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Bastoni e spray al peperoncino. L'Italia dei 90 comuni (armati)

Lorenzo Salvia

Corriere della Sera, 8 luglio, 2004

Sindacati dei vigili divisi. «Così ci difendiamo». «Snaturata la nostra missione». Le sostanze urticanti molto più usate dei manganelli: costano meno e sollevano meno polemiche. Da Roma a Sanremo, molte città hanno già anticipato la direttiva della Lombardia.

C'è sempre qualcuno che anticipa i tempi. Dieci anni fa era stato Giancarlo Cito a consegnare il manganello nelle mani dei vigili urbani. Finì pure sotto processo per abuso d'ufficio l'impetuoso sindaco di Taranto. Quella delibera non era proprio regolare ma l'accusa cadde in prescrizione nel 2000, giusto tre anni dopo la candidatura a sindaco di Milano, con Leone di Lernia come capolista e un misero 1% come risultato. Due giorni fa è arrivato il via libera della Regione Lombardia, ma bastoni estensibili e «mazzette di segnalazione» (versioni soft del manganello) sono da tempo una realtà diffusa, così come gli spray al peperoncino. E se la stragrande maggioranza degli agenti è favorevole, c'è anche chi parla di scelta «strumentale» che ne snatura i compiti.

90 CITTÀ - Il bastone estensibile è in dotazione ai vigili di 17 Comuni italiani. Nella maggior parte dei casi sono piccoli centri del Nord: Novi Ligure, Roncadelle, Rapallo, Carate Brianza. Ma ci sono anche Sanremo e Cremona, oltre alla polizia provinciale di Frosinone. I vigili di queste città hanno con loro anche lo spray al peperoncino. E proprio lo spray è l'unica dotazione speciale in altri 71 casi, tra cui Roma, Torino, Treviso, Imperia, Pordenone, Asti, Imperia, Ancona, fino alla piccola e relativamente tranquilla Pitigliano, in Toscana. Se molte città hanno scelto questa seconda strada non è solo perché parlare di manganello è sempre cosa delicata. Ma anche perché lo spray costa meno: 25 euro a bomboletta, contro gli oltre 100 di un bastone di qualità.

DETERRENTE - L'anno scorso il sindacato di categoria Arvuu fece un sondaggio tra i suoi 5 mila iscritti romani. L'87% si disse favorevole al manganello, l'82% disse sì ai corsi di arti marziali. Spiega il presidente nazionale, Mauro Cordova: «Sbaglia chi pensa che siamo ancora come l'Alberto Sordi di una volta, occupati solo a controllare il traffico e fare le multe. Oggi curiamo la sicurezza intorno agli stadi, facciamo sgomberi nella case occupate, capita pure qualche intervento per rapina. E quando ci troviamo in situazioni così delicate, il bastone estensibile è utile sia come deterrente che come arma di difesa».

ALTERNATIVA A PISTOLA - Buona parte dei 60 mila vigili italiani ha la pistola nella fondina. «E proprio qui sta il problema», secondo Claudio Mascella, segretario di un altro sindacato, il Sulpm: «Non ci sono vie di mezzo: o spariamo oppure interveniamo a mani nude. Troppo o troppo poco: per questo bastone e spray sono necessari». A patto che rispettino le norme di sicurezza: «Lo spray - dice Riccardo Badino, responsabile dotazioni dello stesso sindacato - deve essere naturale. Negli Usa hanno usato quello chimico e ci sono stati seri problemi. Il bastone, invece, non deve avere meccanismi a molla che si possono aprire all'improvviso e far male». Il problema è che costano molto meno, anche 30 euro. E, in tempi di ristrettezze, per molti Comuni la tentazione è forte.

