CONTRO OGNI FORMA DI REPRESSIONE…
All’interno dell’Unical da qualche mese si riscontra una sempre più massiccia e costante presenza delle " forze dell’ordine":Digos, Guardia di Finanza.
A nostro parere,tale ingiustificata presenza è la causa classica e imbarazzata di chi,non volendo dar conto del proprio operato(come sarebbe giusto),si nasconde dietro il falso problema di garantire la "sicurezza e la tutela"degli studenti e del "patrimonio"universitario.
Se l’Università è un luogo culturale libero ed aperto,è giusto che questa libertà venga tutelata e garantita per tutti coloro che al suo interno vivono e lavorano.
Che rapporto esiste,tra tale "tutela"e i mezzi che Guardia di Finanza,Cc e Digos usano per realizzarla?
È davvero attraverso posti di blocco ,perquisizioni personali e domiciliari,cani antidroga ecc.,che si garantisce la libertà degli studenti di questa Università?
Questi sono interrogativi che invitano alla riflessione e ad una ferma presa di posizione per tutta la popolazione dell’Ateneo.
Gli ultimi avvenimenti di cui sono stati vittime studenti dell’Unical da parte delle forze dell’ordine ;perquisizioni personali e domiciliari all’interno delle Maisonettes (non accadeva dal lontano 1978) sono emblematici di una situazione che sta diventando insopportabile.Ci viene lecito pensare che l’attività repressiva cresciuta a dismisura mira anche e soprattutto a svilire agli occhi degli altri le attività culturali e sociali che il nostro collettivo da più di due mesi sta portando avanti.Un tentativo sterile di distruggere le esperienze di socializzazione che evidentemente danno fastidio poiché minano un sistema che tende al progressivo annullamento delle soggettività.Gli spazi di socialità subiscono costantemente tentativi di distruzione da parte di un’autorità che sospende il comportamento civile,un’autorità che non riconosce più l’uomo come soggetto,ma come terminale della propria azione repressiva.L’Università deve essere un luogo abitabile e vivibile,cioè un luogo in cui in piena autonomia ogni soggetto lavora,studia,comunica,incontra altri diversi da sé e costruisce la propria identità civile ancor prima che professionale.Da questo punto di vista l’Università sin dal medioevo ha rivendicato un proprio spazio di autonomia nei confronti delle altre amministrazioni territoriali;dal momento in cui non solo le forze dell’ordine intervengono,ma vengono chiamate dalle stesse istanze accademiche,appare lecito arguire che l’Università stessa abbia rinunciato al suo ruolo ed alla sua funzione.
È davvero paradossale ed inquietante vedere costantemente sirene blu all’interno del campus alla ricerca spasmodica di qualche spinello,magari autoprodotto,mentre invece assistiamo al libero commercio di droghe pesanti come l’eroina sull’intero territorio della provincia cosentina.Dovrebbe essere a tutti chiara ed in primo luogo alle "cosiddette" forze dell’ordine la posizione degli studenti dell’Università della Calabria:NO ALL’EROINA,NO ALLA MAFIA DELLE DROGHE,NO ALLA REPRESSIONE.E dovrebbe parimenti essere a tutti nota,perche scientificamente dimostrata,la mancenza di rapporto tra consumo conviviale di droghe leggere e diffusione mafiosa di droghe pesanti.
…ALIMENTIAMO RESISTENZA !
S.S.O.A. Filo Rosso
25/febbraio/1996