina e per formare esperti in grado di riconoscere
documenti falsi. E i cani antidroga della Polizia di Stato saranno trasferiti
in Tunisia con i loro addestratori per favorire l'organizzazione di analoghe
squadre locali. Il Viminale, inoltre, sembra guardare con attenzione alla
richiesta dello stato nordafricano di ottenere per l'anno prossimo una quota
privilegiata di ingressi legali in Italia, che sono stati 3mila nel 2000 e
nel 2001, 2000 nel 2002 e 600 nel 2003.
La scommessa più impegnativa, tuttavia, riguarda la lotta al traffico
in mare degli immigrati clandestini. Il "Progetto Nettuno" - definito
esplicitamente come "pattugliamento del Mediterraneo centrale" -
prevede una stretta intesa strategica tra Malta, Libia, Tunisia e Italia.
Il lavoro diplomatico prosegue e a gennaio, a La Valletta, si svolgerà
un incontro di esperti per farlo decollare finalmente. Il coinvolgimento attivo
della Tunisia è decisivo per la riuscita di questo sistema di controllo
in mare effettuato con mezzi militari. Il piano Nettuno, in particolare, prevede
non solo il pattugliamento del Mediterraneo ma anche la gestione dei clandestini
intercettati fino al rimpatrio nei Paesi d'origine. Un modello già
sperimentato con successo dall'accordo Italia-Egitto, che ha consentito praticamente
di azzerare il flusso dei clandestini provenienti dallo Sri Lanka attraverso
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