Il ruolo della prigione nel nuovo governo della miseria
di Loïc Wacquant (2000)
Più che il dettaglio delle cifre è la logica profonda dello spostamento del sociale verso il penale a meritare attenzione. L'irresistibile ascesa dello stato penale americano non contraddice certo il progetto neoliberale di deregolamentazione e snellimento del settore pubblico, anzi si potrebbe dire che ne rappresenta in negativo - inteso in senso fotografico, rilevatore ma "al contrario"- in quanto esprime una politica di criminalizzazione della miseria funzionale all'imposizione della condizione salariale precaria e sottopagata come obbligo di cittadinanza e alla concomitante riformulazione dei programmi sociali in senso punitivo. Al momento della sua istituzionalizzazione, negli Stati uniti del XIX secolo, "l'imprigionamento si presentava in primo luogo come un metodo di controllo delle popolazioni devianti e dipendenti" e i detenuti provenivano soprattutto dagli strati più miseri dalla popolazione nonché dagli immigrati più recenti del Nuovo mondo. (1) Ai nostri giorni, l'apparato carcerario di quel paese svolge un ruolo analogo nei confronti dei gruppi sociali resi superflui o indesiderabili dalla duplice ristrutturazione del rapporto salariale e della carità di stato: in particolare le frazioni declinanti della classe operaia e i neri poveri residenti nelle grandi città. Nel far ciò, l'apparato carcerario assume un ruolo centrale nel governo della miseria, al crocevia fra il mercato del lavoro dequalificato, i ghetti urbani e i servizi sociali "riformati" per supportare la disciplina della condizione salariale desocializzata.
1. Prigione e mercato del lavoro dequalificato
2. Prigione e mantenimento dell'ordine razziale
3. Prigione e assistenza sociale
Fonte: Parola d'ordine: Tolleranza Zero. La trasformazione dello stato penale nella società neoliberale - Edizione Feltrinelli - collana Interzone - 2000
Note:
(1) D. Rothman, The Discovery of the Asylum. Social Order and Disorder in the New Republic, Little Brown, Boston 1971, pp. 254 -255.
Torna al testo(2) B. Western, K. Beckett, How Unregulated is the US Labor Market? The Penal System as a Labor Market Institution, in "American Journal of Sociology", 104, gennaio 1999, pp. 1135-1172.
Torna al testo(3) L. Wacquant, De la "terre promise" au ghetto: la "Grande Migration" noire américaine, 1916-1930, in "Actes de la recherche en sciences sociales", 99, settembre 1993, pp. 43 -51; Kerner Commission, The Kerner Report. The 1968 Report of the national Advisory Commission on Civil Disorders, Pantheon, New York 1989 (ed. or. 1968); T.B. Edsall, M.D. Edsall, Chain Reaction, W.W. Norton, New York 1991.
Torna al testo(4) Nato in prigione (la madre, Afeni Shakur apparteneva al Black Panthers Party) il coinventore dei gansta rap ed eroe dei giovani del ghetto, è morto nel 1996 a Las Vegas, crivellato di colpi durante un'imboscata tesagli da una gang rivale. In precedenza era stato accusato di avere sparato ad alcuni poliziotti e aveva scontato otto mesi di detenzione in seguito a una condanna per violenza sessuale.
Torna al testo(5) J.R. Lilly, P. Knepper, The Corrections-Commercial Complex, in "Crime and Delinquency", 39, 2, aprile 1993, pp. 150-166; E. Schlosser, The Prison-Industrial Complex, in "The Atlantic Monthly", 282, dicembre 1998, pp. 51-77.
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