CONTRARI - C'è anche chi la pensa diversamente come Gianni Pagliarini, segretario della Cgil funzione pubblica, sigla che rappresenta anche i vigili. «Dare bastone e spray alla polizia municipale significa snaturarla. Invece di spingerla a scimmiottare i carabinieri, bisognerebbe esaltare le sue specificità: sorveglianza del traffico e delle strade, lotta all'abusivismo edilizio, tutela del consumatore dalle frodi del commercio, verifiche sulle imposte locali. Ma forse questi controlli danno fastidio a qualcuno, e allora si preferisce parlare di manganello». Lorenzo Salvia La scheda LE DIVISE Altra novità del regolamento riguarda l'abbigliamento: tutti i vigili della Lombardia devono avere la stessa divisa. A Milano, dunque, i «ghisa» non porteranno più lo storico elmo bianco I CORSI Anche se il nuovo manganello e lo spray al peperoncino non sono classificati come armi, i vigili che li avranno in dotazione dovranno seguire corsi di addestramento di minimo 6 ore LE NOVITA' IL MANGANELLO I vigili, secondo i nuovi regolamenti approvati dal consiglio regionale, saranno muniti di «bastoni estensibili», una sorta di manganelli telescopici LO SPRAY L'altro strumento di difesa è una bomboletta di spray al peperoncino: ha un forte potere urticante ed è micidiale se usato a distanza ravvicinata.

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Lombardia, bastoni estensibili e spray al peperoncino per i vigili

Marco Cremonesi

Corriere della Sera, 7 luglio, 2004

Ora i singoli corpi cittadini potranno adottarli. «Permetteranno di usare meno le armi da fuoco».

Guai a chiamarli manganelli, in Regione si mettono le mani nei capelli. I comunicatori della giunta regionale ricordano il loro nome ufficiale, «bastoni estensibili», e precisano che «manganelli e sfollagenti sono strumenti in dotazione soltanto alle forze dell'ordine». Aggiungono, inoltre, che gli aggeggi «sono finalizzati a evitare, quando possibile, il ricorso alle armi da sparo». Di cui peraltro i vigili lombardi sono abitualmente forniti. Comunque si vogliano chiamare i nuovi attrezzi, da ieri la Lombardia li ha ufficialmente adottati per i vigili dei suoi comuni, insieme con gli spray al peperoncino e le nuove divise. Saranno poi i singoli corpi di polizia municipale a decidere se dotarsi o meno dei cosiddetti «strumenti di autotutela». «Ma attenzione - mette le mani avanti anche l'assessore alla Sicurezza Massimo Buscemi - si tratta di quello che dice il nome. Strumenti introdotti esclusivamente per la difesa. Assolutamente non possono servire per aggredire». A dimostrare che non si tratta di arnesi affidati a cuor leggero, il regolamento prevede per gli agenti che li utilizzeranno un corso teorico, «di minimo due ore» e pratico, «di minimo quattro ore». A conclusione del tutto, un bell'esame. Orale e anche scritto, un «questionario a risposta multipla». In cui bisognerà anche dimostrare di saper «portare assistenza ai soggetti colpiti». L'introduzione in Lombardia dei bastoni e degli spray irritanti ha parecchi «genitori»: una contestazione presso il tar di Cremona, l'ondata di criminalità degli anni 2001-2002 in Lombardia, la voglia di federalismo del Caroccio declinata anche e soprattutto sui temi della sicurezza e del presidio del territorio. Il consiglio comunale di Cremona nel 2000 votò all'unanimità la dotazione ai vigili di spray e dei «bastoni estensibili». Ironia della sorte, fu proprio la Regione Lombardia a opporsi alla decisione, impugnando quel voto presso il tar. Risultato: ricorso respinto. Chi colse la palla al balzo, e fece degli «strumenti di autotutela» una bandiera fu il Carroccio. Ma non fu solo: la polizia locale era uno dei tre temi del referendum sulla devolution voluto dal presidente Formigoni. E l'argomento dei «nuovi» vigili lombardi fu ampiamente dibattuto. Quando poi si trattò di mettere nero su bianco la legge regionale sulla sicurezza, bastoni e spray irritanti finirono naturaliter nel provvedimento. Di cui ieri sono arrivati i regolamenti attuativi. Il consiglio lombardo li ha approvati quasi all'unanimità. Soddisfatto il leghista Germano Pezzoni: «In questo modo gli oltre 8mila agenti operanti sul territorio lombardo dispongono di strumenti più idonei per effettuare i servizi di sicurezza e prevenzione nelle nostre comunità». Ma anche dalla Quercia, Claudio Bragaglio, sottolinea l'importanza «di un'alternativa all'uso delle armi da fuoco in modo da commisurare alle diverse situazioni di rischio le risposte più adeguate». Per l'esponente diessino è anche positivo «che il loro utilizzo sia accompagnato da corsi di formazione». Unica voce fuori dal coro, in concreto un'astensione, quella del radicale Lucio Bertè: «Non sono favorevole a ad amministrazioni locali dotate di poteri di polizia. Nè ero d'accordo sull'omologazione regionale delle diverse polizie cittadine. Di qui, la mia astensione». L'omologazione di cui parla Bertè è un altro portato del nuovo regolamento. Tutti i vigili lombardi, indipendentemente dal Comune cui appartengano, porteranno la stessa divisa. Ciò significa, per Milano, l'addio alle storiche divise dal sapore ottocentesco, con cappottone nero e l'elmo che risale all'epoca del generale Bava Beccaris. Quando l'amministrazione di allora volle dare al corpo un'impronta rigidamente militaresca. Altri tempi.

