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Pedinamenti e provocazioni

un compagno anarchico di Verona

maggio 2004

Dopo aver letto le ultime cronache sul controllo e la repressione, vorrei raccontare anch'io cosa accade in giro per il nostro amato paese.
I fatti: Il 30 aprile prendo un treno da Bologna diretto a Verona assieme alla mia compagna, telefono a mio fratello comunicandogli l'orario del mio arrivo, alle 17,25, e mi metto d'accordo con lui per farmi venire a prendere in stazione con un furgoncino. Dopo alcuni minuti, ricevo una telefonata dalla mia ex-ragazza che incredula mi raccontava di aver sentito sulla segreteria del suo cellulare (non sto scherzando!!) un messaggio di un funzionario della Digos di Bologna che comunicava nei dettagli ad un suo collega della Digos di Verona la natura della mia conversazione con mio fratello avvenuta pochi minuti prima. Rimango anch'io incredulo per questa telefonata (pensando forse ad uno scherzo, ma con nessuna convinzione); dopo alcuni minuti mi richiama la mia ex dicendomi di aver parlato con il Digos di Bologna che cercava di nuovo il suo collega veronese: costui accortosi del madornale errore chiedeva alla mia ex di cancellare il suo numero di telefono e il messaggio lasciato nella segreteria! Decidiamo di scendere prima di Verona, prendiamo un pulman ed arriviamo in città. Comunico a mio fratello di non venire a prenderci in stazione e invece lo raggiungiamo con i mezzi pubblici. Recupero il furgoncino e andiamo a fare un giro per Verona. Verso sera, alle 21 circa, raggiungiamo casa di mia madre; appena arrivato vedo che all'esterno c'è una macchina in borghese 'sospetta' parcheggiata, ci allontaniamo e con il telefono chiamo mia madre che mi comunica angosciata (ha avuto un malore alla vista del mandato) che agenti della Squadra Mobile di Verona perquisivano la mia vecchia stanza con un mandato per droga, in tale mandato c'era scritto che avrei acquistato a Bologna una partita di droga. Al telefono chiedo agli agenti che tipo di droga stavano cercando senza avere risposta: non lo sapevano neanche loro! Aspetto che gi agenti si allontanino e raggiungo la casa della mia famiglia. Il mandato di perquisizione e il verbale confermavano la motivazione della visita. Nei giorni successivi, su consiglio di un avvocato, mi reco alle Procure di Bologna e di Verona facendo richiesta di sapere se sono iscritto sul registro degli indagati, articolo 335 ccp. A Bologna non risulta nulla 'suscettibile di comunicazione', a Verona invece il 30/04/04 (la stessa giornata della telefonata e della perquisizione) risulto essere stato iscritto sul registro degli indagati per violazione della legge sulla droga, iscrizione effettuata dal magistrato Carlo Villani, evidentemente su input degli uffici Digos. Questa è la conferma di quanto avevamo già pensato: iscrizione e perquisizione sono chiaramente una copertura per l'errore di quella telefonata fatta alla mia ex-ragazza, goffamente hanno cercato di motivare il controllo dei miei spostamenti. Inutile dire che il sottoscritto non ha mai acquistato né consumato alcun tipo di stupefacente in vita sua. Tali maneggi hanno il sapore dell'intimidazione e dell'infamia, per coprire chiaramente manovre di natura repressiva ed inquisitoria. Nei giorni successivi anche mio fratello viene fatto oggetto di attenzioni sbirresche: una perquisizione personale e dell'automobile in Tribunale a Verona (dove si era recato anch'esso per fare la stessa richiesta del 335 ccp), e breve fermo in un ufficio della Polfer su alcune note della Questura veronese. Ritorno a Bologna. Nei giorni scorsi telefono a mio fratello concordando con lui appuntamento telefonico via cellulare per le 18,20 per visionare in contemporanea, conversando anche tra noi, un sito internet. Alle 18,20 provo a telefonare a mio fratello inutilmente, la rete telefonica non era disponibile, dopo alcuni minuti lui mi chiama al telefono dicendomi che il suo telefono era stato bloccato. La notte della stessa giornata di nuovo, alla stessa ora, entrambi i nostri telefoni venivano bloccati fino alle 15,00 del giorno successivo, sbloccandosi miracolosamente entrambi nello stesso momento. Su nostro richiesta di informazioni il gestore di telefonia ci confermava la 'stranezza' dell'episodio non fornendoci però informazioni sulla causa. Dal loro controllo risultava che sui nostri numeri telefonici risultava un sovraccarico ('ingorgo') di richieste di collegamento, come se a chiamarci fossero centinaia di persone contemporaneamente. Ricordo che la settimana prima della mia perquisizione domiciliare, sempre a Verona, agenti delle volanti e la Digos facevano irruzione, pistole in pugno, durante la presentazione del libro 'Ormai è fatta' di Horst Fantazzini, pretendendo di identificare i presenti. Per quell'occasione la Digos occultava, dentro un furgone parcheggiato di fronte all'ingresso della saletta pubblica, una videocamera che serviva a riprendere i partecipanti alla presentazione. Questa videocamera è stata individuata e neutralizzata da ignoti poco prima dell'inizio dell'incontro. Altri compagni della zona nelle settimane scorse sono stati ripetutamente seguiti e pedinati dalla Digos nei loro spostamenti. Ho letto recentemente che anche a Viterbo alcuni compagni sono stati oggetto di medesime attenzioni con la stessa assurda ed infamante motivazione: fermo e perquisizione per acquisti di partite di droga! Non bisogna certo essere dei fini analisti per capire che costoro non lesinano mezzi e strategie per controllare e intimidire i compagni, ora utilizzando non soddisfatti anche accuse infamanti di spaccio di stupefacenti. Per concludere informo che il sottoscritto assieme ad un altro compagno di Rovereto è stato condannato dalla Procura della Repubblica di Trento a un mese di arresti domiciliari, da scontarsi nei sabati e nelle domeniche , per una scritta su un muro, in solidarietà a Sole e Baleno, contestataci nell'anno in cui i nostri due compagni morirono nelle galere dello Stato italiano.

Fonte: comunicato diffuso in rete da Croce Nera Anarchica, maggio 2004

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Nuovo blocco telefonico il 4 giugno 2004

Nella notte del 3 giugno, fino alle 13,00 del 4 giugno, guarda caso in concomitanza dell'arrivo di Bush a Roma, di nuovo i numeri di telefono cellulare, il mio e quello di mio fratello, venivano bloccati contemporaneamente con le stesse modalità delle volte precedenti (vedi comunicato precedente).
Inviterei i compagni a segnalare eventuali episodi simili avvenuti in questi giorni per avere, se possibile, una visione più completa della diffusione di questa pratica ad opera degli apparati di controllo e repressione.

Un compagno di Verona