Dopo la lettura del disegno di legge [riordino degli organi collegiali] vi mando alcune riflessioni, che credo ovvie, ma che sento il bisogno di comunicare per discuterne

Nella Lucia Zini

Il primo pensiero che mi è venuto in mente è che a chiamare questo disegno di legge "riordino degli organi collegiali" siamo rimasti solo noi ( quelli che ci tengono insomma): il governo con molta chiarezza titola il proprio Disegno di legge : Norme concernenti il governo delle istituzioni scolastiche; la parola collegiale, dopo un'accurata ricerca, la trovo solo all'art. 7, dove si parla di Organi di valutazione collegiale degli alunni, e su questo torno dopo.

Il secondo pensiero immediatamente successivo ad una scorsa degli articoli, è che le modifiche promesse al testo sono più o meno nominali, e che sotto qualche nome diverso è stata mantenuto tutto l'impianto che le bozze avevano fatto intravedere.

Un cambiamento, che cerca di attenuare qualcuna delle critiche più forti, è quello di avere rinominato il Consiglio di Amministrazione Consiglio della scuola, e di avere tolto dal suo interno quegli esperti non bene specificati che ne dovevano far parte..

Rimane un qualcosa un po' più simile al Consiglio di Istituto, ma con differenze molto forti nella composizione e soprattutto nella presidenza: non va più a un genitore, ma al dirigente scolastico, che attraverso tutti gli articoli del disegno di legge viene ad assumere sempre più responsabilità, a scapito appunto della collegialità, che, diventata un fantasma, viene sempre meno evocata, come si fa per le cose orribili.

Il fatto che Consiglio della scuola sia un sinonimo di Consiglio d'Istituto, anche se i contenuti sono diversi, ma che si sia comunque voluto cambiare la denominazione , mi fa pensare a quella arrogante voglia di firmare il cambiamento, come se prima non ci fosse stato niente, che è propria di questo governo, e che nega ogni continuità con il lavoro di anni di insegnanti e di famiglie.

Ho anche l'impressione che il regolamento diventi la carta della scuola più del Piano dell'offerta formativa, ma su questo devo ancora riflettere: c'è comunque un insistente ritorno a questo regolamento per quasi ogni aspetto della vita scolastica; l'idea , da verificare, è che si vada verso un'ingessatura dei servizi, delle funzioni, che avranno sempre più un aspetto burocratico e meno quello didattico.

Al genitore eletto con il maggior numero di voti spetta la funzione di Garante dell'Utenza, che va a far parte del Nucleo di valutazione del funzionamento di istituto.

Intanto, scorporare la funzione di monitoraggio e valutazione dal Consiglio ( d'Istituto, di scuola…..) dove effettivamente le esigenze che sono di fatto collegiali, anche se non vengono chiamate così, mi sembra un elemento molto grave; c'è poi da dire che già da tempo molte scuole stanno procedendo ad autovalutarsi. Questo avviene attraverso confronti di esperienze e parametri condivisi, ad esempio nella rete AIR, l'autoanalisi d'Istituto in rete, che già sta indicando punti di forza e di debolezza su cui intervenire. Verrà cancellata anche questa esperienza? O il nucleo di valutazione diventerà o una specie di direttorio, o un modo per eludere una vera valutazione efficace.

A proposito del Collegio dei docenti , penso che ci sia un errore materiale nel disegno di legge….

Nell'articolo 6, comma 1 si legge "ll collegio dei docenti ha compiti di indirizzo, programmazione, coordinamento e monitoraggio delle attività didattiche ed educative" , al comma 5 dell'Art. 1 si legge: "l'organizzazione delle istituzioni scolastiche si articola in funzioni di indirizzo e programmazione, che spettano agli organi di cui all'Art.2 comma1, lettere a), e b), e compiti di gestione e ordinamento, che spettano al dirigente scolastico".: ma alle lettere a) e b) del comma 1 dell'Art. 2 ci sono il dirigente scolastico e il consiglio della scuola; e il collegio ? sarà una svista, ma mica di poco……..

Ma certo il punto che più mi sconcerta e mi addolora rimane la tramutazione del Consiglio di classe in organo di valutazione collegiale degli alunni.

Su questo credo siano stati scritti già fiumi di parole, ma mi sembra che tornarci ancora sopra sia obbligatorio.

Non solo è la negazione di un luogo in cui genitori, studenti, docenti, hanno possibilità di confrontarsi : può non succedere, può a volte risolversi in formalismo,ma se si nega la sede di questo incontro, o la si formalizza in altro modo, diventa sempre più difficile che ci sia un rapporto con quelle che eravamo abituati a chiamare le altre componenti della scuola.

E poi, per i docenti scompare assolutamente un luogo di confronto e di programmazione: rimarrebbe, eventualmente un dipartimento disciplinare, il quale però non ha davanti a sé la concretezza degli alunni e della classe.

Se è per questo anche la parola classe scompare dal disegno di legge: è un caso?

Nella Lucia Zini Liceo Scientifico F. Buonarroti