All' attenzione dei membri del Senato Accademico

e del Consiglio d' Amministrazione

SULL' AUTOGESTIONE DELLE BIBLIOTECHE

Dalle prime settimane di Dicembre, nella nostra frenetica università, si tengono puntuali assemblee pubbliche tra studenti e studentesse, su tematiche quali "Spazi e tempi degli studenti", "Cultura", "Socialità". Rinasce l' esigenza di creare uno spazio pubblico di discussione, in cui tutti e tutte possano esprimere le proprie opinioni, impegnare curiosità e creatività per una comunicazione orizzontale, e confrontarsi su un' esperienza comune di vita: l' Universitas.

Non è casuale che la raccolta di adesioni sull' apertura serale e fine-settimanale delle biblioteche abbia riscontrato, nel "deserto sociale" del campus, tanti consensi tra gli universitari (raccolte quasi 4mila firme): anche per come è strutturata e gestita, l' Università della Calabria (senza nulla togliere alle altre) non garantisce di certo spazi e tempi idonei alla cultura nella sua totalità, nè tanto meno alla socialità. Ad esempio, la biblioteca meglio funzionante dell' Unical (che per giunta è un' università a carattere residenziale) chiude dopo le 19:00 e il fine-settimana: spazi come le biblioteche, che simbolicamente rappresentano luoghi destinati alla formazione del cosiddetto "sapere sociale", funzionano poco e neanche tanto bene.

Se gli studenti avessero potere decisionale, non si negherebbero mai la consultazione dei testi nella fascia serale, poichè essa è ampiamente sfruttata per l' apprendimento, e potrebbe esserlo anche semplicemente per la lettura dei quotidiani che le biblioteche ricevono. Se fossero gli studenti a determinare i propri tempi, forse userebbero il fine-settimana per fare una ricerca su internet o per consultare i testi di interesse più svariato o per confrontare il proprio sapere con colleghi e docenti. Anche il solo fatto di leggere i titoli dei libri contenuti negli scaffali, contribuisce alla creazione di stimoli per la ricerca e la conoscenza.

Continuando sull' idea di Campus: non si tratta forse di un esperimento teso all' incontro di CULTURA e SOCIALITA' ? Questo perchè non è affatto vero che si impara di più stando per otto ore di fila nella solitudine della propria scrivania: non c'è apprendimento senza socializzazione, senza cioè, che si verifichi contemporaneamente una relazione sociale. La conoscenza deriva dall' esperienza e dallo scambio di esperienze: in questo senso l' Università può svolgere un ruolo fondamentale, coinvolgendo gli studenti nella gestione dell' ateneo, e stimolando l' interesse e l' acquisizione di conoscenze rispetto al funzionamento delle strutture universitarie. Gli studenti diventerebbero veramente protagonisti, soggetti attivi, partecipi di un' esperienza di autentica formazione e crescita, non semplici numeri di matricola.

AUTOGESTIONE in questo contesto significa assunzione di responsabilità, tramite una sperimentazione collettiva volta al soddisfacimento di bisogni reali, espressi e concretizzati a partire dal basso, dagli studenti stessi; autonomia è anche partecipazione diretta degli studenti all' organizzazione dello spazio in cui si trovano, e capacità di autogovernarsi. L' autogestione delle biblioteche, tramite l' ampliamento dell' orario, può rappresentare quindi un momento alto di collaborazione e socializzazione su un intento comune, che è quello di migliorare la qualità della vita all' interno del Campus. Inoltre, se esso venisse veramente vissuto, diventerebbe meno alienante per i suoi abitanti, vi sarebbe una sicurezza maggiore, garantita dalla presenza degli studenti stessi, e anche le donne avrebbero una maggiore tranquillità nel circolare la sera (ciò che spaventa non è il buio, ma il deserto intorno).

A questo proposito, l' impiego del part-time degli studenti è già previsto da regolamento, proprio riguardo ad "attività connesse al miglioramento del servizio delle biblioteche e dell' ampliamento dell' orario di apertura delle stesse". Una giusta applicazione del part-time, che vuol dire considerazione delle condizioni economiche degli studenti, significherebbe anche redistribuzione delle risorse tramite la garanzia di un reddito agli studenti. Ma un' esigenza forte come la riappropriazione di spazi e tempi necessari, può costituire anche l' occasione per reinventare e praticare attività alternative alla logica della privatizzazione dei servizi.

Un' esperienza di autogestione e di autoresponsabilizzazione, rimane sempre e comunque determinante nella formazione umana e sociale di un individuo o di una comunità.

 

In base a quanto detto sopra, si propone l' adozione da parte della Biblioteca Centrale, della Biblioteca di area socio-giuridica-economica "E. Tarantelli", e della Biblioteca di Area Umanistica "F.E. Fagiani", del seguente orario di apertura al pubblico:

DA LUNEDI' A SABATO: 8:30-23:00

DOMENICA : 9:00-13:00

Per quanto riguarda le fasce orarie disagiate, nell' eventualità che non sia possibile utilizzare il personale interno per la sorveglianza, si propone il coinvolgimento responsabile di studenti part-time, impiegati in base all' apposita graduatoria, che garantiscano l' apertura al pubblico delle strutture bibliotecarie, assumendosi la responsabilità della custodia del patrimonio librario, nel rispetto delle regole interne (divieto di uso delle attrezzature a fini non istituzionali, divieto di effettuare o ricevere telefonate di carattere privato, ecc.), nonchè delle operazioni di chiusura dei locali.

Si ritiene opportuno inoltre che, nell' orario di autogestione, vengano erogati esclusivamente i servizi di "Reference" e di consultazione in loco (con esclusione del servizio di prestito).

 

COORDINAMENTO STUDENTESCO AUTORGANIZZATO