DIRITTO ALLA CULTURA PER I DISOCCUPATI

Oggi 11 Marzo, in tante città italiane, le tute bianche scendono in piazza per ribadire con forza la necessità di un reddito garantito per i disoccupati e i precari, come unica alternativa possibile alla disoccupazione di massa e alla diffusione del lavoro sfruttato, sottopagato e privo di garanzie, l'unica alternativa capace di restituire dignità ai disoccupati.

E' arrivato il momento di dire basta al lavoro "falso", che non dà soddisfazione, che non garantisce l'esistenza e il futuro, e che funziona solo da ammortizzatore sociale: in Europa, in Italia, nella nostra stessa città c'è tanta ricchezza da poter assicurare un reddito a tutti gli esclusi, direttamente tramite l'elargizione di quantità monetarie, o indirettamente, tramite cioè la garanzia dei servizi sociali (casa, sanità, trasporti, cultura, ecc.).

Quello su cui ci interessa ragionare, in termini più concreti, è la possibilità di aprire delle vertenze con le amministrazioni locali, poichè crediamo che esse possano contribuire già da subito alla creazione di forme di reddito indiretto.

Per questo oggi entriamo simbolicamente gratis al Cinema Garden, per affermare il diritto alla cultura per tutti, e la possibilità per i disoccupati, oltre che per gli studenti, di entrare ogni giorno gratuitamente o a prezzo ridotto, al cinema, al teatro, ai concerti, alle iniziative culturali che si svolgono in città. Ma anche perchè il cinema può ritornare ad essere un luogo di socialità, e un luogo di sperimentazione per le produzioni indipendenti o per programmazioni alternative.

Non sarebbe difficile per le amministrazioni comunali di Cosenza e Rende stabilire delle convenzioni con le sale cinematografiche del territorio. Si tratta esclusivamente di volontà politica che Cosenza, città europea, città culturale ed artistica, ma anche la ricca Rende, dovrebbero iniziare a dimostrare.

Basterebbe indirizzare i fondi pubblici destinati alle iniziative culturali, per un uso pubblico, e non per arricchire le tasche dei privati. Esempio: perchè il Comune di Cosenza spende 3 miliardi l'anno per la stagione lirica che, con tutto il rispetto per la lirica, è fruita solo da pochi e a prezzi esorbitanti? Oppure: perchè il Comune di Rende deve destinare fior di milioni per concerti organizzati da privati che fissano il biglietto a 50mila lire o più?

Noi chiediamo che una parte dei fondi destinati alla cultura venga utilizzata per consentire ai disoccupati di usufruire delle iniziative culturali e magari anche di autoprodurle. Crediamo anche che sia necessario allargare gli spazi di democrazia municipale, investendo i cittadini della facoltà di intervenire nella vita pubblica, e di esprimere un giudizio sulla destinazione delle risorse e sulla qualità dei servizi culturali.

Comitato autorganizzato disoccupati e precari 'Nsisti ca esisti

Rete delle Tute Bianche