IL FILO NON SI SFILA…
Mercoledì mattina il rettore dell’Unical G. La Torre ha varcato per la prima volta la soglia dello spazio sociale occupato autogestito Filo Rosso. In diverse occasioni avevamo sollecitato il magnifico (così come il suo predecessore) a visitare la libreria, il teatro, il laboratorio di autoproduzioni, la sala-concerti; lo avevamo invitato a partecipare a dibattiti, presentazioni di libri, spettacoli teatrali, rassegne cinematografiche, iniziative culturali, sociali e politiche autorganizzate che da quasi cinque anni animano il centro sociale. La Torre invece ha preferito aspettare l’attimo propizio per rientrare in scena da "padrone".
Un vile atto intimidatorio è stato commesso nella notte tra Pasqua e Pasquetta ai danni del Filo Rosso: i balordi hanno rotto una vetrata coperti dal buio e dal deserto intorno, hanno dato fuoco alla bacheca e ad una mostra fotografica, danneggiando così l’impianto elettrico e l’impianto idraulico autoprodotto. L’entità dei danni non è stata ingente, eppure è divenuta la scusa morale per "il buon padre di famiglia" che, per il bene dei suoi figli, li invita a riconsegnare le chiavi e a lasciare i locali in maniera indolore. Il rettore ha infatti dichiarato espressamente che l’autorità giudiziaria ha già proceduto ad avviare lo sgombero del Filo Rosso, confermando la propria mancanza di volontà politica nel frenare gli eventi, e portando di fatto a compimento le intenzioni distruttive dei presunti vandali. L’inagibilità dello spazio, a cui il rettore si appiglia, è assolutamente infondata: per assicurare la continuità delle attività in corso, l’impianto elettrico e quello idraulico sono stati già ripristinati da tecnici competenti, e la vetrata sostituita, in completa autonomia, così come autonomamente abbiamo sempre gestito, progettato, costruito, riparato, fabbricato la risposta ai nostri bi/sogni collettivi.
Il danno subito è veramente irrilevante in confronto alla quantità di danneggiamenti che l’università subisce: è ben più grave a nostro avviso il furto di 40 computers a scienze della formazione avvenuto proprio in questi giorni. Negli anni, prima e dopo la nascita del Filo Rosso, diversi spazi dell’università hanno subito furti, danni, atti di vandalismo e deturpazione, oltre che il totale abbandono. Ci riferiamo in modo particolare all’Edificio Polifunzionale, per il quale abbiamo ripetutamente sollecitato interventi di ristrutturazione e sorveglianza, ben coscienti e responsabili della sicurezza nostra e dell’ateneo, oltre che occuparcene direttamente improvvisandoci vigilantes e spazzini. Abbiamo fatto da deterrente in più di una occasione e gestito situazioni pesanti, convinti che l’autogestione non sia uno slogan ma una pratica quotidiana, forse spinosa ma vera. Se oggi esiste un progetto sul Polifunzionale, è perché forse in questi anni alcuni studenti hanno dimostrato concretamente che può esistere un uso alternativo degli spazi: è stata una scelta politica ben precisa quella di appropriarsi di uno spazio nel centro storico dell’ateneo, il polmone verde della nostra università, che respira e dà respiro. Allo scempio chilometrico e uniformante del Ponte Bucci abbiamo opposto i tempi della piazza, luogo di incontro-scontro tra le diversità. Se oggi si parla di spazi sociali per gli studenti è forse perché un gruppo di studenti "non allineati" ha avuto il coraggio di mettersi in gioco, in maniera determinata e dirompente, perseguendo la socialità tra gli studenti e la realizzazione di un progetto di autoformazione. Con tutte le contraddizioni e le difficoltà che ne conseguono.
Senza delegare niente a nessuno.
Senza s/venderci mai.
Ribadiamo, nonostante la tensione inevitabile di queste ore, di essere sempre stati disponibili a legalizzare la nostra presenza nello spazio, prova ne è l’esistenza di un’associazione legalmente registrata, e di altre associazioni in via di formalizzazione. Così come abbiamo sempre rivendicato la nostra diversità e "anomalia" rispetto ad altre associazioni. Ma l’Azienda Unical non può accettare anomalie, perché costituiscono la deviazione dalla norma, la fantasia, il cattivo esempio. Un manager non può ammettere spinte autonome e creative, neanche se queste hanno l’attributo della qualità, della costanza o della serietà.
La nostra risposta non è un colpo di testa, è frutto della passione politica che ha caratterizzato sempre le nostre azioni: noi resisteremo, mettendo in gioco i nostri corpi per difendere uno spazio, un’idea di libertà, un esperimento di comunità, il desiderio di autonomia. Il rettore La Torre si assuma la responsabilità politica di uno sgombero violento, come sarà inevitabilmente nello stile delle forze dell’ordine, che significherà momenti di alta tensione, scontro fisico, brutalità per chi osa resistere, oltre che ulteriori denunce. La Torre, incapace di affrontare la questione senza l’aiuto della polizia, svuota di significato la carica che ricopre, sminuendo l’autonomia decisionale dell’ateneo ed evitando ogni coinvolgimento della comunità universitaria in una discussione pubblica e aperta. Dopo un atto così indegno, il rettore non potrà fare altro che dimettersi.
Noi non aspetteremo passivamente lo sgombero: nei prossimi giorni continueremo a svolgere iniziative, feste, manifestazioni, ed invitiamo pertanto tutti coloro che hanno conosciuto questo posto direttamente o indirettamente, per curiosità o per condivisione, ad uscire dalle proprie case, strutture, o circoli, e ad invadere uno spazio di espressione collettiva, scongiurando, con una chiara presa di posizione pubblica, il tentativo di chi ci vuole silenziosi, rassegnati e spenti.
PER IL DIRITTO AD ESISTERE DIFENDIAMO GLI SPAZI DI LIBERTA’
SPAZIO SOCIALE OCCUPATO AUTOGESTITO FILO ROSSO
f.i.p. Arcavacata, 26/04/00
N.B.: Stamattina una cinquantina di studenti del Filo Rosso sono intervenuti durante la seduta del Consiglio d’Amministrazione, e hanno chiesto all’organo collegiale rappresentativo della comunità universitaria di esprimersi pubblicamente sugli eventi di questi giorni, e di riaprire le trattative per l’assegnazione definitiva dello spazio alle associazioni di studenti che attualmente lo gestiscono (associazione teatrale, associazione info-media, gruppo musica, laboratorio artigianale).