…MA QUALE SINISTRA?!

  1. Questione lavoro e Mezzogiorno: aumenta la disoccupazione, la precarizzazione, il lavoro nero, e che ricetta ci propinate? Flessibilità, incentivi alle imprese, abbassamento del costo del lavoro e lavori socialmente inutili. Per il Sud si agita lo spauracchio dello sviluppo ad ogni costo, del treno del progresso da non perdere, in nome del quale si applicano nuove gabbie salariali (contratti d’area) e nuova caritatevole assistenza (reddito minimo di inserimento). Noi non abbiamo alcun treno da prendere, abbiamo i nostri tempi, e vogliamo garanzie reali, che ci consentano di vivere dignitosamente, vogliamo un reddito garantito, che ci permetta di scegliere la quantità e la qualità del lavoro. Se ormai è da ogni parte riconosciuto che la disoccupazione è strutturale, ci sembra ipocrita perpetrare la proposta di ammortizzatori sociali lesivi dell’intelligenza umana. Roma non può decidere sulle nostre teste: non ci serve il ponte sullo Stretto per lavorare. Possiamo inventarci lavori meno sciagurati, per valorizzare e salvaguardare la nostra terra.
  2. Questione immigrazione: è razzista e incivile il principio che sta dietro l’istituzione dei Centri di Detenzione per immigrati. Essere clandestini non è reato, i flussi migratori esistono da sempre. 60 mila permessi di soggiorno in Italia non sono troppi, ma troppo pochi: il nostro Paese può ospitare molte più persone, può frenare il traffico illegale di carne umana e gestire direttamente gli ingressi, può evitare che gli immigrati e le immigrate diventino merce sfruttabile per le organizzazioni criminali. E’ terroristico il parallelo immigrazione = insicurezza, sappiamo bene che la sicurezza sociale ha altre basi. La sinistra dovrebbe perseguire la contaminazione interetnica, e la moltiplicazione di centri di accoglienza veri ed aperti.
  3. Il conflitto nei Balcani: è ancora aperto, non c’è alcuna pace, se non armata, l’odio si è acuito, la pulizia etnica si è invertita ma non è mai cessata. I DS hanno avvallato una guerra sporca, nascondendosi dietro un aggettivo meschino quanto falso: "umanitaria", per tentare di giustificare la distruzione di intere città e il massacro di civili inermi. La Missione Arcobaleno ha rivelato la sua falsità, con lo scandalo dei convogli mai inviati, o mai arrivati, o peggio saccheggiati. Milioni di italiani hanno creduto di fare solidarietà, forse per lavarsi la coscienza, mentre le basi militari da cui partivano, quasi un anno fa, gli aerei della morte erano proprio italiane.
  4. Pianeta droghe: ottima dichiarazione di intenti, visto che una parte consistente dell’elettorato giovanile fa uso di sostanze psicoattive! Ma l’antiproibizionismo non può rimanere un ritornello stonato, mentre persone normalissime vengono perseguitate per uno spinello, la malavita si fa i miliardi sulla salute dei giovani e meno giovani, e le carceri scoppiano perché i tossici sono costretti a delinquere per comprarsi la roba. Finchè le droghe saranno illegali, il loro mito crescerà, e nessuna utile informazione potrà essere fatta su usi e abusi delle sostanze. Le droghe sono parte della civiltà umana: accettarlo significa cominciare a ridurne i danni.

Non abbiamo dimenticato Apo Ocalan, che il governo italiano ha letteralmente venduto alla Turchia, negandogli l’asilo politico cui aveva diritto, per non turbare gli equilibri internazionali e gli interessi economici in gioco. Il simbolo della resistenza kurda resta a marcire nelle famigerate carceri turche, sotto l’ascia del boia, mentre nessuna discussione seria sul popolo kurdo è stata affrontata.

Forse abbiamo trascurato qualcosa: è difficile tenere a mente fatti e misfatti di questo scipito governo! Eravamo occupati ad impegnare (o impegnati ad occupare) il nostro tempo nei centri sociali e nelle strade, a contatto con i disoccupati, gli immigrati, i tossici; siamo noi stessi precari, studenti e clandestini, occupiamo gli spazi perché ci piace fare il lavoro che ci piace, anche se nessuno ci paga per farlo (e questo ci piace di meno), vogliamo contaminarci di tutto e tutti, facciamo politica per passione e non per mestiere.

Il teatrino dei politicanti di mestiere ci indigna: le elezioni regionali sono la riproposizione per la sinistra locale, della politica delle poltrone e non dei programmi. Nessun dibattito si apre in campagna elettorale sui problemi reali della gente. Repressione e stato di polizia sembrano essere l’unica risposta che la maggioranza di governo sa dare ad istanze di bisogni e di cambiamento. E mentre cala l’affluenza alle urne, sale l’indignazione, e la rabbia…

DIRITTI DI CITTADINANZA PER TUTTI I DISOCCUPATI, PRECARI E CLANDESTINI

SPAZIO SOCIALE FILO ROSSO

F.I.P. UNICAL 20/03/00