«Troppe aggressioni, nuove armi ai vigili»

La Regione: spray al peperoncino e manganelli agli agenti. L'assessore alla Sicurezza: serviranno solo all'autodifesa. Il regolamento approvato anche dalle opposizioni. I «ghisa» dovranno seguire corsi di addestramento. Addio alle vecchie divise.

Contro i pericoli in strada a scuola di manganello. Il consiglio regionale ha approvato ieri i nuovi regolamenti che completano la legge sulla sicurezza approvata lo scorso anno (4/2004). In sostanza, i vigili potranno essere muniti di «strumenti di autotutela», questo il nome ufficiale, come lo spray irritante e i «bastoni estensibili». Il pudore linguistico nasconde, appunto, il buon vecchio manganello, sia pure aggiornato tecnologicamente: l'aggeggio in questione è infatti allungabile telescopicamente. «Ma attenzione - avvisa l'assessore alla Sicurezza, Massimo Buscemi - si tratta di strumenti dedicati esclusivamente all'autodifesa degli agenti. Insomma, non possono servire per aggredire». La novità è che un agente per poter utilizzare i nuovi «strumenti» dovrà andare a scuola. O meglio, seguire un corso che il regolamento puntigliosamente descrive. Bisognerà che sia articolato in una parte teorica di minimo due ore, e in una parte pratica di quattro ore: in cui gli operatori «dovranno apprendere le tecniche di utilizzo e di assistenza ai soggetti colpiti». Inoltre, ci vuole un esamino finale: pure quello «strutturato in una prova pratica e in una teorica». Quest'ultima, consiste «in un questionario a risposta multipla». L'altra novità del regolamento è che da questo momento in avanti tutti i vigili della Lombardia avranno la stessa divisa. A Milano, dunque, lo storico elmo bianco sta per andare in pensione, così come le divise nere dal sapore d'antan. Il nuovo regolamento è stato approvato quasi all'unanimità. Unica eccezione, il radicale Lucio Berté: «Sono contrario all'assegnazione di compiti di polizia alle amministrazioni locali. E neppure apprezzo l'omologazione delle diverse polizie locali. Di qui, la mia astensione». Per Milano, una decisione sullo spray al peperoncino e sui manganelli ancora non è stata presa. Spiega il comandante dei vigili, Antonio Chirivì, che «in ogni caso non saranno distribuiti in modo diffuso, ma soltanto in occasione di particolari servizi». Arriveranno presto, invece, le nuove divise: «Al cambio dell'uniforme estiva con quella invernale - annuncia il comandante - gli agenti riceveranno il nuovo modello». Per rivestire i 3.300 ghisa milanesi il Comune ha speso sei milioni e mezzo di euro.